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Crema pasticcera: tre ricette velocissime

Crema pasticcera: tre ricette velocissime

La preparazione della crema pasticcera mette sempre tutti un po’ in crisi per via dei grumi.
Sì, capita anche ai migliori di fare un pasticcio!
Versare il latte caldo sulle uova è un passaggio delicatissimo e non sempre il risultato è quello sperato.
Ma sapete che ci sono metodi infallibili per preparare una crema perfetta, buonissima, liscia e vellutata, senza il rischio di commettere errori? E sono anche metodi super veloci.

Crema pasticcera: tre ricette velocissime

Ricetta della crema pasticcera veloce

La ricetta è quella classica, ma un po’ rivisitata perché il latte va aggiunto dopo alle uova mescolate con zucchero e farina, ma freddo e non bollente.
In questo modo è scongiurato il rischio grumi!

Ingredienti

1 uovo intero, 500 ml di latte intero, 2 cucchiai di farina 00, 4 cucchiai di zucchero, scorza grattugiata di limone.

Procedimento

In un pentolino rompete l’uovo e mescolatelo con lo zucchero e la scorza del limone utilizzando una frusta a mano.
Poi aggiungete la farina continuando a mescolare e infine il latte freddo.
Quando il composto sarà omogeneo e senza grumi, mettetelo sul fuoco e cuocete a fiamma bassa sempre mescolando.
In pochi minuti la crema sarà pronta.

Crema veloce “frullata”

Utilizzando gli stessi ingredienti potete provare questa variante davvero facilissima.
Mettete tutto, compreso il latte freddo, in una scodella o nel bicchiere del frullatore a immersione e frullate.
Poi cuocete questo composto a fuoco basso fino a raggiungere la consistenza desiderata.
La scorza di limone in questo caso va messa in cottura perché frullandola potrebbe rilasciare un gusto amaro.

Crema pasticcera al microonde

Avete mai provato la cottura della crema pasticcera nel microonde? Vi stupirà.
Mescolate tutto come nelle ricette precedenti e poi versate il composto in una boule adatta alla cottura in microonde.
Cuocete per due minuti a 700W, poi mescolate la crema e cuocete ancora per due minuti.
In 4 minuti dovrebbe essere pronta, perfetta e senza grumi.

Schisola lombarda: polenta e taleggio da leccarsi i baffi

Schisola lombarda: polenta e taleggio da leccarsi i baffi

La schisola lombarda è un piatto tipico della tradizione culinaria della Lombardia che si prepara con polenta e taleggio. Si può servire come piatto unico o per accompagnare altre preparazioni. Ecco le ricetta per farla a casa in pochissimo tempo

La schisola lombarda è un piatto tipico della cucina bergamasca che fa parte delle ricette povere (e come sempre accade molto gustose) che la tradizione contadina regionale ha conservato nel tempo.

Si tratta di un piatto a base di polenta e taleggio, saporito e semplice da fare, adatto al pranzo e alla cena, da servire come piatto unico o per accompagnare altre preparazioni.

Si usa il taleggio, formaggio tipico del bergamasco, perfetto da far gratinare in forno con la polenta e per dare alla schisola lombarda il caratteristico sapore. La preparazione è semplice e veloce, ideale per riscaldare le giornate invernali.

Schisola lombarda: la ricetta

Ingredienti

Per preparare questo piatto tipico della tradizione culinaria lombarda vi serviranno: 350 g di farina gialla per polenta, 300 g di formaggio taleggio, 1 l di acqua, sale e olio extravergine di oliva.

Procedimento

La schisola lombarda, come detto, si prepara in pochissimo tempo e senza (troppe) difficoltà. Si inizia mettendo sul fuoco in una pentola capiente l’acqua con un pizzico di sale grosso e, quando l’acqua inizia a bollire, si aggiunge a poco a poco la farina di polenta gialla. Bisogna lasciar cuocere per circa 45 minuti il composto, mescolando di frequente e in modo intenso, per evitare che polenta diventi grumosa.

Quando la polenta è pronta si deve far raffreddare un attimo e poi dividerla in pezzi (sei o otto, dipende dalle dimensioni che volete dare al piatto). Dopo aver imburrato la teglia (o averla foderata con della carta forno) si guarniscono con del taleggio a dadini i pezzi di polenta e si mettono in forno (già caldo) a 200° per circa 5 minuti o comunque fino a che il formaggio sarà completamente sciolto e abbia fatto la tipica crosta.

La schisola lombarda – secondo la tradizione – va mangiata bollente, ma è buona anche leggermente tiepida. Dipende, come sempre, dai gusti!

La trattoria del pane, dove riscoprire la tradizione dei pastori sardi

La trattoria del pane, dove riscoprire la tradizione dei pastori sardi

In Sardegna il pane si trasforma: può diventare un piatto di pasta, una lasagna o una finta pizza. Ed è tutto merito delle antiche usanze dei pastori

Ce l’abbiamo nel dna noi italiani, trasformare il nostro “pane quotidiano”, anche nei suoi preziosi avanzi, in qualcosa di più. Le ricette di recupero della tradizione fanno parte del nostro patrimonio e sono molto più che un semplice riciclo. Lo sanno bene alla Panefratteria di Sassari, una vera e propria trattoria del pane, dove le antiche specialità della Sardegna sono assolute protagoniste, a partire dal pane frattau.

Dai pastori sardi alla nostra tavola

Fratau in sardo vuol dire sminuzzato ed è proprio da qui che possiamo iniziare a conoscere la storia del pane fratau. I pastori in transumanza custodivano nella propria taschedda (un piccolo zaino in pelle) il pane carasau, un pane privo di umidità e adatto ad essere conservato a lungo. Lo utilizzavano per “immulzare”, che in dialetto significa fare colazione o merenda. Al ritorno a casa, però, il pane carasau era ormai ridotto in pezzettini e veniva inumidito nell’acqua o nel brodo di pecora, in modo da ammorbidirlo e assemblato in abbinamento a ingredienti tipici della cucina sarda, come il pecorino o la salsiccia.

È così che nasce il pane frattau, piatto tipico della Barbagia preparato tradizionalmente con fogli di pane carasau bagnati nel brodo e conditi con pomodoro, pecorino e un uovo in camicia, ingredienti che impregnano il pane e gli conferiscono gusto e una nuova consistenza.

La trattoria del pane

È dagli anni 70 che Giovanni Pintus serve questo piatto nel suo ristorante a Porto Torres, Tenuta Li Lioni, il cui menu comprende piatti iconici dell’isola, come i culurgiones, i maccarones de busa, il porcetto e i formaggi e salumi dei pastori sardi. Circa 30 anni dopo, con il contributo dei figli Gian Mauro e Paolo, nasce l’idea di trasformare il pane frattau in un piatto completo, arricchendolo con semplici verdure di stagione o carni cucinate secondo tradizione, come nel caso del ghisadu, spezzatino con carne di manzo e agnello, oppure della campidanese, ovvero il sugo di salsiccia. Come se fosse una pizza. Un’idea prima portata avanti nella Tenuta Li Lioni e poi concretizzata con la nascita della Panefratteria, trattoria che si dedica completamente a una cucina a base di pane.

pane frattau ricetta
Pane frattau

Pane fratau, ma anche zuppa gallurese: non una consueta zuppa come farebbe pensare il nome, ma una sorta di lasagna preparata con pane raffermo bagnato dal brodo, arricchito dal filante mix di formaggio vaccino e pecorino e profumato dalle erbe aromatiche. Il tutto viene cotto in forno fino a creare una crosticina in superficie capace di far uscire fuori di testa per la bontà.
E poi su zichi (che vedete nella foto di apertura), un sorta di spianata molto croccante, tipica di Bonorva, che viene spezzettata e cotta nel brodo. Quando i pezzettini di pane si arricciano vuol dire che sono pronti per essere serviti, proprio come fossero pasta, da condire con sughi tipici. La loro consistenza “callosa” è un vero piacere per il palato. Immancabili per concludere in bellezza, seadas, sa timballa (flan di latte) e mirto.

Pane frattau a domicilio: una box per farlo a casa

Le chiusure causate dall’emergenza covid non hanno scoraggiato lo chef Paolo Pintus e Rita Solinas, che si occupa di gestire la sala con immensa cortesia e una preparazione nella descrizione dei piatti a dir poco minuziosa. È lei che ha avuto l’idea di trasformare l’ingresso del ristorante, a due passi dalla piazza principale di Sassari, in un angolo di vendita di prodotti locali, come marmellate, olio extra vergine di oliva e dolci di Osilo.

Oltre al servizio di asporto e di domicilio, è possibile acquistare una speciale box per fare il pane frattau a casa: il pane carasau cotto nel forno a legna, il pecorino grattugiato, le uova biologiche, “Sa Bagna”, un sugo di pomodoro cotto a fuoco lento e profumato al basilico, e infine le istruzioni per l’uso. In questo caso i fogli di pane carasau sono triangolari, il che rende l’assemblaggio ancora più divertente, soprattutto se in compagnia. Il carasau si può bagnare con un facile brodo di verdure fresche: si procede distribuendo due fogli inumiditi sul piatto, poi si condisce con pomodoro e formaggio pecorino, si ripete con un secondo strato e infine si completa con l’uovo in camicia.

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