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Ravioli ai funghi – Ricetta di Misya

Ravioli ai funghi

Fate scaldare l’olio in una padella con l’aglio, quindi aggiungete i funghi (se usate il misto surgelato, lasciatelo prima scongelare) e cuocete per 10 minuti a fiamma media, aggiungendo sale e prezzemolo verso fine cottura, quindi lasciateli raffreddare completamente.

Nel frattempo preparate la pasta all’uovo: mettete la farina a fontana sul piano di lavoro ben pulito, unite al centro le uova e iniziate a mescolare con le dita o con una forchetta, iniziando a inglobare sempre più farina, fino ad ottenere un panetto omogeneo.
Avvolgetelo con pellicola per alimenti e lasciate riposare a temperatura ambiente per 30 minuti.

Riprendete la pasta, dividetela in più pezzi, prendetene uno per volta, appiattitelo prima con le mani e poi passatelo nella macchinetta tirasfoglia, partendo dallo spessore più ampio e arrivando man mano fino a uno di quelli più sottili (dipende da quanto volete spessa la sfoglia).

Tritate grossolanamente i funghi e amalgamateli con stracchino, pepe e grana, quindi trasferite il composto in una sac-à-poche (o potete lasciarlo nella ciotola e distribuirlo con un cucchiaino, se preferite).

Distribuite il ripieno su un lato della sfoglia, ripiegateci sopra il lato libero della sfoglia e ritagliate con la rotella zigrinata in modo da ottenere i raqvioli.

Mettete a bollire l’acqua per lessare i ravioli, leggermente salata, e intanto preparate il condimento: fate sciogliere il burro in un’ampia padella antiaderente e lasciateci insaporire le noci tritate grossolanamente insieme con la salvia spezzettata.

Intanto cuocete i ravioli per 2-3 minuti (dipende anche dallo spessore della sfoglia), quindi scolateli con la schiumarola direttamente nel condimento e lasciateli insaporire per qualche minuto.

I ravioli ai funghi sono pronti, serviteli subito.

Italian Sounding: l’UE dichiara fuorilegge “Parmesan” e non solo

La Cucina Italiana

L’Unione Europea ha dichiarato fuorilegge l’Italian Sounding. Vuol dire che non sarà più possibile per i produttori stranieri usare nomi simili a quelli di prodotti tradizionali italiani tutelati da DOP e IGP. È questa la novità più attesa del Testo Unico per la Qualità Ue: una serie di regole per tutelare i prodotti agroalimentari, ma anche vitivinicoli e gli alcolici dell’Unione. Se ne discute da anni, ma solo ora sono state appena approvate a Bruxelles. Un risultato che l’Italia attendeva con particolare apprensione, dato che siamo uno dei Paesi più penalizzati dato che vantiamo il più alto numero di DOP, e che diventato realtà dopo l’accordo fra l’Europarlamento con relatore l’italiano Paolo De Castro e i negoziatori di Consiglio d’Europa (il ministro spagnolo Luis Planas) e Commissione europea (il commissario Janusz Wojcechowski).

I 120 miliardi dell’Italian Sounding

Di fatto è la fine di un’era: l’Italian Sounding per anni ha concesso a migliaia di aziende di tutto il mondo di usare denominazioni simili a quelle delle nostre eccellenze per vendere a caro prezzo formaggi, salumi, vini, distillati e molto altro ancora, che con queste eccellenze nulla hanno a che fare. L’elenco è lungo: va dal “Parmesan” – il falso Parmigiano probabilmente più famoso – al “Prosek” croato e persino fantomatici “aceti balsamici di Cipro”. Un affare che – secondo le stime Coldiretti – vale 120 miliardi di euro nel mondo. 

Le nuove regole, nel dettaglio

Il nuovo regolamento entrerà in vigore nei primi mesi del 2024, dopo gli ultimi passaggi formali in Parlamento e Consiglio Europeo. «Farà evolvere un sistema senza eguali nel mondo, capace di generare valore senza investire alcun fondo pubblico», ha commentato Paolo De Castro, primo sostenitore del testo, membro della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, nonché ex ministro delle Politiche Agricole, spiegando che le nuove regole mirano a rafforzare ulteriormente il ruolo dei marchi DOP e IGP in Europa, e dei loro consorzi. 

Appena entreranno in vigore su ogni etichetta dovrà esserci  anzitutto il nome del produttore, a ulteriore garanzia della sua provenienza, e le richieste di registrazioni di nomi simili a quelli tradizionali non potranno essere più prese in considerazione. Per intenderci: casi come quello della richiesta che la Croazia ha fatto all’Unione Europea per denominare “Prosek” il suo vino, non potranno più essere nemmeno prese in considerazione, in quanto “Prosek” troppo simile all’italianissimo Prosecco DOP. Oltre a questo, nessun produttore porrà utilizzare i nostri prodotti IG (a indicazione geografica, categoria usata esclusivamente per superalcolici e vini aromatizzati) come ingredienti dei propri prodotti trasformati senza indicare le specifiche quantità in etichetta e senza aver informato i rispettivi consorzi o aver avuto l’autorizzazione quando necessaria. Entrerà anche in vigore un sistema di geoblocking per cui anche i domini internet illeciti saranno bloccati con un alert system che sarà ottimizzato dai singoli Stati. 

Non è finita: potrebbe essere solo l’inizio, perché i singoli Stati potranno ulterioremente rafforzare il sistema di tutela delle proprie Dop e Igp, prevedendo procedure di autorizzazione a livello nazionale ancora più stringenti.

Perché la Dop Economy è strategica

«Si tratta di un risultato importante per l’Italia e per i Paesi che nelle indicazioni geografiche hanno non soltanto interessi economici, ma anche sociali», ha spiegato il relatore del provvedimento Paolo De Castro. «Il Testo Unico della Qualità tutelerà più di quattromila indicazioni geografiche in Europa, di cui 800 italiane. È stato un percorso lungo e faticoso, durato più di due anni, ma alla fine il risultato premia chi da sempre si batte per i prodotti della Dop economy, che non sono curiosità grastronomiche, ma rappresentano un pezzo importante dell’economia europea che ha ricadute importanti anche per il turismo, producendo valore che si distribuisce lungo la filiera. Abbiamo dato più forza ai consorzi e tutelato le produzioni, anche attraverso precisi obblighi di trasparenza nei confronti dei consumatori, come l’indicazione sull’etichetta del nome del produttore».

“Ottobre FAI – Il futuro dell’Italia nelle nostre mani”, la spesa che aiuta

La Cucina Italiana

Aiutiamo il patrimonio artistico e naturalistico italiano facendo la spesa. Fino al 31 ottobre e per il 14esimo anno consecutivo Iper La grande i e Unes, insegne del Gruppo Finiper Canova, partecipano alla campagna nazionale di raccolta fondi promossa dal FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano ETS con l’obiettivo di fornire un sostegno concreto alle attività di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico italiano. Quest’anno il messaggio principale è un invito all’azione che si sintetizza in “FAI la tua parte” perché il futuro dell’Italia è nelle nostre mani e ciascuno di noi può compiere azioni e gesti che fanno la differenza contribuendo, per quanto nelle nostre possibilità, a un cambiamento.

Il Gruppo Finiper coinvolge attivamente i clienti dei propri punti vendita che possono aggiungere alla spesa una cifra a partire da 5 euro che viene devoluta interamente al FAI e che consente di ricevere la FAI Donor Card. La Card dà diritto a un ingresso gratuito in uno dei 55 Beni aperti al pubblico di cui la Fondazione si prende cura su tutto il territorio nazionale per vivere un’esperienza unica in luoghi speciali immersi nella bellezza. L’elenco dei luoghi visitabili è disponibile sul sito www.fondoambiente.it.

Con un impegno concreto verso la Campagna, dal 2010 al 2023, il Gruppo Finiper Canova ha permesso di raccogliere e devolvere oltre 1.200.000 euro a sostegno del FAI. Una collaborazione che rispecchia le politiche sociali del Gruppo, impegnato da sempre nel sensibilizzare il cliente al rispetto del patrimonio ambientale e culturale del nostro Paese, tramite iniziative di solidarietà e tutela.

“Come Gruppo Finiper Canova siamo fieri di sostenere la salvaguardia del patrimonio naturale e culturale del nostro Paese: se il nostro contributo rappresenta il 45% rispetto al totale della raccolta fondi derivante dalle altre aziende partner, qualificandoci come il principale partner del progetto, è perché crediamo fermamente che la causa portata avanti dal FAI ci riguardi tutti e che sia fondamentale la partecipazione di ognuno di noi.  – dichiara Stefano Borsoi, Direttore Marketing di Iper La grande iPer questo, da 14 anni, siamo a fianco del FAI nella missione di sensibilizzare tutte le persone all’importanza della tutela e valorizzazione del nostro patrimonio attraverso la collaborazione sinergica tra le nostre insegne Iper La grande i e Unes supermercati.”

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