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Cosa significa essere donna in cucina oggi

La Cucina Italiana

Nei 54 stati dell’Africa c’è un detto: «La donna è colei che educa i popoli». Non può essere più forte, d’impatto e attuale la frase con cui Victoire Gouloubi termina il suo racconto. La sua voce solenne traspare quell’impavida forza dell’essere donna. Victoire abbraccia due culture, quella italiana e africana, creando una cucina di integrazione che porta con sé i trionfi di una donna che si è fatta largo nel mondo della cucina, vincendo, con orgoglio, lotte di genere e di etnia. Nata in Congo, Victoire arriva in Italia all’età di 21 anni. Il sogno? Seguire la sua passione e diventare cuoca. Muove i primi passi a Cortina, ma è l’esperienza da Sadler ad aprirle le porte dell’alta ristorazione, e non solo, anche quelle della solidarietà.

Victoire, hai qualche consiglio in cucina tramandato da una figura femminile per te significativa?

Mia mamma non è mai stata una grande cuoca. Poco tempo fa è venuta in Italia per un lungo periodo e mi ha detto ‘sarebbe stato bello che tuo padre fosse stato qui per congratularsi con te’. E io ‘guarda che sono diventata cuoca non per merito tuo’. Lei si mette a ridere. 
Ho il ricordo di mia mamma quando ero piccola come una donna forte che comandava a casa, ma il ricordo di quando cucinava è nullo, non era lei la cuoca di casa. In famiglia però abbiamo una ricetta tramandata, il Saka Saka, piatto tradizionale del Congo, che oggi prepariamo io e le mie sorelle. Si tratta di un piatto tipico congolese ma appartenente a culture africane. Anche se è un piatto tipicamente cucinato dalle donne, papà lo cucinava molto bene. Il ricordo di mio padre con un mortaio molto grande che pestava le foglie di manioca è tutt’ora estremamente vivido. È così che la ricetta che oggi conosco mi è stata tramandata da mio padre e dalle sue sorelle. Con questo piatto, anche rivisitato, ho conquistato la critica gastronomica. 

Come nasce la tua passione per la cucina?

Ricerche frequenti:

» Crema pasticcera al limoncello

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Mettete in una ciotola i tuorli e lo zucchero e montateli insieme.
Incidete il baccello di vaniglia per il lungo, ricavatene i semini con il piatto di una lama e aggiungeteli al composto insieme alla maizena setacciata e amalgamate.

Mettete buccia di limone e baccello di vaniglia con il latte in un pentolino e scaldate quasi fino all’ebollizione, quindi incorporate al composto di uova.
Trasferite nuovamente nel pentolino, eliminate il baccello di vaniglia e cuocete a fiamma bassa, mescolando costantemente, fino ad ottenere un composto piuttosto denso.

Coprite con pellicola a contatto e fate raffreddare completamente, quindi aggiungete il limoncello, eliminate la buccia di limone e amalgamate.

La crema pasticcera al limoncello è pronta, non vi resta che usarla per tutte le vostre preparazioni, o gustarvela così, come dolce al cucchiaio.

Dolci con farina di castagne

Dolci con farina di castagne

Un tempo i frutti del castagno erano così nutrienti da riuscire a sfamare i contadini durante i periodi di carestia, o gli abitanti delle zone in cui i cereali scarseggiavano. Infatti per molto tempo la farina di castagne ha sostituito la farina di grano ed è stata utilizzata per creare gustose paste fresche, addensare le zuppe, preparare morbide torte. Adesso è il tempo di riscoprirla: è ricca di proprietà ed è un alleato davvero versatile, sia per le preparazioni dolci che salate.

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Castagne: mangiarle senza prendere peso

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Farina di castagne: proprietà e valori nutrizionali

Di solito si suggerisce di usare questo ingrediente come sostituto del pane o delle patate. In effetti, i suoi valori nutrizionali sono caratterizzati da un alto livello di carboidrati (75-80%, contro il 60% delle farine di grano) e da una scarsa quantità di grassi; poche anche le proteine, intorno al 6%. La farina di castagne è un vero e proprio concentrato di fibre, capaci di rallentare l’assorbimento degli zuccheri da parte dell’organismo e indurre un prolungato senso di sazietà. Altri vantaggi? L’assenza di glutine, che ne fa un alimento ideale per integrare la dieta delle persone affette da celiachia, e la ricchezza di potassio, un minerale ampiamente presente nel frutto da cui deriva. Inoltre, è un valido ricostituente per chi accusa cali di appetito e rappresenta una delle farine meno contaminate tra quelle in commercio, perché il castagno necessita di pochissimi trattamenti.

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Piccagge liguri: la pasta con la farina di castagne

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Farina di castagne: come si prepara

Come la farina di ceci e di mandorle, anche quella di castagne viene preparata macinando finemente il prodotto dopo averlo sottoposto a un accurato processo di essiccatura, che si protrae per 30-40 giorni, fino a eliminare completamente l’acqua contenuta nel frutto. Rispetto alle prime due, però, ha un colore diverso e un sapore più deciso, tipicamente dolciastro; le farine realizzate nelle zone montane con tecniche artigianali, inoltre, si distinguono per un leggero sentore di affumicatura, dovuto all’usanza di far tostare le castagne prima di procedere con la macinatura a pietra. In cucina questo ingrediente, ricco di amidi, dona agli impasti una consistenza compatta e asciutta, motivo per cui occorre sempre aggiungere una quantità di acqua sufficiente a diluire il composto prima della cottura.

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Tiramisù alla zucca e castagne, l’idea originale

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Dalla farina di castagne al castagnaccio

Nato in Toscana e “adottato” da numerose regioni come il Lazio, l’Umbria e l’Emilia-Romagna, il castagnaccio rappresenta uno dei dolci più popolari a base di farina di castagne. Pur essendo una pietanza tipicamente autunnale, infatti, questa torta bassa e compatta viene preparata dagli abitanti dei piccoli paesi durante tutto l’anno, estate inclusa. La ricetta originaria vede protagonista la farina di castagne insieme all’acqua, l’olio, il rosmarino, i pinoli e l’uvetta (con l’aggiunta occasionale di scorze d’arancia e semi di finocchio). Assente, invece, lo zucchero: è la farina stessa a conferire dolcezza all’impasto, semplice e genuino. 

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