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come sceglierlo con i consigli dell’esperto | La Cucina Italiana

come sceglierlo con i consigli dell'esperto
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È meglio puntare sulle denominazioni più famose o su quelle meno conosciute?

«Dipende dal motivo dei nostri acquisti. Le denominazioni più conosciute sono più facili da capire e da apprezzare se intendiamo regalare la bottiglia a qualcuno che si sta avvicinando al vino. Se invece la bottiglia è per noi, possiamo sperimentare e curiosare, alla ricerca di qualcosa di un po’ più “esotico” e lontano dalle nostre scelte abituali. Potremmo imparare qualcosa e rimanere piacevolmente stupiti. Al neofita consiglierei perciò di iniziare con le denominazioni più note, in modo da giocare sul sicuro, poi a mano a mano che l’esperienza si affina lo incoraggerei a essere curioso e a sperimentare, andando a scoprire anche le denominazioni minori e le uve meno conosciute. Talvolta, dalle denominazioni minori si possono avere delle belle sorprese e generalmente un rapporto tra la qualità e il prezzo più vantaggioso, ma serve un minimo di esperienza per sapersi districare nella molteplicità dei vitigni e delle Doc italiani».

Su quale cifra è meglio stare per trovare una buona bottiglia al supermercato?

«Mi piace tantissimo pescare nella fascia dei 9,90 euro quando intendo comprare vini fermi. Il fatto di usare una singola banconota da dieci euro e portarmi via una bottiglia con una sua storia e una distinta personalità, per quanto mi riguarda, è molto importante. È proprio in questa fascia di prezzo che si possono fare ottimi affari senza rinunciare alla territorialità e alla purezza dell’espressione varietale».

Come si legge una retroetichetta? Come vanno interpretate le informazioni per capire se un vino è di qualità?

«È la carta d’identità del vino: dà informazioni sul regime agricolo bio o convenzionale (VeganOk è una certificazione sempre più richiesta e proposta) e spesso aggiunge qualche dettaglio a livello di note di degustazione e di abbinamenti, oltre ad aiutarci a collocare geograficamente una cantina, nel caso non conoscessimo la denominazione. Il vitigno, quando indicato, ci racconta il 50% del carattere di un vino. Può rappresentare un vero e proprio “marchio” per un consumatore e costituisce il maggiore aiuto per orientarsi; non a caso i vini del Nuovo Mondo fanno dell’uva il primo valore in ordine di priorità sulle etichette. L’alcol ci dice tantissimo sul carattere del vino: i vini entro i 13 gradi sono più agili e bevibili, mentre quelli vicini ai 15 fanno della potenza il loro punto di forza. Le diciture “Prodotto e imbottigliato da…”, “Imbottigliato all’origine”,“Integralmente prodotto e imbottigliato” testimoniano che tutte le fasi di lavorazione sono avvenute nella stessa azienda. L’indicazione sulla presenza dei solfiti, invece, non è molto significativa: ci sono sempre, perché il vino li produce naturalmente durante la fermentazione e in ogni caso le quantità sono ben più basse di quelle che si trovano in moltissimi altri cibi, come le noccioline o la frutta secca».

Come pastorizzare le uova? | La Cucina Italiana

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Per poter stare tranquilli durante la preparazione di un dolce è fondamentale capire come pastorizzare le uova. Quante volte avreste voluto preparare un buon tiramisù, uno zabaione o una maionese e vi siete fermati perché timorosi di imbattervi in qualche batterio utilizzando le uova crude?  Da oggi in poi non dovrete avere

Cosa significa pastorizzare?

Pastorizzare deriva dal nome del biologo francese Pasteur e significa sottoporre gli alimenti a un trattamento termico ad alte temperature per uccidere gli eventuali germi patogeni presenti, pericolosi per la salute, mantenendo vivi però gli altri microorganismi ricchi di proprietà. Il rischio più comune con le uova è, infatti, quello di contrarre una infezione da salmonella.

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Uova, tuorli o albumi: ecco come si pastorizzano

Si possono pastorizzare uova intere o soltanto parti di esse, come il tuorlo e l’albume. E poi utilizzarle per preparazioni dolci, come la crema di mascarpone, o per le salse, come la maionese. Indispensabile un attrezzo, il termometro da cucina, che consente di misurare la temperatura dello sciroppo di zucchero, che deve raggiungere i 121°.

Uova intere

Se dovete preparare un dolce, considerate che per 3 uova intere vi occorrono 150 g di zucchero e 25 g di acqua. Iniziate a montare le uova con metà dello zucchero. L’altra metà la metterete in un pentolino con l’acqua e porrete tutto sul fuoco, mescolando con un cucchiaio. Verificate con il termometro che lo sciroppo di zucchero raggiunga i 121° e poi versatelo lentamente sulle uova montate, mescolando delicatamente. In questo modo avrete ottenuto le uova pastorizzate. Per la preparazione della vostra ricetta ricordatevi di sottrarre i 150 g di zucchero giù utilizzati.

Albumi

Per utilizzare 3 albumi pastorizzati, montateli con un pizzico di sale. Intanto in un pentolino fate scaldare 50 g di zucchero in 25 g di acqua e lasciate che lo sciroppo raggiunga i 121° e poi spegnete. Versate lo sciroppo sopra gli albumi montati a neve ben ferma e mescolate per non farli smontare. Ricordatevi di togliere 50 g di zucchero dalla vostra ricetta!

Tuorli

Se vi servono soltanto tuorli, montateli con 50 g di zucchero, mentre con altri 50 g sempre di zucchero e 25 g di acqua preparate lo sciroppo. Attendete che quest’ultimo abbia raggiunto i 121° e poi versatelo sopra i tuorli montati, mescolando dal basso verso l’alto. Anche in questo caso togliete 100 g di zucchero dalla vostra ricetta.

Preparazioni salate

Se la pastorizzazione di uova vi serve per preparazioni salate, come la maionese, allora dovete sostituire lo zucchero con dell’olio. Il procedimento è il medesimo delle ricette dolci: dovrete scaldare l’olio indicato nella vostra preparazione e poi unirlo alle uova montate (tuorli, albumi o intere). Fate attenzione a versare l’olio a filo e a lavorare continuamente le uova con la frusta.

Come pastorizzare le uova con il guscio?

Un’alternativa poco diffusa è quella di pastorizzare le uova con il guscio. Il procedimento non è complesso di per sé, ma non facile è tenere una temperatura costante di 61° per 4 minuti. Il modo, però, c’è. Ecco come fare: riempite con acqua a temperatura ambiente una pentola, poi immergetevi le uova, che dovranno essere coperte da circa 3 centimetri di acqua. Accendete il fuoco a fiamma bassa e immergete nell’acqua un termometro per alimenti. Fate raggiungere all’acqua la temperatura di 61°C: ci vorranno 10 minuti circa. Nel frattempo, preparate un contenitore con dell’acqua a temperatura ambiente e una ciotola con acqua e ghiaccio. Appena l’acqua della pentola avrà raggiunto i 61° aggiungete un goccio d’acqua della caraffa: questo servirà ad evitare che la temperatura continui a salire. Continuate così in modo che le uova rimangano a 61° per circa 4 minuti. Una volta scolate, immergete subito le uova nella ciotola con l’acqua ghiacciata.

Nel tutorial qualche indicazione per una pastorizzazione sicura

I consigli per pastorizzare le uova

Ricerche frequenti:

Chili con carne – Ricetta di Misya

Chili con carne - Ricetta di Misya

Innanzitutto lasciate i fagioli in ammollo per almeno 8 ore, quindi scolateli e sciacquateli.

Metteteli in una pentola capiente, coprite con abbondante acqua fredda e lessateli per almeno 2 ore o finché non saranno ben cotti.

Mondate le verdure, tritate la cipolla e tagliate 2 peperoncini a rondelle (gli altri vi serviranno per decorare i piatti).

Pestate in un mortaio i semi di cumino e di coriandolo e, a parte, sminuzzate o tritate il peperoncino piccante.

Fate appassire la cipolla con abbondante olio, quindi unite i peperoncini verdi e lasciateli insaporire, infine unite la carne a fatela rosolare mescolando spesso.

Quando la carne sarà quasi cotta, aggiungete le spezie (cumino, coriandolo, paprica e peperoncino piccante), e quando sarà cotta incorporate anche il concentrato di pomodoro.

Infine aggiungete la passata e il brodo e lasciate sobbollire a fiamma bassa, con un coperchio, per circa 1 ora e mezza.

Scolate i fagioli (che ormai dovrebbero essere cott), uniteli alla carne e lasciate cuocere per altri 20 minuti, aggiungendo poco brodo se serve.

Il chili con carne è pronto, lasciatelo riposare per qualche minuto prima di servirlo, decorando con i peperoncini rimasti.

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