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Storie di produzioni sostenibili | La Cucina Italiana

Storie di produzioni sostenibili | La Cucina Italiana

Oggi consumare carne necessita consapevolezza e molta attenzione. In Italia ci sono ancora tanti produttori che tutelano l’alta qualità preservando la sostenibilità. Tra questi, alcuni piccoli produttori portano avanti la loro storia e una filosofia produttiva (e di vita) che oggi va preservata. Un esempio è Gaia di Stefano dell’Azienda Agricola delle Vacche Erranti, che, insieme al marito Alex portano avanti una realtà a conduzione familiare, in provincia di Novara. Inizio a parlarle e noto che l’accento non è locale. Originaria della provincia di Viterbo, infatti, Gaia arriva nella zona Verbania come ingegnere per insegnare elettrotecnica alle superiori per poi innamorarsi di un nuovo mondo: quello degli animali.

Chi siete?

“Io, il mio compagno e le nostre tre bambine siamo l’Azienda Agricola familare Vacche Erranti. Partiamo da storie personali differenti, io sono un ingegnere, mentre Alex sin da quando è ragazzino è sempre stato innamorato degli animali. Di famiglia nessuno di noi è agricoltore. Quando abbiamo iniziato avevamo solo un gregge di pecore e qualche bovino. Nel tempo la situazione si è ribaltata: oggi abbiamo due pecore e una centinaia di bovini”.

La particolarità della vostra realtà?

“Abbiamo una gestione particolare dell’allevamento: non c’è una stalla e non abbiamo una base fissa. Quello che facciamo si chiama pascolo vagante: ciò significa che siamo transumanti. In questo modo gli animali si nutrono solamente di erba, senza alcuna integrazione di mangimi o foraggi insilati. In alcuni luoghi in Italia esiste ancora una transumanza orizzontale (ad esempio: in inverno dall’interno dell’Abruzzo si portano gli animali verso la costa per poi invertire il cammino in primavera). Nel Nord dell’Italia, invece, esiste una forma di transumanza chiamata verticale: di inverno sei in pianura, e invece d’estate si sale negli alpeggi. Per quanto riguarda noi durante il periodo autunnale le vacche si muovono dalle rive del fiume Toce in val d’Ossola fino quasi a sfiorare il fiume Po, per tornare poi indietro in primavera.
Questo metodo garantisce una vita sana e felice agli animali, e condizioni di vita più naturali possibili. La nostra è quindi una transumanza quotidiana: partiamo dall’alpeggio ad ottobre, scendiamo con la mandria di animali (più di 200 vacche) e giorno per giorno ci spostiamo. Alcuni giorni ci muoviamo poco (2km) altri 20/30 km per raggiungere pascoli più lontani. Per far capire quanto i nostri animali mangiano sano e naturale basti vedere che quando nevica qualche volta gli portiamo del fieno ma loro ci dormono sopra invece di mangiarlo”.

Cosa significa per te consumare carne sostenibile?

Consumarne meno, purtroppo negli ultimi anni si è riscontrato un eccessivo consumo di carne. Neanche noi, che siamo produttori, la mangiamo tutti i giorni, bisogna essere consapevoli di quale e quanta mangiarne”.

Come funziona la vostra vendita?

“Noi vendiamo quasi solo a clienti privati e a pochi ristoranti, facendo loro un pacchetto con un assortimento misto di tagli. Educhiamo quindi il consumatore a mangiarne tutti i tagli. Prima di tutto per una ragione pratica in quanto non macelliamo. Quindi ogni volta che sezioniamo un animale, va sezionato e venduto tutto, non possiamo permetterci di vendere solo alcuni tagli. Il secondo motivo è etico. Noi viviamo e siamo parte della nostra mandria, per cui l’animale che sacrifichiamo ha una una dignità nel complesso: dalle frattaglie al filetto è tutto parte di uno stesso animale che per noi noi ha lo stesso valore. Il nostro compito è anche quello di educare il cliente a non consumare solo la bistecca, ma anche il bollito, lo spezzatino, insomma tutte le parti che compongono l’animale”.

Cupola di fragole – Ricetta di Misya

Cupola di fragole - Ricetta di Misya

Se non lo avete già fatto, preparate il pan di Spagna.
Prendete 200 gr di fragole (presi dal totale), lavatele, mondatele e tagliatele a fettine.
Rivestite lo stampo da zuccotto di pellicola per alimenti, facendola aderire per bene e tenendo i lembi lunghi oltre il bordo, quindi create uno strato di fettine di fragole su tutta la superficie, partendo dal centro.

Mettete la colla di pesce a bagno in acqua fredda per 10 minuti.
Intanto prendete 180 gr di fragole, lavatele, mondatele e tagliatele a cubetti, quindi aggiungete il succo di limone e 30 gr (2 cucchiai) di zucchero e frullate.

Montate il mascarpone con lo zucchero, quindi incorporate la purea di fragole, mescolando bene.

Montate la panna ben fredda di frigo.

Strizzate la colla di pesce e scioglietela nel latte tiepido, poi incorporatela alla crema di mascarpone e fragole, infine aggiungete anche la panna montata e mescolate delicatamente, con un movimento dal basso verso l’alto.

Riprendete lo stampo e versateci dentro metà della crema; incastonateci dentro le fragole rimaste (dopo averle lavate, mondate e asciugate), quindi coprite con la crema restante, livellate bene e completate con il pan di Spagna.
Chiudete con la pellicola rimasta lungo i bordi e lasciate riposare in frigo per almeno 4 ore.

Riprendete lo stampo, aprite la pellicola e capovolgetelo con cautela su un piatto da portata, quindi sfilate delicatamente lo stampo e tirate via la pellicola.

La cupola di fragole è pronta, non vi resta che tagliarla a fette e servirla.

Ricerche frequenti:

Perché non si deve mai lavare il pollo crudo

La Cucina Italiana

La tentazione, prima di cuocere il pollo, è sempre quella di lavare la sua carne cruda, per pulirla meglio. Ma non lo fate: gli esperti concordano sul fatto che risciacquare il pollo sia davvero pericoloso. L’ultimo di una lunga serie di avvertimenti arriva dal Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (Usda) che ha pubblicato un report con i risultati delle più recenti ricerche scientifiche.

Il pollo crudo è spesso contaminato dai batteri Campylobacter, Salmonella e Clostridium perfringens, che possono causare serie intossicazioni alimentari. Cuocere la carne a 85°C è la migliore soluzione per distruggere questi batteri e rendere sicuro il pollo. Lavarlo, al contrario, non fa che diffondere i batteri su altre superfici e altri alimenti, aumentando la probabilità di una contaminazione.

Lo studio

Per una ricerca effettuata in partnership dal Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti e dalla North Carolina State University, a 300 persone è stato chiesto di preparare del pollo e un’insalata in una cucina di prova. Tutti i partecipanti hanno riferito di avere già lavato o sciacquato, prima di allora, il pollo crudo. Lo avevano fatto per «rimuovere sangue o sporcizia» o «perché è così che fa abitualmente qualcuno della famiglia».

I partecipanti sono stati suddivisi in due gruppi: al primo era stato detto, prima di cominciare a cucinare, che lavare il pollame era pericoloso, mentre al secondo no. Quando ha iniziato a preparare il pasto, il 93% delle persone del primo gruppo non ha lavato il pollo, mentre il 61% del secondo lo ha fatto.

Perch non si deve mai lavare il pollo crudo
Pollo al pepe verde e limone

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Una contaminazione incrociata

Preparare del pollo crudo vicino a un’insalata crea uno scenario potenzialmente pericoloso: 26 partecipanti che hanno lavato il pollo hanno accidentalmente trasferito i batteri della carne nell’insalata. Ma anche nel gruppo di chi non lo aveva lavato, nel 31% dei casi l’insalata veniva contaminata: è il risultato della mancanza di un efficace lavaggio delle mani e della contaminazione degli utensili del lavandino.

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