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Tigelle di kamut e spinaci con caprino e Coppa di Parma IGP

Tigelle di kamut e spinaci con caprino e Coppa di Parma IGP

La tigella si colora di verde e in questa ricetta con un cremoso caprino incontra l’eccellenza della Coppa di Parma IGP

Consistenza morbida e sapidità non troppo pronunciata, che lascia percepire appieno il gusto tipico della carne di suino, questo l’aroma caratteristico della Coppa di Parma IGP, prodotto di salumeria che si ottiene dalla porzione muscolare del collo di suini altamente selezionati e di grande pregio e che nasce nella zona che comprende le province di Parma, Modena, Reggio Emilia, Mantova, Pavia nonché i comuni della fascia del Po facenti parte del territorio delle province di Lodi, Milano e Cremona. Qui dove le temperature e l’umidità tipiche della zona padano collinare sono ottimali per favorirne la produzione, trova le sue origini fin dal 1800 la Coppa di Parma.

Dopo un periodo breve di stagionatura, si conserva in luogo fresco e umido, come può essere una cantina; ma attenzione, una volta aperta è necessario riporla in frigorifero, meglio se avvolta in un panno di cotone inumidito così che mantenga il suo aroma.

Tempo di preparazione: 40 minuti
Tempo supplementare: lievitazione
Persone: 18

Ingredienti

250 g farina di kamut
250 g Coppa di Parma IGP affettata
200 g farina 00
200 g caprino
100 g spinaci lessati e strizzati
50 g panna fresca
10 g lievito di birra
olio extravergine di oliva
sale

Preparazione

Sbriciolate il lievito sulla farina 00, impastate con g 200 di acqua, coprite la pasta ottenuta e mettetela a lievitare in frigorifero per una notte o dalla mattina alla sera.
Unite poi alla farina di kamut la pasta lievitata, un pizzico di sale, gli spinaci tritati in purè, un cucchiaio di olio e la panna; impastate e lasciate lievitare in luogo tiepido (25-28 °C) per 30-40′.
Dividete la pasta in 18 porzioni da 30-40 g, formate delle palline, ungetele, copritele con la pellicola e lasciatele riposare finché non saranno raddoppiate di volume: occorrerà circa un’ora.
Lavorate quindi le palline di pasta, stendete ciascuna in uno stampo da tartelletta di 10 cm di diametro, copritele con una placca e un peso (per esempio un batticarne di acciaio), che servirà per non farle gonfiare durante la cottura.
Infornate a 200 °C per 4′, poi giratele, copritele ancora e cuocetele per altri 4′. Se le cuocete in più riprese, trasferite quelle pronte su una griglia, perché non si formi umidità e non si ammoscino. Poi, al momento di servirle, scaldatele velocemente nel forno caldo e farcitele con la Coppa di Parma e il caprino, pepato a piacere.

*** Lo chef dice che come antipasto servite una tigella per persona. Se ne avanza qualcuna, potete servirla al posto del pane. Conservate in una scatola di latta si possono preparare anche il giorno prima: il passaggio in forno ridarà la giusta fragranza.

» Cestini di pasta fillo con lenticchie e cotechino

Cestini di pasta fillo con lenticchie e cotechino

Cuocete il cotechino in una casseruola con abbondante acqua. Se utilizzate il cotechino fresco i tempi di cottura sono più lunghi, a seconda della dimensione. Nel caso abbiate scelto di cucinare un cotechino precotto, il tempo di cottura è di circa 15 minuti. Una volta cotto, eliminate la busta argentata e poi la pelle, e affettatelo.

Preparate le lenticchie. Preparate un trito di sedano, carota e cipolla e fatelo soffriggere in padella con l’ olio. Aggiungete le lenticchie e salate, aromatizzate con del rosmarino e portate a cottura, pepando a piacere.

Preparate i cestini di pasta fillo spennellando il primo foglio di fillo con dell’olio. Sovrapponete il secondo foglio di fillo e spennellate anch’esso. Ritagliate dei quadrati regolari di fillo e disponeteli negli stampini a mo’ di cestino.
Cuocete in forno ventilato a 180° per pochissimi minuti, controllando a vista. La pasta fillo cuoce molto in fretta!
Lasciate intiepidire prima di sformare e tenete da parte.

Poco prima di servire, riempite i cestini di fillo con le lenticchie e guarnite con dei pezzetti di cotechino.

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Ricerche frequenti:

In Svezia potete assaggiare il leggendario gelato Nobel

In Svezia potete assaggiare il leggendario gelato Nobel

Solo presso il bistrot del Nobel Museum di Stoccolma è possibile assaggiare il Nobel Ice Cream, ispirato a una vecchia tradizione del celebre premio

Il leggendario dessert che veniva servito al banchetto della cerimonia del premio Nobel, soprannominato Nobel Ice Cream, è stato ricreato con maestria ed è ora disponibile esclusivamente presso il Bistro Nobel, la caffetteria del Museo del Premio Nobel a Stoccolma. È un’occasione ghiotta, in tutti i sensi, per rivivere in tutto e per tutto il glamour del premio Nobel e per scatenare le papille gustative con un gelato davvero speciale.

La tradizione del gelato da premio Nobel

Nel 1976, durante il pranzo di gala per il premio Nobel, venne creato un dessert per l’occasione e soprannominato il Nobel Ice Cream. Fu servito agli ospiti di ogni Nobel Banquet fino al 1998, allietando per anni le celebrazioni di tutto coloro che vennero insigniti del prestigioso riconoscimento. Il dolce, allora, aveva una singolare forma di bomba e consisteva in strati di gelato e sorbetto alla frutta, con combinazioni di sapori quali vaniglia-lampone e frutto della passione-ananas, il tutto ricoperto di zucchero filato e accompagnato a una decorazione commestibile a forma di “N”. Per rendere ancora più spettacolare il momento del dessert, i gelati venivano serviti ai tavoli da una parata di camerieri su vassoi con attaccate stelle filanti.

Il Nobel Ice Cream di oggi

Attualmente il celebre gelato fa parte del menu del Bistro Nobel, all’interno del Nobel Museum (Nobelmuseet) di Stoccolma, inaugurato nel 2001 in occasione del centenario del premio Nobel. La versione rivisitata e scenografica, in vendita solo ed esclusivamente qui, è composta da una “bomba” di gelato alla vaniglia, decorata con gelato al camemoro o lampone artico. Il dolce della vaniglia si sposa perfettamente con il gusto selvaggio e prelibato dei frutti di bosco, dolci ma caratterizzati da una nota astringente. Il Nobel Ice Cream viene servito, come da tradizione, direttamente al tavolo, e nel piatto, oltre al gelato, c’è una guarnizione di frutta fresca (fragole, mirtilli e alkekengi) o di zucchero filato, cui si aggiunge la vera novità del piatto: una moneta Alfred Nobel di cioccolato, simbolo dell’organizzazione del premio Nobel e del museo stesso.

Foto: Nobel Ice Cream (Nobel Museum Facebook)

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