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il miglior ristorante di Ortigia | La Cucina Italiana

il miglior ristorante di Ortigia
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Sulla costa orientale della Sicilia, Ortigia rappresenta la parte più antica della città di Siracusa. Il van nero di 4 Ristoranti è giunto fino qui per scoprire il miglior ristorante tra tradizione e innovazione dell’isola, o meglio, dello U’ Scogghiu, come viene chiamata nel dialetto locale l’isola, costituita da un incantevole intreccio di strade, piazzette e viuzze che si affaccia sul Mar Ionio e che portano al Ponte Umbertide, unico collegamento con il resto della città di Siracusa.

Tra il castello maniace voluto da Federico II nel 1200, il tempio di Apollo di epoca greca, la Cattedrale barocca, i palazzi nobiliari del Settecento e la fonte Aretusa, dove nasce spontaneamente il papiro, senza tralasciare i cortili, le chiese e i conventi, Ortigia è un mosaico di stili e culture. E lo stesso vale per la cucina: nelle locande, nei bistrot e nei ristoranti eleganti del centro storico si gustano i piatti tipici che attingono da tutti i Paesi del Mediterraneo come la pasta fritta alla siracusana o alla salsa moresca, i pupetti i mucco (le polpette di pesce), la matalotta (la zuppa di pesce) e l’immancabile caponata, special della puntata.

4 Ristoranti: il miglior ristorante di Ortigia

Ma dove si gusta la cucina migliore di Ortigia? Tra i ristoranti in gara sull’isola, è stata la Locanda Maniace, nei pressi del castello, ad aggiudicarsi il titolo di miglior ristorante di Ortigia con la sua cucina “gentile”. Secondo classificato, Alevante Restaurant con una cucina fusione e una piacevole vista sul mare; terza in classifica, La Tavernette di Piero, un locale turistico con piatti tradizionali e genuini; quarto classificato, Macallè Sicilian Bistrot, con la sua cucina creativa nel quartiere degli Spiriti.

In attesa delle prossime puntate della nuova stagione di 4 Ristoranti che ci faranno viaggiare tra e cucine di Milano, Roma e Lecce, scopriamo meglio in gallery tutti i ristoranti in sfida a Ortigia.

Sciatt: la ricetta originale delle frittelline valtellinesi

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Uno tira l’altro. Conoscete gli sciatt? La ricetta è tutt’altro che difficile e il risultato è un concentrato di sapore e tradizione. Il nome di queste frittelline croccanti dal cuore filante in dialetto valtellinese significa “rospo”, e forse è dovuto alla irregolarità della loro forma. Sono fatti con farina di grano saraceno con all’interno un cubetto di formaggio Valtellina Casera Dop, un prodotto tipico della zona. Si servono appena fritti, caldissimi, accompagnati da un’insalatina fresca di cicorino, e solitamente sono considerati un antipasto.

Il grano saraceno, dal 1600 in Valtellina

Che sia un grano antico, è fuor di dubbio: la prima testimonianza della sua presenza nelle valli valtellinesi è del 1616. Il grano saraceno è stato coltivato nelle campagne sopra Sondrio sino a metà del 1900, per essere poi abbandonato quasi completamente. Il suo nome ha due possibili origini: si pensa sia stato importato in Italia dai saraceni, o invece, il nome dipende dal colore scuro dei suoi chicchi. Di certo la farina che si ricava ha un colore tendente al grigio, con puntini scuri, frutto del rivestimento del chicco. In bocca ha un gusto più acre rispetto alla farina bianca, e una consistenza più “ruvida”. Oggi è un prodotto molto apprezzato e si usa per preparare alcuni piatti che fanno ormai parte della tradizione valtellinese: gli sciatt, i pizzoccheri e la polenta taragna.

Il formaggio Casera Dop

L’altro ingrediente fondamentale degli sciatt è il Casera Dop, che insieme al Bitto è il formaggio valtellinese che ha ottenuto la Denominazione di Origine Protetta. E’ un semigrasso a pasta cotta, con una crosta sottile color giallo paglierino. Stagiona almeno 180 giorni e ha un lieve profumo di frutta secca.

Sciatt: la ricetta tradizionale

Ingredienti

200 g farina di grano saraceno
100 g farina 00
sale
10 g grappa
35 ml birra
250 g formaggio Casera
1 pizzico di bicarbonato
cicorino per accompagnare
olio extravergine di oliva per friggere

Procedimento

Unite le due farine in una ciotola, aggiungete la birra, il sale, il pizzico di bicarbonato e la grappa. Mescolate sino a ottenere un impasto omogeneo, morbido e non troppo liquido. Lasciatelo riposare per 1 ora e 1/2 e poi aggiungete il formaggio Casera tagliato a quadrotti di 2 cm. Scaldate in una padella l’olio extravergine di oliva e poi con un cucchiaio prelevate una noce di impasto (stando attenti che ogni pallina contenga un cubetto di formaggio), e fate friggere per qualche minuto gli sciatt, sino a che saranno ben dorati. Prelevateli dall’olio, fateli asciugare su un piatto con della carta assorbente e poi serviteli su un letto di cicorino fresco, condito con olio e sale.

Leggi i consigli per preparare degli sciatt memorabili

Come preparare degli sciatt perfetti

Un dolce riciclo: il budino di pane

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Sapete che con il pane secco si può fare un budino delizioso? Lo chiameremo budino perché si tratta di un dolce al cucchiaio e perché in inglese si chiama bread pudding, dove pudding vuol dire letteralmente budino; non immaginate però una consistenza gelatinosa. È una specie di torta di pane che si prepara con le uova, lo zucchero e il burro e si può arricchire in tanti modi. Un’idea creativa e molto golosa per riciclare e non buttare il pane raffermo.

La ricetta del bread pudding

Lasciate ammorbidire 500 g di pane raffermo in 300 ml di latte a temperatura ambiente. Poi strizzate bene il pane e trasferite il latte in una ciotola insieme a 80 g di burro fuso, 120 g di zucchero, 4 uova sbattute, vanillina e cannella. Mescolate bene e poi aggiungete a questo composto anche il pane e una manciata di uvetta ammorbidita in acqua tiepida. Versate tutto in una pirofila e cuocete a 180° per 40 minuti circa in forno statico. Il bread pudding va servito tiepido, con lo zucchero a velo. Potete conservarlo in frigorifero per due giorni al massimo.

Budino di pane e marmellata

Un’altra idea molto carina, che piacerà soprattutto ai bambini, prevede l’aggiunta di confettura al pane. Utilizzate in questo caso del pane morbido a fette e preparate dei sandwich con la confettura. Poi tagliateli in quattro parti e distribuiteli all’interno di una pirofila. Versate sui cubetti di sandwich il composto liquido della ricetta precedente e cuocete in forno come prima.

Budino di pan brioche

Potete utilizzare per il budino di pane sia del pane raffermo, sia del pane dolce al burro o al latte, tipo pan brioche. Se avete delle brioches di sfoglia avanzate andranno bene anche quelle, farcite e non. In questo caso otterrete un budino ancora più goloso, soffice e ovviamente burroso.

Con la frutta

Vi suggeriamo di aggiungere nella pirofila, insieme al pane e agli altri ingredienti, anche della frutta come mirtilli e lamponi se volete un contrasto acido e un dolce colorato e bello da servire, oppure mele, pere o tutta la frutta di stagione che preferite.

Per le feste

A Natale e a Pasqua ricordate che potete utilizzare panettone, pandoro e colomba per preparare un pudding da sballo! Per le feste potete arricchirlo ancora di più, con gocce di cioccolato o crema di nocciole.

Ricerche frequenti:

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