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La tavola romantica in cinque fantasie

La tavola romantica in cinque fantasie

Fiori, frutti, tonalità delicate e tessuti preziosi. L’arredo tavola Blumarine Home ci invita a sognare, indugiare e a puntare sul potere della delicatezza

Dopo le energie dedicate alla preparazione della tavola delle feste, è arrivato il momento di concentrarci sulle fantasie e le atmosfere che ci accompagneranno nell’anno nuovo. Qualcosa che possa coccolarci quando fuori fa freddo e una tazza di tè bollente servita in sala da pranzo diventa un rifugio privilegiato. Ma anche fiori, frutti e colori per sognare il risveglio della natura e celebrarne esuberanza e perfezione con raffinatezza.
Abbiamo scelto cinque fantasie Blumarine Home per raccontare le differenti anime della tavola romantica che si muove con delicatezza, ma è anche capace di definire lo stile della nostra sala da pranzo, caratterizzandola.

Sapore vintage

Il copritavolo in pizzo della nonna, ma anche il suo abito da sposa. Quest’anno le tovaglie rincorrono un sogno vintage e rivelano l’anima più romantica del cotone. Le fantasie tono su tono regalano emozioni differenti e caratterizzano l’ambiente con tenui sfumature di rosa perla, tocchi écru e l’eleganza del bianco assoluto. Per sottolineare lo stile chic e rétro di questa tavola, saranno perfette alzatine, candele e piccoli contenitori in vetro perfetti per custodire biscotti fatti in casa e caramelle.

Collezione Luxury, cotone e jaquard Blumarine Home.

Stile British

Un tè non è mai solo un tè in Inghilterra. È prima di tutto un momento da dedicare a se stessi, oltre le frenesie quotidiane. Ma è anche il piacere di accogliere, condividere e ospitare. Un rituale sociale che non passa ma di moda e che continua a dettare stile. Per entrare nel giusto mood, scegliamo fantasie floreali delicate che ricordano le tradizionali carte da parati inglesi e troviamo il coraggio di portare in tavola il nostro servizio da tè completo di piccola brocca per il latte, zuccheriera e piattini sui quali servire una morbida torta da vetrina. Non dimenticheremo il burro salato, del pane fresco e differenti marmellate tra le quali non potrà mancare quella alle fragoline, la preferita della Regina Elisabetta II.

Collezione Chriselle, 100% lino Blumarine Home.

Shabby

Vi ricordate quando lo stile shabby ha fatto capolino sulle nostre tavole? Una piacevole invasione di tessuti naturali, voglia di rustico, ma anche cura nei minimi dettagli. Oggi questa ispirazione si libera dagli eccessi del suo esordio e la ritroviamo declinata  in un arredo tavola contemporaneo e romantico che punta sul lino al 100% e fantasie che sembrano rubate a un dipinto ad acquerello. Per completare l’arredo, non devono mai mancare fiori freschi o secchi e piccole decorazioni realizzate con le erbe. Anche un semplice segnaposto realizzato con rametti di salvia e rosmarino e stecche di cannella legate con lo spago ci porterà nella giusta atmosfera.

Linea sofisticata, 100% lino Blumarine Home.

Fiori liberi

Così liberi da crescere in una notte ai lati delle strade. Da trasformare un campo in uno splendido mare rosso dove ci vogliamo tuffare. Così orgogliosi da appassire in qualche minuto se raccolti. I papaveri incarnano lo spirito libero dei fiori e ci invitano a pensare a una tavola senza regole. Una tavola che diffonde il suo spirito libero in tutta la cucina grazie a canovacci, sottobicchieri e tovagliette per la colazione e si ispira all’elegante potere dei fiori.

Papaveri, 100% lino Blumarine Home.

 Nuovi classici

Se ripensiamo ai grandi pranzi famiglia della nostra infanzia, rivediamo chiaramente colorate tovaglie dominate da fiori e frutti. Colori intensi, fantasie accese e un po’ di allegra confusione. La tavola di oggi recupera la stessa intenzione, ma la alleggerisce con disegni delicati che corrono solo sulle estremità della tovaglia e si rincorrono senza creare eccessi. Una tavola romantica che sogna gite nel bosco, passeggiate in montagna e che conserva nel cuore un piccolo posto per quel magico momento dell’anno in cui l’estate riposa e tende la mano alla dolcezza dell’autunno.

Castagne, 100% lino Blumarine Home.

 

 

 

 

 

 

 

Che differenza c’è tra una, due e tre stelle Michelin

Che differenza c’è tra una, due e tre stelle Michelin

Per un ristorante non c’è riconoscimento maggiore di quello assegnato dalla prestigiosa stella Michelin. Ma qual è la differenza tra una, due e tre stelle?

L’assegnazione della prestigiosa stella della Guida Michelin è il massimo riconoscimento che un ristorante possa ottenere. Questa storica guida rappresenta, infatti, un fondamentale punto di riferimento per chi è in cerca dell’eccellenza nell’ambito della ristorazione, nonché un ambizioso obiettivo che molti chef nel mondo bramano di raggiungere o di incrementare. Ottenere o perdere una stella può realmente decretare le sorti di un ristorante, nonché una grande responsabilità.

Partendo dalla storia di questo segno distintivo di qualità culinaria riconosciuto a livello internazionale, andiamo allora a scoprire in cosa consiste il processo valutativo, in base a quali criteri vengono stabiliti questi riconoscimenti e soprattutto quale sia la differenza tra una o più stelle Michelin.

La Guida e le stelle Michelin, un po’ di storia

La raffinata Guida Michelin aveva un aspetto decisamente diverso quando venne lanciata nel 1900 dalla nota società di pneumatici; all’epoca, infatti, venne creata come supporto cartaceo per gli automobilisti francesi per trovare, tra le altre cose, posti decenti in cui alloggiare e mangiare mentre erano in viaggio. Il manuale arriva in Italia nel 1956, mentre le prime stelle nazionali compaiono nel 1959.
All’inizio i ristoranti italiani con una stella erano solamente 81, mentre nell’edizione numero 64 del 2019 sono ben 367, su i quasi 3000 in tutto il mondo. Da sempre, per l’assegnazione delle stelle e la valutazione dei ristoranti, la Michelin ricorre alle temute visite anonime degli ispettori, esperti di cucina, catering e ospitalità.

Criteri di classificazione: stelle e forchette

Non ci è dato da sapere esattamente cosa cercano e cosa valutano gli ispettori, ma la Michelin afferma di osservare cinque criteri basilari nel giudizio:

1) Qualità dei prodotti
2) Padronanza di sapori e tecniche di cottura
3) La personalità dello chef
4) Rapporto qualità-prezzo
5) Coerenza tra le visite

Il sistema “stellare” è inoltre affiancato a un meno noto, seppur importante, metro di giudizio, ovvero quello rappresentato con una forchetta.
Con questo simbolo, che va da 1 a 5, vengono infatti valutati il servizio, l’ambiente, il comfort, gli arredi, la carta dei vini, ovvero, in poche parole, la qualità dell’esperienza fornita; la Michelin ha precisato, quindi, che tutti questi fattori non vengono considerati nella premiazione con le stelle.

Differenza tra 1, 2 e 3 stelle

Veniamo allora a un aspetto cruciale per la ristorazione e per la clientela, ovvero il significato delle stelle Michelin.
Con una stella si indica una cucina di alta qualità in cui si avverte la mano dello chef, il ristorante merita una sosta. Due stelle premiano una cucina eccellente e di alto livello in cui si avverte chiaramente il tocco personale e la bravura dello chef, in questo caso il ristorante merita una deviazione. Tre stelle simboleggiano, infine, una cucina eccezionale e dettagli impeccabili, che merita un viaggio speciale.

Per quanto una stella sia un grande traguardo per uno chef, la Michelin ci tiene a precisare che i premi sono soprattutto pensati per essere a beneficio dei consumatori piuttosto che dei cuochi. Inoltre, nel 1997, la guida ha introdotto un premio chiamato “Bib Gourmand” che descrive come “non proprio una stella” ma un cenno di approvazione per tutte le “strutture amichevoli che servono buon cibo a prezzi moderati”. Tuttavia, questo non significa che un ristorante debba essere costoso per vincere una stella Michelin, basti pensare al famoso piatto stellato di Singapore (pollo alla salsa di soia con riso o noodle) che costa meno di 2 euro.

Foto: Dolce del ristorante stellato Vertig’O a Genova_Wikimedia Commons_Hotel de la Paix Genève  

Medaglioni di filetto di maiale con in funghi con polenta

Medaglioni di filetto di maiale con in funghi con polenta

Vi serve una ricetta per Natale dell’ultimo minuto, senza troppo lavoro ma con tanto gusto?
Vi basteranno 30 minuti per un secondo perfetto che preparavo appena sposata: davvero semplice, davvero veloce, davvero d’effetto e davvero ottimo.
Accompagnate il filetto ai funghi con la polenta, anche quella rapida va bene, in alcuni casi un aiuto ce lo possiamo concedere 😊.

Ingredienti

per la carne
1/2 bicchiere di Marsala
2 cucchiai di latte
2 cucchiaio di olio
2 noci di burro
sale e pepe
1 filetto di maiale

per i funghi trifolati
450 g di funghi champignon (surgelati o freschi già affettati)
1 spicchio di aglio
sale e pepe
1 cucchiaio di olio
1 noce di burro
prezzemolo tritato

per la polenta
500 g di farina per polenta rapida
2 litri di acqua
1 cucchiaio raso di sale grosso
1 cucchiaio di olio d’oliva

Preparazione

Per i funghi trifolati

In una padella scaldare il burro con l’olio e rosolare lo spicchio di aglio a cui io ho tolto l’anima per renderlo meno aggressivo ( non amo molto l’aglio e quindi …).
Unire i funghi e cuocerli per una decina di minuti.
Salare, pepare, insaporire con il prezzemolo tritato e continuare la cottura per altri 5 minuti.
Assaggiateli per controllare la cottura e la sapidità.
Una volta cotti, togliere i funghi dalla padella e tenerli in caldo da parte.

Per la carne

Tagliare il filetto di maiale in medaglioni dello spessore di 1 cm.

Nella stessa padella dove sono stati cotti i funghi, 

sciogliere il burro nell’olio.

Rosolare la carne 

da entrambe le parti.

Sfumare la carne con la Marsala, lasciare evaporare 

completamente e insaporire con il sale e il pepe.

Unire il latte e cuocere ancora per 5 minuti.

Unire i funghi, controllare di sale 

e cuocere ancora per 2 minuti.

Per la polenta rapida

Portare a leggero bollore l’acqua con il sale e l’olio.
Quando l’acqua inizia a bollire, abbassare un po’ la fiamma e a pioggia unire la farina oper polenta, mescolando all’inizio con una frusta e continuando poi con un cucchiaio di legno.
Cuocere la polenta per una decina di minuti.
Se vi piace una polenta un po’ più sostenuta, diminuite l’acqua leggermente ( io ne metto 100 ml in meno).

Impiattare i medaglioni e la polenta e servire.

Ricerche frequenti:

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