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Torta festa del papà – Ricetta di Misya

Torta festa del papà - Ricetta di Misya

Preparate la base della torta: sciogliete il burro spezzettato (in microonde o in un pentolino).
Nel frattempo sbattete le uova con lo zucchero fino ad ottenere un composto gonfio e chiaro.

Unite a filo prima il caffè e poi il burro, quindi incorporate poco per volta farina e lievito setacciati.
Trasferite il composto nello stampo rivestito di carta forno e cuocete per circa 40 minuti a 170°C, in forno ventilato già caldo (mi raccomando, fate sempre la prova stecchino prima di sfornare).
Infine sfornate, sformate e lasciate raffreddare completamente su di una gratella per dolci.

Preparate la crema al caffè: sbattete i tuorli con lo zucchero, quindi incorporate la farina; scaldate latte e caffè quasi fino all’ebollizione, quindi versate a filo sul composto di uova mescolando contemporaneamente con una frusta.
Rimettete tutto nel pentolino e cuocete a fiamma bassa, mescolando costantemente, fino ad ottenere una crema densa, quindi trasferite in una ciotola ampia e lasciate raffreddare con pellicola a contatto.

Una volta completamente fredda, tagliate la torta a metà in senso orizzontale, farcite con la crema e richiudete.

Preparate la ganache al cioccolato: tritate grossolanamente il cioccolato e lasciatelo in una ciotola, quindi versateci sopra la panna calda e mescolate per farlo sciogliere in maniera omogenea.

Ricoprite tutta la torta con la ganache al cioccolato, cercando di spalmarla in maniera uniforme su superficie superiore e lati con una spatola.
Sciogliete il cioccolato bianco spezzettato in microonde (o a bagnomaria), trasferitelo in una sac-à-poche dal beccuccio piccolo e liscio e usatelo per creare una scritta o dei decori a piacere.

La torta festa del papà è pronta: lasciate asciugare il cioccolato a temperatura ambiente prima di servirla.


Prezzemolo fresco: come conservarlo e utilizzarlo se avanza

Prezzemolo fresco: come conservarlo e utilizzarlo se avanza

Vi sarà capitato almeno una volta nella vita di comprare il prezzemolo fresco, magari al supermercato in vaschetta perché unica modalità disponibile, e, una volta usato per la vostra ricetta, dimenticarvene.

Buttare il prezzemolo perché seccato, come ogni altro cibo, è davvero un peccato.
A volte lo si compra perché ce ne serve una piccola quantità per una ricetta, magari di pesce, e poi non sappiamo più che farne.

Ecco allora il modo per conservare al meglio il prezzemolo fresco e le ricette per utilizzarlo tutto, senza avanzarne o sprecarne neanche un ciuffo.

Come conservare il prezzemolo fresco in frigo

Il modo migliore per conservare il prezzemolo per circa una settimana è avvolgere le estremità dei gambi in un foglio di carta assorbente inumidito. Si può prendere il mazzetto e mettere all’interno di un sacchetto di plastica, tipo quelli per congelare gli alimenti.

Come conservare il prezzemolo fresco fuori frigo

Il modo più facile di conservarlo, se prevediamo di utilizzarlo in pochi giorni è mettere il mazzetto in un vasetto o bicchiere pieno d’acqua e cambiare l’acqua fresca ogni giorno.
Il prezzemolo dev’essere posto in una zona luminosa, ma non alla luce diretta, che potrebbe farlo seccare più rapidamente.

Come conservare il prezzemolo fresco in freezer

Potete tritate il prezzemolo e metterlo in sacchetti per surgelare gli alimenti, oppure mantenere anche le foglie intere. Noi vi suggeriamo però di tritarlo per averlo sempre pronto all’uso per le vostre ricette di pesce, come risotti alla pescatora, primi piatti o secondi!

Un altro metodo sempre da freezer può essere quello di mettere il prezzemolo tritato negli stampini da ghiaccio. Aggiungete un po’ d’acqua e avrete dei cubetti di ghiaccio al prezzemolo comodissimi da usare direttamente per le ricette.

Ricette per utilizzare il prezzemolo fresco e non avanzarlo

Come depurarsi a tavola dopo un uso prolungato di farmaci

La Cucina Italiana

Un uso prolungato di farmaci favorisce l’accumulo di tossine e sostanze di scarto, una condizione che spinge l’organismo a produrre radicali liberi. «L’eccesso di queste molecole riduce l’efficienza dei meccanismi antiossidanti e favorisce un aumento dello stress ossidativo», spiega la nutrizionista Valentina Galiazzo, specializzata in biochimica clinica. Rischi per la salute? «Con tempo i livelli di stress ossidativo danneggiano il Dna e aumenta il rischio di sovrappeso, malattie cardiovascolari e neurodegenerative e accelerano i processi di invecchiamento. Le sostanze di scarto in eccesso inoltre pongono gli organi emuntori, ossia quelli della depurazione, in particolare il fegato, i reni e l’intestino, a uno sforzo immane per potersene liberare e con il tempo ne riduce l’efficienza», dice l’ esperta. «Il consiglio dunque è innanzitutto bere più acqua che aiuta l’organismo a espellerle attraverso la diuresi e rende più agevole il lavoro dell’intestino e l’espulsione delle feci». Ma da sola non basta. «Anche l’alimentazione ha un ruolo fondamentale nell’aiutare l’organismo a sbarazzarsi di queste sostanze di scarto».

Come depurarsi a tavola dopo un uso prolungato di farmaci?

Verdura e frutta di tutti i colori

«La prima cosa che si può fare in cucina è aumentare il consumo di verdura e frutta, prediligendo quella del periodo che è più sicura dal rischio di residui di pesticidi, dato che anche queste sono sostanze che favoriscono l’accumulo di tossine nell’organismo», consiglia la nutrizionista Valentina Galiazzo. La regola fondamentale da seguire per ottimizzare al massimo i processi di detossinazione è alternare il più possibile le varietà e i colori, caratterizzati da fitocomposti differenti. «I vegetali verdi come la catalogna, i cavoli, gli spinaci, le bietole, ma anche la lattuga e le rape contengono, ad esempio, elevate quantità di clorofilla, dall’azione antiossidante», dice la nutrizionista Valentina Galiazzo. «Quelli di colore giallo e arancione come le arance, i mandarini e le carote sono ricchissimi di betacarotene, un carotenoide che l’organismo converte in vitamina A, un altro ottimo alleato per neutralizzare i radicali liberi. La verdura e la frutta invece di colore viola e di colore rosso come il radicchio, la barbabietola, sono una fonte di flavonoidi chiamati rispettivamente antocianine e licopene, anch’essi alleati contro lo stress.

Proteine ​​da legumi e pesci di piccola taglia

Per agevolare il lavoro degli organi coinvolti nello smaltimento delle tossine occorre osare nei menù alle proteine ​​vegetali presenti nei legumi da abbinare a una piccola porzione soprattutto di cereali integrali a basso indice glicemico come farro, orzo, teff e quinoa. «I fagioli, ad esempio, sono ricchi di fitosteroli vegetali. In alternativa, va benissimo il pesce di piccola taglia come sardine e alici, ricco anche di acidi grassi polinsaturi Omega 3 che fanno bene alla salute epatica. Il pesce fornisce poi aminoacidi essenziali che il fegato utilizza per produrre glutatione, che ha proprietà altamente antiossidanti». E per condire? «Preferibilmente olio extravergine d’oliva, ricco di polifenoli, vitamina E e acidi grassi dall’azione antinfiammatoria; e poi tante erbe e spezie, ottime alleate del fegato, come il timo, l’ origano, l’erba cipollina e lo zenzero». Semaforo verde anche per la cipolla cruda ideale per osare sapore a insalate e piatti a base di verdure. «La varietà rossa è particolarmente ricca di zolfo, allicina e quercetina, un tris che aiuta il fegato a smaltire le sostanze di scarto».

Un menù tipo

Colazione: tè verde, yogurt greco, mirtilli e mandorle.
Pranzo: insalata di rucola, radicchio e lattuga con semi di lino, fagioli rossi e quinoa, conditi con olio d’oliva.
Cena: alici, insalata di finocchi, arance e noci conditi con olio extravergine d’oliva.
Spuntini: tisana a base di betulla e carciofo, un frutto di stagione (pera, mela, agrumi, kiwi) e una manciata di frutta secca a guscio (noci, mandorle, pistacchi, pinoli).

Ecco 5 ricette ideali

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