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Cheesecake di ricotta con le fragole, la ricetta più buona

Cheesecake di ricotta con le fragole, la ricetta più buona
La cheesecake è sempre una buona idea, soprattutto quando i primi raggi del sole ci fanno venire voglia di dolci freschi, magari arricchiti con gli ingredienti di stagione. E nella ricetta della nostra stylist Beatrice Prada ci sono tutte queste cose, dalla leggerezza della ricotta alla dolcezza delle fragole. Ecco come prepararla.

La ricetta della cheesecake di ricotta alle fragole

Ingredienti per la base

150 g farina 00, 30 g zucchero , 100 g burro a pezzetti

Ingredienti per la crema

300 g formaggio spalmabile, 500 g ricotta , 250 g zucchero, 60 ml succo di limone più la scorza, 1 cucchiaio amido di mais, 1 cucchiaio d’acqua , 5 uova

Ingredienti decorazione 

80 g fragole, 20 g zucchero

Come fare la cheesecake di ricotta alle fragole

Scaldare il forno a 160 gradi. Imburrare uno stampo da 22 cm di diametro e foderare il fondo di carta da forno per preparare la base, versare nella brocca della planetaria la farina, lo zucchero, il burro e mescolare il composto per almeno due minuti finché l’impasto non risulti ben formato, versare sul fondo dello stampo e aiutandosi con il dorso di un cucchiaio, schiacciarlo sul fondo finché la superficie non risulti compatta.

Infornare per circa 20 minuti, quindi sfornare e lasciare intiepidire. Dopo aver infornato, preparare la crema: in una ciotola capiente versare il formaggio spalmabile, la ricotta, lo zucchero, il succo di limone, la scorza grattugiata e mescolare finché il composto non risulti cremoso; quindi aggiungere l’amico di mais sciolto nell’acqua.

Rompere le uova una alla volta e aggiungerle alla crema, mescolare bene finché risulti omogeneo.

Imburrare leggermente le pareti dello stampo e versare delicatamente la crema, frullare le fragole con lo zucchero e setacciare la salsa per eliminare i semi, versare la salsa sulla crema, senza mescolarla, ma lasciandola in superficie, distribuirla con il dorso di un cucchiaio, decorando a piacere.

Infornare a 160g per circa 45/50 minuti.

Ricetta di Beatrice Prada, foto di Giandomenico Frassi

Le 10 regole per il Gin Tonic perfetto

Le 10 regole per il Gin Tonic perfetto

Gli errori da non commettere e i consigli per adattarsi alla regola #iorestoacasa per uno dei cocktail più facili e amati. Per salvare l’aperitivo casalingo

Dio salvi l’aperitivo. Quando si avvicina il tardo pomeriggio inizia a farsi sentire il desiderio dell’aperitivo e la domanda è: «Che cosa beviamo?». In casa, per carità, perché la regola è #iorestoacasa e non vogliamo certo vanificare gli sforzi fatti finora. La risposta, semplice e cristallina è una: Gin Tonic! Niente ci impedisce di prepararci come se dovessimo uscire e collegarci con qualche amico per un po’ di sana socialità virtuale. Oppure possiamo fare un sano aperitivo in tuta, davanti alla tv, soli o ben accompagnati dai nostri colleghi di quarantena.
Anche se il Gin Tonic è il “cocktail for dummies” per eccellenza non è così semplice come sembra.  Il confine fra un gustoso Gin Tonic e una medicina è estremamente labile, non a caso, sia il gin che la tonica hanno poteri benefici: il distillato di ginepro era utilizzato per curare la gotta, la china della tonica si è diffusa come antimalarico. Quindi? Seguite queste 10 regole per preparare i migliori aperitivi casalinghi della vostra vita. In casa e con quello che avete a disposizione, perché è superfluo chiamare il corriere per un utilissimo jigger, che, si spera, finito il  lockdown rimarrà nel cassetto per anni.

Ghiaccio 

È la regola numero uno: più il ghiaccio è di grandi dimensioni più lentamente si scioglie e vi annacqua il drink. Questo è il motivo per cui si sono diffusi nei bar le “iceball”, ovvero le palle di ghiaccio o i “chunk”, cubi o parallelepipedi sempre di ghiaccio pieno. Se è banale che per fare il Gin Tonic dovete avere il gin e l’acqua tonica, meno scontato è che dobbiate aver preparato il ghiaccio come si deve. Quindi, se non avete le forme in silicone per fare iceball o chunk, prendete le vecchie vaschette formaghiaccio, riempitele con acqua (meglio se confezionata), copritele in modo da ridurre il rischio che prendano i cattivi odori del freezer, sformatele. E siate generosi con il ghiaccio nel bicchiere. Ah, e non vi dimenticate di lavare le mani, sia prima di preparare il ghiaccio che di procedere con il cocktail.

1/3 Gin 

Ovviamente sta a voi scegliere il gin che più si adatti al vostro gusto, purché sia di buona qualità. Normalmente al bancone il bartender vi chiederebbe che stile di gin preferite, fra secco, floreale, agrumato, speziato e così via. Se non avete un amico bartender cui chiedere consigli per gli acquisti, preparatevi cercando le schede delle botaniche e mettete una delle chiavi di ricerca di cui sopra per orientarvi nella scelta. Il gin non è necessario metterlo in frigo perché sarà la prima cosa che refrigererete con il ghiaccio, se lo fate tuttavia non guasta.

2/3 Tonica

Anche qui la scelta è in base ai gusti, ma se siete neofiti vi suggeriamo di partire da quelle più comuni e non aromatizzate, quantomeno per non cominciare con le sperimentazioni dai vostri primi Gin Tonic. Una volta che ci prenderete la mano potrete osare. Ovviamente l’acqua tonica va rigorosamente conservata in frigorifero, altrimenti il ghiaccio si scioglierebbe troppo velocemente.

Ordine

L’ordine di apparizione degli ingredienti è il seguente. Per primo il ghiaccio, fatelo roteare nel bicchiere in modo da raffreddarlo e quando vedrete la condensa sarà il momento di scolare il ghiaccio. Nei migliori bar si butta il ghiaccio utilizzato e se ne mette altro, per accogliere il gin. Altra roteata con lo spoon (il cucchiaio del bartender, ma va bene un cucchiaino qualsiasi o lo stick per cocktail) per raffreddare a dovere il gin, quindi siamo pronti per il top di tonica.

Misurino

Alcuni vanno a occhio, ma in generale il barman si affida alle dosi standard del jigger, il misurino da bartender costituito da due coni rovesciati. Il cono grande è per misurare la dose di gin: 1/3 gin e 2/3 tonica è la misura standard, tuttavia chi scrive ha sempre apprezzato il servizio della tonica a parte nei bar. Non disponendo di un jigger, aiutatevi con una tazzina da caffè, mantenendo le proporzioni.

Bicchiere

Balloon o tumbler: questi i nomi dei bicchieri che solitamente si utilizzano per il Gin Tonic. Il primo è un bicchiere a stelo con una coppa molto generosa, ideato in Spagna, dove il Gin Tonic ha avuto una grande diffusione prima che in Italia. Il secondo un bicchiere alto senza stelo. Se non disponete di questi bicchieri, potete utilizzare un bicchiere a stelo da vino, meglio se rosso che ha una coppa più generosa e somiglia di più a un balloon.

Non mescolare

Avete uno di quei deliziosi bastoncini da cocktail? Ok, è il momento di utilizzarlo, ma non per mescolare il vostro drink. Il bastoncino si usa per versare la tonica delicatamente, salvaguardando le bollicine. Se cominciate a mescolare nervosamente il vostro drink farete doppio danno: le preziose bollicine si sgasano e il ghiaccio si scioglie e vi annacqua il drink.

Garnish

Si chiama così la decorazione del cocktail, ma attenzione a non fare un’insalata. Non esagerate, non ce n’è bisogno: vale la regola del less is more, ovvero qualche bacca di ginepro o una delle botaniche contenute del gin, che sia la buccia di limone (gli agrumi tagliateli con il pelapatate e non calcate mai, per non prendere il bianco) o un rametto di rosmarino o timo.

Pairing

È l’accompagnamento food del cocktail, fondamentale se si sta bevendo a stomaco vuoto. I tarallini o la pizza bianca fanno sempre il loro dovere, ma con il Gin Tonic ci sono degli evergreen con cui non si sbaglia mai come il parmigiano. Il gusto umami, la dolcezza alternata alla sapidità del formaggio si sposa meravigliosamente con la nota amaricante della tonica e del ginepro, inoltre le bollicine sgrassano. Paradigma che vale con i formaggi in generale e anche con molti tipi di salumi. Il fatto delle bollicine che sgrassano vale anche per i fritti, ma in generale per orientarsi nella scelta del cibo in abbinamento si consiglia di andare nel dettaglio delle botaniche del gin. Se si tratta di un gin molto mediterraneo, per esempio, quale accompagnamento migliore di foglie di salvia fritte?

Bis

Beh, un Gin Tonic tira l’altro, anche se vi consigliamo sempre di bere responsabilmente. Tuttavia, #iorestoacasa vuol dire che non dovrete guidare, quindi un secondo Gin Tonic ogni tanto ve lo potete concedere.

Gin Tonic perfetto fatto da me

Anna in Casa: ricette e non solo: Cremina al caffè

Anna in Casa: ricette e non solo: Cremina al caffè

Qualche giorno fa ero al telefono con mi a cugina Anna, ebbene sì abbiamo stesso nome e cognome (ma questa è tutta un’altra storia) e lei stava preparando la cremina al caffè. 

Poi l’altro ieri sento armeggiare in cucina e anche mia figlia si stava preparando la cremina in questione. 

Ho interpretato questi due episodi come dei segnali e quindi caffè e zucchero alla mano mi sono messa all’opera e ora ne ho un barattolo pieno, per addolcire e gustare al meglio il mio caffè.

E’ semplicissima e veloce, ci vuole solo olio di gomito, come diceva mia nonna.

Ingredienti

1 cucchiaino di caffè per ogni tazzina 

2 cucchiaini di zucchero per ogni cucchiaino di caffè

Per esempio, se la caffettiera è da 2 caffè, preleverete 2 cucchiaini di caffè e aggiungerete 4 cucchiaini di zucchero.

Procedimento

In una tazzina versare 1 cucchiaino del primo caffè della moka, aggiungere 2 cucchiaini di zucchero e iniziare a mescolare energicamente fino a quando il composto diventa cremoso e di color marrone chiaro.

Versare la preparazione nella tazzina, aggiungere il caffè, mescolare fino a vedere la cremina e gustare.

Per averne in abbondanza io ho preparato un caffè con la cialda, un cucchiaino per volta l’ho versato in una scodella e vi ho aggiunto il doppio di zucchero dei cucchiaini contati con il caffè. Ho mescolato per un po’ fino ad avere la cremina pronta. 

La conservo in un barattolo di vetro così è sempre pronta all’uso.

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