Tag: ricette veloci pesce

Semla svedesi – Ricetta di Misya

Semla svedesi

Innanzitutto sciogliete il lievito nell’acqua appena tiepida.

Mettete la farina in una ciotola e versate al centro zucchero, tuorlo e acqua con lievito.

Iniziate a impastare, quindi aggiungete il burro un po’ per volta, aspettando che venga assorbito per bene prima di aggiungerne dell’altro.

Una volta ottenuto un panetto morbido e omogeneo lasciate lievitare in una ciotola coperta per almeno 2 ore o fino al raddoppio.

Dividete l’impasto in 8 panetti da circa 70 gr l’uno, formate delle palline e lasciate lievitare ancora per almeno 30 minuti sulla teglia rivestita di carta forno.
Dopo il riposo spennellate con l’albume e cuocete per circa 15 minuti a 190°C, in forno statico già caldo, quindi sfornate e lasciate raffreddare.

Nel frattempo preparate la pasta di mandorle: mettete in un mixer le mandorle con zucchero, zucchero a velo, acqua e vaniglia.
Ottenuto un composto omogeneo ma appiccicoso, rivestitelo con pellicola per alimenti e lasciate riposare in frigo per almeno 15 minuti.

Quando le briochine saranno fredde procedete con la farcitura: montate la panna ben fredda di frigo.

Unite poi la pasta di mandorle alla panna montata, mescolando delicatamente, quindi trasferite la crema in una sac-à-poche dal beccuccio a stella non troppo stretto.

Riprendete le brioche, tagliate la calotta e scavate via un po’ di mollica dal centro per creare una piccola cavità.

Farcite le briochine e riposizionate la calotta, senza schiacciare troppo.

I semla svedesi sono pronti, non vi resta che decorarli con zucchero a velo e servirli.

Farina bòna: tutto sull’ingrediente “difficile” di MasterChef 13

La Cucina Italiana

Che cos’è la farina bòna? Come si usa? Ieri sera, a MasterChef, i concorrenti, nella Golden Mystery Box, hanno trovato un assortimento di ingredienti di colore giallo: oltre a formaggio cheddar, finferli, senape, mela gialla, curcuma, maracuja e petit pâtisson (o zucchina patissone), c’era anche la farina bòna. Dal momento che è ancora poco conosciuta, però, gli aspiranti chef in gara non sapevano bene come poterla utilizzare.

Che cos’è la farina bòna?

In effetti, la farina bona – un prodotto tradizionale della Valle Onsernone, una delle più impervie del Canton Ticino, a pochi chilometri da Locarno – per qualche decennio è rimasta nel dimenticatoio. Fino a quando Ilario Garbani Marcantini, maestro di scuola elementare a Intragna, insieme al Museo Onsernonese, ha riscoperto e valorizzato questa preziosa farina di granoturco, che si ottiene macinando molto finemente la granella tostata.

La sua storia

Si racconta che la prima a produrla fu una mugnaia di Vergeletto di nome Annunziata Terribilini, detta Nunzia, che faceva con il mais (lo stesso che viene utilizzato per la produzione di polenta, proveniente dal Piano di Magadino) quello che, tradizionalmente, si faceva con la segale: una bella tostatura in una padella fino a fare scoppiare i chicchi, che poi macinava finemente per ottenere una farina dal gusto unico. La farina bona si caratterizza anche per il tipo di macinatura, molto fine, grazie all’impiego di macine speciali, lisce, come quelle dei mulini, ormai in rovina, di Vergeletto.

Un tempo, la farina bòna faceva parte dell’alimentazione degli onsernonesi, che la consumavano accompagnata a latte, freddo o caldo, acqua o vino, o sotto forma di minestra, la poltina. Ma il cambiamento delle abitudini alimentari del secondo Dopoguerra ha ridotto progressivamente la presenza di questo ingrediente. Alla fine degli anni ’60, anche l’ultimo mugnaio onsernonese ha lasciato il suo lavoro, e della farina bona non si è più parlato per tanto tempo. Solo nel 1991 e nel 2013 sono stati riavviati i mulini di Loco e Vergeletto, che hanno ripreso a macinarla.

Salmone al forno con patate e zucca

Salmone al forno con patate e zucca

Innanzitutto pelate le patate, lavatele, tagliatele a tocchetti e sbollentatele per 10 minuti in acqua già bollente non salata, quindi scolatele e mettetele da parte.

Intanto mondate la zucca, tagliatela a dadini (circa delle stesse dimensioni delle patate) e unitela alle patate.

Condite patate e zucca con aglio, olio, rosmarino, sale e pepe, mescolate e trasferite nella teglia rivestita di carta forno.
Cuocete per circa 30 minuti in forno statico preriscaldato a 200°C.

Riprendete la teglia e fate spazio al centro per adagiarci il salmone.
Dopo averlo posizionato, conditelo con sale, olio e prezzemolo, poi cuocete ancora per 15-20 minuti, abbassando la cottura a 190°C.

Il salmone al forno con patate e zucca è pronto, eliminate l’aglio e servite.

Proudly powered by WordPress