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Dry January: cos’è e perché Macron non è d’accordo

La Cucina Italiana

Emmanuel Macron non è d’accordo con il Dry January: il presidente francese ha detto no (ancora una volta) alla proposta di medici e scienziati di istituzionalizzare l’invito ad eliminare l’alcol per un mese intero. Per lui, noto amante del buon vino (una volta ha dichiarato che una cena senza un calice è una «cena triste»), non c’è bisogno che il governo appoggi una campagna per invogliare le persone ad astenersi: meglio puntare su politiche di prevenzione che rendano i francesi ancora più consapevoli.

In tanti tacciano il suo esecutivo di appoggiare anche in questo modo l’industria del vino – che in Francia vale 15,6 miliardi di dollari secondo la società di ricerca Ibis World – ma a Macron va dato comunque un merito: grazie alla polemica che ha suscitato la sua presa di posizione, chi ancora non ne aveva mai sentito parlare, ora comincia a familiarizzare con l’idea del Dry January.

Cos’è il Dry January

Un mese intero senza bere, appunto, non tanto per recuperare i bagordi delle feste (come alcuni fanno partecipando al mese vegano, il veganuary), ma per sperimentarne gli effetti positivi sulla salute fisica e mentale. L’idea del Dry January è nata grazie all’attivista inglese Emily Robinson che, per prepararsi a una mezza maratona, nel 2011 decise di non bere alcol per tutto gennaio. Due anni dopo – nel 2013 – con l’associazione Alcohol Change UK, ente britannico che si occupa di sensibilizzare sugli effetti dell’alcol, la sua iniziativa ha cominciato a farsi notare, anche oltre il Regno Unito.

Quali sono i rischi dell’alcol

Il New York Times scrive che negli ultimi anni il Dry January ha coinvolto tra il 15 e il 19% degli americani. Cioè quasi due persone su dieci, bevitori abituali. Sicuramente a questa rinuncia ha contribuito la consapevolezza dei rischi. Lo Iarc, bene sempre ricordarlo, classifica l’alcol come agente cancerogeno di tipo 1, cioè tra quelle sostanze in grado certamente di causare tumori. Il rischio c’è sempre: si riduce ma non si azzera pur limitandosi a un consumo moderato che, per la cronaca, equivale a due unità alcoliche al giorno per gli uomini e una per le donne. Secondo l’OMS, ogni anno muoiono a causa dell’abuso di alcol oltre 3 milioni di persone: oltre che per il cancro, per 200 patologie incidentali e altre conseguenze legate all’abuso, tra le quali l’alterazione psichica che nell’immediato a espone a rischi come gli incidenti stradali.

Cosa succede al nostro corpo quando smettiamo di bere alcol

Diversi studi scientifici (tra i tanti uno dei più completi è sulla National Library of Medicine) hanno provato che i benefici dell’astinenza si sentono anche nel breve periodo per chi beve moderatamente. Discorso a parte, infatti, va fatto per chi soffre di dipendenza dall’alcol, che ha bisogno di periodi molto più lunghi andando incontro a percorsi anche molto tortuosi.

Per i semplici appassionati di buon vino e ottimi drink, dunque, smettere di bere alcol anche solo per un mese aiuta a ridurre le infiammazioni intestinali, regolare il battito cardiaco, abbassare i livelli di colesterolo cattivo (che si alzano per via dei radicali liberi stimolati dall’alcol). Serve anche a dormire meglio e – non da ultimo – con appena trenta giorni di astinenza chi beve moderatamente ma regolarmente perde peso e trova beneficio anche per l’umore.

Gli esperti inoltre sono concordi sul fatto che può bastare un mese per abbassare il livello di tolleranza dell’alcol e quindi ridurre complessivamente il consumo nel lungo periodo. Come ha fatto notare al New York Times Sara Jo Nixon, neuroscienzata e direttrice del Center for Addiction Research and Education all’Università della Florida, questo mese a secco può far riflettere e spingere le persone a farsi domande tipo: «Perché sto bevendo così tanto? Quali conseguenze ha ciò che bevo sul modo in cui mi sento? Ne ho davvero bisogno?».

Come partecipare al Dry January

Lo racconta chi ha provato e lo prova, tanti sui social, a conferma del fatto che a dieci anni dal lancio dell’iniziativa, il Dry January è un trend consolidato. Su Instagram mentre scriviamo i post per il solo hashtag #dryjanuary sfiorano i 600mila, e i video su TikTok macinano milioni di visualizzazioni. Contenuti postati da influencer e gente comune che raccontano del loro mese da sobri, che danno consigli per resistere alla tentazione di un alcolico e propongono ricette alternative. Una bella gara, stimolata anche da Alcohol Change UK che, per mettere in rete chi vuole provare, ha anche creato un’applicazione gratuita e una newsletter (ci si iscrive sul sito alcoholchange.org.uk) che dà ogni giorno un’informazione utile, un motivo in più per dire no all’alcol anche solo per un po’.

Perché partecipare al Dry January

Un bene che del Dry January si parli tanto in rete, perché il consumo di alcol è in crescita specie tra i primi utenti dei social: i giovani. Il rapporto 2023 di l’Osservatorio nazionale alcol dell’Istituto superiore di sanità dice che sono circa 1 milione e 370 mila i ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 25 anni che bevano alcolici in modo incontrollato in Italia. Spesso minorenni, non sempre consapevoli dei rischi a cui vanno incontro, da educare, sensibilizzare, e incuriosire mostrando loro che si può e si deve bere bene, che ci sono delle alternative, e che sono molto valide.

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Per il pranzo della domenica avete in programma di preparare l’arrosto? Vi proponiamo l’arrosto con la frutta per un tocco diverso, per rendere più originale il gusto della carne cotta al forno in abbinamento alla frutta fresca di stagione oppure, se non è disponibile, alla frutta disidrata.

Perché carne e frutta si sposano bene

Come nel caso dei salumi, la frutta si sposa bene con la carne perché la sua dolcezza bilancia le carni sapide, perché rende più succose quelle magre e perché dona un tocco di freschezza e acidità alle carni grasse. Per questo le carni che più si prestano a essere cucinate con la frutta sono quella di maiale, di vitello, di anatra e di oca, mentre i frutti più utilizzati sono quelli che ci dona la stagione fredda – il momento in cui si cucinano di più le carni al forno – e quindi mele, pere, uva, prugne, castagne, agrumi.

La frutta può essere cotta accanto alla carne oppure essere l’ingrediente di un ripieno con cui farcire l’arrosto.

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Ecco le nostre ricette d’archivio per preparare un arrosto con la frutta.

Arrosto di maiale con…

Un classico abbinamento con la carne di maiale sono le mele: possiamo variare utilizzando mele cotogne oppure abbinare alle mele del sidro o altra frutta come albicocche secche e frutta secca. Si possono sperimentare ancora prugne – un altro classico -, pere, uva e cucinare diversi tagli come la coppa o il carré. Qualche idea: Coppa di maiale al forno con mele, albicocche secche e anacardi, Arrosto di maiale e mele cotogne, Lonza di maiale alle prugne con patate, Carré di maiale marinato all’arancia e senape con miele e prugne, Arrosto di maiale con pere e castagne, Reale di maiale con pere e uva, Lonza di Maiale arrosto con sidro e mele.

Arrosto di vitello con…

Le mele si abbinano anche alla carne di vitello che si può cucinare anche con castagne, uva, mirtilli come in queste ricette: Arrosto di vitello con albicocche e fichi secchi, Arrosto d’autunno di vitello con porcini, castagne e zucca croccante, Arrosto di vitello con mirtilli, Arrosto di vitello e anatra con uva, Arrosto di vitello alla senape con uva e capperi, Filetto di vitello, mele e radicchio con salsa al porto.

Oca e anatra con…

Anche anatra e oca, essendo carni grasse, si sposano bene con la frutta, arance ma anche uva, mele e pere come in queste ricette: Arrosto di vitello e anatra con uva, Oca arrosto con le mele, Oca arrostita e frutta cotta, Oca ripiena, Anatra all’arancia.

Ricerche frequenti:

Ci sono supermercati aperti a Natale e Santo Stefano?

La Cucina Italiana

Quali sono i supermercati aperti a Natale e Santo Stefano? Ce lo si chiede spesso, perché puntualmente si dimentica qualcosa: se non un panettone extra, magari una spezia per l’arrosto, l’aglio e le cipolle che per qualche ragione spariscono in un lampo, oppure il prezzemolo e il pangrattato (altri grandi classici). E non solo, perché può anche capitare che si aggiungano ospiti all’ultimo minuto (il Natale è bello anche per questo) e sia necessario rivedere il menù con qualche aggiunta per il primo piatto o il secondo.

Ecco allora una lista delle principali insegne italiane, con i supermercati aperti a Natale e Santo Stefano. Per ciascuno gli orari, i giorni, e possibili eccezioni alla regola.

I supermercati aperti a Natale e Santo Stefano

Iper La Grande

Aperture straordinarie per le vigilie, e chiusure nel giorno di festa: Iper La Grande i tiene aperti i suoi punti vendita dalle 8 alle 21 il 24 dicembre, e chiude invece il 25, anche i ristoranti presenti nei suoi supermercati. Il 26 dicembre, infine, si riapre con il solito orario.
I dettagli sui singoli punti vendita e possibili eccezioni sono su www.iper.it/punti-vendita

Aldi

Aldi apre con gli orari domenicali (8.30 – 20.30) il 24 dicembre, e chiude il giorno di Natale. Si riapre il 26 dicembre.
I dettagli sui singoli punti vendita e possibili eccezioni sono su www.aldi.it

Conad

Saranno tutti aperti il 24 dicembre, ma per il resto non c’è un’indicazione univoca: ciascun punto vendita Conad durante i giorni festivi del periodo natalizio osserverà orari e chiusure (o aperture) diverse.
I dettagli sui singoli punti vendita e possibili eccezioni sono su www.conad.it

Pam

I supermercati Pam resteranno aperti il 24 dicembre dalle 8 alle 20 e chiusi invece il 25. Il 26, invece, è prevista apertura straordinaria dalle 8 alle 19. Potrebbero però esserci variazioni a seconda del punto vendita.
I dettagli sui singoli punti vendita e possibili eccezioni sono su www.pampanorama.it

Coop

I supermercati Coop resteranno aperti il 24 dicembre con orario ridotto – 08:00-19:00 – e chiuderanno invece il 25 e il 26 dicembre.
I dettagli sui singoli punti vendita e possibili eccezioni sono su www.coop.it

Famila

I supermercati Famila seguono una regola molto simile: apertura con orario ridotto (diverso nei vari punti vendita) il giorno della vigilia di Natale, e chiusura invece il 25 e il 26 dicembre.
I dettagli sui singoli punti vendita e possibili eccezioni sono su www.famila.it

Esselunga

La catena di supermercati mantiene l’orario 7.30-21 per i giorni feriali durante tutte le festività. Il 24 dicembre i punti vendita chiuderanno invece alle 20 mentre il 25 e 26 dicembre saranno chiusi.
I dettagli sui singoli punti vendita e possibili eccezioni sono su www.esselunga.it

Il Gigante

Il Gigante tiene aperti i suoi negozi con aperture con orari ordinari nei giorni feriali durante le festività. Il 23 dicembre e il 24 dicembre anticipa le aperture tra le 7 e le 7.30 del mattino mentre la vigilia di Natale chiude anticipatamente tra le 19.30 e le 20. Il 25 dicembre invece chiude per tutta la giornata, per poi riaprire il 26.
I dettagli sui singoli punti vendita e possibili eccezioni sono su ilgigante.net

Carrefour

Non c’è una regola valida per tutti: ciascuno dei punti vendita Carrefour – Iper, Market o Express – avrà orari specifici nei giorni di festa. Saranno comunque tutti aperti il 24 dicembre.
I dettagli sui singoli punti vendita e possibili eccezioni sono su www.carrefour.it/punti-vendita.

Lidl

Fate spesa al Lidl? Di norma, il 24 dicembre, i supermercati della catena saranno aperti con orario ridotto e cioè dalle 8 alle 20, e chiusi invece il 25 dicembre, per poi riaprire il 26.
I dettagli sui singoli punti vendita e possibili eccezioni sono su www.lidl.it

Bennet

I punti vendita Bennet saranno aperti il 24 dicembre. Lunedì 25 e martedì 26 invece saranno chiusi.
I dettagli sui singoli punti vendita e possibili eccezioni sono su www.bennet.com

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