Tag: sceglierlo

Vino al ristorante: come sceglierlo e fare bella figura

La Cucina Italiana

Alberto Piras Sommelier de Il Luogo di Aimo e Nadia di Milano.

Come orientarsi nella scelta del vino in carta?

Ci sono diverse vie nell’orientamento del vino in carta, la prima è sicuramente cercare qualcosa che possa abbinarsi bene al menù scelto, seguendo magari abbinamenti “standard” se non si è molto esperti oppure scegliendo vini reputati passepartout (esempio andate sul sicuro con le bollicine metodo classico o rossi leggeri che si possono abbinare sia a piatti di carne sia di pesce).

La seconda via può essere quella di scegliere qualcosa che sappiamo già che ci piace, nel senso che a volte il gusto personale prevale su quello che è l’abbinamento cibo-vino; così facendo saremo sicuri di essere soddisfatti della nostra scelta nonostante in questo caso l’abbinamento potrebbe esserne penalizzato.

L’ultima via, ma solo in ordine di scrittura, è quella di affidarsi a un professionista che possa aiutarci nella scelta. Chiedete consiglio al sommelier del ristorante, senza alcun imbarazzo. Sicuramente saprà consigliarvi il giusto vino.

Meglio rimanere sui vini locali?

Non per forza, è bene rimanere su vini locali se si mangiano a loro volta pietanze locali.

Qual è il prezzo medio di una buona bottiglia?

Discorso sempre molto complicato e complesso quello dei prezzi in quanto ogni ristorante applica il ricarico che ritiene opportuno secondo le proprie politiche.

come sceglierlo con i consigli dell’esperto | La Cucina Italiana

come sceglierlo con i consigli dell'esperto
| La Cucina Italiana

È meglio puntare sulle denominazioni più famose o su quelle meno conosciute?

«Dipende dal motivo dei nostri acquisti. Le denominazioni più conosciute sono più facili da capire e da apprezzare se intendiamo regalare la bottiglia a qualcuno che si sta avvicinando al vino. Se invece la bottiglia è per noi, possiamo sperimentare e curiosare, alla ricerca di qualcosa di un po’ più “esotico” e lontano dalle nostre scelte abituali. Potremmo imparare qualcosa e rimanere piacevolmente stupiti. Al neofita consiglierei perciò di iniziare con le denominazioni più note, in modo da giocare sul sicuro, poi a mano a mano che l’esperienza si affina lo incoraggerei a essere curioso e a sperimentare, andando a scoprire anche le denominazioni minori e le uve meno conosciute. Talvolta, dalle denominazioni minori si possono avere delle belle sorprese e generalmente un rapporto tra la qualità e il prezzo più vantaggioso, ma serve un minimo di esperienza per sapersi districare nella molteplicità dei vitigni e delle Doc italiani».

Su quale cifra è meglio stare per trovare una buona bottiglia al supermercato?

«Mi piace tantissimo pescare nella fascia dei 9,90 euro quando intendo comprare vini fermi. Il fatto di usare una singola banconota da dieci euro e portarmi via una bottiglia con una sua storia e una distinta personalità, per quanto mi riguarda, è molto importante. È proprio in questa fascia di prezzo che si possono fare ottimi affari senza rinunciare alla territorialità e alla purezza dell’espressione varietale».

Come si legge una retroetichetta? Come vanno interpretate le informazioni per capire se un vino è di qualità?

«È la carta d’identità del vino: dà informazioni sul regime agricolo bio o convenzionale (VeganOk è una certificazione sempre più richiesta e proposta) e spesso aggiunge qualche dettaglio a livello di note di degustazione e di abbinamenti, oltre ad aiutarci a collocare geograficamente una cantina, nel caso non conoscessimo la denominazione. Il vitigno, quando indicato, ci racconta il 50% del carattere di un vino. Può rappresentare un vero e proprio “marchio” per un consumatore e costituisce il maggiore aiuto per orientarsi; non a caso i vini del Nuovo Mondo fanno dell’uva il primo valore in ordine di priorità sulle etichette. L’alcol ci dice tantissimo sul carattere del vino: i vini entro i 13 gradi sono più agili e bevibili, mentre quelli vicini ai 15 fanno della potenza il loro punto di forza. Le diciture “Prodotto e imbottigliato da…”, “Imbottigliato all’origine”,“Integralmente prodotto e imbottigliato” testimoniano che tutte le fasi di lavorazione sono avvenute nella stessa azienda. L’indicazione sulla presenza dei solfiti, invece, non è molto significativa: ci sono sempre, perché il vino li produce naturalmente durante la fermentazione e in ogni caso le quantità sono ben più basse di quelle che si trovano in moltissimi altri cibi, come le noccioline o la frutta secca».

Il cotechino, i consigli per sceglierlo e per abbinarlo

Il cotechino, i consigli per sceglierlo e per abbinarlo

Morbido, succulento e dolcissimo: il cotechino è la tradizione di Capodanno. Scegliete il migliore e abbinatelo a un purè di patate, di topinambur, a lenticchie e verdure come fagiolini e spinaci

Il cotechino è un insaccato di origine emiliana, composto da un impasto di carne di maiale, cotenna e lardo, oltre a sale e spezie. A differenza dei salami comuni, prima di essere consumato deve essere cotto. Nel 1999 il Cotechino Modena ha ricevuto il riconoscimento Igp e viene prodotto, tra le altre, nelle province di Modena, Ferrara Ravenna, Rimini e Forlì. Ma come si sceglie e come si abbina un cotechino? Vediamolo insieme.

Come sceglierlo

Se si tratta di un prodotto artigianale, fate attenzione alla percentuale di grasso rispetto alla carne più magra: meglio un cotechino più magro rispetto a uno con molto grasso. Quest’ultimo poi deve essere a trama fine, ben macinato. Il colore deve tendere al rosato e non al rosso scuro e il profumo rimane delicato e dolciastro.

La cottura migliore

Il modo migliore per preservare al meglio le caratteristiche organolettiche del cotechino è quello di cuocerlo a vapore. Naturalmente questa tecnica presuppone tempi più dilatati rispetto a quella di immersione: per un pezzo di 500 g occorre considerare 3 ore invece di 2. Per la cottura si utilizza una pentola grande, con un piccola quantità di acqua, dentro cui si posiziona una griglia dove porre il salume. Si fa cuocere a fuoco dolce per 3 ore, e comunque sino a che i rebbi di una forchetta affonderanno delicatamente nella carne.

E se non avete quello artigianale…

Come per molti prodotti, i salumi artigianali sono da privilegiare rispetto a quelli industriali. Anche in questo caso uno fatto con procedimenti tradizionali, con carni super selezionate, è preferibile rispetto a uno precotto, senza dubbio più semplice da cucinare e più veloce. Ma i cotechini precotti non sono tutti uguali. ce ne sono anche di qualità. Scegliete sempre un prodotto fatto da una azienda seria e conosciuta. Lasciate stare i superscontati. Se poi volete un consiglio da chef, non vi resta altro da fare che seguire le indicazioni di Davide Oldani.

Cotechino e….

L’accostamento più indicato, soprattutto in tempi di veglioni è con le lenticchie, specialmente quelle di Castelluccio di Norcia. Ottimo anche servito con un purè di patate, o di topinambur, o ancora di ceci. Se vi piacciono gli spinaci, lessateli, fateli saltare in un filo di olio con uno spicchio di aglio e poi serviteli con il cotechino. Altrimenti un’altra verdura che ben si accompagna a questo salume sono i fagiolini. Anche in questo caso passati in padella con aglio e un poco di burro.

20 ricette con il cotechino

Sfoglia la gallery

Nel tutorial scoprite qualche consiglio per cucinare al meglio il cotechino

 

 

 

 

 

 

Proudly powered by WordPress