Tag: secondi piatti di pesce

Ricetta Tuorlo marinato, frittata bianca e zucchine al sesamo

Ricetta Tuorlo marinato, frittata bianca e zucchine al sesamo
  • 300 g zucchine trombetta
  • 230 g un disco di pasta sfoglia stesa
  • 150 g zucchine mignon
  • 6 uova
  • salsa di soia
  • mirin (condimento giapponese a base di vino dolce di riso)
  • zucchero a velo
  • semi di sesamo
  • erba cipollina
  • peperoncino secco
  • sale
  • olio extravergine di oliva

Per la ricetta del tuorlo marinato, frittata bianca e zucchine al sesamo, mescolate 75 g di salsa di soia, 50 g di mirin e 50 g di zucchero a velo finché lo zucchero non si sarà sciolto.
Separate i tuorli dagli albumi, conservate questi ultimi per la frittata bianca. Versate i tuorli in un cucchiaio e, a uno a uno, immergeteli delicatamente nella marinata alla soia. Sigillate
la ciotola con la pellicola e mettetela in frigorifero per 8 ore. Al termine della marinatura scolate i tuorli con molta attenzione, prelevandoli con un cucchiaio.
Frullate in polvere 50 g di semi di sesamo con 40 g di sale (noi abbiamo usato quello integrale). Mondate e tagliate tutte le zucchine in sottili fettine oblique, conditele con il sale al sesamo e fatele marinare per 15-30 minuti.
Per la cialda: Srotolate la pasta su una teglia foderata di carta da forno, spennellatela con un po’ di acqua e cospargetela con semi di sesamo e un po’ di peperoncino. Copritela con un altro foglio di carta da forno, mettete sopra un’altra teglia e infornate a 200°C per 18-20 minuti.
Per la frittata bianca: sbattete gli albumi, unite un po’ di erba cipollina tagliuzzata e cuoceteli in una padella unta di olio (diametro 18 cm) senza voltare la frittata. Tagliatela poi a strisce e servitela con i tuorli, le zucchine e cialde.

I migliori chioschi di Milano, dall’anguria al gelo ai cocktail

I migliori chioschi di Milano, dall'anguria al gelo ai cocktail

A Milano ce n’erano decine, oggi di angurai se ne contano solo tre, storici e fedeli ad una proposta di cocomero, macedonia e frullati. Poi, ci sono i chiringuito. Come sopravvivere all’estate calda di Milano

C’era una volta l’anguraio, un chiosco che apriva stagionalmente nelle piazze o lungo le circonvallazioni di Milano. Lo riconoscevi per le gabbie piene di cocomeri, frigoriferi a pozzetto, sedie di plastica e illuminazione stradale a far da romantica candela. Quando una volta in estate si restava in città, la sera si andava a mangiare una fetta di anguria al gelo.

Erano decine, sparse per la città per allietare la canicola di chi in ferie non ci andava e si concedeva giusto il lusso di una fetta di anguria in compagnia. Si scendeva in ciabatte, vestaglia o prendisole, non era certo un luogo da formalismi, e così non lo erano neppure i chioschi che erano sorti in altre epoche e poi negli anni si sono dovuti adeguare alle regole sempre più stringenti della somministrazione di cibi e bevande richieste della legge. Sono scomparsi uno ad uno come i Mohicani, i grammofoni, i walkman e i CD… ne abbiamo nostalgia ma l’anguria la mangiamo ancora proprio come la musica la ascoltiamo ancora tutti lo stesso. Se ne rammaricano tutti i quotidiani nelle pagine locali, da anni, testate nazionali e pure noi effettivamente, però forse è solo il segno dei tempi, della diffusione dei frigoriferi e delle mutate esigenze dei milanesi in cerca di socialità. Per non farli sparire, bisogna riportarli in hype.

Dove mangiare l’anguria a Milano

A Milano, resistono eroici, ma ben frequentati, solo in tre: uno in Piazzale Brescia, l’altro in Piazza Po e uno in via Cottolengo.

L’Oasi Di Gino, in Piazzale Brescia, è storico e tramandato di generazione in generazione. È rimasto fedele alla tradizione di servire solo frutta: anguria ovviamente, macedonia, frullati e frutta fresca. Lo hanno ribattezzato “il chiosco dei vip” perché non era difficile incontrare personaggi del calibro di  Ezio Greggio, Massimo Boldi o Enzo Iacchetti e anche qualcuno di più giovane. Il segreto della sua anguria croccante è la ghiacciaia con acqua e cubetti di ghiaccio. Come una volta.

L’Oasi Del Fresco in Piazza Po invece ha aperto nel 1991 quando i cocomerai erano già in via d’estinzione e oggi il proprietario Franco resiste alle insidie della concorrenza a suon di fette di anguria e del vero signature, il piatto di frutta mista, da condividere e sontuoso, da 10€.

L’Isola dell’Anguria in via Cottolengo 5 serve anche lui il solito spartito. Sono tutti aperti da giugno a settembre e raccolgono una varia umanità: pensionati che escono per sentirsi giovani, famiglie con bambini, coppie di passaggio che piuttosto che un gelato dividono una più sana coppa di frutta. C’è chi è già tornato abbronzato dalle ferie, chi deve ancora partire e pregusta le vacanze, chi non ci andrà e si accontenta.

I migliori chiringuito di Milano

A Milano i chioschi stanno vivendo una nuova giovinezza, i chiringuito di quartiere lavorano benissimo e nel post-Covid tutti vogliono sedersi all’aperto. Anche l’anguria continua a imperversare in ogni supermercato, intera o a fette, e tutti ne addentano almeno una fetta ogni estate. C’è grossa crisi ma non a causa del frutto o del modello, ma della proposta.

Allo Sugar in fondo a Ripa Naviglio Grande non si trova un posto e serve prenotare, i locali con l’insegna GUD hanno inaugurato un chiosco in City Life e pure uno al popolarissimo Idroscalo, da Exit lo chef Matias Perdomo fa cucina gourmet e serve ostriche. Il Chiringuito di Piazzale dello sport a San Siro è un viavai dall’ora dell’aperitivo al dopo cena e in Corso Indipendenza al Chirinquito Risorgimento si radunano i ragazzi del quartiere per una birra serale. Alla Gelateria Sartori la gente siede sul marciapiede leccando un gelato fra la Stazione Centrale e i tunnel della ferrovia. Anche in location non esattamente panoramiche, si lavora. Ma dai cocomerai si mangia… il cocomero. A 5€ a fetta, e come innovazione piatti di frutta, frullati o macedonie.

Il futuro dei cocomerai pare difficile: a breve ne resterà soltanto uno, come Highlander, oppure qualcuno si impegnerà per farlo ritornare di moda come nuovo rito hipster? A Milano ha funzionato con le bocciofile e le balere, potrebbe succedere anche con i cocomerai. Potrebbero servire angurie bio, a km zero, biodinamiche e possibilmente con pairing di vini naturali.

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» Sandwich al cetriolo – Ricetta Sandwich al cetriolo di Misya

Misya.info

Innanzitutto tirate fuori dal frigo il burro, in modo che si ammorbidisca.
Lavate i cetrioli, eliminate le estremità e tagliateli a fettine molto sottili (se avete una mandolina, usate quella).
Tagliate anche i cetriolini a fettine (se non vi piacciono i sottaceti, usate solo il cetriolo).

Imburrate e salate leggermente 3 delle 4 fette di pane per tramezzini.
Iniziate quindi ad assemblare il vostro sandwich: disponete le fettine di cetriolo sulla prima fetta imburrata (tenendo il lato imburrato verso l’alto e coprendolo con i cetrioli) e aggiungete qualche pezzetto di cetriolini e pepe a piacere; coprite con la seconda fetta imburrata e create un secondo strato con cetrioli, cetriolini e pepe; procedete analogamente anche per il terzo strato.

Concludete con l’ultima fetta (quella non imburrata), tagliate a metà, creando 2 cubi, e tagliate poi ognuno dei 2 cubi in diagonale, per ottenere la classica forma triangolare dei tramezzini.

I sandwich al cetriolo sono pronti: sigillateli con uno stuzzicadenti e serviteli (oppure conservateli in frigo coperti con un canovaccio pulito e leggermente inumidito fino al momento di servirli).

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