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Torrone alle mandorle – Ricetta di Misya

Torrone alle mandorle - Ricetta di Misya

Mettete il miele in un contenitore adatto al bagnomaria, infilatela in un pentolino pieno per metà di acqua (mi raccomando, non deve arrivare acqua nel miele) e cuocete a fiamma media per circa 90 minuti, mescolando ogni tanto.
Saprete che è pronto quando, mettendone qualche goccia in 1 bicchiere con acqua fredda, si indurirà immediatamente.

Intanto tostate le mandorle, per 4-5 minuti o fino a doratura, in forno ventilato preriscaldato a 180°C.

Quando il miele sarà quasi pronto preparate uno sciroppo di acqua e zucchero molto denso (usate lo stesso metodo del miele per capire se è pronto).

Montate quindi gli albumi a neve ben ferma, quindi aggiungeteli al miele e incorporate poi anche lo sciroppo, mescolando delicatamente con una spatola.

Rimettete a bagnomaria e cuocete, mescolando con le fruste, finché non inizierà a indurirsi leggermente, quindi aggiungete le mandorle (se volete potete aggiungere anche vaniglia e buccia di limone) e amalgamate bene.

Rivestite lo stampo con carta forno e mettete ostia sul fondo, versateci dentro il composto, livellate la superficie e coprite con ostia.

Lasciate riposare per mezz’ora, poi tagliatelo in strisce larghe 4-5 cm e lasciatelo indurire completamente.

A questo punto il vostro torrone alle mandorle è pronto e non vi resta che servirlo e stupire i vostri ospiti rivelando che è fatto in casa.

Prosciutto di Carpegna: lasciatevi tentare

La Cucina Italiana

È il turno del Prosciutto di Carpegna. Non c’è Paese al mondo con tanta ricchezza e varietà di prodotti, naturali come li regala il territorio o lavorati da mani esperte in modi semplici, che sono antichi e insieme i più contemporanei. Prosegue il viaggio alla scoperta delle nostre bontà, da quelle più conosciute a quelle meno note lontano dalla zona di produzione. Lo storico prosciutto di Carpegna è così delicato che il conte di Urbino lo voleva tutto per sé.

Prosciutto di Carpegna

Quasi da non credere: l’Italia vanta ben 31 varietà di prosciutto crudo di cui 11 tutelate dai marchi Igp o Dop. Ognuno diverso dall’altro, già a partire dalla storia. La tradizione di quello marchigiano di Carpegna risale all’inizio del XV secolo quando – era il 1407 – il goloso Guidantonio da Montefeltro, conte di Urbino, vietò di vendere altrove «porci e carni salate», temendo di restarne privo. All’epoca, nelle case coloniche dell’attuale Parco del Sasso Simone e Simoncello, c’era una stanza esposta a nord riservata alla lavorazione della carne. Da quel mondo e a quel tempo – è storia documentata – partirono i primi artigiani norcini che poi in Toscana, Umbria e Lazio insegnarono anche ad altri a fare il prosciutto. Oggi se ne producono 120mila all’anno col marchio Dop Carpegna, replicando antichi e originali gesti come la legatura “a strozzo” della parte superiore del gambo e la protezione della superficie non coperta dalla cotenna con uno stucco il cui mix di spezie è tanto segreto quanto essenziale a dare un sapore delicato e dolce, seppure enfatizzato dalle note aromatiche. Sempre uguale dai tempi antichi anche la “puntatura” dopo 400 giorni di lavorazione, quando un rigoroso test viene eseguito in cinque punti precisi con un ago di osso di cavallo, molto poroso così da trattenere gli aromi. Solo i prosciutti promossi iniziano il viaggio alla conquista dei mercati.

Carta d’identità del Prosciutto di Carpegna

ORIGINE – Garantito dal marchio Dop, si produce unicamente nel comune di Carpegna (PU), con suini provenienti da Marche, Lombardia ed Emilia-Romagna.

CARATTERISTICHEStagionatura e salagione durano non meno di 13 mesi; l’asciugatura avviene a temperatura di poco superiore rispetto alla media. Pesa non meno di 8 chili, ha forma tondeggiante, consistenza morbida. Il colore muta dal rosso ambrato al rosa salmonato a seconda della stagionatura. Ideale da solo ma, per il suo sapore delicato, è adatto anche come ingrediente.

CONSERVAZIONE – Disossato si mantiene a 7-10 °C; con l’osso a 15-20 °C. La fetta va rigorosamente tagliata con il coltello a uno spessore di 1 millimetro conservando la giusta percentuale di grasso.

PREZZO – Nella grande distribuzione, l’intero prosciutto con l’osso costa sui 16-17 euro al chilo.

Ciambella alla zucca marmorizzata – Ricetta di Misya

Ciambella alla zucca marmorizzata

Innanzitutto mondate la zucca, tagliatela a cubetti e poi frullatela finemente con un mixer.


Sciogliete il burro in microonde (o a bagnomaria, se preferite) e lasciatelo intiepidire leggermente.
Nel frattempo montate le uova con lo zucchero, quindi unite alle uova anche burro, cannella e zucca e mescolate.
Setacciate la farina insieme con il lievito; incorporate al composto di uova prima metà della farina, poi il latte, infine la farina rimasta.


Trasferite metà del composto nello stampo imburrato e infarinato, quindi incorporate il cacao setacciato al composto rimasto e aggiungetelo nello stampo.
Mescolate con un cucchiaio per creare l’effetto marmorizzato, poi infornate in forno statico preriscaldato a 170°C e cuocete per circa 40 minuti (mi raccomando, fate sempre la prova stecchino prima di sfornare).

Una volta sfornato il dolce lasciatelo raffreddare, poi preparate la glassa: mettete il cioccolato a pezzi in un pentolino insieme con il latte e cuocete a bagnomaria fino a farlo sciogliere completamente.

Infine sformate il dolce, posizionatelo su di un piatto da portata e decorate la superficie con la ganache e le nocciole tritate grossolanamente, lasciando poi asciugare per un po’.

La ciambella alla zucca marmorizzata è pronta, non vi resta che tagliarla a fette e servirla.


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