Cioè?
«L’ideale sarebbe evitare l’effetto “tavola delle nonna”, oggi troppo carico e pesante, alternando pezzi del corredo o pezzi vintage. Al contempo usare gli oggetti già in casa è molto sostenibile. Non acquistate troppo e partite sempre da quello che avete. Io che non ho ereditato grandi servizi, per esempio, ho acquistato molte cose nei mercatini: hanno un fascino speciale, a patto che vengano contestualizzati con qualcosa di contemporaneo. Un esempio: un servizio importante verrà accostato con una tovagliolo semplice, magari in lino, di quello però che non ha necessità di essere stirato, così da non causare troppo timore nell’usarlo. E, ancora, una tovaglia del corredo sarà più valorizzata se il resto avrà un tocco di modernità. E poi osate: se avete la fortuna di possedere un servizio di posate d’argento usatelo. Anche tutti i giorni. Adattate i colori alla stagione e soprattutto divertitevi».

Nel suo libro c’è anche un capitolo dedicato alla scelta e all’uso delle posate d’argento: come mai?
«Perché l’argento va tranquillamente in lavastoviglie: in questo modo non sarà necessario lucidarlo. E perché dà subito una grande preziosità alla tavola. E sta benissimo con le tovagliette all’americana. Un tocco molto chic: fatele personalizzare con le vostre iniziali o un monogramma di famiglia come si faceva una volta. Anche oggi molte aziende offrono questo servizio. Saranno un bel ricordo da tramandare».

Come si impreziosisce la tavola, se non si hanno cristalli e argenti?
«Con piccoli vasi bassi ricolmi di fiori, qualche candela, un segnaposto delizioso. E poi con tanta cura. Il tavolo, inteso come mobile, diventa tavola da pranzo con l’atto dell’apparecchiatura. Questa sequenza di gesti può essere molto semplice o finemente complicata. Pe me rappresenta una tradizione quotidiana che coinvolge gesti che mi rilassano e mi predispongono al godere della fortuna di poter non solo mangiare, ma condividere un pasto con le persone che amo. O con me stessa. La tavola ha una funzione decorativa oltre che pratica».