Tag: antipasti freddi veloci

come si usa in cucina e come coltivarlo a casa

come si usa in cucina e come coltivarlo a casa

Il crescione è un’erba aromatica leggermente piccante che si usa per insaporire insalate, panini e zuppe. Ecco come pulirlo, usarlo in cucina e coltivarlo a casa

Il crescione è una pianta aromatica e ne esistono tre tipi diversi: d’acqua, dei prati e inglese. Il primo cresce lungo ruscelli e fossati dalle acque molto pulite, fiorisce in estate ma gli steli più teneri si raccolgono in inverno e in primavera. Il crescione dei prati cresce selvatico nelle piane soleggiate, e si raccoglie durante la stagione più calda. Quello inglese ha stelo più lungo e piccole foglie alla sommità: si coltiva spesso anche in casa. Tutti hanno un sapore piuttosto aspro e minerale, a volte piccante, specie il crescione dei prati.

Come si usa in cucina il crescione?

Le foglie, leggermente piccanti, sono impiegate in cucina per insaporire insalate, bruschette e panini, salse o cotto in zuppe e ottime vellutate

Come coltivare il crescione in casa

Si presta per essere coltivato in qualsiasi tipo di terreno e non necessita di particolari cure. Soffre il caldo, quindi è bene tenere i vasi lontani da fonte di calore e dai raggi diretti del sole, va anche bagnato spesso: il terreno deve essere sempre un po’ umido.
I semi vanno sparsi e la germinazione avviene nel giro di 10 giorni.  Una volta cresciute le figlie possono essere raccolte per qualche mese fino a quando non produrranno dei piccoli fiorellini. Dopo la fioritura si formeranno dei piccoli baccelli con i semi che possono essere riutilizzati per la prossima semina.

ricette dall’archivio de La Cucina Italiana

ricette dall'archivio de La Cucina Italiana

La festa della mamma festeggiata attraverso le pagine del nostro giornale, una dolce riscoperta!

La Festa della mamma è un giorno dal sapore retrò, che permette di riscoprire quei valori di famiglia che sembrano a volte esser lasciati da parte nella corsa di tutti i giorni. Durante questo anno e mezzo di pandemia, però, si ha avuto modo di trascorrere più tempo in famiglia riprendendoci il nostro tempo perduto. Con tanta delicatezza verso chi questo giorno può essere solo un ricordo meno felice, desideriamo condividere dei momenti dantan dai nostri archivi per aggiungere un sorriso.

Festa della Mamma: quando?

La Festa della mamma è diffusa in tutto il mondo da tempo immemorabile. In Inghilterra, il Mother’s day si celebra fin dal XVII secolo, mentre negli Stati Uniti la festa fu introdotta ufficialmente nel 1914. Il 24 dicembre 1933, in Italia, il governo fascista istituì la Giornata della madre e del bambino per glorificare le tante mamme costrette a vivere il sacrificio supremo del figlio maschio per il bene della Patria. Bisognerà attendere gli anni 50 per poter vivere questa festa con la gioia e la serenità che le attribuiamo oggi.

Sulla nostra testata La Cucina Italiana, nato nel dicembre 1929, sono molte le tracce, e le ricette, che riconducono a questa meravigliosa festa, a partire dai numeri usciti prima della guerra. La Festa della mamma è festeggiata ufficialmente per la prima volta nel 1957 grazie a un sacerdote della provincia di Assisi. Dall’anno successivo, la festa entra di diritto nel calendario nazionale e si tiene nella seconda domenica di maggio, come avviene nel resto del mondo.

Anche se non è nelle abitudini degli italiani celebrare nella seconda domenica di maggio la Giornata della Madre come si fa invece ogni anno in America, non lasciamo passare anno, senza commemorare questo giorno convinte come siamo del valore altamente educativo di questa celebrazione, sicure che non sarà mai abbastanza messo in risalto agli occhi di tutti il dovere che ognuno ha di ricambiare con un mimino di slancio. Di riconoscenza, l’immenso generoso amore della madre. La Cucina Italiana, maggio 1957.

Sfogliate la photo gallery per una carrellata di ricette (sempre e solo dolci, solitamente con fragole e panna, belle da vedere e golosissime) e articoli dedicati alla festa più dolce dell’anno, scovati nell’archivio storico de La Cucina Italiana.

Come usare la ricotta in cucina. Le nostre ricette

Come usare la ricotta in cucina. Le nostre ricette

Un ingrediente semplice che può rendere speciale un intero menù: ecco come scegliere la ricotta, come usarla in cucina e le nostre ricette

Leggera, naturale, con un gusto fresco e un alto valore nutritivo, la ricotta ha conquistato le simpatie dei consumatori italiani. E non solo le loro, visto che, in dieci anni, la sua produzione in USA è cresciuta di quasi il 100%.
Un vero boom, che si spiega anche col fatto che è tra gli alimenti più versatili e apprezzati in cucina: perfetta per approntare crostini e canapè, è l’ingrediente base di molte creme e preparazioni di pasticceria (pensiamo solo ai cannoli siciliani o alla pastiera napoletana), senza dimenticare le torte salate, i ripieni per ravioli e tortellini, i sughi per la pasta e decine di altre preparazioni gastronomiche.

Diversi tipi per diversi impieghi

Tra le ricotte vaccine di fabbricazione industriale oggi reperibili in commercio, si possono distinguere diverse tipologie in relazione agli ingredienti usati.
La base comune è sempre il siero di latte, ma alcune ricotte sono prodotte con solo siero, altre contengono anche latte vaccino ed altre ancora vengono addizionate con crema di latte.
Per quanto riguarda gli altri ingredienti, tutti i prodotti industriali utilizzano opportuni correttori di acidità. Il più comune è l’acido citrico, ma talvolta viene anche impiegato l’acido lattico, quello che si produce naturalmente nel latte fermentato.
Alcune ricotte, infine, vengono aggiunte di sale e, in qualche caso, anche di fermenti lattici vivi.
È evidente che una composizione così varia determina altrettanto varie caratteristiche di gusto, aroma e consistenza, conferendo a ogni prodotto prerogative specifiche, che lo rendono più o meno indicato a seconda dell’uso che se ne deve fare e dei particolari gusti dei consumatori.

Come verificarne la qualità

Qualunque sia l’uso a cui si vuole destinare la ricotta fresca, alcuni requisiti qualitativi vanno comunque rispettati. Data la tendenza a deteriorarsi rapidamente, la prima cosa da verificare è la freschezza. Nel caso dei prodotti industriali, la data di scadenza è un utile riferimento: deve essere la più lontana possibile. In ogni caso, è opportuno procedere sempre al controllo diretto della freschezza prima dell’uso. I caratteri organolettici che per primi denotano un’alterazione sono l’odore, il colore e la consistenza:

– quando è fresca ha un profumo delicato, latteo e vagamente aromatico a seconda della varietà; quando si altera l’odore si fa pungente, acidulo fino a diventare decisamente sgradevole
– la naturale colorazione bianco-neve diventa più cupa con l’invecchiamento, sfumando verso il giallognolo
– quando inacidita presenta una pasta più consistente e sfarinabile rispetto al prodotto fresco
– al gusto, il sapore di una ricotta fresca è dolciastro, latteo, lievemente acido; una volta alterata, la nota acida si fa predominante fino a rendere il prodotto immangiabile
– il liquido di separazione che si osserva nella confezione dei prodotti industriali dopo l’apertura è una naturale conseguenza del processo di lavorazione, tuttavia non deve essere eccessivo

Le nostre ricette con la ricotta

 

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