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Capri: Stash apre Calamore, gastronomia pop. Intervista

La Cucina Italiana

Stash, frontman dei The Kolors, si lancia in una nuova avventura, stavolta la musica non c’entra. O, almeno, solo in parte. «Quando frequentavo l’accademia di Brera a Milano, studiavo la teoria del colore con tutte le sue sfumature», racconta Stash, all’anagrafe Antonio Fiordispino. «Da lì il nome The Kolors, una band che avrebbe guardato alle varie sfumature dei nostri miti, dai Pink Floyd ai Queen. Non c’era altro per raccontare il nostro concetto musicale. Lo stesso è successo per Calamore», una gastronomia “pop” che Stash ha deciso di aprire a due passi dalla piazzetta dell’isola di Capri, chiamata così proprio come è avvenuto per il nome The Kolors. L’ho raggiunto al telefono per saperne di più.

Classe 1989, Stash tiene tantissimo alle sue origini partenopee: «Sono nato a Caserta ma sono cresciuto a Napoli così come la mia famiglia, per cui il cibo in casa è sempre stato centrale; per lavoro mangio poco e velocemente», eppure «subito dopo aver vinto “Amici” (talent show condotto da Maria De Filippi, ndr) ricordo ancora quando mi chiesero un piatto preferito; “spaghetto a’ vongole!”, risposi in napoletano e i miei fan ancora se lo ricordano». 

Un piatto della tradizione che Stash sa replicare e anche con successo. «Mi piace mangiare ma non cucinare, sono pigro. Però quando mi metto con il sentimento mi riescono bene le linguine (le preferisco agli spaghetti) alle vongole, con la cremina all’aglio, vongole veraci napoletana sporcate con il pomodoro fresco, e una spolverata di prezzemolo, sempre fresco. Faccio saltare la pasta, per risottarla, nel sugo di aglio, vongole e un po’ di pomodoro a pezzetti».

Stash, con il suo socio Manuel d’Alessandro, davanti al bancone della gastronomia pop Calamore.

I cannelloni della nonna

Nonostante l’amore per il pesce («ammetto che quello che ordino di più è la frittura di calamari e gamberi»), c’è un piatto della memoria molto caro a Stash, legato alla sua famiglia. «La domenica non era domenica senza i cannelloni alla napoletana di mia nonna, un momento di festa!». Quelli con la ricotta e il ragù che cuoce per ore con le tracchiulelle (le costine di maiale, n.d.r.). «È un piatto meno famoso della lasagna. Ma c’è meno pasta di quella che si usa per la lasagna e la poesia la fa il ragù della nonna». 

Come nasce Calamore?

Con questo grande amore per la cucina di casa, Stash si è ritrovato a seguire il destino per il suo nuovo progetto nel mondo food.  «Ero in viaggio verso l’Abruzzo con Manuel d’Alessandro, il mio socio in questa avventura. Avevo voglia di mangiarmi uno spiedino di calamari ma in autostrada era impossibile. Allora lui mi fa in napoletano storpiato: “Ma tu tieni proprio l’ammore po’ calamaro”. Avevamo il nome: Calamore!».

Cristiano Tomei apre Corteccia a Milano

Cristiano Tomei apre Corteccia a Milano

A Milano c’è posto (e mercato, in teoria) per tutti: non stupisce che dallo scorso autunno sia ripartita la corsa alla novità, con i cuochi già sul territorio a spostarsi o ad allargarsi e chi arriva da fuori a debuttare sulla piazza. Tra questi c’è Cristiano Tomei, toscanissimo di costa, che ha aperto Corteccia, in un luogo polifunzionale (c’è anche un’area per il lavoro in condivisione) al 20 di Corso Europa «con l’emozione di un ragazzo di Viareggio che non vuole cambiare nulla, ma solo divertirsi». Più in centro di così, è quasi impossibile, con vantaggi ma pure storici svantaggi: gli stranieri degli hotel amano recarsi a piedi a un ristorante esterno, i milanesi preferiscono la cerchia dei Bastioni e l’emergente periferia. Ma il 48enne toscano di rena, tipico autodidatta di talento (ha aperto il suo primo ristorante a 27 anni, sulla spiaggia, senza alcun passaggio importante) non ha la minima paura, anzi promette che «Milano non sarà più la stessa» quando scoprirà la sua cucina. Sicuramente è abbastanza diversa da quanto si trova su piazza anche se non seguirà quella vena anararchica-insurrezionalista che ne ha fatto un personaggio (anche televisivo) e segue allo stellato Imbuto di Lucca.

Signature dish

Dal raffinato (e informale) locale di Palazzo Pfanner, cornice totalmente diversa da quella milanese: lì il menù non esiste, si sceglie solo il numero di portate e ci si affida a lui. «La cucina è come il jazz: la partitura è fissa, ma l’armonia frutto dell’improvvisazione del musicista» è la visione. Tomei comunque si è portato da casa qualche signature dish: il celebre Manzo crudo sulla corteccia, i Tortelli all’olio ed erbe,i Pennoni panna e prosciutto, il Fritto misto di terra e mare sul fazzoletto. Poi renderà omaggio alla città dei Navigli con un Riso alla crosta di Parmigiano e brodo di cipolla e zafferano ma anche una Cotoletta di nervetti di vitello. E proverà a trovare una congiunzione toscana tra passato e presente, con lo Spaghetto con l’aglione fritto,setacciato con l’estratto di peperoncino fresco e la buonissima ‘Peschina’ di Prato firmata da Paolo Sacchetti, a base di pasta brioche, crema pasticcera e alchermes. Sarebbe furbo – secondo noi – a spingere sull’ultimo aspetto: Milano ha perso quasi totalmente la tradizione toscana, dominatrice sino agli anni ’80.

C’è anche il dehors

Il locale che appartiene a Food Media Factory (partecipata da AB Normal di Alessandro Borghese) ha tutte le carte in regola per piacere alla Milano dei foodies: colori caldi (arancione, ocra e marrone in prevalenza), sale e salette (in totale una settantina di coperti), il privè con il grande ritratto di Tomei, arredi prevalentemente anni ‘70, mise en place contemporanea e bancone regolamentare per i cocktail (anche in pairing, ovvio). Nella bella stagione, ci saranno 15 posti nel dehors. Visto l’affollarsi di insegne nel centro, quella di Tomei è una sfida interessante. «La cultura di una città va assorbita: l’ho già fatto a Venezia da Bauer, che riaprirà tra un paio d’anni. E con lo stesso spirito sono qui a Milano. Pronto anche a rimettere la zuppiera al centro della tavola, come in famiglia» sottolinea. Ma anche nell’ostentata sicurezza, si è portato la coperta di Linus: l’olio e le primizie della sua azienda agricola per far contenti tutti, vegetariani in primis. «Ho fatto arrivare un camion carico di verdure ed erbe selvatiche: l’inverno caldo ha fatto sbocciare una foresta di pimpinella, tarassaco, acetosella. Fanno parte del mio Dna». Siamo curiosi di valutare Corteccia a regime, molto curiosi.

Apre la pasticceria Frau Knam a Milano

Apre la pasticceria Frau Knam a Milano

Apre a Milano una nuova pasticceria: da un’idea di Alessandra Mion, moglie di Ernst Knam, un negozio di design per piccole dolcezze, belle e buone

Non vediamo l’ora che arrivi il 2 ottobre, giorno in cui aprirà al pubblico Frau Knam, la nuova pasticceria nata da un sogno di Alessandra Mion e Ernst Knam, dopo una messa a punto, fianco a fianco con il marito e maestro Ernst Knam, durante il lockdown. 

Durante la presentazione del suo progetto, Alessandra ha raccontato della sua passione per la pasta choux e per i bignè: “È la mia preferita: per questo ho pensato di concentrare la proposta di Frau Knam (così si chiama la sua pasticceria e il marchio, ndr) su un assortimento di bignè: 24 tipi diversi, di cui 18 dolci e 6 salati. Qualche esempio? Tra i dolci, i classici vaniglia e zabaione, tra i salati prosciutto di Praga con senape, gorgonzola con mela, salmone con sedano…”

Io che li ho visti e li ho assaggiati in anteprima, posso confermare l’alto livello sia estetico sia gastronomico: ammirate nelle foto l’aspetto dei bignè, che si distinguono uno dall’altro grazie al piccolo “bottoncino” colorato sul top. Una gioia immaginarli assortiti in un vassoio… Così come i cioccolatini a semisfera, o i piccoli cannoncini.

Vi aspettano anche, in negozio, le torte per quattro persone, i biscotti, le tavolette di cioccolato, dolci al cucchiaio (monoporzioni nei bicchierini) e altri prodotti a marchio Frau Knam, oltre a una selezione di mieli, nocciole, riso, tisane, infusi, caramelle, e a diversi oggetti per la cucina, tra cui gli utilissimi legnetti per stendere la frolla in un uniforme strato sottile. 

Il negozio è stato realizzato con il supporto del designer Matteo Bruschi, per dare ancora maggior risalto ai prodotti di pasticceria esposti, e si trova proprio di fronte alla pasticceria di Ernst Knam, in via Anfossi.

Frau Knam, via Anfossi 19, Milano, tel. 02 83642522

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