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Unite zucchero e miele in un pentolino e scaldate a fiamma bassa, in modo che si sciolgano, ma senza arrivare a bollore.

Mettete le farine e il bicarbonato in una ciotola, incorporate prima l’uovo, poi il burro leggermente ammorbidito, poi il mandarino con le spezie e infine la miscela di miele e zucchero.
Avvolgete il panetto con pellicola trasparente e lasciate riposare in frigo per almeno 3 ore.

Riprendete l’impasto, stendetelo sul piano leggermente infarinato con uno spessore di circa 3mm e ritagliate innanzitutto un rettangolo da 13×20 cm e poi dei quadratini da 3×3 cm. Con la frolla avanzata create dei biscottini con le formine natalizie.

Spennellate con il latte e cuocete a 180°C in forno ventilato già caldo: il rettangolo per circa 10-15 minuti…

… e i quadratini per 8 minuti, quindi fate raffreddare per bene.

Preparate la ghiaccia mescolando albume e zucchero a velo e decorate a piacere i vostri biscottini, numerandoli dall’1 al 24 e attaccandoli poi sul rettangolo con un pochino di ghiaccia (in modo che per mangiare ogni biscottino dovrete staccarlo dal rettangolo), quindi lasciate asciugare.

Il calendario dell’Avvento di biscotti è pronto, non vi resta che godervelo.

Il calendario della biscotteria abruzzese

Il calendario della biscotteria abruzzese

In vista della fine anno, ecco il calendario della biscotteria abruzzese, direttamente da Claudio Minicucci di Alla Chitarra Antica

Chi è Claudio Minicucci? Non basterebbe una vita per raccontarvi chi è e tutto quello che fa. Ma proveremo a darvene un’infarinatura, anche perché forse non c’è termine più appropriato. Innanzitutto Claudio è uno di quelli che ci tiene prima di qualsiasi altra cosa a far ridere la gente, a maggior ragione in questo momento storico. Claudio, infatti, è una delle dimostrazioni di quanto il cibo sia un elemento sociale: il suo negozio Alla Chitarra Antica, nel centro di Pescara, è un polo attrattore per tutti i pescaresi, che qui vengono sì per comprare le sue creazioni, ma anche per fare due chiacchiere, scherzare, stare insieme. Insomma, Alla Chitarra Antica è un punto di riferimento importante, dove imparare molto sulla tradizione culinaria pescarese e, in generale, abruzzese, proprio come quella della biscotteria. E vista la sua storia non potrebbe essere altrimenti.

La storia di Alla Chitarra Antica

Come recita il titolo di un articolo appeso nel locale, Alla Chitarra Antica nasce dall’incontro fortunato di Pina D’Alonzo, mamma di Claudio, e Giovanni Iannucci, professore appassionato di cucina abruzzese. Era il 1996 quando Pina e suo marito Giovanni Minicucci, insieme ai figli Fabio e Claudio, decisero di tornare in Abruzzo dal Belgio, dove erano emigrati anni prima. Al ritorno si misero subito alla ricerca di un lavoro che sembravano non trovare, fino all’incontro con Giovanni che chiese prima a Pina e poi al marito (omonimo) di lavorare nella sua piccola gastronomia. «Ma davvero mi pagate per fare la pasta all’uovo?», Giuseppina quasi non ci credeva che una sua passione potesse diventare il suo mestiere. E invece, nel giro di poco tempo, Giovanni propose loro prima la gestione e poi l’acquisto dell’attività, ma a un patto: non cambiare mai il nome Alla Chitarra Antica. È qui che da ormai 55 anni cresce Claudio, senza alcuna intenzione di lasciare questo locale che tanto ha rappresentato per la sua famiglia.

Che cosa trovate alla Chitarra Antica?

Alla Chitarra Antica trovate tutto. Iniziata con una classica produzione di pasta all’uovo con una chitarra di duecento anni fa, la stessa che utilizzano ancora oggi, nel tempo si sono aggiunti anche altri prodotti: salumi e paste secche, insalate e panini, grandi classici della tradizione quali timballo e cicerchiata e vari piatti freschi del giorno, come ad esempio quella delizia irresistibile dei ravioli al limone di Claudio, con ricotta e scorze, nati da un ricordo d’infanzia. «Mi piaceva talmente tanto mordere la parte finale del limone che dovevo trovare un modo per riprodurre quel sapore». E poi, ovviamente, sempre presente è tutto quel mondo ampio e vario della biscotteria abruzzese, che si caratterizza per essere principalmente e soprattutto secca. Inoltre, Claudio ci svela che ogni biscotto si prepara in un preciso momento dell’anno, legato a un’attività agricola o altre ricorrenze. Dunque, ecco così che grazie a Claudio azzardiamo una sorta di calendario della biscotteria abruzzese, anche se poi, alla fine, l’unica vera regola resta questa: prepararli o mangiarli quando si ha voglia.

Calendario della biscotteria abruzzese

Negli anni la biscotteria abruzzese è diventata sempre più secca anche per la moda e l’aumento dello street food, quindi per l’esigenza di consumare cibo più facilmente per strada. E quasi ogni mese ha il suo biscotto, in occasione di una festa o di un’attività in campagna.

Settembre e ottobre, taralli e manucce
Tempo di vendemmia, in Abruzzo si accompagna sempre un bicchiere di vino rosso con un tarallo pucciato dentro, di solito preparato con farina, vino bianco e anice (un ingrediente costante nella biscotteria abruzzese). Così come non mancano mai le manucce, dei biscotti ripieni con marmellata d’uva.

Novembre, sgaiozzi
Alla fine della raccolta delle olive, si mangiano gli sgaiozzi, cioè dei biscotti fritti di farina di mais con uvetta, patate e anice, per omaggiare la fine della fatica.

Dicembre, cacionetti e soffioni
Dicembre è il mese principe per i dolci abruzzesi: si inizia già prima di Natale con i cacionetti, delle sfoglie sottili fritte e ripiene di marmellata d’uva e si prosegue con i noti soffioni, bignè cotti al forno, ripieni di ricotta e zucchero.

Gennaio, uccelletti
In occasione di Sant’Antonio si preparano gli uccelletti: biscotti con una frolla all’olio, mandorle, cioccolato e vino cotto.

Febbraio, torcinelli 
Per Carnevale, invece, ci sono sempre questi dolcetti fritti tipici soprattutto di Pescara, a base di patata, uvetta, semi di anice e cannella, ricoperti poi di zucchero.

Marzo e aprile, fiadoni
Per Pasqua si sa, è tempo di fiadoni, che Claudio prepara in una delle migliori versioni esistenti, sia al forno che fritti. In passato questi ravioli salati si facevano molto più grandi e farciti solo con uova e pecorino. «L’Abruzzo è terra di transumanza». Oggi si trovano anche con latte vaccino e poi, sempre per l’esigenza di mangiarli comodamente anche per strada, si fanno più piccoli. Alla Chitarra Antica li trovate tutto l’anno, mentre nelle vicine Marche sono più rigidi: sono i piconi marchigiani, che però si fanno solo ed esclusivamente nel periodo pasquale.

Giugno e luglio, rimpizzo
Almeno in passato l’usanza voleva che solo dopo la trebbiatura, le donne preparassero questi biscotti molto semplici, sempre con l’aggiunta di anice, da consumare poi con una grande quantità di vino, per alleviare le fatiche.

Tutto l’anno, ferratelle e parrozzi
Per quanto possa essere più facile trovare ferratelle e parrozzi in occasione di feste, questi due dolci sono un grande classico della biscotteria abruzzese: i primi sono semplici cialde a base di uova, farina, olio d’oliva, limone grattugiato e ovviamente anice, preparate e chiamate in modo diverso a seconda della zona, ad esempio pizzele, cancellate o neole; il secondo, invece, forse non ha bisogno di presentazioni. Il parrozzo, un tempo pan rozzo, infatti, è il biscotto re della pasticceria pescarese, fatto con farina di mais, latte, zucchero, mandorle, buccia di arance e ricoperto di cioccolato fondente. Sarà anche vero che è associato al Natale, ma a Pescara il parrozzo è d’obbligo tutto l’anno, soprattutto Alla Chitarra Antica.

Se avete qualche informazione in più per arricchire il nostro calendario della biscotteria abruzzese, non esitate a farcelo sapere!

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