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da Oriental i migliori prodotti del Sol Levante

da Oriental i migliori prodotti del Sol Levante

Il Giappone a Milano lo si trova in zona Buenos Aires, uno dei primi quartieri dove la “milanesità” ha imparato a convivere con altre culture e a farne tesoro. Tra le vie al riparo dal caos del Corso è un susseguirsi di aromi esotici: Africa, India, Turchia. La presenza dell’Oriente la si intuisce da alcune insegne. E da una vetrina che, al 25 di via San Gregorio, attira per il calore della luce e l’arredamento raffinato. Il negozio si chiama Oriental, un piccolo market asiatico aperto ormai da due anni. Una volta dentro è difficile non farsi prendere dal desiderio di sapere tutto, non solo della cucina, ma anche della cultura, delle abitudini, delle tradizioni giapponesi. Quei prodotti non sono lì solo per essere venduti: nell’esposizione si intuisce la trama di un racconto. Motivo della visita, una selezione di ingredienti, in edizione limitata, provenienti dalla regione dell’Hokkaido: funghi shitake, riso autoctono, salsa di soia, miso, alghe nori pescate a mano e un’acqua molto particolare.

Cosa c’è di così particolare in Hokkaido?

L’Hokkaido è l’isola più settentrionale dell’arcipelago giapponese. Un ecosistema incredibilmente intatto, fatto di vulcani, laghi, montagne e sorgenti termali. Qui il tempo sembra che scorra a una velocità diversa. Le persone invecchiano più lentamente e la natura conserva ancora buona parte della propria purezza. Da molti giapponesi è considerata un piccolo paradiso terrestre. Per i gastronomi una sorta di mecca, proprio perché, essendo l’ambiente incontaminato, le materie prime sono di una qualità eccelsa.

Ecco dove trovare il riso che usano gli chef stellati giapponesi

Alcune di queste oggi sono sugli scaffali di Oriental. Il riso è accomodato in una scatola. Dentro tre confezioni di altrettante varietà: la Yumepirika, premiata come la migliore del Giappone per tre anni consecutivi. «Là i premi contano tantissimo e in ogni settore, non solo in quello alimentare», spiega Andrea Calvo, che quel paese ormai lo conosce come le sue tasche. L’altra è la Oboroduki, che viene “coltivata a freddo”. Per questo contiene meno amilosio ed è indicata per chi ha problemi di glicemia alta. A completare il quadro c’è la Nanatsuboshi, ideale per fare il sushi, spesso usata nei ristoranti stellati del Sol Levante.

Miso, alghe, funghi shitake e un’acqua purissima

Tre le tipologie di miso: il Pirika, che contiene più riso del normale e quindi il triplo degli isoflavoni, che hanno un’azione antiossidante. Poi c’è Shiro, meno fermentato, pertanto meno sapido. E il Dashi, perfetto per le zuppe di pesce. Altra specialità il Moromi di melanzane, una salsa a base di miso a cui è stata bloccata la fermentazione e aggiunto dell’orzo. Il risultato è un sapore tra l’agrodolce e il pungente che si sposa alla perfezione con il cetriolo. Se volete assaggiare delle vere alghe selvagge, ci sono gli snack di Nori che racchiudono, in pochi centimetri quadrati, tutto il sapore delle acque cristalline dove vengono raccolte a mano. Ultima, ma non ultima, la Gaivota, un’acqua così pura che in Giappone viene utilizzata solo per fare il tè.

Da Oriental un angolo di Giappone a Milano

Se questi prodotti sono arrivati fino a Milano, il merito è di Andrea Calvo, il proprietario di Oriental, che è riuscito a siglare un accordo con la prefettura di Hokkaido e Finnair, vettore finlandese che si è fatto carico del trasporto. Tecnico ed educatore alimentare, Andrea è italiano, è sposato con una donna cinese e ha una figlia con un nome dal suono francese. A casa sua, se apri il cassetto delle posate «ci trovi più bacchette che forchette». Dopo aver vissuto in Cina per un paio di anni, è tornato in Italia per laurearsi in Scienze Gastronomiche all’Università di Pollenzo.

La qualità della materia prima di tutto

Lì ha conosciuto Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, e si può dire che, da quel momento, la sua vita non è stata più la stessa. Da lui ha appreso l’importanza della qualità della materia prima. Ma anziché concentrarsi sulla filiera locale, si è fatto guidare dal richiamo d’Oriente e dal 2011 ha iniziato a importare eccellenze asiatiche (per l’80% giapponesi, poi cinesi, thailandesi e coreane), selezionate al di fuori dei mercati convenzionali.

Ingredienti giapponesi, cucina italiana

A sceglierle è lui in prima persona, mentre il negozio è l’emanazione diretta dei suoi numerosi viaggi e della sua passione per l’Oriente. Se avete la fortuna di incontrarlo, fatevi guidare alla scoperta dei prodotti che affollano ordinatamente le mensole. Ma soprattutto fatevi svelare i segreti per declinare i vari ingredienti nelle ricette di tutti i giorni. Come, per esempio, quello di aggiungere un po’ di miso allo yogurt greco così da creare un’emulsione d’accompagnamento per il pollo alla piastra non solo saporita, ma anche ricca di proprietà nutritive.

Gemellaggio Giappone-Milano: un progetto a lungo termine

Quella con l’Hokkaido è solo la prima di una lunga serie – «si spera» – di gemellaggi con altre regioni del Giappone che Calvo vorrebbe attivare nei prossimi mesi e che farebbero arrivare a Milano prodotti rari, eccellenti e unici. Piccoli scrigni di sapore con cui creare un ponte, «un incontro e uno scambio tra due culture apparentemente lontane: Oriente e Occidente. Questa filosofia vuole diventare un manifesto, un nuovo modo di sperimentare, superando limiti e convenzioni. Fare innovazione in settori in continuo movimento è la sfida più grande», Andrea non ha dubbi.

Crema di patate con crostini

Crema di patate con crostini

Probabilmente quando leggerete la descrizione al mio post avrò già perso una parte di followers, visto che ancora una volta devo ammettere di essere ricorsa al #belleepronto del supermercato, anche se questo è accaduto una quindicina di anni fa.
L’ultima volta che ho preparato la crema di patate è stato quando vivevamo in America ed era quella della Campbell’s che con quella al pomodoro era la nostra preferita.
Ecco qui avete scoperto anche questa mia debolezza, le zuppe pronte del famoso brand americano.
Se mi avete perdonato leggete la mia ricetta della crema di patate fatta rigorosamente in casa.

Ingredienti

500 g di patate già pulite
2 carote medie
1/2 cipolla rossa
2 cucchiai di acqua
circa 500 ml di latte caldo
2 cucchiai di olio extravergine d’oliva
spezie a piacere
noce moscata
sale e pepe
crostini di pane
avanzi di pane secco
   o in alternativa pane in cassetta
olio extravergine d’oliva
sale allo zenzero a piacere
aglio in polvere
salvia, timo, rosmarino

Per il procedimento

Per i crostini, tagliare il pane a cubetti.
Scaldare 1 cucchiaio di olio extravergine d’oliva in una padella antiaderente.
Versare nella padella i dadini di pane, aggiungere i sapori e tostarli avendo cura di mescolarli spesso.
una volta pronti, versarli in una teglia foderata con
carta per fritti a raffreddare, sistemandoli in uno strato unico.

Per preparare la crema di patate

Dopo aver lavato e sbucciato le carote, tagliarle come per il soffritto e fare la stessa cosa con la cipolla.

Tagliare le patate a cubetti e risciacquarle sotto l’acqua corrente.

 In una casseruola scaldare l’olio,

unire carote e cipolle

aggiungere l’acqua e far rosolare per 5 minuti, mescolando spesso.

A questo punto unire le patate a tocchetti e rosolarle per cinque minuti mescolando.

Versare sulle patate il latte caldo, fino a coprirle completamente.
Salare e a piacere aggiungere pepe e spezie.
Coprire  la pentola con il coperchio, lasciando un piccolo spiraglio; mescolare di tanto in tanto controllando che il latte non bolla troppo e di conseguenza esca dalla pentola. Se il liquido dovesse asciugarsi troppo, aggiungere un bicchiere di latte caldo o brodo.
Dopo circa 20 minuti (dipende quanto piccoli avete tagliato i tocchetti di patate), togliere la casseruola dalla fiamma e

con il minipimer ad immersione frullare il composto, facendo attenzione a non lasciare formare schiuma (il trucco è quello di non muovere il minipimer mentre frulla ma di spostarlo spegnendolo dopo aver frullato). A me piace lasciare qualche pezzo di patata intero.
Insaporire con la noce moscata e servire con i crostini a parte.

Dieta depurativa di tre giorni dopo Natale

Dieta depurativa di tre giorni dopo Natale

Basta poco per smaltire liquidi, tossine e gonfiore che ci hanno “regalato” le feste. Una manciata di tre giorni in cui stare attenti all’alimentazione, con piatti leggeri, ma gustosi: ecco come fare

Non si può festeggiare il Natale, e tutte le feste che si porta con sè, senza godersi i ricchi piatti della tradizione insieme ai propri cari. Vietato pasteggiare a petto di pollo alla piastra e insalata: ne gioverebbe il fisico (forse), ma di sicuro non il cuore. In fondo basterà poi solo una dieta di tre giorni per depurarsi dagli eccessi e ritrovare la forma.

Dieta depurativa di tre giorni

L’ideale sarebbe resettare corpo e mente dalle abitudini alimentari non proprio corrette acquisite nei giorni di festa. Abbandonate alcolici, bibite gassate, dolci, prodotti confezionati e in generale tutto ciò che potrebbe indurre a esagerare con le porzioni.
Prediligete alimenti che aiutano il processo depurativo, come il succo di limone usato per condire oppure per aromatizzare acqua e tè verde. Tra le verdure, quelle che vantano proprietà più spiccatamente detox sono le barbabietole, insalata, spinaci, cicoria, tarassaco (e in generale tutte le verdure a foglia verde), sedano, carciofi e finocchi.
Scegliete proteine magre – pesce e carne bianca, uova, legumi e formaggi magri (non la versione light di formaggi grassi) – che saziano e fanno lavorare il metabolismo, e usate solo olio extra vergine d’oliva a crudo come condimento.

I trucchi per resistere alla dieta

In effetti è solo una dieta di tre giorni per depurarsi, ma dopo tutte le golosità natalizie ridurre le quantità di quello che mangiamo e tornare a un’alimentazione più semplice può essere difficile. Iniziate allora il pasto con della verdura cruda – un pinzimonio o un’insalata mista andranno benissimo – che costringendovi a masticare per bene, contribuirà a favorire il senso di sazietà. Ricordatevi di condire sempre la verdura con olio extra vergine d’oliva per assimilare le vitamine e sfruttare il potere saziante delle fibre. Sempre per illudere lo stomaco, provate a bere un bicchiere d’acqua prima di ogni pasto: partirete con la pancia già un po’ piena.
Se vi siete abituati ai dolci e proprio non riuscite a rinunciarci, provate a cuocere delle mele o delle pere in forno con tutta la buccia e un po’ di cannella, noce moscata e chiodi di garofano. Una volta cotte saranno naturalmente dolcissime e basterà un trito di frutta secca o una cucchiaiata di yogurt denso per una merenda sana e golosa. Per rendere più gustosi carne bianca e pesce provate ad accompagnarli con una salsina fatta mescolando yogurt, curry e olio oppure senape e succo di limone. Se invece siete tra quelli che bevono poco – quando, in realtà, l’acqua è fondamentale per eliminare scorie e tossine – preparate delle acque aromatizzate mettendo in infusione in un litro d’acqua qualche fettina di limone, arancio o pompelmo oppure una manciata di chicchi di melograno e dello zenzero. Otterrete una bevanda gustosa, che, inoltre, sfrutta alimenti utili per depurarsi.

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