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In Lombardia tra lago (d’Iseo), una piccola Roma, montagne e piramidi

In Lombardia tra lago (d'Iseo), una piccola Roma, montagne e piramidi

In questa estate tutta italiana, la montagna avrà il suo riscatto. Qui, vi portiamo a scoprire i sentieri meno battuti della Lombardia, che partono dal lago più scenografico e arrivano in cima (lì dove si dice si veda la Madonnina), passando per riserve di daini e formaggi in cascina. E tra una villa Aventino e una piazza San Pietro, spuntano anche le piramidi

Non sarà grande come il lago di Garda, «nobile» come il Maggiore (e le sue ville storiche), famoso in tutto il mondo come il Lario (lago di Como), reso ancor più prestigioso da Alessandro Manzoni prima e George Clooney poi. Eppure fidatevi: quello d’Iseo è forse il lago più scenografico di tutta la Lombardia. 

Il lago d’Iseo

Si trova a metà strada tra Brescia e Bergamo, e se si arriva da quest’ultima poco prima si passa davanti a un altro lago, quello d’Endine: molto piccolo sì, ma altrettanto delizioso. La sua caratteristica migliore è che è rimasto naturalmente intatto, ossia ben incastonato tra valli, boschi e montagne che si riflettono nelle sue acque, senza troppi mattoni o cemento intorno. In inverno è frequente che la superficie si ghiacci, e che i locali si divertano a camminarci e pattinarci sopra (con quale coraggio non si sa, se volete provare vi raccomandiamo di informarvi bene prima sulle condizioni del ghiaccio).

Bossico, la «piccola Roma»

Superato Endine, in direzione Lovere, arriverete dritti sulle sponde del lago d’Iseo. Il nostro consiglio, però, è di non fermarvi qui e salire – letteralmente – lungo la strada che porta a Bossico (Bg), una località di montagna pressoché sconosciuta, ma molto accogliente, e da cui si gode una vista meravigliosa sul lago sottostante. E non solo.

Definita – certamente con un po’ di audacia – la piccola Roma, Bossico ha una piazza denominata San Pietro, una chiesa intitolata ai SS.Pietro e Paolo, una via Roma, e soprattutto ville storiche costruite tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, e chiamate con nomi legati proprio a Roma capitale: Celio, Quirinale, Vaticano, Pincio, Aventino, Campidoglio; più altre intitolate alla storia di Giuseppe Garibaldi: Caprera, Suello, Villa Glori…  Il perché è presto detto: proprio in virtù della sua incantevole posizione panoramica sul lago d’Iseo, Bossico divenne nel secondo Ottocento una località di villeggiatura particolarmente apprezzata dall’alta borghesia locale, che qui costruì ville intitolandole appunto con nomi romani e risorgimentali, in onore dei propri ideali patriottici (con buona pace della Lega oggi).

A Bossico si soggiorna comodamente sia presso l’Hotel Miralago sia presso l’Albergo Al Milano, entrambi in posizione centrale, con possibilità di parcheggio gratuita e dotati di un buon ristorante.

La zona è un ottimo punto di partenza per escursioni: l’altopiano di Bossico vanta infatti 50 chilometri di piacevoli sentieri e sentierini (ottimi per praticare il nordic walking, ma anche per schizzare in e-bike e mountain bike), due grandi aree attrezzate per picnic, una riserva di daini, e offre panorami davvero meravigliosi sui due laghi sottostati (Iseo e d’Endine, appunto), Monte Isola (l’isola lacustre al centro del lago), le valli adiacenti e sul massiccio montuoso della Presolana. La passeggiata più bella è quella che arriva fin sul monte Colombina (1459 metri alla portata di tutti), che riconoscerete dalla croce sulla cima. Lì troverete anche un quaderno di vetta su cui lasciare la vostra firma. Lo sguardo dall’alto abbraccerà le Orobie, la Valle Camonica, la Pianura Padana. Nei giorni particolarmente limpidi si dice che si possa avvistare persino il luccichio della Madonnina di Milano, ma sinceramente noi quella non l’abbiamo vista (tutto il resto sì).

In genere, ogni prima domenica di agosto, a Bossico si svolge la Festa del pane di patate: i cortili delle case del centro storico si aprono al pubblico e per l’occasione si (ri)accendono gli antichi forni a legna, dove il pane di patate qui tradizionale viene cotto secondo una ricetta antica, tramandata da generazioni, con farina, acqua, lievito, sale e patate bollite, rigorosamente a chilometro zero, perché quelle di Bossico hanno fama di essere particolarmente saporite e vengono coltivate anche oggi negli orti e nei campi dell’altopiano. Ai visitatori è dunque concesso osservare come questo pane viene impastato, cotto e sfornato, e alla fine anche assaggiarlo. È un appuntamento cui una volta vi raccomandiamo di partecipare, anche se purtroppo quest’anno non ci sarà a causa dell’emergenza sanitaria in corso.

Da fare, però, anche quest’anno, gustare uno dei (tanti) formaggi tradizionali prodotti nelle cascine della zona (sono quattro): qui il latte non si lavora come in un caseificio, non ci sono protocolli, strumenti di precisione. Si fa tutto a mano, e a occhio, seguendo esclusivamente la pazienza, l’esperienza e l’istinto. E come ci dice Patrizia Gandini dell’Ufficio Pro Loco: «Ogni gesto si ripete sempre uguale e sempre diverso, perché il latte crudo è un alimento vivo e le giornate non sono mai le stesse. Per questo i sapori dei formaggi dell’altopiano di Bossico sono unici, perché si fanno con artigianalità, tradizione, passione e buona natura, e in ogni formaggio – dal più stagionato alla ricotta o alla formaggella – si assaporano anche le emozioni e i profumi della montagna e del lago».

Nel fare i formaggi in cascina, ogni gesto si ripete sempre uguale e diverso, perché il latte crudo è un alimento vivo e le giornate non sono mai le stesse. Per questo i sapori dei formaggi dell’altopiano di Bossico sono unici

Un giro a Monte Isola

Dopo averla ammirata tanto dall’alto, riscendendo al lago non si può non far tappa a Monte Isola, l’isola lacustre più grande d’Europa, e che si trova proprio al centro del lago d’Iseo. È stata resa celebre nel 2016 dall’installazione The Floating Piers dell’artista Christo, scomparso di recente, e che consisteva in una «passerella galleggiante sul lago» che collegava le isole di Monte Isola e la vicina (e piccolissima) San Paolo alla terraferma (comune di Sulzano). Per arrivare a Monte Isola oggi la partenza è sempre da Sulzano solo che il lago si attraversa comunemente in traghetto. Il giro completo dell’isola è di 9 chilometri, da percorrere tranquillamente a piedi o in bicicletta, e facendo solo attenzione a scansare gli spericolati vespisti locali (in compenso qui macchine non ce ne sono). La passeggiata è facile, a parte qualche tratto più ripido a sud e che mette alla prova soprattutto il fiato dei ciclisti. Qua e là ci sono scorci molto belli, in particolare davanti all’isolotto (con castello) di Loreto. All’Hostaria Milago di Peschiera Maraglio (lì dove approda il traghetto) si mangia ottimo pesce di lago con vista super.

Le piramidi di Zone

Ma c’è ancora qualcosa di poco noto e molto suggestivo che vi vogliamo segnalare in zona. Nell’area del comune di Zone, 14 chilometri da Sulzano (ci troviamo sulla sponda bresciana del lago d’Iseo), c’è un Parco con delle vere piramidi, ossia sculture di pietra assolutamente naturali (e talvolta altissime) formatesi a causa dell’erosione dell’acqua a contatto con il particolare terreno di origine morenica della montagna. Vi assicuriamo che tra queste rocce lo spettacolo è garantito, anche se nella risalita ci sarà da sudare un pochino.

Agriristoro a Milano, da T’imo pranzo aromatico in cascina

Agriristoro a Milano, da T'imo pranzo aromatico in cascina

Il primo agriristoro di Milano si chiama T’imo, si trova all’interno di Cascina Sant’Ambrogio ed è perfetto per un pranzo (aromatico) in compagnia degli amici

Tra l’Ortica e Forlanini, da qualche giorno è nato T’imo. Il primo agriristoro di Milano si trova all’interno della fattoria urbana di CasciNet, nel quartiere Cavriana. I palazzi a specchio in stile anni 80 rimangono sullo sfondo insieme al gasometro, simboli del passato di una città lontana dal centro, ma altamente produttiva, sotto i quali oggi invece dominano il verde e i rumori della campagna. Perché agriristoro non un bar o un ristorante? Perché è un posto dove non si va solo per mangiare, ma anche per ristorarsi, riposarsi, rilassarsi. E perché quello che si assaggia viene in parte prodotto nella Food Forest che circonda Cascina Sant’Ambrogio, soprattutto le erbe aromatiche, le stesse che risuonano nel nome.

Agriristoro in città perfetto per un pranzo con gli amici

Man mano che si “segue il sentiero”, si ha la sensazione di essere arrivati a casa di amici o di essere capitati nel bel mezzo di una festa contadina, di quelle che forse non si trovano più così facilmente neanche in campagna. Se vi sentite persi, fatevi guidare dalla musica. Se dovete decidere come andare, scegliete la bicicletta: il piacere di sedersi all’ombra di un fico sarà maggiore. Se siete amanti dello yoga, programmate la vostra visita in concomitanza con una delle tante attività che popolano il calendario estivo. Se ricongiungervi con degli amici che non vedete da tanto tempo questo è il posto ideale per una bella tavolata.

Cos’è una Food Forest (e perché è importante saperlo)?

Se vi siete chiesti cos’è una Food Forest, la risposta è più semplice di quanto si possa immaginare: si tratta di un ecosistema di alberi, arbusti da piccoli frutti, erbe officinali, acqua, api, insetti, piccole strutture realizzate con materiali naturali. Un bosco sviluppato seguendo i principi della permacultura che i ragazzi di CasciNet hanno scelto come opzione per rigenerare uno spazio semi-abbandonato della città.

Agriristoro, per CasciNet T’imo punto d’arrivo e non di partenza

CasciNet nasce infatti come associazione senza scopo di lucro per generare un ambiente in cui cultura, comunità e agricoltura siano in sinergia. Al fianco dell’associazione è stata poi costituita anche la Società agricola di Impresa Sociale. L’agriristoro è l’esito di un percorso che non aveva come obiettivo l’inaugurazione di un locale, ma il desiderio di costruire per Milano un punto di incontro con profonde radici storiche (anche se può sembrare strano, Milano è sempre stata una città fortemente votata all’agricoltura e oggi è il secondo comune agricolo d’Italia dopo Roma). Le persone che ne fanno parte si stanno prendendo cura dell’edificio e del suo circondario da ormai diversi anni. Tra i vari progetti, oltre alla Food Forest e l’Agriristoro ci sono anche una community garden di ortisti, l’Asilo nel Bosco e un apiario condiviso.

T’imo in Cascina Sant’Ambrogio

Da monastero a cascina agricola, la Cascina Sant’Ambrogio ha una storia millenaria. Nel tempo ha ospitato monache e agricoltori, famiglie e migranti. Mai abbandonata, agli inizi del 2000 le attività agricole si erano interrotte e la cascina ha iniziato a soffrire la mancanza di energia nuova così, nel maggio 2012, dieci giovani milanesi, tra cui il nipote di uno storico abitante, hanno iniziato a ripulire ed aprire al pubblico gli spazi cascinali: l’aia, il porticato, l’ex fienile. Gli stessi dove oggi si può venire a pranzo all’ombra di alcune vele issate a mo’ di ombrelloni o delle fronde degli alberi (dalle 12.00 alle 14.30). Dalle 18 alle 22.30 è il momento dell’aperitivo, tranne il venerdì perché quello è il giorno della cena sociale (al momento, per evitare assembramenti, è sempre necessario prenotare).

Il pranzo aromatico è servito

Da T’imo il pranzo aromatico è fatto con ingredienti stagionali e valorizzati dalla selezione di odori che arrivano direttamente dall’orto: santoreggia, santolina, levistico, timo arancio, dragoncello e tante altre. A comporre i piatti sarete voi, scegliendo un carboidrato (riso Carnaroli Classico della Cascina Battivacco), due verdure di stagione, e due proteine (c’è anche l’opzione vegetariana). All’aperitivo, insieme alla birra artigianale o ai cocktail si possono ordinare dei piattini misti con assaggi dell’orto e della fattoria oppure panini farciti fatti con un pane casereccio croccante fuori ma morbido dentro, perfetto per assorbire gli umori dei suoi ingredienti. A chi partecipa alla cena sociale (un “buon” modo per sostenere le attività di CasciNet) vengono proposti piatti vegetariani con verdure dell’azienda Agricola Vitalba o dei campi di Vettabbia coltivati direttamente dai soci. Per quanto riguarda le materie prime animali, ci tengono a far sapere che provengono esclusivamente da allevamenti etici.

#OggiDelivery a Napoli: uramaki con asparagi del Vesuvio e pop corn

#OggiDelivery a Napoli: uramaki con asparagi del Vesuvio e pop corn

Il sushi incontra gli ingredienti della cucina napoletana: ecco il bizzarro uramaki di Sushi & Co a Napoli #oggidelivery

Nato nel 2018 nella zona di Piazza Borsa, Sushi & Co ha conquistato Napoli con la sua offerta divertente, fra territorio e cultura pop. Alessio D’Agostino, classe ’95, è lo chef che ha permesso questo incontro grazie alla sua grande passione per la cultura orientale e alla voglia di sperimentare con abbinamenti insoliti.

«La mia è una ricerca costante di prodotti del territorio, di materia prima che mi piace abbinare ai prodotti asiatici. Dall’asparago selvatico del Vesuvio, alla granella di nocciole di Giffoni passando per il peperoncino verde di fiume dell’agro sarnese-nocerino. Non manca nella filosofia dell’intero brand un occhio sempre attento alla sostenibilità e al rispetto del mare, con l’utilizzo di prodotti certificati “Friends of the Sea” (progetto della World Sustainability Organization, ONG internazionale impegnata nella tutela ambientale, che persegue una filosofia di effettiva sostenibilità ittica.)».

#OggiDelivery: Uramaki “Netflix”

Fra gli abbinamenti più originali disponibili anche in delivery c’è il “Netflix”, un uramaki ripieno di tartare di salmone condita con salsa di soia agrumata, asparagi selvatici del Vesuvio in tempura croccante, maionese al pop corn e completato con filetti di tonno e popcorn a decorare.

Il delivery di Sushi and Co. viene effettuato da driver interni, così da assicurare un controllo diretto ed efficiente sulle consegne. Le prenotazioni sono possibili chiamando il numero 081 420 2414 o scrivendo via Whatsapp al numero 3495190938.

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