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Sentimento d’identità italiana | La Cucina Italiana

La Cucina Italiana

« Sì, mangiando risotto a Milano come spaghetti a Napoli o fettuccine a Roma, io mi sento italiano, e godo dell’italianità sì del Barolo a Torino come del Sassella valtellinese: e mi parrebbe peccato  guastare questa stupenda varietà gastronomica, né per questo mi sento meno unitario». Massimo Montanari, docente di Storia medievale e di Storia dell’alimentazione a Bologna, cita il Dizionario moderno (1905) di Alfredo Panzini per dire della «straordinaria e irriducibile biodiversità culturale che ha costituito nei secoli – ben prima che l’Italia esistesse anche come unità politica – una rete di saperi e di pratiche che si conoscono, si confrontano, si integrano». Montanari è uno degli undici componenti nonché presidente del comitato scientifico che ha «costruito» la proposta di candidatura della cucina di casa italiana come bene immateriale dell’Unesco. «La cucina e il gusto italiano», spiega Montanari, «non sono la semplice somma, ma la moltiplicazione delle diversità locali, condivise in un comune sentimento. Mi piace chiamarlo “sentimento” perché, alla cucina, gli italiani hanno affidato l’espressione della propria identità collettiva». Patrimoni immateriali dell’umanità sono quei beni che hanno una forte valenza identitaria e una funzione culturale per la comunità. Come, appunto, la cucina di casa italiana. L’idea della candidatura – lanciata due anni fa dalla nostra direttrice Maddalena Fossati e sostenuta dalla casa editrice Condé Nast – è ormai formalmente incanalata.

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L’identità come condivisione del gusto

La cultura gastronomica italiana verso il riconoscimento UNESCO. Lo storico dell’alimentazione Massimo Montanari racconta come molti secoli prima dell’unità politica gli italiani si riconoscevano in un comune stile di vita, legato allo scambio di saperi, di maniere e di abitudini alimentari

«Non dimentichiamo la nostra storia di stati e staterelli, la Magna Grecia, l’antica Roma, le diverse dominazioni», dice il grande pasticciere Corrado Assenza. «Siamo spesso uno, nessuno e centomila, ma alla fine la nostra identità nazionale esiste ed è dimostrata dalla preparazione del cibo. Abbiamo percorso territori, rielaborato e aggiornato tanto, e ora il nostro patchwork è un patrimonio culturale unico al mondo». Uno dei valori della cucina italiana è la semplicità. Ne è convinto Massimo Bottura, chef con tre stelle Michelin. La cultura gastronomica italiana ha il suo nucleo nella cucina di casa. «Una nostra recente indagine», afferma Laila Tentoni, presidentessa di Casa Artusi e componente del comitato scientifico del progetto Unesco, «ha appurato che oggi, come cento anni fa, le famiglie italiane non rinunciano a cenare insieme né al pranzo della domenica. Perciò non candidiamo ricette, bensì un sentimento che riguarda le famiglie, che le tiene unite; è l’amore degli italiani per la cucina e le buone pratiche».

1 Primo maggio a Mensano (Siena), 1969-71, © Ferruccio Malandrini
Gusto! La mostra che racconta le tavole degli italiani dal 1970 al 2050

Mestre: una grande mostra svela passato, presente e futuro del cibo. E, fra tradizione e innovazione, ci siamo anche noi de La Cucina Italiana

L’inserimento della cucina di casa italiana nella lista dei beni immateriali dell’Unesco può diventare un potente fattore di attrazione turistica. «Già oggi», spiega Roberta Garibaldi, amministratore delegato di Enit, anche lei componente del comitato scientifico, «è forte il desiderio di scoprire le specialità culinarie locali, di vivere esperienze a tema enogastronomico in Italia. Gli stessi operatori delle filiere saranno più interessati ad aprirsi al turismo, che diventerà un’ulteriore opportunità economica e sociale». E conclude: «Il riconoscimento può segnare inoltre un importante passo verso una maggiore presa di coscienza di questo patrimonio. Può quindi diventare occasione per educare le nuove generazioni, che dovranno tutelare e valorizzare la cucina italiana, evitando che questo patrimonio venga disperso». Come in ogni buona ricetta, servono ingredienti di qualità e tempi giusti anche per il riconoscimento Unesco di The italian home-made cooking between rituals and social practices. «Il dossier», spiega Silvia Sassone di Spoongroup, responsabile del progetto di candidatura, «è stato inviato alla Commissione nazionale Unesco dove da gennaio è in corso l’istruttoria».

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L’Italia mangia (sempre) meglio

Anche quest’anno La Cucina Italiana partecipa al congresso di Identità Milano 2022. Sarà l’occasione per parlare di eccellenze italiane e di sostenibilità

A che punto siamo

I beni immateriali italiani riconosciuti come patrimonio dell’umanità sono quindici.
Tra questi molti sono legati alla cultura enogastronomica come la cavatura del tartufo (nel 2021), l’arte dei pizzaiuoli napoletani, la transumanza, la dieta mediterranea…

Ecco i passi seguiti finora per la candidatura di «La cucina di casa italiana tra rituali e pratiche sociali»

1 dicembre 2021

È stata inoltrata la domanda d’iscrizione Inpai (Inventario Nazionale del Patrimonio Agroalimentare Italiano) presso il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali.
La richiesta è stata accettata nel marzo 2022.

13 dicembre 2021

Il dossier di candidatura è stato inviato alla Commissione nazionale italiana Unesco.

26 gennaio 2022

La Commissione Unesco ha affidato la fase istruttoria di valutazione della candidatura
al Ministero della cultura che dovrà avvalersi del contributo del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali. Oggi siamo in attesa della valutazione del dossier da parte del Ministero della cultura.

Toro, le ricette ideali | La Cucina Italiana

Toro, le ricette ideali | La Cucina Italiana

Se foste invitati a cena a casa di una persona nata sotto il segno del Toro vi consiglio vivamente di disdire tutti gli altri impegni e andarci. Anzi, vi consiglio anche di stare leggeri nei pasti precedenti. Il Toro in cucina è infatti nel suo habitat naturale. Stiamo parlando del secondo dei dodici segni dello Zodiaco e del primo dei tre segni di Terra. Per questo col Toro siamo ancora nei simboli di semplicità e schiettezza che caratterizzano i primi segni. Il Toro è immediato, diretto e concreto. Da buon segno di terra inoltre ama tutti quelli che sono i piaceri del corpo e del palato, proprio come la cucina. Questo è il segno legato al cibo inteso come nutrimento: dominato dal pianeta Venere, è uno dei segni associati alla figura materna che in questo caso esprime tutto il suo amore nutrendo, nel vero senso del termine, chi ama. Per il Toro quindi il cibo, la dispensa che trabocca, il frigorifero pieno e il piatto in tavola fumante sono dei veri gesti d’amore. Per conquistare un partner ovviamente usa prenderlo per la gola, che sia a casa o al ristorante. Il Toro, proprio a causa dell’elemento Terra, ama esprimere i suoi sentimenti e le sue emozioni attraverso gesti pratici, concreti. Così se spadella o informa lo fa per amore: verso qualcun altro o anche solo verso se stesso. Abbiamo detto all’inizio che qui i piaceri e il loro godimento senza alcun senso di colpa sono i veri protagonisti del carattere.

Il Toro e il cibo

L’amore del Toro per il cibo parte già dalla spesa: che sia al supermercato oppure tra le bancarelle del mercato non importa, per lui è una vera estasi per gli occhi e il cuore. Il Toro ama la sua casa ed accogliere amici e amori, quindi tutto sarà curato ma senza quella precisione maniacale che caratterizza altri segni: qui si vive nella naturalezza, nella semplicità, nella condivisione sincera. Per questo nella cucina di un Toro ci sentiamo sempre a nostro agio. La naturalezza di questo carattere si esprime anche nei cibi che il Toro adora mangiare (e spesso anche cucinare). Parliamo di piatti della tradizione casalinga: gustosi ma semplici, lunghi forse nella preparazione (il Toro è un tipo paziente) ma non ricercati o particolarmente raffinati.

I gusti del Toro

Il Toro è perfetto per i sapori intensi di tagliatelle al ragù alla bolognese oppure con i funghi, tortellini in brodo, arrosti cotti all’antica e l’immancabile polenta con la cacciagione come il coniglio alla bergamasca. Al Toro piace proprio l’idea di un bel piatto da portata fumante posto a centrotavola dal quale sarebbe gradito che tutti prendessero anche il bis. A questo segno zodiacale piace passare tanto tempo a tavola quindi aspettatevi diverse portate, diverse bottiglie di vino (meglio rosso) stappate in allegria, e poi dolce (anche qui una classica millefoglie o una crostata al cioccolato e castagne), frutta, caffè, ammazzacaffè. Anzi, se non sapete che cosa portare come presente al vostro ospite del Toro, andate sul sicuro con una buona bottiglia di amaro, magari fatto in casa. Insomma, avete presente le cene leggere? Le insalatone veloci? I pesciolini al forno con un filo d’olio e qualche aroma? Ecco, qui potete scordarvele!

Infine c’è una cosa molto bella che accomuna quasi tutti i Toro: l’odio per lo spreco. Per questo tutti gli avanzi qui saranno i benvenuti e ci si prenderà cura di tutti che avranno il loro posticino nel frigorifero prima e sulla tavola del giorno dopo. Il Toro è bravissimo anche a riutilizzare gli avanzi di cibo, proprio come facevano le nonne: quindi via libera alle frittate di pasta, timballi e torte salate.

» Uovo di cioccolato con frutta secca

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Innanzitutto tostate la frutta secca in forno per 15-30 minuti a 100°C, in forno ventilato già caldo, poi lasciate raffreddare.
Spezzettate il cioccolato e scioglietelo, in microonde o a bagnomaria.

Riprendete la frutta secca ormai fredda e mettetela nello stampo per l’uovo, cercando di creare un unico strato che raffiguri un uovo.
Questo è il passaggio più delicato: cercando di non far spostare la frutta secca, coprite il disegno con il cioccolato fuso (magari potete aiutarvi con una sac-à-poche), quindi procedete a coprire anche il resto dello stampo, cercando di creare uno strato uniforme e non troppo spesso, poi pulite i bordi e lasciate asciugare completamente.

Una volta completamente asciutto, pareggiate delicatamente i bordi con una lama liscia se necessario e sformate l’uovo dallo stampo.

Preparate la seconda metà, distribuendo semplicemente il cioccolato su tutta la superficie in maniera uniforme.
Pulite i bordi e lasciate solidificare in un luogo fresco (possibilmente non in frigo, per non far perdere lucidità al cioccolato): una volta completamente asciutto, pareggiate i bordi e sformate.

A questo punto, se lo desiderate, potete aggiungere una sorpresa (mi raccomando, inseritela in un sacchetto per alimenti ben chiuso).
Spalmate con un pennellino del cioccolato fuso lungo tutti i bordi delle 2 metà e poi unitele, facendole aderire per bene, e lasciate asciugare.

L’uovo di cioccolato con frutta secca è pronto, non vi resta che stupire tutti i vostri ospiti.

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