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Cos’è l’agricoltura biodinamica? | La Cucina Italiana

La Cucina Italiana

L’ agricoltura Biodinamica nacque formalmente nel 1924 grazie alle pratiche indicate da Rudolf Steiner, filosofo, ricercatore e fondatore dell’Antroposofia, per cercare una risposta ai problemi emergenti dall’agricoltura chimica allora incipiente. In quell’occasione furono gettate le basi per una concezione di azienda agricola che diremmo oggi “olistica”. Si tratta infatti di un’idea di azienda in relazione con l’ambiente circostante, con la Terra intera e infine con il cosmo dei pianeti e costellazioni.

Cos’è l’agricoltura biondinamica?

Agricoltura biodinamica. Due parole che implicano un modo di lavorare, osservare, di vivere la terra. Una filosofia di vita per apprezzare tutta l’armonia di un campo coltivato, il succedersi delle stagioni e del tempo. Con il metodo biodinamico, l’agricoltura è in sintonia con la natura, con la terra e con gli uomini. In biodinamica si parla dunque di agricoltura organica intendendo con questo l’attenzione verso tutti quei sistemi compiuti di relazioni viventi che individuiamo nella nostra osservazione, non solo materiale. Una pianta è un organismo vivente così come il sistema humus-terreno, il compost, l’animale, l’azienda agricola, il pianeta, il sistema planetario.

Come si pratica?

La concimazione, la coltivazione e l’allevamento sono attuati con modalità che rispettano e promuovono la fertilità e la vitalità del terreno e allo stesso tempo le qualità tipiche delle specie vegetali e animali.

L’idea è quella di abolire l’utilizzo di fertilizzanti minerali sintetici e di pesticidi chimici, e a gestire il terreno seguendo i cicli, detti lunari, in cui la natura è immersa.

Fondamentali in questo metodo sono quindi anche le fasi lunari, le posizioni dei pianeti nelle costellazioni dello zodiaco e il concetto di spruzzare il terreno con i cosiddetti preparati, fra cui appunto letame, ma anche polvere di quarzo, sostanze vegetali varie, diluizioni omeopatiche e in generale utilizzare parti di animali come cranio di bue o vescica di cervo per preparare il terreno e renderlo fertile.

La base ideale per creare un’unità biodinamica è l’azienda agricola con un allevamento di bestiame. Gli animali costituiscono infatti un elemento importante di questo organismo, fornendo prezioso fertilizzante, da usare dopo il compostaggio per incrementare la vitalità del terreno.

Secondo il metodo biodinamico, la fertilità e la vitalità del terreno devono essere ottenute con mezzi naturali: compost prodotto da concime solido da cortile, materiale vegetale come fertilizzante, rotazioni colturali, lotta antiparassitaria meccanica e pesticidi a base di sostanze minerali e vegetali.

Rendendo vitale la terra ed aumentandone l’attività biologica, le piante crescono in modo naturale, nutrite dall’ecosistema del suolo. La concimazione e la cura del terreno sono quindi finalizzate all’ottenimento e al mantenimento di questo equilibrio.

Oggi c’è anche una certificazione, Demeter, per cui vi sono alcune norme da rispettare per la produzione vegetale (uso di compost e preparati, divieto di materiali geneticamente modificati ecc.), ma anche direttive per la lavorazione della carne, prodotti caseari, prodotti di panificazione, frutta, verdure, spezie, erbe aromatiche, e prodotti non alimentari come i cosmetici e i prodotti tessili.

(Fonte Demeter)

 

18 ricette sostenibili | La Cucina Italiana

18 ricette sostenibili | La Cucina Italiana

Non c’è nulla di meglio che celebrare la Giornata internazionale della gastronomia sostenibile con tante buone ricette che rispettano l’ambiente. Quali i più importanti aspetti da guardare per cucinare green? Anzitutto guardare alla stagionalità degli ingredienti, unita ad una produzione il più possibile di filiera corta. Optare anche per una cucina zero sprechi, utilizzando tutto dei vegetali, i cosiddetti scarti, senza dimenticarsi degli avanzi.. sempre buonissimi riscaldati!

Guida alla celebrazione della giornata della gastronomia sostenibile

1. Cucinare di con ingredienti di stagione
2. Comprare da piccoli produttori (filiera corta)
3. Evitare prodotti imballati nella plastica
4. Evitare prodotti monouso
5. Minimizzare gli sprechi in cucina: usare tutto dei prodotti e cucinare gli avanzi
6. Ridurre l’uso di acqua in cucina
7. Riciclare l’olio esausto
8. Programmare bene la spesa e conservare gli alimenti in frigo in maniera adeguata di modo da non buttare prima che vadano a male

Ciliegie: 42 spettacolari ricette | La Cucina Italiana

La Cucina Italiana

Che siano dolci o acidule, tenerelle o duracine, le ciliegie sono il frutto più squisito dell’estate. Native dell’Asia occidentale, sono parenti alla lontana della rosa. Fresche e succose, le abbiamo portate in cucina in tantissime ricette per scoprire che anche ai fornelli non tradiscono le loro doti e con pochi tocchi trasformano creme e torte in dessert ricchi di tentazioni.

42 ricette con le ciliegie… basteranno?

Non vi immaginavate che le ciliegie potessero essere così versatili? Le abbiamo provate in tantissimi piatti, dolci e salati. Gelato con le ciliegie, ma anche strudel di ciliegie, oltre alle più classiche crostate, torte e savarin. Ma poi la nostra cucina in redazione si è messa ai fornelli con secondi creativi e dai contrasti dolce/salato: gli arrosti, di maiale e di anatra, si prestano bene per essere accompagnati da choutney di ciliegie e anche le insalate godono di questa presenza colorata e di stagione. Pronti per provare le nostre ricette?

Sette curiosità sulle ciliegie

Frutto del Prunus cerasus, l’amarena si distingue dalla ciliegia per il colore rosso più pallido, la maggior tenerezza della polpa e il sapore acidulo e poco dolce.

La ciliegia dolce matura sul Prunus avium, originario del Caucaso e diffuso in Italia fin dalla preistoria, come testimoniano i noccioli ritrovati in siti neolitici.

Buona anche fresca per chi ama l’asprigno, l’amarena dà il meglio in cottura: il calore e lo zucchero ne mitigano il lato pungente e la rendono più amabile.

I più grandi consumatori (e produttori) di ciliegie acidule sono i tedeschi: a esse hanno dedicato dolci, zuppe, salse… e coltivazioni anche lungo le strade.

Nel suo Grande dizionario di cucina, Dumas dice che i duroni non sono di alcun uso culinario. Dimenticava che è l’unica varietà che si può fare sotto spirito.

Il ciliegio conobbe nell’Europa del XVI secolo un successo straordinario. Le varietà, dopo due secoli di studi e colture, ammontavano a circa un centinaio.

Secondo un’antica credenza piantare un ciliegio nel proprio giardino porta bene alla casa e offrirne i frutti è come offrire un segno di fratellanza e di amicizia.

Le proprietà delle ciliegie

La frutta fa tutta bene e in ogni frutto si nascono proprietà benefiche per il proprio organismo. Le ciliegie non sono da meno: per cominciare le ciliegie sono ricche di vitamina C e A. Contengono poi acido folico, calcio, magnesio, potassio. Sono depurative e diuretiche e aiutano a prevenire l’invecchiamento cellulare. Quante mangiarne al giorno? Ne basta una manciata, una ventina, senza esagerare perché sono leggermente lassative. Mai buttare noccioli e peduncoli. I primi, lavati e lasciati essiccare, possono essere usati per riempire dei piccoli cuscinetti: scaldati possono essere usati per calmare leggeri crampi addominali.  I peduncoli invece servono per realizzare tisane.

Tisana ai peduncoli di ciliegie

Come? Far bollire un litro d’acqua e poi immergervi una manciata di gambi secchi di ciliegie; lasciare in infusione per circa 10 minuti e poi bere. Utile a purificare i reni e anche in caso di cistite (combinati alla giusta terapia, anche antibiotica se il medico lo consiglia).

Ecco tantissime ricette con le ciliegie 

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