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Crostata di marmellata di fichi fatta da noi. La ricetta

Crostata di marmellata di fichi fatta da noi. La ricetta

Nel Fermano, in un posto fuori dal tempo, abbiamo fatto questa crostata meravigliosa. Ecco come prepararla in casa vostra

Questa crostata è nata per gioco, perché ho trascorso qualche giorno Al Poggio dei 4 Borghi, uno splendido B&B sulle colline del Fermano: un luogo unico, immerso nella natura dove si gode un’atmosfera incontaminata e incantata, e un’incomparabile vista sulle colline, sui 4 borghi medievali e sui monti Sibillini.

La proprietà è circondata da alberi di ulivo, mele e fichi e insieme ai proprietari – due ragazzi giovani, simpatici e amanti della buona cucina e del buon bere – abbiamo pensato di raccogliere e preparare la marmellata di fichi bianchi (senza zucchero!) e di utilizzarla per i dolci della prima colazione.

Quella che segue è una versione di una delle nostre torte, buonissima!

Crostata di marmellata di fichi.
Crostata di marmellata di fichi.

Crostata di marmellata di fichi: ricetta

Ingredienti

400 g farina farro o integrale o normale o saraceno
200 g burro a pezzetti freddo
20 g zucchero grezzo
2 tuorli
Scorza di 1 limone non trattato
Un pizzico di sale

Un vasetto di marmellata di fichi bianchi da circa 300 g (meglio se non zuccherata).

Procedimento

Lavorare tutti gli ingredienti, tranne l’uovo, senza toccarli con le mani: per esempio con coltelli da portata non affilati.
Aggiungere l’uovo e impastare velocemente, senza far scaldare l’amalgama.
Fare una palla e lasciar riposare in frigo per 1 ora. Tirare fuori dal frigo e stendere la pasta col matterello su un foglio di carta da forno bagnato e strizzato, lasciandone un terzo per la decorazione.

Spostare la crostata in una teglia del diametro di circa 24 cm e riempire con la confettura di fichi (o altra a piacere) e stendere l’impasto avanzato ritagliando delle strisce per decorare la crostata.
Infornare, in forno già caldo, e cuocere per circa 35/40 minuti a 180 gradi.

Potete servirla con gelato alla panna o crema e accompagnarla con un vino dolce come un moscato o un Ramandolo friulano DOCG, un vino di decisa struttura, dotato di una notevole complessità olfattiva con note di albicocche secche, miele e nocciole, con una dolcezza risulta piacevolmente bilanciata dalla freschezza della sua acidità.

Se avanza della pasta, stendetela sul un foglio di carta forno e riponetela in frigo per qualche minuto, quindi tiratela fuori e coppate dei biscottini su cui potrete anche mettere delle scaglie di mandorla o pinoli. 10 Minuti in forno e sono pronti da servire con il caffè.

Crostata di marmellata di fichi.
Crostata di marmellata di fichi.

Settembre Gastronomico: dove mangiare bene a Parma

Il fiore di zucca 'primaverile' di Felice Lo Basso

Sino al 27 settembre, la ‘petite capitale’ celebra la Food Valley con una serie di eventi, aperti al pubblico, legati alle sua tradizione e ai grandi prodotti del territorio. Un’occasione imperdibile per (ri)scoprire la cucina locale. Ecco dove

Petite Capitale è sempre stata, da quando – nella prima metà dell’800 – fu il cuore del Ducato di Maria Luigia d’Austria, seconda moglie di Napoleone Bonaparte. Sino al 27 settembre si può ben dire che Parma diventa la capitale del cibo italiano, grazie a ‘Settembre Gastronomico’,  manifestazione che racconta la Food Valley attraverso le sue eccellenze gastronomiche. E’ l’espressione di sei filiere: le DOP Parmigiano Reggiano e Prosciutto di Parma, la pasta, il pomodoro, il latte e le alici. Un mix di tradizioni, artigianalità e passione che la rende Parma una realtà unica al mondo, come riconosciuto da UNESCO, che nel 2015 ha elevato la città ducale nell’Olimpo delle Creative Cities of Gastronomy: è stata la prima città italiana a ricevere questo riconoscimento, seguita poi da Alba. Il progetto ‘Settembre Gastronomico’ ha una natura corale, con l’alleanza  tra Istituzioni, Consorzi di Tutela, aziende alimentari e mondo della ristorazione. I promotori sono Comune di Parma e Fondazione Parma UNESCO Creative City of Gastronomy.

C’è anche una Tasty Box

Tante le iniziative, aperte al pubblico, che si possono scoprire nel sito ufficiale della manifestazione. Forse la più interessante, il 24 settembre, è  In cucina con Verdi, spettacolo messo in scena da Gianmaria Aliverta  per quella di svelare un lato del Maestro, la sua natura di raffinato amante della cucina. Il menu  a 75 euro, per l’evento al Bersò, sarà a cura del team di  Parma Quality Restaurants che comprende 30 ristoratori. Detto che ogni settimana di settembre sarà dedicata a una filiera rappresentativa della Food Valley parmense con proposte a tema in vari ristoranti, si è pensato ai foodie in arrivo con una simpatica idea. Chiunque soggiornerà in una delle strutture ricettive cittadine per una o più notti – purché il periodo comprenda il sabato riceverà una ‘Tasty Box – I Sapori della Food Valley’: un ricordo della gita ma anche un invito a sperimentare in cucina nella propria casa, nel segno dei sapori della città ducale. All’interno, infatti, gli ospiti potranno trovare le DOP Parmigiano Reggiano e Prosciutto di Parma, pasta, conserve di pomodoro, panna e le alici di Parma.

Che prodotti!

Ma il meglio – tra una lunga passeggiata nel centro storico e le mostre d’arte – è che ci si può felicemente dedicare alle gioie del palato. La summa è composta dai salumi tipici (Culatello di Zibello, Prosciutto Crudo di Parma, Salame di Felino, Spalla di San Secondo, Coppa di Parma…) da abbinare alla torta fritta; i tortelli di erbette – qui argomento di eterne discussioni sulle sfumature per realizzarli – e gli anolini; il bollito misto e lo stracotto; la torta Maria Luigia e i tortelli dolci preceduti ovviamente da qualche scaglia di Parmigiano Reggiano, se invecchiato ancora meglio. Ecco la nostra selezione di locali, giustamente non solo tipici, dove vi troverete benissimo.

 

Antica Osteria della Ghiaia

In Piazza Ghiaia, a pochi passi dal mercato storico della città, dal 1950 offre buona cucina parmigiana: molto amati i cappelletti alla parmigiana e la Vecia (la vecchia: piatto che ha come ingrediente principale il pesto di cavallo macinato).

Parmarotta

Mutua il nome dal quartiere: in passato, le piene della Parma (torrente) rompevano qui frequentemente gli argini. Rinomato, oltre che per le paste ripiene, anche per specialità allo spiedo e alla brace, rigorosamente di legna. Su richiesta, anche masterclass in cucina, per imparare a preparare piatti tipici come come i tortelli di erbetta.

I Tri Siochètt

L’insegna significa ‘I tre sciocchi’ in dialetto. Appena fuori città, è un’istituzione della cucina parmigiana. Offre la migliore tradizione culinaria locale: spalla cotta, tortino di borragine, salumi e gnocco fritto, paste ripiene. Aperta da più di 25 anni.

Osteria Virgilio

Virgilio si definisce ‘oste resistente’ alle mode ed è contrario alla filosofia del Km 0: se è giusto guardare vicino (ampia selezione di formaggi, salumi e vini locali), lo è altrettanto allungare lo sguardo alla ricerca del buono. Rispetto agli altri locali, ha la particolarità di trovarsi in Oltretorrente, la Parma del popolo.

Ristorante Cocchi

Parma in tavola, si potrebbe dire: un locale imperdibile per chi ricerca i sapori della tradizione. Locale fondato nel 1925 da Paride Cocchi e ora gestito da Corrado Cocchi e dal figlio Daniele. Tra le specialità: anolini in brodo; paste, tutte rigorosamente tirate a mano. Imperdibile il carello dei bolliti misti

Cortex Bistrot

Propone una ‘nuova cucina italiana’, mutuando ingredienti da altre culture. Lo chef Simone Devoti, affiancato da Diego Sales, ha lavorato diversi anni a Londra alla Locanda Locatelli. Ambiente informale, piatti godibili e contemporanei.

Antichi Sapori

Classica trattoria di campagna, che coniuga semplicità, calore familiare e una buona cucina, incentrata sulle specialità del territorio. Offre anche una verticale di Parmigiano Reggiano DOP con stagionature 30, 40 e 72 mesi. In cucina c’è Davide Censi.

L’Inkiostro

L’eccezione che conferma la regola: in una delle terre più legate alla tradizione, lavora uno dei maggior chef creativi in Italia ossia Terry Giacomello. La sua è cucina senza frontiere, super tecnica, ma non risparmia belle provocazioni al territorio.

Maison du Gourmet

Lo chef è Vincenzo Dinatale, che ha lavorato in grandi ristoranti: propone un menu degustazione di quattro portate (Omaggio alle Petit Paris) che esalta le tradizioni culinarie e i prodotti d’eccellenza del territorio, in modo innovativo. L’ambiente è raffinato e suggestivo, in località Coloreto.

Parizzi

Stellato da oltre 40 anni, è il ristorante per eccellenza di Parma, grazie alla bravura dello chef-patron Marco Parizzi. La tradizione non viene dimenticata ma è più interessante assaggiare piatti eclettici e di classe quale la Faraona in crosta di frutta secca con patate, cipollotti e champignon.

Ai Due Platani

Nella frazione di Coloreto c’è una delle trattorie emiliane ai vertici, regno dell’esperto Giancarlo Tavani. La ‘trimurti’ formata dai grandi salumi del territorio, le paste ripiene e il monumentale gelato alla crema è nota a tutti i gourmet italiani. Solida la cantina, che spazia dai vini locali a quelli d’Oltralpe.

Venice Renaissance – Celebrating Italian future, l’evento di Vanity Fair a Venezia

Venice Renaissance – Celebrating Italian future, l'evento di Vanity Fair a Venezia

Le foto del dinner organizzato da Vanity Fair e Tendercapital in occasione del Festival del Cinema di Venezia

Per celebrare il numero speciale di Vanity Fair “Lettera d’amore a Venezia”, interamente dedicato alla rinascita della città, ieri sera il settimanale di Condé Nast ha organizzato la cena “VENICE RENAISSANCE – CELEBRATING ITALIAN FUTURE”, dinner pensato per promuovere e sostenere le attività di mecenatismo in Laguna insieme a Tendercapital Productions, società di produzione cinematografica appartenente al Gruppo Tendercapital in concorso alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia con “PadreNostro”, film girato da Claudio Noce e che ha tra i protagonisti Pierfrancesco Favino, Barbara Ronchi, Mattia Garaci, Francesco Gheghi, oltre all’amichevole partecipazione di Antonio Gerardi e Francesco Colella.

Il Direttore del settimanale Simone Marchetti e il Presidente di Tendercapital Moreno Zani hanno accolto gli ospiti negli spazi degli Antichi Granai dell’Hotel Cipriani.
Ad accompagnare il loro arrivo il DJ set di Marco Ossanna con il Maestro Stefano Serafini alla tromba.

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