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Spaghetti e zucchine, le ricette per tutti i giorni

La Cucina Italiana

Adoriamo gli spaghetti e li mangeremmo ogni giorno conditi in mille modi diversi. L’accoppiata spaghetti e zucchine, però, rasenta quasi la perfezione di spaghetti e pomodoro. Golosi, leggeri e confortanti, hanno portato tutti profumi dell’orto sulla nostra tavola, soddisfacendo la nostra gola a ogni forchettata. E allora, perché non ripetere la bella esperienza ogi giorno? Da una semplice base di due ingredienti possono infatti nascere piatti indimenticabili e facilissimi da preparare. 

Prima di passare alle nostre ricette di spaghetti e zucchine, ecco qualche consiglio utile per preparare variazioni a tutto gusto.

Spaghetti, zucchine e…

Con il pesto

Pesto e zucchine sono un abbinamentoperfettamente bilanciato. Per far sì che il piatto riesca alla perfezione, tagliate le zucchine alla julienne e fatele saltare in padella con olio e sale finché non saranno cotte: se amate i sapori leggeri, potete optare per la cottura al vapore. Una volta pronte le zucchine, lessate gli spaghetti, scolateli e conditeli con il pesto completando solo alla fine con le zucchine. Questa ricetta è perfetta per l’estate perché si presta ad essere servito anche tiepido!

Con i gamberi

Gamberi e zucchine sono un grande classico degli abbinamenti che a noi piace proporre anche in versione spaghetti. Visto che il tempo di cottura delle zucchine supera quello dei gamberi però, vi raccomandiamo sempre di inziare la cottura in padella con olio, uno spicchio d’aglio e le zucchine. Aggiungeremo i gamberi solo un minuto prima di spegnere il fuoco, giusto il tempo di cuocerli e profumare il nostro condimento. Per un rislutato ancora migliore, frullate metà delle zucchine e usatele per condire gli spaghetti. Una volta mescolati, completerete con i gamberi e le zucchine saltati.

Con le zucchine fritte

Spaghetti e zucchine sì, ma fritte! Questa la risposta dei palati più golosi, che non sapranno resistere alla croccantezza delle zucchine tagliate sottili e fritte, salate e lasciate riposate con qualche foglia di mentuccia fresca per essere poi aggiunte ai classici spaghetti aglio, olio e peperoncino. Un piatto pieno di carattere e facilissimo da preparare e del quale, fidatevi, non riuscerete più a fare a meno.

Con lo zafferano

L’anima più nobile degli spaghetti e zucchine è svelata da una delicatissima salsa da preparare stemperando lo zafferano in qualche cucchiaio di pasta. Tanto basta per donare la nota cremosa che tanti ricercano nel piatto, senza rivolgersi a creme di formaggi che coprirebbero il sapore delle verdure. Condite gli spaghetti con la salsa e completate con le zucchine saltate in padella, fritte o cotte nel forno.

Le nostre ricette più buone con spaghetti e zucchine

Spaghetti e zucchine, la combo ideale

Ricette regionali per i giorni della merla

Ricette regionali per i giorni della merla

Cosa si mangia nei tre giorni più freddi dell’anno? Ecco i piatti della tradizione tra luganega, cassoeula o polenta, ciccioli, baccalà o maiale

Siamo entrati in quelli che nel centro-nord Italia vengono chiamati i giorni della merla. Il 29, il 30 e il 31 gennaio, identificati dalla tradizione popolare come i più freddi dell’anno. Quando spesso, in Sicilia, i mandorli sono già in fiore. Una tradizione, quella dei giorni della merla, che a tavola ha dato vita anche a numerose pietanze. Come numerose sono le leggende legate a questo periodo dell’anno. A cominciare da quelle legate al nome. Secondo quella più nota, un tempo i merli erano tutti bianchi, e divennero neri solo dopo che una mamma con i suoi pulcini si rifugiò per il freddo in un comignolo. Da quel giorno tutti i merli diventarono neri. Secondo Sebastiano Pauli (1740), la “Merla” era in realtà un grosso cannone, che poteva essere trasportato al di là del Po ghiacciato solo durante i giorni più freddi dell’anno.

La Giubiana

In Piemonte e in Lombardia, specialmente in Brianza, nel Varesotto e nella fascia pedemontana, le tradizioni gastronomiche legate ai giorni della merla si collegano al rogo della Giubiana. Ossia il fantoccio di una strega bruciato in piazza, in genere l’ultimo giovedì di gennaio, a simboleggiare la progressiva fine dei rigori dell’inverno e il lento riscaldarsi – dopo, appunto, i giorni della merla – delle giornate. Secondo la leggenda, la Giubiana era una strega con gambe lunghe e calze rosse, che viveva nei boschi spostandosi di albero in albero. Era il terrore di tutti i bambini. Un giorno, l’ultimo giovedì di gennaio, una mamma preparò una pentola di risotto con la luganega. Il profumo attrasse la Giubiana, che si mise a mangiarlo avidamente. Non si accorse che il giorno stava arrivando: il sole uccide le streghe, e così la Giubiana morì. Il primo piatto tipico dei giorni della merla è quindi lui, il risotto con la luganega, con o senza zafferano: una pietanza molto semplice, a base di riso Arborio, cipolla, vino bianco, burro, brodo vegetale, grana e la tipica salsiccia lombarda, la luganega appunto.

Lodi e Cremona

A Lodi il piatto tipico dei giorni della merla è invece la polenta con i ciccioli, ottenuti dalla lavorazione del grasso di maiale con l’aggiunta di alloro, pepe, chiodi di garofano e altre spezie, fatti soffriggere nello strutto e poi versati nella polenta. A Santo Stefano Lodigiano e nei paesi della sponda cremasca dell’Adda i giorni della merla si “festeggiano” invece con polenta e baccalà, fritto o in umido. Baccalà protagonista, dunque. Mentre, tra i dolci, tradizionalmente legata ai giorni della merla è anche la sbrisolona mantovana (anche nella variante con le banane).

Piemonte e Lombardia

In Lombardia i giorni della merla sono, in generale, l’occasione buona per assaporare un po’ di cassoeula, tradizionalmente legata alla festa di Sant’Antonio Abate (17 gennaio), data che segnava la fine del periodo della macellazione dei maiali. La ricetta, preparata con verza, carne di maiale (piedini, musetto, costine, salsicce e cotenna) e una lunghissima cottura in casseruola (da cui il nome) è per questo il piatto principe della gastronomia invernale lombarda. Allo stesso modo, in Piemonte i giorni della merla sono perfetti per la bagna càuda, anche se la leggenda rimanda la nascita di questa pietanza ai mesi autunnali, subito dopo la vendemmia.

A Modena e nelle Marche

Nel Modenese si narra che un tempo, negli ultimi giorni di febbraio, le rezdòre (le massaie emiliane) fossero costrette a rimanere chiuse in casa per il freddo, preparando solo polenta, condita con un sugo denso e profumato a base di uccelletti in umido. Tutti (merli compresi?) instupiditi dal freddo e quindi facilmente catturati nel cortile di casa con piccole trappole chiamate “luvatt”. Ma anche nelle Marche hanno le idee chiare: «Se li gljorni de la merla voli passà, pane, pulenta, porcu e focu a volontà», recita un proverbio dialettale marchigiano. Quindi, polenta, pane e costine di maiale cotte sul fuoco a volontà, magari standosene davanti al camino quando fuori nevica.

Ceci in zemino, torcolo e fagioli al fiasco

In Liguria, il piatto tipico di fine gennaio è costituito dai ceci in zimino, che si preparano preparando un soffritto di carote, sedano, aglio, cipolla e porcini secchi e poi aggiungendo bietole e i ceci precedentemente bolliti. In Toscana i giorni della merla sono perfetti per i fagioli al fiasco o all’uccelletto. Mentre in Umbria il piatto tipico è il torcolo di san Costanzo, sorta di ciambellone molto semplice preparato in occasione della festa del patrono cittadino, il 29 gennaio.

Ricerche frequenti:

Agli Amici Rovigno, prima stella Michelin in soli 75 giorni

Agli Amici Rovigno, prima stella Michelin in soli 75 giorni

La famiglia Scarello conquista un nuovo primato, questa volta con la recente apertura in Istria. Grandi successi per un futuro stellato

Congratulazioni alla famiglia Scarello e al suo staff di Agli Amici Rovigno, il ristorante in Istria che ha appena ricevuto la prima stella Michelin dalla Guida dedicata alla Croazia. In soli 75 giorni dall’apertura del 22 giugno scorso, Agli Amici Rovigno ha già conquistato il mondo della gastronomia istriana, riuscendo a ottenere in pochissimo tempo l’ambito riconoscimento della Rossa. Tra le motivazioni della stella, il “non dare nulla per scontato e guardare sempre a nuove idee per esaltare al meglio i migliori ingredienti della regione”.

Oltre 130 anni per 75 giorni

Agli Amici inizia la sua storia oltre 130 anni fa, a Godia, in provincia di Udine, quando il trisavolo Umberto, guardia del Re, ebbe come “buona uscita” la licenza per gestire l’attività di vendita di generi coloniali e tabacchi. Diventa il punto di ritrovo per tutto il paese con l’avvento di radio e televisione, è anche l’unico posto telefonico pubblico – praticamente l’ombelico del mondo. Anno dopo anno, menù dopo menù, Agli Amici vola verso verso una cucina più attenta, sensibile e sana, oggi destinazione gastronomica, evolvendosi al passo con i tempi. Oggi, Emanuele in cucina e Michela in sala, la tradizione e la professionalità della famiglia Scarello proseguono il percorso culinario iniziato secoli prima scrivendo la storia della cucina italiana.

Agli Amici in Istria

I numeri da record non sono una sorpresa: già nel 2000, a soli 29 anni, chef Emanuele Scarello ottiene la prima stella Michelin per il ristorante di famiglia, e nel 2013 la seconda. Senza contare che Agli Amici a Godia è l’unico Relais & Chateaux in Friuli Venezia Giulia e il solo due stelle della regione – praticamente un’istituzione per tutta la regione, e oltre. Pausa per ristrutturazione durante l’ultimo lockdown con previsione di riapertura ufficiale a ottobre, i fratelli Scarello e l’affiatato staff non perdono tempo: il 22 giugno aprono Agli Amici Rovigno in Istria, in partnership con il Maistra Hospitality Group, nello spazio fra il Grand Park Hotel Rovinj e la Marina. Con una splendida vista dall’aria salmistrata, Agli Amici Rovigno propone quello che meglio sa fare, tra tradizione e innovazione. Tanto basta per ottenere la prima stella Michelin a 75 giorni dall’apertura. Questo è solo un puntino sul grande progetto a lunga durata della famiglia di Agli Amici, che si vede nei prossimi quattro anni dividersi tra Godia e Rovigno.

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