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Riso bianco, filetto di maiale e salsa di soia per un secondo alternativo

Riso bianco, filetto di maiale e salsa di soia per un secondo alternativo

Questo è il piatto che vi risolve una cena tra amici organizzata all’ultimo momento. Con gusto e senza pensieri

Vi piace la carne di maiale, il riso e la salsa di soia? Allora dovete provare questa ricetta, facile e veloce da preparare (esclusa la marinatura!) che si cuoce in un attimo e che è perfetta per risolvere una cena con tanti amici. Pochi gli ingredienti che vi serviranno: un filetto di carne di maiale, cipolle di Tropea, salsa di soia, peperoni e riso. Cinque alimenti facili da reperire, una preparazione semplice e, il risultato, una cena easy da condividere anche all’ultimo momento.

Perché il filetto di maiale

Questa ricetta prevede un taglio di carne molto magro e il filetto è quasi completamente privo di grasso. Si acquista solitamente in un pezzo intero e difficilmente pesa più di 600 g, quantitativo perfetto per una cena di quattro persone. Le sue carni delicate sono perfette per cotture in umido o per le marinature.

ricette-filetto-di-maiale

La preparazione del riso

Il riso più adatto per questa ricetta è il basmati, dai chicchi lunghi e dal profumo delicato. Questo riso è particolarmente indicato anche per chi segue un regime dietetico perché ha meno calorie delle altre tipologie e dona un senso di sazietà elevato. Per prepararlo seguite qui le indicazioni e poi servitelo in una grande teglia dove disporrete anche la carne e i peperoni. Se preferite invece separare i due alimenti, non vi resterà che portarli in tavola in ciotole distinte, in modo che ognuno poi scelga come comporre il piatto.

La ricetta del riso con la carne di maiale

Procuratevi un filetto di maiale, tagliatelo a listarelle e poi lasciatelo marinare per due ore in una grande ciotola con un filo di olio extravergine e 200 ml di salsa di soia. Aggiungete tre peperoni gialli puliti e affettati e una cipolla di Tropea, anch’essa pulita e tagliata a fettine. Mescolate bene il tutto, coprite con un foglio di pellicola e poi lasciate marinare in frigo. Una volta trascorso il tempo, versate tutto in un wok e fate cuocere la carne con i peperoni per una ventina di minuti, a fuoco vivace. Rigirate spesso, per evitare che si attacchi. Nel frattempo preparate il riso pilaf come indicato più sopra e quando questo sarà pronto, portate tutto in tavola, senza dividere in singole porzioni.

Nel tutorial scoprite qualche altro suggerimento per un risultato sicuro

Ferrero usa nocciole (anche) turche. Ma…

Ferrero usa nocciole (anche) turche. Ma...

Ma il colosso di Alba lo fa perché il suo fabbisogno industriale supera l’intera produzione nazionale e perché se acquistasse tutte le nocciole italiane violerebbe le norme antitrust (e nessuna altra azienda ne avrebbe per fare dolci o altri prodotti a base di nocciole)

Niente più Nutella in casa Salvini. A un comizio a Ravenna, rispondendo a una fan che gli suggeriva di mangiare la crema firmata Ferrero, per vincere il freddo, il segretario della Lega ha replicato: «La Nutella no, sa che ho cambiato?». E ha aggiunto. «Perché ho scoperto che la Nutella usa nocciole turche e io preferisco aiutare le aziende che usano prodotti italiani, aiutare gli agricoltori italiani, perché ce n’è bisogno». Molto meglio, secondo Matteo Salvini, «mangiare pane, salame e due sardine».

Abbiamo chiesto una replica al gruppo di Alba, ma la Ferrero ha deciso di non commentare. Proprio come non lo aveva fatto quando ancora Salvini era innamorato della sua crema, e scriveva su Twitter di mangiare «Brioche alla #Nutella», perché «per rimediare agli errori del PD e aiutare gli Italiani c’è bisogno di tanta energia» (9 agosto 2018). O quando (1 dicembre 2018) si chiedeva: «A chi non piace la crêpe alla Nutella?». O, ancora, il 26 dicembre 2018, quando annunciava: «Il mio Santo Stefano comincia con pane e Nutella».

La Ferrero non ha commentato nemmeno pochi giorni fa, dopo che il segretario della Lega, sul suo nuovo profilo Tik Tok, ha pubblicato un video a tema Nutella Biscuits.

Come stanno le cose

Ha ragione Salvini, quando dice che il gruppo di Alba usa nocciole provenienti dalla Turchia. Ma non è un segreto: è scritto anche sul sito dell’azienda.

Una nocciola su tre, fra tutte quelle coltivate nel mondo, viene acquistata da Ferrero: il suo fabbisogno industriale eccede l’intera produzione italiana. Se si considerano le dimensioni del colosso dolciario (10,7 miliardi di fatturato e stabilimenti in tutto il mondo), risulta chiaro che neppure la totalità delle nocciole italiane basterebbe per preparare tutti i prodotti Ferrero che sono sul mercato. Il gruppo, in ogni caso, non potrebbe farlo perché violerebbe la legge antitrust (il complesso delle norme che regolamentano e limitano la concentrazione del potere economico per salvaguardare la libera concorrenza delle imprese nel mercato), oltre al fatto che nessun’altra azienda italiana potrebbe più preparare alcun prodotto a base di nocciole.

Cinque anni fa, il gruppo piemontese ha acquisito la Oltan, azienda leader nella coltivazione e nella commercializzazione di nocciole in Turchia (il principale produttore al mondo): è stata una scelta fatta per rafforzare la filiera e poter controllare direttamente la qualità.

Questo significa che Ferrero volta le spalle all’Italia? Sembra di no: il gruppo sta lavorando al Progetto Nocciola Italia per sviluppare il settore corilicolo italiano di qualità e creare maggiore redditività per il comparto agricolo. Intanto, visto che su questo emisfero la nocciola si raccoglie solo una volta all’anno (tra agosto e la fine di settembre), Ferrero sta avviando la coltivazione con aziende agricole del gruppo anche in zone nuove e potenzialmente produttive come il Cile, il Sudafrica e l’Australia: nell’emisfero meridionale le nocciole potranno essere raccolte tra febbraio e marzo e, in questo modo, lo stabilimento si garantirebbe l’approvvigionamento di frutti più freschi. Con buona pace di Salvini.

A Natale dona un piatto sospeso

A Natale dona un piatto sospeso

Il food delivery diventa solidale con Just Eat: per Natale sarà possibile aggiungere al proprio ordine un “piatto sospeso” e donare un pasto ai più bisognosi

Ordinare cibo a domicilio è ormai un gesto ordinario, quasi quanto prendere un caffè al bar. E allora perché non estendere la tradizione del caffè sospeso anche agli ordini che facciamo così spesso tramite app? Ci pensa Just Eat in occasione delle Feste di Natale in arrivo.

Ordinando a domicilio con Just Eat dal 2 al 15 dicembre, a Milano, Torino, Roma e Napoli, si potrà aggiungere un Piatto Sospeso del valore di 3, 4 o 5 euro, scegliendo tra riso, pasta, pollo, hamburger, panini e altre specialità. I piatti sospesi verranno raddoppiati da Just Eat e consegnati nelle giornate del 17, 18 e 19 dicembre a comunità, case accoglienza e centri dedicati selezionate dalle Caritas locali, in occasione della Giornata Internazionale della solidarietà Umana (20 dicembre).

L’iniziativa di Ristorante Solidale, nata del 2016, cerca di sensibilizzare sul fenomeno dello spreco alimentare, in particolare nel settore della ristorazione. Porzioni abbondanti, flusso di clienti inferiore al previsto, errori nell’acquisto della spesa: questi i temi specifici emersi dallo studio “Le azioni sostenibili nella ristorazione” promosso da Just Eat e LifeGate, con lo scopo di diffondere pratiche per ridurre questi fenomeni, come la condivisione con i dipendenti dei cibi prossimi alla scadenza e la donazione ai bisognosi.

«Siamo molto felici di proporre anche quest’anno l’iniziativa Piatto Sospeso. L’adesione sempre crescente da parte dei ristoranti al nostro progetto Ristorante Solidale, l’aumento delle città coinvolte e il supporto dei consumatori che vedono nell’iniziativa un’occasione per fare del bene, è per noi motivo d’orgoglio e una leva a fare sempre di più. Nel 2018 a Natale abbiamo consegnato oltre 700 pasti e contiamo quest’anno di fare altrettanto, aggiungendo con Napoli anche una nuova città» afferma Daniele Contini, Country Manager di Just Eat in Italia.

«Rinnovare piatto sospeso rappresenta per noi una scelta con cui confermiamo l’impegno del gruppo verso la sostenibilità e la salvaguardia di una risorsa preziosa come il cibo, con la missione di essere un vero e proprio abilitatore di un circolo virtuoso per i ristoranti e per le persone, contribuendo a diffondere una cultura anti-spreco e a supportare i meno fortunati».

Per saperne di più e consultare i ristoranti aderenti, visita il sito ufficiale.

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