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Antonia Klugmann: 25 ricette da cucinare a casa

Antonia Klugmann: 25 ricette da cucinare a casa

Antonia Klugmann partecipò al progetto lanciato dalla nostra testata nel 2020 di candidare la cucina italiana come patrimonio immateriale all’Unesco. Insieme a illustri colleghi come Bottura, Cracco, Oldani, Romito, Cannavacciuolo, la chef stellata del ristorante L’Argine a Vencò fu Direttore Ospite per il numero di settembre, portando tutta la sua essenza delicata e decisa al tempo stesso. In occasione del suo compleanno, 2 settembre, ci fa piacere celebrarla pubblicando online il Ricettario da lei firmato. Auguri, cara cheffa!

Chef Antonia Klugmann (ph Monica Vinella).

«Questo ricettario è un piccolo viaggio nelle tradizioni di una famiglia ricca di sapere gastronomico, che affonda le sue radici in tanti luoghi diversi: tra Ferrara e Perugia grazie alla nonna paterna, che ha poi acquisito da nonno Klugmann spunti mitteleuropei come l’uso di abbinare la frutta con la carne e altre pietanze salate; poi c’è la Puglia, terra di Antonio, il nonno materno, che privilegiava la leggerezza di verdure e pesce. Antonia Klugmann, ci fa sfogliare il suo album dei sapori, ha vissuto un’infanzia felice nelle cucine dei nonni, dove ha interiorizzato anche la cura dei dettagli e la gioia di stare ai fornelli. Quando, durante il lockdown, ha costruito con la sorella Vittoria il sistema «Antonia a Casa» per il delivery, l’intento era quello di portare agli altri un po’ della sua casa. «Utilizzando, però, una tecnica contemporanea, quella che ho approfondito come professionista. Non si dovrebbe guardare al passato con nostalgia, inseguendo sapori perduti. E non penso che una ricetta di ieri sia per forza migliore di come la faccio oggi. L’approccio contemporaneo è quello più giusto». Non ricostruzione, quindi, ma evoluzione: su questo Antonia è molto sicura. La tradizione e i ricordi sono una mappa per orientarsi, ma bisogna viaggiare liberi. La sua polenta è un esempio: dosata perfettamente, non si deve mescolare, restando inchiodati al fornello. D’altra parte, il passato a volte offre insegnamenti proprio in quello che non ricordiamo e che andrebbe riscoperto, come l’essiccazione al sole, la fermentazione, certe lentissime cotture: tecniche validissime che producono sapori particolari. «Abbiamo un grande giacimento di memorie familiari, in Italia. La sfida è di riportarle in vita con gioia, per goderne appieno nel presente».

Testo di Laura Forti

Vasco Rossi e i suoi tortellini preferiti: storia e segreti

La Cucina Italiana

73 anni, 46 di carriera, 34 album leggendari e tante certezze granitiche che fanno sentire Vasco Rossi ancora più vicino, uno di noi. Su tutte il fatto che, nonostante la fama e il successo, il cantautore non abbia mai dimenticato da dove viene: resta quel ragazzo semplice e pieno di sogni di Zocca, il bel paesino tra l’Appenino modenese e quello bolognese dove c’è ancora la sua casa. Non è un mistero: i fan arrivano a migliaia per strappargli un selfie o una stretta di mano e Vasco non si tira mai indietro. È un rito, insieme alla visita quotidiana alla sua mamma ormai novantenne, e alle partite a briscola e tressette al Bar BiBap, in piazzetta. Ma forse non tutti sanno delle cene tenacemente emiliane del sabato sera che in estate, appena finito il tour, Vasco Rossi organizza ogni settimana con gli amici più stretti: quelli del «Club della Forchetta».

Vasco Rossi e i tortellini 

È il soprannome goliardico delle tavolate del Blasco all’Hotel Ristorante Panoramic, bell’albergo in mezzo al verde che da sessant’anni è di proprietà della famiglia Righetti, grandi amici del cantautore. C’è anche il loro zampino nella sua vita spericolata: fu Massimo Righetti, figlio del titolare Lorenzo, ad aiutarlo ad avere le licenze per lanciare il mitico «Punto Club» insieme all’amico Marco Gherardi. Era il locale da cui poi nacque Punto Radio, la prima radio libera italiana. Perché Vasco ha reso possibile (anche) questa rivoluzione.

Per i Righetti è sempre un onore ricordarlo, così come raccontare di queste cene d’estate diventate un piacevole rito. «Ogni sabato gli teniamo da parte una sala e gli proponiamo un menù a tema, ma c’è una costante: non devono mancare mai i tortellini alla crema di panna o, talvolta, con il brodo di gallina», dice Giovanna Bernardi, moglie di Massimo Righetti. È lei che mette le mani in pasta con la ricetta che le ha passato la signora Alberta Bertarini, sua suocera (oggi novantenne).

Foto Facebook Albergo Ristorante Panoramic

Spaghetti all’aglio nero: un primo piatto da provare

La Cucina Italiana

La Migliore Ricetta Italiana di oggi è spaghetti all’aglio nero, un primo piatto da provare per scoprire gusto e virtù del bulbo fermentato. L’aglio nero deriva dal classico aglio che però viene sottoposto a un processo di fermentazione che lo rende morbido, facilmente digeribile e con un gusto piacevole, che ricorda la liquirizia e la salsa di soia. «Ho bilanciato i sapori con la dolcezza dei gamberi rossi crudi e la nota acidula e rinfrescante dei lamponi disidratati» ci ha scritto Paolo. Classe 1975, è innamorato della cucina fin da quando era bambino, tanto da aprire un blog tutto dedicato alla propria passione. Su Passion Food racconta che dai primi anni di vita «rubava con gli occhi» i segreti di nonna Angelina e di mamma Ucci e che poi, andando a vivere da solo, cucinare era una necessità che piano piano è diventata dedizione, sempre mantenendo un principio per lui fondamentale: il cibo deve essere bello da vedere e buono da mangiare. Ha cominciato a condividere i suoi piatti su Instagram, ma con il tempo ha sentito il bisogno di creare un luogo dove lasciare traccia dei sui esperimenti, condividendo le ricette con i lettori. Paolo parte da ingredienti semplici, che sa valorizzare con accostamenti di colori e consistenze e con impiattamenti molto curati.

La ricetta: spaghetti all’aglio nero

Impegno: facile
Tempo: 40 minuti
Styling e cucina: Joëlle Néderlants

Ingredienti per 4 persone

320 g spaghetti quadrati
16 gamberi rossi abbattuti per il consumo a crudo
8 spicchi di aglio nero
1 limone non trattato
lamponi disidratati 
olio extravergine di oliva
sale
pepe

Procedimento

Mettete gli spicchi di aglio nero in una piccola ciotola, copriteli con acqua e lasciateli ammorbidire per 30 minuti, quindi frullateli, insieme con l’acqua, con un frullatore a immersione, finché non otterrete una crema liscia e senza grumi.
Pulite i gamberi, eliminando il carapace e il budellino nero e batteteli con un coltello, finché non otterrete una tartare; conditela con olio, sale e pepe e conservatela in frigorifero.
Cucinate gli spaghetti in abbondante acqua salata, scolandoli un paio di minuti prima rispetto al tempo di cottura riportato sulla confezione; conservate l’acqua di cottura.
Trasferite gli spaghetti in una padella, unite la crema di aglio nero, un filo di olio e cuoceteli per il tempo mancante, unendo, se serve, un poco della loro acqua di cottura.
Distribuite gli spaghetti nei piatti, completate con una grattugiata di scorza di limone e un cucchiaino di lamponi disidratati sbriciolati e servite.

Mandaci anche tu la descrizione del tuo piatto per partecipare alla selezione di La Migliore Ricetta Italiana, un’avvincente sfida aperta a tutti – cuoche e cuochi di casa, chef professionisti, semplici appassionati – per scrivere insieme il futuro della bontà italiana. Scopri come fare qui.   

Ricerche frequenti:

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