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Scaddateddi: la colazione calabrese. E non solo

Scaddateddi: la colazione calabrese. E non solo

Sembrano taralli, si inzuppano nel latte (o nel vino bianco), si mangiavano a colazione, anche se ora gli scaddateddi li si trova anche all’aperitivo. Ecco la ricetta

Prima dell’avvento di brioche e merendine, anche la colazione in Italia era caratterizzata da tradizioni regionali. Ciambelloni, torte e ricette storiche come gli scaddateddi di Bova, in provincia di Reggio Calabria. Consumati originariamente a colazione o regalati ai matrimoni vengono oramai perlopiù serviti come taralli durante l’aperitivo. Ma non importa quando li si mangi, sono ottimi e siamo andati a caccia della loro storia e di una ricetta firmata.

Scaddateddi, ciambelle al cumino

Gli scaddateddi sono delle ciambelline friabili aromatizzate al cumino che regalano un sapore molto simile a quello dell’anice. Gli scaddateddi sono tondi, paffuti e dorati, hanno una superficie croccante mentre all’interno sono più soffici e adatti all’inzuppo. Le nonne anticamente le preparavano per la colazione, ma oggi sempre di più in Calabria arrivano al posto delle patatine prima di cena oppure a fine pasto per essere inzuppati nel vino dolce o liquoroso. A colazione, all’aperitivo o dopo cena, sono comunque una tradizione da riscoprire, e per capirne meglio la ricetta originale, abbiamo chiesto aiuto a Giuseppe del Panificio D’Agostino Salvatore di Reggio Calabria, vero esperto in materia e premiato dalla guida del Gambero Rosso Pane & panettieri d’Italia 2022.

Per festeggiare gli sposi e come dolcetto a fine pasto

«Oltre che a colazione, gli scaddateddi venivano preparati per essere regalati agli invitati dei matrimoni. Gli sposi li donavano ai propri ospiti per ringraziarli per la partecipazione alla cerimonia, proprio come oggi vengono regalati confetti e bomboniere», spiega Giuseppe, che ci aiuta anche a districarci fra le mille varianti. «Oltre agli scaddateddi di Bova, abbiamo in Calabria e anche nel resto del Sud Italia gli scaldatelli, anche conosciuti come taralli scaldati. Sono una versione molto più simile al tarallo, si tratta infatti di un impasto più fine ed allungato». Giuseppe del Panificio D’Agostino Salvatore di Reggio Calabria ci spiega che la vera differenza tra scaddateddi e scaldatelli è nella forma (i primo tondi e panciuti, gli altri più fini ed allungati) e nell’utilizzo del cumino. «Gli scaddateddi non sono dolci, ma si prestano bene ad accompagnamenti dolci per via del vino bianco passito, utilizzato nella ricetta. Devono lievitare un’ora prima di essere sbollentati, a differenza dei taralli scaldati che vengono cotti subito in acqua sfruttandone il calore per lievitare in cottura». Gli scaldatelli, come quelli pugliesi e della Basilicata, sono invece prevalentemente salati e assomigliano più ai biscotti all’anice toscani o ai bretzel dei paesi di lingua tedesca. Possono essere aromatizzati con del finocchietto selvatico, con del peperoncino, con frutta a guscio o altre spezie.

La ricetta degli scaddateddi del Panificio D’Agostino Salvatore

Ingredienti

1 kg farina 0 (w220)
250 g olio di girasole (alto oleico)
250 g vino bianco passito (greco di bianco)
30 g sale
20 g lievito di birra (nella ricetta Giuseppe utilizza 100 g di pasta di riporto e 10 g di lievito)
50 g cumino (se ne possono mettere fino a 100 g se piacciono più forti di sapore)

Procedimento

Impastare gli ingredienti partendo dalla farina e il cumino, aggiungere i liquidi con il lievito e alla fine il sale. Una volta che gli ingredienti sono ben amalgamati, formare filoncini del diametro di 2 cm, tagliare e arrotolare a forma di anello premendo l’impasto. Sistemare su di una placca da forno per lievitare coperti con panno umido a temperatura ambiente per un’ora. Una volta levitati sbollentare in acqua bollente gli anelli di pasta, fino a che vengono a galla, scolare con una schiumarola e sistemare su di una teglia da forno. Cuocere in forno preriscaldato a 220°C per 15/20 minuti con forno ventilato.

Ricerche frequenti:

Il nuovo numero di Vogue Italia dedicato al trasformismo

Il nuovo numero di Vogue Italia dedicato al trasformismo

Vogue Italia dedica il numero di Novembre al trasformismo e lo fa attraverso interviste e servizi fotografici esclusivi a Lady Gaga, Elodie e Levante

l numero di novembre di Vogue Italia e il numero di dicembre di Vogue UK, nati da una collaborazione tra i due magazine, arrivano in edicola con due scatti di copertina differenti ma uniti dalla stessa cover-star, Lady Gaga, scattata dal fotografo di fama mondiale Steven Meisel con lo styling di Edward Enninful – OBE, European editorial director, Vogue. Gaga, per l’occasione è stata intervistata da Giles Hattersley – Global Network Lead and European Features Director Vogue.

La regina del pop, 35 anni, oggi attrice già nominata agli Oscar, si racconta a Vogue in vista dell’apparizione nel suo secondo film con il suo secondo ruolo da protagonista, House of Gucci, il film di Ridley Scott che ha richiesto vent’anni di preparazione, e che racconta di uno dei crimini più famigerati del 20° secolo. Gaga sarà Patrizia Reggiani, socialite ed ex moglie di Maurizio Gucci che, nel 1998, è stata condannata per aver assoldato il sicario che ha ucciso Reggiani una mattina di primavera del 1995, mentre entrava nei suoi uffici a Milano. Nella sua intervista a Vogue, Gaga si racconta e svela i retroscena di questo attesissimo film. E negli scatti fa emergere le sue radici italiane: “Qualunque cosa indosserò” – ha detto rivolgendosi al team prima di mettersi al lavoro – “Quello che vi offro è il vero glamour italiano che ho dentro”.

E così tema centrale del numero di Vogue Italia è il trasformismo, a partire appunto dal servizio di moda con protagonista Lady Gaga che viene ritratta attraverso le epoche della moda, cambiando dunque aspetto e stile in ogni immagine. Per questo numero speciale Paolo Roversi scatta per la prima volta nella sua carriera una cantante italiana. Si tratta di Elodie, ritratta – come mai prima d’ora – rispecchiando l’idea di metamorfosi e intervistata da Igiaba Scego, scrittrice italiana di origini somale. Elodie ha una strategia particolare: non essere mai uguale a se stessa, stupire gli altri, ma stupire prima di tutto Elodie e infatti nell’intervista spiega che: «Nella musica italiana non è molto presente questa voglia di trasformarsi. La maggior parte degli artisti trova un look e lo conserva per la vita. Tutti ripetono che si deve essere riconoscibili, ma secondo me non è vero».

Altra cantante protagonista delle pagine del numero è Levante, scattata per la sezione Beauty dalla fotografa Carolina Amoretti. Un servizio straordinario che la ritrae per la prima volta in dolce attesa a simboleggiare un’ulteriore trasformazione: quella del corpo. «È una trasformazione repentina», dice Levante, «in cui tutto di me si espande per accudire, assistere, accompagnare». Levante sarà anche protagonista di una Native You Tube Series, “In The Bag”, nella quale svelerà il contenuto della sua borsa raccontando gli aneddoti più divertenti legati ai vari oggetti che porta sempre con sé.

Spazio anche agli astri nascenti della musica italiana, in questo caso specifico del rap: Epoque è protagonista di alcune immagini del fotografo Dan Beleiu con lo styling di Luca Galasso. L’artista torinese di origine congolese racconta a Vogue Italia la sua musica, la sua storia e il rapporto con la moda e il make-up, e Janine in arte Epoque è proprio attraverso quest’ultimo che ama trasformarsi: «Con il make-up ho avuto sempre un rapporto morboso: adoro truccarmi. E in passato ero davvero fissata anche con i capelli: li cambiavo in continuazione. Da quando ho iniziato la carriera musicale, poi, ho osato ancora di più».

Infine in occasione del debutto del reality show Drag Race Italia, il magazine pubblica i ritratti delle Drag Queen che parteciperanno al programma facendo da cornice a un’intervista che racconta come le Drag Queen abbiano trovato nel trasformismo la propria forma d’arte.

Ricette con i ceci- La Cucina Italiana

Ricette con i ceci- La Cucina Italiana

Impossibile non amarli: lasciatevi conquistare da queste ricette con i ceci, alcune facili e veloci, altre più creative e innovative, adatte a tutte le stagioni

Voglia di provare nuove ricette con ceci? C’è l’imbarazzo della scelta! I ceci sono i protagonisti di tantissime ricette della cucina tradizionale italiana, da Nord a Sud (come non amare le panelle siciliane o la farinata ligure?), ma sono anche alla base di pietanze che arrivano dal Medio Oriente, come l’hummus e i falafel.

Che siano secchi o in scatola, abbiamo raccolto 50 fra le nostre ricette con ceci più buone, dalla pasta e ceci in tante versioni alle nostre ricette originali più sfiziose, come le polpette di ceci o le idee con farina di ceci.

Guardatele tutte nella gallery in alto e leggete qui sotto i nostri consigli.

Ricette con ceci: in scatola o secchi?

Non vi siete ricordati di lasciare i ceci secchi in ammollo nell’acqua per 12 ore? Siete perdonati. Se avete scelto di preparare una ricetta con ceci in barattolo già lessati, la cosa fondamentale è eliminare l’acqua di governo: i ceci in scatola, infatti, possono contenere additivi, sale o zucchero, per questo è meglio sciacquarli bene con l’acqua corrente prima di impiegarli nelle vostre ricette.

Abbinare i ceci

La pasta e ceci è sicuramente fra le ricette con ceci più amate, ma questo antico legume si può abbinare a tanti altri ingredienti. Zuppe e minestre con verdure, riso o cereali sono preparazioni ideali per i ceci, come le creme e le vellutate, ma potete aggiungerli anche nelle insalate fredde per servire un pasto completo. Inoltre, i ceci sono particolarmente amati in abbinamento al pece, soprattutto a crostacei come gamberi e gamberoni.

Fra le migliori spezie ed erbe per i ceci, ci sono sicuramente il cumino, la paprika, il rosmarino, l’origano, la salvia e il timo. E l’abbinamento inaspettato? I ceci non sono adatti soltanto a ricette salate: è possibile sfornare anche deliziosi dolci con ceci, guardatene alcuni qui.

Ricette con ceci neri

I ceci neri sono legumi tipici del Sud Italia, in particolare della Puglia e della Basilicata. Il loro sapore è più intenso rispetto a quelli classici e si abbinano in modo ottimale a verdure, al pesce e ingredienti dal gusto delicato.

Ceci e carne

In origine i ceci – e in generale tutti i legumi – venivano usati in alternativa alla carne, grazie alle loro proprietà e ricchezza di proteine vegetali, fibre e vitamine. Dal punto di vista nutrizionale i legumi possono sostituire la carne e sono ideali per una dieta vegetariana, ma i ceci sono molto apprezzati anche in abbinamento alla carne di maiale, in particolare per preparare zuppe e minestre molto saporite.

Ricette con farina di ceci

Dalla lavorazione dei ceci si può estrarre anche una farina molto versatile, oltre che priva di glutine e quindi adatta ai celiaci. Con la farina di ceci si preparano ricette tradizionali, come la farinata ligure e le panelle siciliane, ma si può impiegare anche in sostituzione alla farina di grano per la preparazione di gnocchi, pasta frescafrittate crespelle senza glutine.

Non perdetevi nella gallery in alto le nostre 50 ricette con ceci da provare assolutamente: gustosi primi con ceci, insalate, zuppe, secondi e preparazioni originali, anche dolci!

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