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Ricetta Pan meino (pan de mej), il dolce tipico lombardo

Ricetta Pan meino (pan de mej), il dolce tipico lombardo

Il pan meino, chiamato anche pan de mej in dialetto milanese, è un dolce tipico lombardo che ha origine nella cucina contadina della regione. 

Si dice che la sua preparazione fosse legata al 23 aprile, giorno di San Giorgio: originariamente il pan meino era a base di farina di miglio e fiori di sambuco, ma negli anni la ricetta ha subito diverse variazioni e interpretazioni.

Oggi si tende a utilizzare in particolare la farina di mais, ma la consistenza del pan meino, friabile, è rimasta la stessa.

Provate a realizzarlo con la ricetta di Carlo Cracco che prevede l’utilizzo dell’anice al posto dei fiori di sambuco e gustatelo con i consigli dello chef: al mattino con il latte, al pomeriggio con panna al caffè o dopo cena con un bicchiere di passito.

Torta Setteveli: 5 segreti del dolce più premiato (che arriva a Milano)

La Cucina Italiana

La torta Setteveli Vojage

Ispirata a Salomè

Il nome evocativo svela la suggestione che c’è dietro questa voluttuosa torta al cioccolato, definita dai suoi creatori «un viaggio sensoriale nell’universo femminile» e l’hanno descritto come «la danza della bella Salomè: ogni morso evoca emozioni intense che affiorano come il corpo della giovane principessa a ogni velo caduto». Il risultato, spiega Biasetto, «è stato così sbalorditivo da conquistare la giuria cancellando tutti gli assaggi precedenti e tutti quelli successivi alla torta, in un contesto dove il palato dei giudici era sottoposto a tantissime proposte giornaliere e già molto provato».

I numeri della Setteveli

Ci vogliono 2 giorni di lavorazione, 5 persone e 37 ingredienti per questo dolce che dal 1997 conquista i palati degli italiani e non solo. Il costo? «78 euro per una torta da 6 porzioni».

Il cioccolato più raro

«Setteveli per essere perfetta deve soddisfare il mio istinto, in primis sorprendermi. È realizzata con il miglior cioccolato al mondo, quello di una piccola piantagione in Madagascar che ha però una lunghissima persistenza in bocca. Supera il caffè a intensità, ma non copre la nocciola».

Il vino con cui abbinarla (e l’errore da non fare)

«La temperatura del servizio è importante: deve essere estratta dal frigo 24 ore prima: in questo modo i sapori si amalgamano meglio e i profumi si sprigionano. Il miglior abbinamento: il vin da Viajo. Io amo quello di una cantina di Monselice che ne produce 600 esemplari l’anno. I mercanti veneziani commerciavano questo vino dolce già in antichità: lo apprezzo perché è uno dei pochi vini che regge l’intensità del cioccolato. Un errore da non fare? Mangiare la Setteveli quando si è troppo sazi: l’ideale sarebbe a stomaco vuoto e non certo in fondo al pasto».

«A chi è dedicata? Sicuramente a mia moglie Sandra perché è colei che mi ha portato a scoprire l’Italia nella sua bellezza e spontaneità. C’è un’energia qui che si respira in pochi Paesi». 

Luigi Biasetto

Dove trovarla: ora anche a Milano

Per gustarla questi sono gli indirizzi: Padova, Prato o Pieve di Cadore, sede delle pasticcerie dei tre maestri pasticcieri che nel frattempo hanno esteso la propria rete di distribuzione. La pasticceria Beduschi, per esempio, ha una rivendita anche a Firenze. Gianluca Mannori, invece, ha aperto un nuovo negozio, nel 2013, a Sasso Marconi (Bologna). Ora è possibile assaggiare la Setteveli anche a Milano dove ha inaugurato Ai Chiostri Milano una nuova Caffetteria & Lounge nel suggestivo complesso claustrale del XV secolo sede della Fondazione Umanitaria, che da gennaio inaugurerà anche un bistrot con dehors.
Sul bancone torte a fette, plumcake, frolle, i cornetti farciti al momento, ma anche gli iconici
macaron di Biasetto (altra specialità per cui il maestro pasticciere è molto noto) e le sue imperdibili torte moderne, prima tra tutte la Setteveli Voyage. Tra le chicche in menù anche il caffè servito al tavolo con la moka.

Festival Franciacorta 2023: tra vino, cibo, arte e cultura

Festival Franciacorta 2023: tra vino, cibo, arte e cultura

Cibo e vino sono elementi chiave della cultura italiana. Ecco perché Franciacorta, Destination Partner della Guida MICHELIN Italia da tre anni, ha voluto organizzare nell’ambito del palinsesto di eventi per Bergamo Brescia Capitale della Cultura il dibattito “Terra, le radici della cultura”. Un momento importante per porre l’attenzione su due elementi che affondano le proprie radici nel territorio e che ne esprimono ideali, identità e stilli di vita, e che introduce il 14° Festival Franciacorta in Cantina in programma il 16 e 17 settembre.

«Un patrimonio culturale da difendere»

Il “miracolo Franciacorta” è sotto gli occhi di tutti: la Franciacorta negli anni è diventata un esempio da seguire. «Non c’è solo il vino in Franciacorta. È un territorio fatto di esperienze e cultura, che è il saper fare e la voglia di fare bene. In questo i cuochi sono gli interpreti d’eccellenza che valorizzano la cucina italiana, un patrimonio di cui siamo orgogliosi», dice Silvano Brescianini, presidente del consorzio Franciacorta.

«Tutti vorrebbero la nostra cultura culinaria, noi dobbiamo essere i primi a portare avanti la nostra identità con orgoglio», continua la nostra direttrice, Maddalena Fossati Dondero, promotrice in prima linea della candidatura de «la cucina italiana tra sostenibilità e diversità bioculturale» come Patrimonio Immateriale all’Unesco. «La nostra cucina merita la candidatura Unesco perché è speciale: non è fatta solo di ricette ma anche di tutta quella gestualità, quelle abitudini consolidate nei secoli e quel ritrovarsi a tavola che diamo per scontato ma invece appartiene strettamente a noi italiani».

Franciacorta in cantina: oltre 60 cantine aprono le loro porte

Il territorio franciacortino è pronto ad aprire le porte al grande pubblico con più di 60 cantine aperte e oltre 170 eventi distribuiti nei 19 comuni dell’areale.

Quelli del 16 e 17 settembre saranno due giorni consacrati alla conoscenza non solo del vino ma anche di questa regione che ha dedicato tutta se stessa all’enogastronomia e all’ospitalità di alto livello.

Tra le iniziative proposte non mancheranno le visite in cantina con degustazione, le cene di gala, e i picnic nelle vigne e le degustazioni verticali di Franciacorta di annata. Se invece siete amanti dello sport e delle esperienze adrenaliniche di certo troverete quello che fa per voi: passeggiate a cavallo, tour in bicicletta e cacce al tesoro tra i vigneti sono solo alcune delle proposte tra cui potrete scegliere. E siccome, si sa, l’appetito vien mangiando e la sete vien bevendo, i ristoratori franciacortini saranno pronti a sollevare da ogni fatica i propri ospiti, accompagnandoli per incredibili itinerari gastronomici a base di prodotti tipici della tradizione del territorio accompagnati dai vini di Franciacorta nelle loro diverse tipologie ed espressioni.

Non solo vino

Nell’anno in cui Brescia e Bergamo sono state onorate del titolo di Capitale italiana della Cultura, la Franciacorta farà conoscere l’immenso patrimonio secolare su cui fonda le proprie basi. I musei del territorio saranno pronti ad accogliere un pubblico nazionale ed internazionale, con il supporto di diverse guide turistiche disponibili ad organizzare tour personalizzati, e i Tour in Bus, che quest’anno torneranno con un format innovativo, proporranno pacchetti composti da visite in cantina e in siti di interesse storico e cultuale con partenze da Rovato, Brescia, Bergamo e Milano sia nella giornata di sabato che nella giornata di domenica.

Non resta che navigare nel sito www.festivalfranciacorta.wine per trovare le esperienze o i pacchetti più adatti. Rispondendo alle semplici domande che appariranno sullo schermo una volta atterrati sul sito si verrà indirizzati su un itinerario adatto alle proprie passioni ed esigenze, oppure si potranno scoprire singolarmente le iniziative più accattivanti.

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