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40 torte da fare in ottobre: le migliori ricette per l’autunno

La Cucina Italiana

Vi chiedete perché pensare a specifiche torte da fare in ottobre? Beh, perché con ottobre cambia tutto e l’estate è davvero un ricordo lontano che possiamo solo rivivere, nostalgicamente, con le immagini luminose e piene di sole custodite nel nostro smartphone e nei nostri social network. Eh sì, perché con ottobre l’autunno inizia a fare sul serio. Certo, ci sono ancora le cosiddette ottobrate, come quella che stiamo vivendo in queste settimane. Un’estate, insomma, che sembra non volersene più andare: ancora giornate calde come fosse quasi agosto. Ma hanno l’intensità e la durata di un cerino: una fiammata che brucia via subito, con l’orizzonte che inizia a farsi scuro già nel tardo pomeriggio e le mattine umide e con l’aria frizzante. Insomma, è solo questione di qualche giorno ancora e l’autunno verrà a farci compagnia. Inesorabilmente, fortunatamente e finalmente!

Cambiano i nostri abiti, dunque, si spogliano i rami, mutano i colori della natura e sulle nostre tavole arriva frutta nuova: cachi, castagne, mandorle, melagrane, mele, nocciole, noci, pere, uva, mirtilli. Abbiamo dimenticato qualche frutto? Probabile. In ogni caso, siamo certi che le torte da fare in ottobre con questi gioielli della natura siano tantissime e tutte buonissime.

Le torte da fare in ottobre

Sono tante le ispirazioni che l’autunno ci offre per portare in tavola torte golose, da mangiare, magari, alla sera, sul divano, sotto una copertina, rilassati davanti alla serie tv preferita con un bicchiere di latte caldo, oppure un tè o, perché no, un calice di vino giusto. La nostra selezione vi propone torte dedicate a un solo frutto, come la Torta rustica di pere o la Torta di mele o, ancora, la Crostata frangipane e la Torta di mirtilli meringata; altre invece sono la magica combinazione di frutti diversi come mele e pere oppure la Torta morbida con mandorle e uva; e poi ci sono quelle che combinano a meraviglia dolci, formaggi e frutta: la Torta al cioccolato con le noci; la Torta alla ricotta, castagne e melagrana… Ah, dimenticavamo: viste le temperature ancora alte, abbiamo inserito anche qualche semifreddo di “stagione”. Gnam!

Ricerche frequenti:

Melannurca IGP, prezioso tesoro campano

La Cucina Italiana

È un frutto dalla storia millenaria la Melannurca, che ha trovato spazio nei dipinti rinvenuti durante gli scavi di Ercolano e anche negli scritti di Plinio il Vecchio, per giungere fino a noi diventando un prodotto sempre più diffuso grazie a caratteristiche organolettiche inconfondibili. Insignita del titolo di specialità IGP, la Melannurca è coltivata nel territorio di 137 Comuni delle 5 province della regione meridionali. Per vigilare sulla sua genuinità è stato creato anche un apposito Consorzio con un rigoroso disciplinare di produzione.

Una mela dagli Inferi

Il nome Melannurca avrebbe un’origine semi-mitologica. Questo frutto fu infatti coltivato a partire dall’area di Pozzuoli, dove si trova il lago d’Averno che era considerato da Greci e Romani una porta d’accesso per l’Oltretomba. Per questo fu definita “Mala Orcula”, in quanto prodotta nelle vicinanze dell’“Orco” (ossia degli Inferi). Da qui il termine si modificò in Annorcola fino a raggiungere poi la forma attuale.

Coltivazione e caratteristiche della Melannurca

La Melannurca campana IGP è caratterizata da una forma tondeggiante ma appiattita ed è di un formato medio-piccolo e con una buccia liscia di colore giallo-verde con striature rosse che aumentano fino a raggiungere l’80-90% della superficie del prodotto dopo la particolare fase di maturazione che avviene nei cosiddetti “melai”. Si tratta di piccoli appezzamenti di terreno preparati in modo che non vi si formino ristagni d’acqua. Qui viene posizionato uno strato di materiale vegetale morbido (come aghi di pino o trucioli di legno) sui quali vengono sistemate le mele rivolgendo la parte meno arrossata alla luce e girandole periodicamente. Maggiormente rossa fin dalla pianta è invece la varietà “Annurca rossa del sud”, diretta discendente di quella originale.

Gusto e salute

All’assaggio la Melannurca rivela una polpa candida e succosa, compatta, croccante e dal gusto piacevolmente acidulo e delicatamente aromatico: caratteristiche che convinceranno a provarla anche i bambini più capricciosi. Un piacere per il palato che si sposa a qualità benefiche soprattutto per l’apparato gastrointestinale e dal punto di vista diuretico grazie a un importante contenuto di vitamine, minerali e fibre.

Ricette con la Melannurca

Oltre che per il consumo al naturale la Melannurca può essere adoperata anche per preparazioni variegate in cucina. Si va dal classico utilizzo per farcire le torte, alla semplice versione al forno, fino alla conserva sotto forma di marmellata e a sorprendenti incursioni in piatti salati come nei risotti in cui può affiancare provolone, speck o radicchio o nel ripieno (insieme ai peperoni) dei calamari al forno.

Inoltre la Melannurca può essere utilizzata anche per realizzare il nurchetto, un liquore che si ottiene unendo i semi della mela (ed eventualmente anche le bucce) con alcol e uno sciroppo ottenuto facendo bollire zucchero e acqua. Il tutto viene fatto riposare per 30-40 giorni e poi filtrato prima di un ulteriore periodo di invecchiamento.

Melannurca IGP prezioso tesoro campano
Mele Annurca e briciole di cornflakes caramellati

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Melannurca IGP prezioso tesoro campano
Frittelle di mela annurca

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