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Come si sta a tavola in giro per il mondo: il bon ton degli altri

La Cucina Italiana

Ero già stata nei Paesi di cultura araba e sapevo come comportarmi. Ma era la prima volta che avevo il privilegio di essere invitata a una cena nel deserto e non capivo perché prima di sedersi gli ospiti a turno uscissero e rientrassero nella grande tenda che ci ospitava. Poi, invitandomi a fare lo stesso, il padrone di casa mi spiegò il mistero: nel deserto, dove l’acqua è preziosa, la tradizione vuole che prima e dopo aver mangiato ci si strofinino le mani con la sabbia per le abluzioni tradizionali. E quel rito si rispetta anche quando c’è abbondanza di acqua.

Dal medio…

Mangiare insieme è una potente espressione di rispetto e accoglienza, e lo è ancora di più in quei Paesi dove il boccone si preleva da un piatto comune, si lavora e si porta alla bocca con le mani, un rituale soggetto a strettissime regole. Tempi e ritmi fanno la differenza. Il delay before eating è la pausa prima di iniziare, per esprimere un elegante distacco dal cibo. Ecco allora la padrona di casa che, davanti agli ospiti, termina e condisce il piatto con una salsa di sua creazione; o attendere che colui che invita dia inizio al pasto allungando la mano verso il cibo. Il boccone si prepara e si porta alla bocca sempre e solo con la mano destra, perché la sinistra è riservata all’igiene personale e quindi considerata impura. Gli ospiti costruiscono il proprio menù scegliendo a piacere dal piatto di portata centrale, avvolgendo e comprimendo nel riso gli ingredienti – carne, datteri, noci – con una sola mano, senza gingillarsi, senza far cadere un solo chicco e senza rovinare l’artistico disegno del piatto comune. Assemblare un nuovo boccone mentre si sta masticando il precedente è segno di incivile ingordigia; lavarsi le mani prima che tutti abbiano finito di mangiare equivale a quello che da noi sarebbe alzarsi da tavola prima della fine del pranzo. Corollario di questa regola è che tutti mangino con lo stesso ritmo in modo da terminare nello stesso momento. Un esercizio molto più difficile di quanto sembri.

… all’estremo Oriente

Ma se nei Paesi arabi la sacralità della tavola è centrata sull’igiene delle mani, in Giappone e in Cina investe la sacralità del riso. Per un giapponese nulla è più sgradevole che assistere al frustrante tentativo occidentale di mangiare il riso grano a grano dalla ciotola lasciata sul tavolo. La ciotola va sollevata con la sinistra all’altezza della bocca e i chicchi prelevati velocemente con le hashi, le bacchette, tenute il più possibile verso l’estremità, e mai appoggiate rumorosamente ai lati della ciotola. Perché il riso è fan, cibo, sostanza del pasto, mentre le verdure, il pesce, la carne, sono cài, contorni. Porgere alla padrona di casa la ciotola in cui depositerà il riso con una mano sola è mancanza di rispetto; servirsi dei contorni prima di assaggiare il riso stesso significa non tener conto degli altri; avanzarlo significa non rispettare la sua storia millenaria e la fatica di coltivarlo. Anche i bocconi al centro della tavola vanno scelti con attenzione prima di prelevarli, e se mangiati solo in parte vanno deposti nella propria ciotola per essere terminati dopo. Sono regole semplici, quasi naturali, di elementare civiltà. Eppure ancora possono stupire chi osserva con occhio occidentale.

Torino: 9 negozi dove fare la spesa

La Cucina Italiana

Torino: inizia oggi Terra Madre Salone del Gusto 2022 , l’evento internazionale che raduna persone da tutto il mondo, il cui filo conduttore è il cibo. Ovviamente l’evento porterà produttori da ogni parte d’Italia e del mondo. Ma se volete affidarvi a botteghe classiche e produttori della zona, quali sono i negozi dove fare la spesa nella storica città?

Torinesi: 9 botteghe dove comprare prodotti tipici 

Pescheria Gallina

Nel cuore di una Porta Palazzo multietnica, ricca di colori e sapori, resta imbattuto un forte pilastro per quanto riguarda il pesce. Si tratta della Pescheria Gallina, oggi in versione negozio per comprare e ristorante dove sedersi e gustarsi il piatto del giorno. Tutto iniziò nel 1920 con Rosa Bosco e poche varietà di pesce fresco, quasi esclusivamente d’acqua dolce, in aggiunta a qualche pesce conservato sotto sale o essiccato, come lo stoccafisso. A seguire le diverse generazioni al femminile hanno sostituito la capostipite, passando attraverso momenti storici importanti e fondanti per la zona, quali la grande immigrazione. Si arriva così al 1984, data in cui, Giuseppe Benedetto, raccoglie l’oneroso compito di continuare la tradizione, fino ad allora di stampo decisamente matriarcale.
Piazza della Repubblica, 14b, 10122 Torino

Damarco 

Nel mese di novembre del 1959, Giovanni Battista Damarco e la moglie Michelina Brugnetta, con la figlia Marilena, acquistano l’antica drogheria Maffè dal 1890 già allora rinomata rivendita di vini e liquori da asporto, continuando e migliorando l’attività. Da qui inizia una storia di famiglia che si specializza sempre di più in vini, liquori, dolciumi e caffè. Oggi le attuali nove vetrine permettono un’esposizione al pubblico dei prodotti unica mantenendo il fascino della tradizionale di un tempo. Damarco è sicuramente un’istituzione per vini e liquori nazionali ed esteri, vantando oltre 4000 referenze con dolciumi, caffè e birre artigianali, servizio al minuto e ingrosso. 
Piazza della Repubblica, 4, 10122 Torino

Martino Patti Formaggio Cascina Badin

Lui si chiama Martino Patti e la sua azienda è Cascina Badin. Martino Patti è una persona incredibile, sincera, onesta, diretta e simpatica, che comunica passione e dedizione per il proprio lavoro. La sua storia è particolare: lascia il ruolo da redattore alla Treccani per tornare nella natura a fare il mestiere del nonno, l’allevatore, scegliendo le capre come suoi animali guida. Siamo a Castagneto Po, un località in mezzo ai boschi di castagne sulle colline di Chivasso. Martino Patti quando parla delle sue capre ne descrive abitudini, le chiama per nome e le tratta come vere e proprie persone. I suoi formaggi oggi sono venduti e consumati in rinomati ristoranti, come Piazza Duomo dello chef stelllato Enrico Crippa. Insomma con Martino si può rimanere le ore a parlare e ascoltarlo, ma forse le sue parole sono ancor più espresse nei suoi formaggi.
Strada San Sebastiano, 24 10090 Castagneto Po

Luiset

Si tratta di un negozio dove rifornirsi di salumi di qualsiasi genere. Nello specifico l’agrisalumeria Luiset è un’azienda agricola a filiera corta con allevamento suino e relativa salumeria che trasforma in carni e salumi, senza glutine, tipici del Piemonte, con budelli naturali. Tra le colline del Monferrato Astigiano, a Ferrere (AT), allevano i suini da cui ricavano la carne di maiale fresca e i tipici salumi piemontesi quali salame cotto con vendita diretta in negozio. Oltre a Torino c’è anche un punto vendita nelle Langhe, nel centro storico di Alba e un’altra Salumeria nel centro di Torino, nei pressi del museo egizio.
Via Principe Amedeo, 20, 10123 Torino

Pastificio Gran Madre

A Torino la pasta fresca è un must. Dai plin ai tajarin, la pasta all’uovo scorre nelle vene dei torinesi. È il 1968 e Lucia Accornero decide di aprire un negozietto di pasta artigianale, partendo senza neppure conoscere bene il lavoro. Il pastificio Gran Madre è diventato un indirizzo sicuro, nel quartiere omonimo, per la pasta artigianale: tagliatelle, gnocchi, trofie, ravioli del plin e di magro, tajarin e chi più ne ha più ne metta. 
Via Villa della Regina, 3, 10131 Torino

In questa macelleria ormai due generazioni si propongono e vendono le migliori carni piemontesi. Dal produttore al consumatore. Molte cose sono cambiate nel corso degli anni, ma è rimasta intatta quella passione per la qualità. Sono Maestri del Gusto dal 2002.
Piazza Nizza, 79/c, Torino

Pasticceria Ghigo 

Altro grande vanto della città sono le pasticcerie, note in particolare per i mini bignè tipici torinesi. In pieno centro a Torino sorge la pasticceria Ghigo che nasce nel 1870 e fino agli anni 50 è conosciuta come latteria. I “marghe” dell’epoca portavano il latte a domicilio, dentro una cisterna trainata dai cavalli, dove veniva versato nei classici bidoni bianchi. Le ricette dei prodotti di Ghigo sono state gelosamente tramandate per generazioni e ancora oggi vengono utilizzate per produrre croissant, torte, pasticcini e altri prodotti unici nel loro genere. 
Via Po, 52/B, 10123 Torino TO

Cioccolateria Peyrano

Peyrano è un’azienda di Torino fondata nel 1915. Nata come laboratorio di caramelle, poi si è trasformata in azienda produttrice di cioccolato dopo la Prima guerra mondiale da Antonio Peyrano. A partire dal 1920 cominciano le forniture regolari alla famiglia reale italiana. La tradizione continua ancora oggi con la produzione di oltre ottanta varietà di cioccolatini assortiti, ripieni, giandujotti e gelatine alla frutta.
Corso Moncalieri, 47, 10133 Torino

Borgiattino 

Un’istituzione torinese per rifornirsi di vino e formaggio. Infatti di questo patrimonio di sapori si fa portavoce dal 1927 il Borgiattino, storica bottega nel cuore di Torino. Qui si conduce il cliente alla scoperta del meraviglioso mondo del formaggio, insegnando a distinguerne le varie tipologie e presentandone le caratteristiche attraverso storie. Principi indiscussi di questa storica bottega sono i formaggi artigianali piemontesi, dal Bra alla Robiola, dal Gianduiotto di montagna al Raschera, dalla Toma al Castelmagno e molto altro. Ma il focus è anche su vini da pasto, da accompagnamento, da degustazione, da meditazione.
Corso Vinzaglio, 29, 10121 Torino

Panini all’olio d’oliva e olive verdi, la ricetta facile

Panini all’olio d’oliva e olive verdi, la ricetta facile

Mai provato a preparare in casa i panini all’olio d’oliva e olive verdi?

A volte ci sono ricette che nascono così, quando meno te lo aspetti. Vi è mai capitato di avere in casa un ingrediente in grosse quantità? A me succede con le verdura di stagione e questo diventa sempre motivo per sperimentare nuovi lievitati: unisco al classico impasto le verdure, spesso anche frullate. Così, nascono dei lievitati più leggeri e salutari. Non sono altro che carboidrati con più vitamine, un buon compromesso anche per chi fa attenzione alla linea. 

L’inizio dell’autunno segna la raccolta delle olive e ho pensato di preparare insieme a voi dei panini rustici a base di olio d’oliva extra vergine e olive verdi. Un impasto morbido, ben idratato grazie alla presenza di acqua e olio d’oliva, facile da impastare. Una ricetta alla portata di tutti

La sua preparazione è velocissima e il risultato regala grandi soddisfazioni. Una coccola che può accompagnare merende nutrienti o essere servito come pane sfizioso durante i pasti

Ecco come preparare, passo dopo passo, saporiti panini all’olio d’oliva e olive verdi, croccanti fuori e morbidi dentro. 

Panini all’olio d’oliva e olive verdi, la ricetta:

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