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» Frittata di quinoa – Ricetta Frittata di quinoa di Misya

Misya.info

Sciacquate la quinoa sotto abbondante acqua fredda, quindi mettetela in un pentolino con il doppio del peso di acqua leggermente salata, portate a bollore e fate quindi cuocere circa 12-15 minuti dal bollore.

Sbattete le uova in una ciotolina con sale e pepe.
Quando la quinoa sarà cotta, scolatela, fatela intiepidire e unitela alle uova, mescolando bene.
Foderiamo la teglia per la pizza

Rivestite lo stampo con carta forno e versateci dentro il composto, quindi cuocete per circa 30 minuti in forno ventilato preriscaldato a 180°C.
Nel frattempo pulite le verdure e tagliate zucchina e carota alla julienne e condite con un pizzico di sale e un goccino di olio.

Tirate fuori la frittata e conditela con le verdure, aggiungendo anche i pomodorini.

La frittata di quinoa è pronta, potete servirla calda, tiepida o anche fredda.

Mangiare macrobiotico, o meglio macrobioticamente

Mangiare macrobiotico, o meglio macrobioticamente

La macrobiotica non è fatta di tabù e divieti alimentari. È piuttosto una filosofia antica, molto più simile alla dieta mediterranea di quanto possiamo immaginare

Di regimi alimentari ce ne sono ormai in abbondanza. Da vegetariani e vegani, a fruttariani e crudisti e così via. La macrobiotica, invece, non è affatto così: non si tratta, infatti, né di una tribù alimentare con tabù e divieti, né tanto meno di una moda, quanto piuttosto di una filosofia antica, molto più simile alla dieta mediterranea di quanto si potrebbe pensare. Infatti, a differenza di ciò che molti erroneamente credono, nella macrobiotica non ci sono regole rigide come cibi consigliati o vietati (se non prodotti industriali come le merendine), quanto idee secolari che vedono l’uomo come parte di un sistema olistico, molto più ampio e globale (infatti macrobiotica vuol dire grande vita). Per questo si può mangiare tutto, poiché è il modo che rende un cibo macrobiotico o meno (da cui mangiare macrobioticamente). L’importante è farlo con un equilibrio tra quelle due forze primordiali e complementari che sono lo Yin e lo Yang. Quindi, vediamo realmente di che cosa si tratta al di là di falsi miti, errate credenze e infondati pregiudizi. Non vi preoccupate se vi restano dubbi sul tema: è nella natura stessa della macrobiotica essere aperta a innumerevoli interpretazioni, avere confini labili, senza divisioni troppo rigide o nette. Dunque, iniziamo a capire come e grazie a chi la macrobiotica si è diffusa in Italia.

Origine e diffusione della macrobiotica

Immaginatevi l’Italia del Dopoguerra e l’avvento della modernità, dove anche in cucina si voleva abbandonare e superare la tradizione, in vista dell’arrivo di novità come fast food, surgelati o alimenti confezionati. Quell’Italia dove si iniziava ad abbandonare il biologico ancora prima che questa parola esistesse e dove il cibo di qualità non era di certo, come oggi, una priorità. È in questo contesto che si affacciano le idee di Georges Ohsawa, già noto scrittore giapponese di filosofia, politica ed economia. Ammalatosi di tubercolosi, alla ricerca di cure diverse da quelle farmacologiche, approfondì il modello filosofico orientale ispirandosi alla religione Shinto, al Buddismo, ma soprattutto al Taoismo cinese. Scoprì così una verità molto semplice: «L’’alimentazione connette l’uomo all’universo perché i cibi stessi contengono le forze complementari del cambiamento, lo Yin e lo Yang, che si ridistribuiscono nel corpo umano, lo curano, e se in equilibrio, lo mantengono in salute. La salute quindi non può essere solo fisica o biologica, ma anche mentale e spirituale, perché lo spirito e la materia sono due aspetti della stessa realtà». Il desiderio di condividere con gli altri le sue scoperte, lo portò a divenire il primo grande divulgatore in Italia e in Europa delle teorie cinesi incentrate sulla salute e il benessere dell’uomo, in particolare della macrobiotica e della visione del cibo non solo come fonte di sostentamento, ma anche come medicina del corpo e dell’anima. La macrobiotica, dunque, ha origini orientali nella misura in cui il suo scopritore e portavoce è stato un giapponese, ma in realtà i suoi principi di base si intrecciano fortemente con qualcosa che, più o meno consapevolmente, esisteva già nella nostra tradizione: la dieta mediterranea, intesa come stile di vita, fatto di stagionalità, convivialità, frugalità ed equilibrio. Insomma, di tutto quello che ruota intorno al cibo in sé.

La filosofia di base

Secondo la macrobiotica non esiste una dieta che vada bene per tutti: gli alimenti vanno equilibrati sulla base di ogni singola persona, a seconda di vari fattori, come ad esempio dove vive, quanti anni ha, quanto movimento fisico fa, e così via. Non ci sono quindi prodotti vietati o consigliati in assoluto o, ancor peggio, una lista di alimenti “sì e no”, poiché è il modo con cui vengono prodotti, cucinati e combinati che rende un alimento macrobiotico o meno. Per questo è preferibile parlare di «mangiare macrobioticamente». Nella macrobiotica, infatti, si può mangiare tutto, proprio come previsto dalla piramide alimentare della dieta mediterranea: l’importante è farlo con un equilibrio tra le due forze yin e yang, presenti sia all’interno dei vari ingredienti, che nel modo in cui li prepariamo. Lo yin e lo yang sono due forze energetiche antagoniste, all’origine di molte filosofie orientali, che si attraggono e si completano, interconnesse e interdipendenti: una è di espansione (yin), l’altra di contrazione (yang). In realtà, però, non vanno pensate in modo troppo dicotomico come due categorie nette, rigide e divise, perché con la macrobiotica sarebbe solo fuorviante, visto che non esistono cibi che sono solo e sempre yin o yang. Tutto dipende da una serie di fattori, anche se la mente occidentale spesso di blocca nella comprensione di questa labilità.

Lo yin e yang

Tendenzialmente è yang tutto ciò che ha un energia contrattiva e discendente, come ad esempio il sale, il caglio dei formaggi, le uova o, tra le verdure, carote e daikon, che crescono sotto terra; la carne è yang, così come il pesce, anche se un po’ meno in quanto vive nell’acqua che invece è yin. È yin, infatti, tutto ciò che è espansione, che cresce verso l’esterno come pomodori, frutta, verdure a foglie verdi, zucchero (meglio se di canna) e olio, così come (quasi) tutti i liquidi. I cereali, invece, sono tra gli alimenti più equilibrati che ci sia, poiché sono contratti (quindi yang), ma con le spighe che crescono verso l’esterno (quindi yin). A questo proposito c’è da dire che, all’inizio della diffusione della macrobiotica, uno degli errori principali è stato quello di aver seguito una dieta quasi esclusivamente a base di cereali e legumi, riducendo o azzerando tutti gli altri alimenti. Questa interpretazione troppo rigida e assoluta (e quindi errata come tutte le estremizzazioni), ha creato molti danni, poiché il nostro corpo ha bisogno di mangiare un po’ di tutto. In realtà, è più semplice e spontaneo di quel che può sembrare: d’estate, infatti, non abbiamo forse naturalmente più voglia di qualcosa di yin, come cibi crudi o con cotture leggere, quali insalate o pomodori? E d’inverno, quando più freddo, non si è orientati verso prodotti con energia più yang, con cotture più lunghe come il brasato? Insomma, per tutti questi motivi è impossibile consigliare un menu macrobiotico o parlare di dieta macrobiotica, semplicemente perché non esiste. Esiste un mangiare macrobioticamente per cui possiamo mangiare di tutto in modo consapevole, cercando equilibrio nel modo di preparare e combinare il cibo con altri ingredienti. Infine, ma non per importanza, è fondamentale anche la masticazione che, come scrive Ohsawa, è la prima forma di digestione, che ci consente di assimilare meglio il cibo, e quindi una forma di autocontrollo e consapevolezza.

Non vi preoccupate se vi sembra di aver capito poco: si tratta di temi complessi, che vanno “assimilati”. Ma dopo poco scoprirete che mangiare equilibrato è molto più naturale di quel che si crede, sicuramente molto di più che vietarsi completamente degli alimenti o mettersi dei tabù. Infatti, se vi state chiedendo perché fare tutto questo, la risposta è semplice: perché la macrobiotica, se non portata agli estremi (come purtroppo è stato fatto), ha dei sorprendenti effetti benefici sulla salute. Provare per credere!

Primi da bella stagione: fusilli con zucchine e olive nere

Primi da bella stagione: fusilli con zucchine e olive nere

I fusilli con zucchine e olive sono un primo piatto perfetto per l’estate per chi non vuole rinunciare ad un buon piatto di pasta nemmeno quando fa caldo

Le zucchine in questa stagione sono tenere e dolci e abbinate alle olive nere e al basilico fresco trasformano un semplice piatto di pasta in una ricetta speciale per i vostri pranzi sotto l’ombrellone o al fresco in giardino.
Questa pasta può infatti essere servita calda o anche a temperatura ambiente, anzi, il giorno dopo è ancora più buona.

Fusilli
Fusilli

Come cucinare le zucchine

Per una versione super light cuocetele per pochissimo tempo al vapore per lasciarle croccanti oppure sulla piastra.
Noi però vi consigliamo la versione in padella. Tagliatele a cubetti o a rondelle non troppo sottili e poi passatele in padella, o meglio nel wok,  con un po’ di scalogno tritato e olio evo.
Saltatele velocemente perchè non devono ammorbidirsi troppo e poi conditele con un pizzico di sale e di pepe nero.
Completate con basilico fresco in quantità e della scorza di limone grattugiata, giusto un po’ per dare profumo e una spinta in più al gusto delle zucchine.

La scelta della pasta

Vi suggeriamo i fusilli perchè sono una pasta corta molto bella da portare a tavola e meno monotona delle classiche mezze maniche o pennette.
Potete utilizzare anche gnocchetti sardi o orecchiette se preferite un formato più piccolo oppure delle farfalle sempre divertenti da portare a tavola.
Evitate invece la pasta lunga perchè, come sempre diciamo, non va bene per i primi freddi.

Olive, basilico e formaggio

Sono gli ingredienti che rendono speciale questa pasta.
Siate generosi nell’aggiunta del basilico perchè si deve sentire molto e anzi, se volete, preparate una piccola porzione di pesto per amalgamare meglio il condimento.
Quanto alle olive nere, sceglietele non troppo amare e denocciolatele. Le olive verdi, invece, non vanno bene sia dal punto di vista cromatico perchè poi ci sarebbe monotonia di colori, sia dal punto di vista del gusto.
Condite la pasta, una volta tiepida, con una generosa spolverata di formaggio grattugiato tipo ricotta salata o pecorino. I formaggi non devono sciogliersi troppo con il calore.
Va benissimo anche della feta se amate i piatti mediterranei saporiti e in tal caso aggiungete anche un pizzico di origano.

La ricetta

Il procedimento è davvero molto semplice perchè basta condire la pasta scolata al dente con le zucchine cotte e aggiungere poi una manciata di olive nere, basilico fresco e olio evo crudo. Una volta tiepida potete aggiungere il formaggio grattugiato.
Mescolate bene e lasciate riposare il piatto per un po’ prima di servirlo.
Se non amate i formaggi, completate questa pasta con avocado, gamberi scottati e del succo di limone, oppure per dare un tocco di colore in più, aggiungete un pizzico di zafferano nell’acqua di cottura o nelle zucchine e per aggiungere una nota proteica utilizzate i fagioli cannellini.

E in alto altre versioni della pasta con le zucchine

Se ti piacciono le zucchine prova questa vellutata!

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