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San Valentino 2022: vini e regali gastronomici

San Valentino 2022: vini e regali gastronomici

Alle prese con i preparativi per la cena di San Valentino? Se avete in programma una cena romantica, scegliete vini all’altezza del vostro amore

Se siete fra coloro che festeggeranno San Valentino 2022 con una cena a lume di candela fatta in casa, sarete sicuramente in cerca delle bottiglie più adatte alla vostra la serata. Le possibilità sono numerose, ma è fondamentale scegliere un vino elegante, seducente, da abbinare con stile al menù.

Ecco perché abbiamo selezionato alcuni vini italiani da non perdere: li trovate nella gallery in alto insieme ad alcune idee extra che vi aiuteranno a vivere un San Valentino indimenticabile.

Vini per San Valentino 2022

I menù a base di pesce sono quelli che vanno per la maggiore in occasione di una cena romantica, motivo per cui non possono mancare vini bianchi e bollicine pregiate. Non lasciatevi convincere dal luogo comune che vede esclusivamente i vini rossi in abbinamento alla carne: anche i bianchi si abbinano piacevolmente a un menù di terra delicato, ideale per la cena di San Valentino.
Non preoccupatevi, perché non mancano le possibilità per gli amanti dei rossi. Trovate tutti i nostri consigli nella gallery.

Regali gastronomici per San Valentino 2022

Le idee non finiscono qui, perché abbiamo raccolto anche alcune proposte food per ri-conquistare il vostro partner in cucina. Dalle diverse possibilità per portare in tavola la pasta a forma di cuore fino alle bevande afrodisiache per accendere la passione.

Ovviamente, meritano un capitolo a parte le migliori novità in fatto di cioccolatini da regalare a San Valentino 2022. Non vi resta che scegliere!

Brodo di pollo, proprietà e benefici

Brodo di pollo, proprietà e benefici

Una preparazione ricca di nutrienti che può rivelarsi utile non soltanto in caso di influenza o raffreddore, ma anche in gravidanza e in fase di allattamento

Una preparazione semplice per trovare un po’ di calore durante la stagione invernale, un importante componente di diverse ricette tradizionali della cucina regionale italiana, un valido aiuto per trovare sollievo da un malanno di stagione. Il brodo di pollo, ricco di proteine, vitamine e minerali, è un nostro fedele alleato a tavola non solo in termini di gusto. Scopriamo insieme come può essere utile al nostro benessere.

Influenza? C’è il brodo di pollo!

Come già detto, tra i benefici del brodo di pollo c’è quello di essere particolarmente efficace nel contrasto dell’influenza. Pur non essendo, ovviamente, un farmaco, i suoi amminoacidi essenziali forniscono un contributo importante al nostro sistema immunitario. Il brodo di pollo caldo può alleviare i sintomi del raffreddore grazie al vapore decongestionando le vie respiratorie. Generalmente, grazie alla sua importante dote di nutrienti, questo brodo risulta altamente indicato per il recupero delle persone “debilitate” in convalescenza.

Benefici per mamme e bambini

Le proteine contenute nel brodo conferiscono un apporto indispensabile durante la gravidanza e l’allattamento per la costruzione dei tessuti del feto e, successivamente, per rinforzare di nutrienti essenziali la madre e il bambino. Opportunamente sgrassato con una schiumarola o mediante solidificazione grazie al freddo, il brodo di pollo risulta una preparazione priva di colesterolo, nonché altamente idratante vista l’alta presenza di acqua. In caso, invece, di mancata “sgrassatura”, il brodo di pollo potrebbe rivelarsi utile nell’affrontare la stitichezza: il grasso in esso contenuto è un valido rimedio contro il ristagno delle feci negli intestini.

Controindicazioni

Proprio per tale ragione, il brodo di pollo è altamente sconsigliato alle persone che soffrono di gastroenterite. Anche in caso di gastrite, è opportuno evitare il brodo: rallentando l’azione dei succhi gastrici, può ostacolare il processo digestivo. Il fegato, inoltre, potrebbe avere qualcosa da ridire in caso di assunzione eccessiva o frequente di brodo di pollo, visto il suo ruolo determinante nel trattamento e nell’assimilazione delle proteine. Particolare attenzione dobbiamo riporre anche nella materia prima, alla qualità del pollo stesso, ai modi con cui è stato allevato e nutrito: i concimi impiegati nell’alimentazione dell’animale non solo possono influire anche a livello organolettico, ma, se addizionati con farmaci e antibiotici, possono avere conseguenze a lungo termine anche sulla salute umana.

Vini biodinamici in Alto Adige

Vini biodinamici in Alto Adige

Prodotti in armonia con la natura, secondo le indicazioni di Rudolf Steiner, i vini biodinamici altoatesini sono una nicchia tutta da conoscere

Anche se ha solo 5.600 ettari di vigneto (circa l’1% del totale nazionale), l’Alto Adige è tra le più importanti regioni italiane per la produzione di vino di qualità, soprattutto per quanto riguarda i bianchi, che qui rappresentano il 64% del totale. La viticoltura è caratterizzata dalla presenza delle cooperative che vinificano le uve dei circa 5.000 viticoltori altoatesini, con risultati eccellenti (basti pensare a nomi come Terlano, realtà conosciuta e premiata nel mondo), da produttori privati, che in parte producono e in parte acquistano le uve, e da vignaioli che seguono l’intera filiera produttiva, dalla vigna alla bottiglia. L’attenzione alla sostenibilità, alla biodiversità e al rispetto della terra è, in generale, piuttosto elevata, ma ci sono cantine che ne hanno fatto una vera e propria filosofia produttiva, abbracciando la viticoltura biodinamica.

Cos’è la biodinamica

La viticoltura biodinamica è un tipo di agricoltura biologica, che si basa sulle idee del filosofo austriaco Rudolf Steiner. Tra le sue principali peculiarità, l’utilizzo di trattamenti a base di erbe e di alcuni particolari preparati e l’osservanza delle fasi lunari per le pratiche agronomiche. I vini biodinamici sono certificati dal marchio di qualità Demeter, riportato in etichetta.

Le migliori cantine

La viticoltura biodinamica è una nicchia, ma negli ultimi anni sta prendendo piede tra i consumatori attenti alle produzioni più sostenibili. Le cantine meritevoli di attenzione in Italia sono ormai centinaia e l’Alto Adige non fa eccezione, anzi: addirittura le cantine sociali più grandi, come quella di Caldaro, studiano le pratiche biodinamiche negli appezzamenti dei soci più visionari.

Tra i nomi storici della biodinamica altoatesina, c’è Manincor, che ha festeggiato nel 2021 i 25 anni di attività; situata a Caldano, comprende vigneti in alcune delle zone più vocate della provincia, come Mazzon, culla del miglior Pinot Nero, e Terlano, zona particolarmente vocata per le uve a bacca bianca, come pinot bianco, chardonnay e sauvignon. I vini hanno uno stile preciso, pulito e luminoso e sono in grado di sfidare il tempo con aristocratica eleganza; provare per credere con una vecchia bottiglia di Chardonnay Sophie o di Pinot Bianco Eichhorn.

Risale, invece, al 1978 la fondazione della cantina Loacker, sulla collina di Santa Maddalena, a pochi chilometri dal centro storico di Bolzano. Oggi condotta dai figli di Reiner, Hayo, Franz e Hannes, produce vini rossi molto interessanti, soprattutto a base delle uve caratteristiche di qui, schiava e lagrein. Sono da assaggiare il Gran Lareyn, un lagrein in purezza che profuma di frutti di bosco e spezie e sta molto bene per accompagnare i piatti di cacciagione come il capriolo, e il Santa Maddalena Morit, capace di rappresentare alla grande l’essenza dei vini che nascono su questa fortunata collina. Stappatelo con i canederli, con un tagliere di speck e formaggi, ma anche con una pizza alla boscaiola.

Un altro nome di riferimento della biodinamica altoatesina è, senza dubbio, Lageder, azienda che da qualche tempo ha visto l’ingresso della nuova generazione e, con essa, di nuove idee e progetti, come quello delle “Comete”, vini figli di prove in vigna e in cantina realizzati per una volta soltanto. Le etichette icona rimangono però i due Löwengang, un rosso a base di Cabernet e un bianco a base di Chardonnay che nascono sulle colline di Magrè e che hanno contribuito all’affermazione della viticoltura altoatesina ben oltre i confini locali.

Chiudono la carrellata due realtà più piccole e artigianali ma altrettanto interessanti. Tenuta Dornach di Patrick Uccelli sta sulle colline di Salorno, nella zona più meridionale dell’Alto Adige. I vini qui dal 2019 non hanno un nome, ma un numero, che segue l’ordine di imbottigliamento, perché Patrick crede che il vino sia unico e non possa essere replicato con lo stesso risultato ogni anno. Provare per credere con l’assaggio del 14, un Pinot Nero della vendemmia 2018 e del 17, sempre Pinot Nero, ma dell’annata 2020. Sulle colline di Caldano, c’è la minuscola Tröpfltalhof di Andreas Dichristin, un’azienda con 2,5 ettari di vigneti che comprende anche appartamenti agrituristici. Il vino da non perdere qui è il Garnellen, un sauvignon affinato in anfora, pieno di vitalità e di sapore.

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