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Farine senza glutine: una piccola guida

Farine senza glutine: una piccola guida

Tutto quello che c’è da sapere sulle farine senza glutine, dalla produzione all’utilizzo, fino alle caratteristiche organolettiche

Per chi è celiaco o intollerante, orientarsi nel mondo delle farine senza glutine non sempre è facilissimo. Abbiamo chiesto aiuto a un’esperta, Aurore Ranchon, Head of Corporate Product Development Gluten Free di Dr. Schär, azienda specializzata in prodotti senza glutine.

Farina deglutinata e farine senza glutine: come possiamo definirle?

«Il termine “deglutinato” si riferisce a materie prime contenenti glutine, come il frumento o l’orzo, dalle quali durante il processo produttivo è stato eliminato il glutine. Per esempio, è il caso dell’amido di frumento deglutinato. Diverso è il caso delle nostre farine senza glutine: queste sono delle miscele di ingredienti naturalmente privi di glutine. Contengono farine come quelle di mais, riso, ma anche sorgo, lino o grano saraceno, alle quali vengono aggiunti altri ingredienti (amidi, fibre vegetali, addensanti) che permettono di ottimizzarne le caratteristiche funzionali e sensoriali per ottenere prodotti finali simili a quelli contenenti glutine».

Come si produce la farina senza glutine?

«Si sviluppa una ricetta per trovare la migliore combinazione di ingredienti, la più idonea per essere lavorata in modo tale da ottenere il risultato finale voluto (pane, biscotti, torte, ecc.). Successivamente si porta il prodotto in linea di produzione. Il processo è relativamente semplice e consiste nella miscelazione dei vari componenti, e quindi nel dosaggio in confezioni da 500g/1kg. Durante il processo vengono eseguiti tutti i passaggi importanti per la garanzia della qualità alimentare, come il setacciamento per verificare l’assenza di corpi estranei e il controllo con metal detector per accertare l’assenza di residui di metallo».

Che caratteristiche nutrizionali hanno queste farine rispetto a una “normale” farina di frumento?

«Durante lo sviluppo del prodotto viene valutato il profilo nutrizionale per avvicinarsi il più possibile a quello di una farina di frumento, tramite la scelta di una miscela di ingredienti che apporti fibre, proteine e nutrienti in modo bilanciato. Le caratteristiche sono quindi per lo più simili al prodotto tradizionale, anche se a seconda della referenza di farina ci possono essere delle differenze (per esempio più fibre, o meno proteine rispetto al corrispettivo “glutinoso”)».

Si dice che la farina senza glutine è più digeribile: è vero?

«Questo tipo di affermazione dove essere supportata da evidenze scientifiche e stiamo lavorando in questa direzione per capire se ci sono differenze concrete con i prodotti contenenti glutine. È più facile comunque riferire questo tipo di analisi a un prodotto finito (per esempio pizza, pane o pasta) che alla farina stessa, in quanto giocano un ruolo importante gli ingredienti aggiunti durante la lavorazione finale (per esempio grassi, uova, latte, frutta, ecc.)».

Quali sono le caratteristiche organolettiche, di gusto e di resa, di questa farina rispetto alle altre?

«Le diverse farine senza glutine proposte da Dr. Schär sono sviluppate per rispondere a esigenze specifiche di prodotto finito. In quest’ottica possiamo dire che le caratteristiche organolettiche dei prodotti finiti sono molto simili a quelle del corrispettivo cucinato con farina di frumento. Il lavoro di sviluppo e di creazione della ricetta viene fatto con confronto regolare rispetto al prodotto contenente glutine in modo da selezionare la miscela di ingredienti più adatta».

In cucina la farina senza glutine può essere usata come una “normale” farina di frumento o ci sono delle indicazioni particolari da seguire?

«In linea generale, considerando i concetti espressi prima, si cerca di poter usare le stesse ricette che si usano per un prodotto tradizionale. È comunque consigliato seguire ricette dedicate al senza glutine, in quanto può risultare importante, soprattutto per alcuni prodotti più delicati, bilanciare le proporzioni degli altri ingredienti per ottenere il risultato migliore. Per esempio è nota una differenza di assorbimento dell’acqua delle farine senza glutine dovuta sia all’assenza del glutine che alla presenza di fibre, ed è giusto prenderla in considerazione per avere un impasto della consistenza giusta».

Ricetta Pasta e fagioli con le cotiche

Ricetta Pasta e fagioli con le cotiche
  • 500 g fagioli Cannellini lessati
  • 200 g cotenna di maiale
  • 200 g ditaloni rigati(pasta secca)
  • 150 g pasta di salame
  • 2 cipolle
  • uno spicchio di aglio
  • vino bianco
  • prezzemolo
  • brodo vegetale
  • olio extravergine d’oliva
  • sale
  • pepe

In una pentola, coprite la cotenna con acqua e un bicchiere di vino e fatela lessare per un’ora, poi riducetela a pezzettini.

Tagliate le cipolle a spicchietti e fatele rosolare in una casseruola con 4-5 cucchiai di olio e la pasta di salame per 2′, poi unite lo spicchio di aglio tritato e la cotenna, rosolate per 2-3′, quindi aggiungete i fagioli con il loro liquido di cottura.

Aggiustate di sale, bagnate con circa un litro e mezzo di brodo, lasciate sobbollire per 20-25′, quindi versatevi i ditaloni e cuocete per altri 12′ (o il tempo di cottura indicato sulla confezione della pasta). Al termine, completate con un cucchiaio di prezzemolo tritato, una macinata di pepe e, volendo, con un filo di olio.

le Imperialine e i Perdigiorno di Gianni Rodari

le Imperialine e i Perdigiorno di Gianni Rodari

In occasione del centenario dalla nascita di Gianni Rodari, ecco i dolci che hanno creato in suo onore (e non solo)

Quando si giunge a Omegna, sulla cima del lago d’Orta, sembra di essere in una favola. Camminando per le sue vie, infatti, si susseguono profumi continui di dolci e biscotti che sfornano nelle varie pasticcerie, tra cui gli ultimi in onore di Gianni Rodari, in occasione del centenario dalla sua nascita, il 23 ottobre del 1920. E chissà se tutte le sue storie, dalla strada di cioccolato agli uomini di burro, hanno trovato ispirazione proprio qui, dalla geniale creatività dei pasticceri di Omegna o se, invece, sono loro a esser cresciuti a pane e Grammatica della fantasia.

Le Imperialine della Pasticceria Iraghi

Per gli omegnesi stessi il primo dolce simbolo della città sono senza dubbio le Imperialine. Presenti fin dal 1937, se oggi sono ancora tra noi è grazie a Marcello Daverio e alla sua Pasticceria Iraghi, che dopo averle scoperte è andato avanti a prepararle secondo la ricetta originale, tramandata solo oralmente. Le Imperialine sono dei piccoli biscotti (che ricordano vagamente le lingue di gatto) composti da due sottilissime sfoglie tonde, fatte con farina, burro, zucchero a velo e uova, unite poi tra di loro da una goccia di cioccolato che le distingue da tutte le altre; infine vengono confezionate ancora artigianalmente a mano, una a una. Nel tempo sono nate alcune imitazioni, da cui Marcello invita a diffidare, come è scritto chiaro e tondo tra le regole all’ingresso del locale. Per questo hanno deciso di depositare il marchio, in modo da essere gli unici sia a prepararle secondo l’antica ricetta segreta, sia a poterle chiamare così.

Imperialine
Imperialine.

Reginette, duchesse e damine

Ma questo non ha fermato l’inventiva dei pasticceri di Omegna. E si sa, agli omegnesi non manca di certo la fantasia! Così nel tempo sono nati anche altri biscotti e ogni pasticceria si è specializzata in una tipologia particolare: alla Pasticceria Zanardi, ad esempio, trovate le reginette, molto simili, ma con la crema di gianduia all’interno (e presente in quantità maggiore di una goccia); poi ci sono le duchesse o, ancora, le damine. E non è una favola di Gianni Rodari! Ma forse son tutti figli di quella sua inesauribile capacità e di arte unica di inventar storie, anzi in questo caso dolci, sempre con un’osservazione attenta e sensibile della realtà circostante. Tra questi, però, si differenziano gli ultimi ideati, quelli pensati e fatti proprio in onore dei cent’anni ormai trascorsi dalla sua nascita. Anche se Rodari resta uno scrittore, un poeta e un personaggio senza tempo.

I Perdigiorno di Gianni Rodari

Questa volta l’opera è della Pasticceria Jolly, situata proprio nel centro storico di Omegna, che in occasione del centenario ha voluto creare una ricetta del tutto nuova, un dolce dedicato solo ed esclusivamente a lui. Si tratta di piccoli biscottini a forma quadrata, preparati con farina di grano tenero, burro, zucchero, uova, latte, panna, limone, vaniglia e una granella croccante di nocciole. Si trovano sia sfusi che nella confezione speciale regalo. Il nome non dovrebbe lasciar dubbi: Giovannino Perdigiorno, infatti, è uno dei personaggi inventati da Rodari, protagonista del libro I viaggi di Giovannino Perdigiorno, una raccolta di quindici filastrocche, tra cui forse molti ricorderanno questa.

Giovannino Perdigiorno
ha perso il tram di mezzogiorno,
ha perso la voce, l’appetito,
ha perso la voglia di alzare un dito,
ha perso il turno, ha perso la quota,
ha perso la testa (ma era vuota),
ha perso le staffe, ha perso l’ombrello,
ha perso la chiave del cancello,
ha perso la foglia, ha perso la via:
tutto è perduto fuorché l’allegria!

 

Ricerche frequenti:

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