Tag: ricette di biscotti

Ricetta Tubetti, zucchine e uovo «a stracciattella»

Ricetta Tubetti, zucchine e uovo «a stracciattella»

I tubetti, zucchine e uovo «a stracciattella» sono un primo piatto di pasta semplice e veloce, una ricetta di origini campane, come la nostra lettrice in redazione Laura Adriani, attrice, una carriera iniziata ad appena nove anni e una laurea in Psicologia, è tra i protagonisti della fortunata serie A casa tutti bene di Gabriele Muccino. Ha preso una pausa dal set per raggiungerci nella nostra cucina e cimentarsi in questa pasta della cucina di casa campana, deliziosa con le zucchine maturate al sole.

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Liguria: 10 posti dove comprare prodotti tipici

La Cucina Italiana

Se siete in Liguria a fare un giro o delle vere e proprie vacanze, oltre ai magnifici ristoranti lungo mare e nell’entroterra non può mancare una lista di produttori e botteghe tipiche dove comprare qualche prodotto tipico da consumare in loco o riportare a casa come souvenir o regalo per i vostri cari. Dal pesto, ai dolciumi, passando per la classica focaccia, concludendo con alcuni prodotti unici e di nicchia.

10 posti dove fare la spesa tra negozi e produttori

Rossi dal 1974

Rossi dal 1947 ed è rinomato a Genova, ma non solo, per il suo famosissimo pesto. Fatto da una ricetta originale, senza compromessi, per ottenere un prodotto che potesse essere portato in giro per l’Italia e nel mondo (è infatti distribuito in 15 paesi del mondo). Preparato con Basilico dop e Aglio di Vessalico (Presidio Slow Food) ha una shelf life 60 gg. senza conservanti o trattamenti termici. 

Dove > ROSSI 1947 Srl
Via Cesarea 21/r
TEL. +39 010 8601096
pestorossi.com

Romanengo dal 1780

Unica e inimitabile per storia e sapori, si tratta della più antica confetteria d’Italia. Pietro Romanengo è una “confetteria” nel significato settecentesco del termine: un’impresa costituita da un laboratorio artigianale, dove si lavorano con ricette di antica tradizione la frutta, i fiori, il cacao, lo zucchero, le spezie. Ecco che le ricette della tradizione genovese, nate in oriente e perfezionate nel corso del 1800 dai confettieri italiani e francesi, sono tramandate dalla famiglia da sette generazioni. Chi è di Genova, lo sa, il blu Romanengo lo si riconosce subito, è il marchio dell’azienda e per chi come me ha una famiglia grande, riporta a ricordi ancestrali, quelli in cui la nonna, per Natale, faceva incetta di dolciumi e li disponeva tutti insieme su una bellissima tovaglia bianca. Particolarità della bottega: oltre ai dolci storici si può trovare l’acqua di fiori d’arancio amaro (Presidio Slow Food), prodotta da un piccolo produttore nel ponente ligure.
Nelle due botteghe storiche di Via Soziglia e di Via Roma, potrete acquistare i dolciumi della tradizione genovese.

Dove > Via Soziglia, 74/76 r
Telefono: +39 010 24 74 574
Via Roma, 51r
Telefono: +39 010 58 02 57
romanengo.com

Panificio Claretta

Vagando per gli storici carruggi genovesi non può mancare un passaggio nei panifici della città per comprare l’iconico prodotto ligure: la focaccia. Uno di questi, il Panificio Claretta. In questo forno, aperto nel 1952, si trova una delle migliori focacce della città, salata in superficie, eccellenti anche grissini stirati a mano e il pandolce genovese.

Dal Cilento a Dubai, gli indirizzi preferiti di chef Iaccarino

Dal Cilento a Dubai, gli indirizzi preferiti di chef Iaccarino

Ernesto Iaccarino, classe 1970, è lo chef del celebre locale Don Alfonso 1890 a Sant’Agata dei Due Golfi, sulla penisola sorrentina. Ernesto Iaccarino rappresenta la terza generazione del ristorante che, più di ogni altro, ha influenzato l’alta cucina italiana nel Mezzogiorno diventando il primo Tre Stelle Michelin della storia al Sud. Oggi, che ne detiene due, festeggia 50 anni dalla nascita, da quando nel 1973 i genitori Alfonso e Livia Iaccarino, aprivano il loro primo locale. Poi diventato anche boutique hotel. Per l’occasione la famiglia Iaccarino ha deciso di dedicare un anno sabbatico alla struttura, rinnovata negli esterni e interni ricostruiti con materiali naturali e votati al rispetto ambientale ed energetico, e alla nuova struttura di Punta Campanella, proprio nel cuore della tenuta. Questo anno di stop – riapertura prevista per marzo 2024 – trasformerà la villa dell’800 in un progetto di ospitalità legato al nuovo lusso e alla sostenibilità più autentica a livello ambientale, sociale e di governance per un nuovo concept abitativo. La volontà della famiglia è arrivare a fare turismo sostenibile e impegnarsi ancor di più nell’agricoltura biologica e rigenerativa. Il momento è propizio per raggiungere Ernesto al telefono, e per farci raccontare le sue estati, quella da bambino, quella da adulto e quella del cuore. Nel segno del buon cibo e delle culture locali.

In moto nel Cilento

«Il luogo di vacanza del cuore è per me Castellabate, (nel Cilento, in provincia di Salerno, ndr) avevo 14 anni e con la mia moto, feci filone a scuola con alcun amici», racconta ancora divertito lo chef. «Rapido sguardo sulla mappa e via in direzione sud partendo da Sorrento: Castellabate, in collina a due, trecento metri sul livello del mare, con mura fantastiche, un luogo magico; ci avremmo impiegato un’oretta, il tempo necessario per andare e tornare in tempo per l’ora di uscita dalla scuola e tornare a casa da bravi ragazzi». Ovviamente non prima di aver mangiato in loco, oggi una delle aree dalla tradizione culinaria più ricca di prelibatezze campane. Da quel momento Ernesto ci è sempre tornato: «Molti anni dopo fui felice di scoprire che gli attori Claudio Bisio e Alessandro Siani ci hanno anche girato un film, Benvenuti al Sud».

A Parigi nel tre stelle Michelin

La vacanza della memoria è quella quando «i genitori portarono mio fratello e io a Parigi a visitare tre stelle Michelin dell’epoca, ricordo la paternale prima di entrare minacciandoci che non ci saremmo comportati bene non ci avrebbero più portati. Siamo rimasti immobili mangiando tutto, ma il ricordo di quei sapori è ancora vivido, così come quello della mia prima giacca e cravatta per entrarci!» Ecco di quell’esperienza Ernesto è ancora grato ai suoi per avergli fatto scoprire «la bellezza del cibo sin da bambino».

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