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Torta alveare – Ricetta di Misya

Torta alveare - Ricetta di Misya

Innanzitutto preparate la pasta frolla al miele: lavorate l’uovo con zucchero, miele e olio, poi incorporate farina e lievito, lavorando velocemente.

Avvolgete il panetto con pellicola per alimenti e lasciate riposare in frigo per 30 minuti.
Intanto potete iniziare a igienizzare il pluriball, lavandolo accuratamente e asciugandolo per bene (cercando di non scoppiare le bolle).

Riprendete la frolla, stendetela con un matterello sul piano di lavoro leggermente infarinato, trasferitela nello stampo leggermente imburrato, pareggiate i bordi, bucherellate fondo e bordi con i rebbi di una forchetta, coprite con carta forno, mettete dei pesi sul fondo e cuocete per circa 20 minuti a 180°C, togliendo pesi e carta negli ultimi minuti per farla dorare.

Lasciate raffreddare la frolla e nel frattempo iniziate a preparare la crema: mettete innanzitutto la gelatina (i 2 gr) in ammollo in acqua fredda per almeno 10 minuti.

Montate la panna ben fredda di frigo.
A parte, lavorate con le fruste il mascarpone con la buccia di limone per montarlo.

Sciogliete la colla di pesce, leggermente strizzata, in un pentolino con miele, zucchero e rum e incorporatela a filo al mascarpone, continuando a montare.

Infine incorporate anche la panna montata nel mascarpone, mescolando delicatamente con un movimento dal basso verso l’alto.

Versate la crema sul guscio di frolla ormai freddo, livellate bene la superficie, copritela con il pluriball (con le bolle rivolte verso la crema) ed esercitate una leggera pressione, in modo che le bolle lascino l’impronta sulla crema, quindi lasciate riposare in freezer.

Nel frattempo preparate le vostre apine di pasta di zucchero, colorandone 3/4 di giallo e 1/4 di nero.

Creare i corpicini gialli; io ho usato degli occhietti di zucchero comprati al negozio di articoli per dolci, volendo potete usare delle palline di pasta di zucchero e creare le pupille con la penna alimentare, come ho fatto io con le bocche

Create anche le strisce nere, attaccandole spennellando con poca acqua.
Infine infilzate delle lamelle di mandorle per creare le ali.

A questo punto potete procedere con la gelatina al miele: mettete innanzitutto la colla di pesce a bagno in acqua fredda per almeno 10 minuti.

Mettete in un pentolino acqua e miele e lasciate cuocere per qualche minuto a fiamma media.
Quando il miele sarà completamente sciolto e il composto ben caldo, strizzate leggermente la gelatina, aggiungetela e fatela sciogliere per bene, quindi lasciate intiepidire.

Riprendete il dolce dal congelatore, levate delicatamente il pluriball e versate sul dolce la gelatina.

Infine posizionate le api e lasciate solidificare in frigo per almeno 4 ore prima di sformarla con delicatezza.

La torta alveare è pronta, non vi resta che servirla.

Dal Festival Franciacorta in Cantina, la nostra selezione

La Cucina Italiana

Si è appena conclusa la tredicesima edizione del Festival Franciacorta in Cantina, uno degli appuntamenti più divertenti per scoprire il territorio e la produzione di uno dei vini più amati d’Italia. Durante la kermesse, che si è svolta nei weekend del 10 e 11 e del 17 e 18 settembre, hanno aperto le porte ben 66 cantine, che hanno proposto agli appassionati un calendario di circa 300 eventi per ciascun fine settimana, tra visite e degustazioni guidate anche originali come i 5 food truck sulla terrazza Contadi Castaldi per un pairing non convenzionale, picnic in vigna speciali come lo Chic-Nic, immersi nel verde del parco dell’Albereta tra il lago d’Iseo e i vigneti della tenuta Bellavista per un breve trekking e un menù gourmet sull’erba, e ancora tour in bicicletta o a cavallo alla scoperta dell’area e molte altre iniziative. L’evento, che coinvolge anche i ristoratori e le attrazioni turistiche locali, come abbazie, castelli e musei, ha visto la partecipazione di circa 40.000 persone.

La Franciacorta è un territorio della provincia di Brescia, che si estende su 19 comuni, tra il lago di Iseo a Nord, il Monte Orfano a Sud, il fiume Oglio a Ovest e la città di Brescia a Est, e si trova a circa un’ora di auto da Milano. Il suo nome è sinonimo di bollicine Metodo Classico di qualità eccellente, a base delle uve Chardonnay, Pinot Nero e Pinot Bianco, declinate in varie tipologie, che differiscono per il grado zuccherino e il tempo di affinamento in cantina, in modo da offrire una scelta di etichette perfette per ogni occasione, dall’aperitivo a tutto pasto, anche in abbinamento a ricette di carne importanti. Se ne sono accorti i wine lovers e le guide di settore, che ogni anno premiano i vini di molte cantine franciacortine. E visto che proprio in questi giorni stanno uscendo le classifiche con le migliori bottiglie ora in vendita, vi proponiamo la nostra selezione di bottiglie che vale la pena di mettere in fresco per il prossimo brindisi.

Cosa stappiamo?

Il Franciacorta Brut Rosé 2017 di Bellavista è uno Chardonnay con Pinot Nero, perfetto per accompagnare un tagliere di salumi, ma anche un piatto di tagliatelle ai funghi porcini.

Il Franciacorta Extra Brut Blanc 2018 di Contadi Castaldi è una nuova cuvée con il 50% di Chardonnay e il 50% Pinot Bianco: di grande freschezza, va bene come calice di benvenuto, ma anche per un sushi in compagnia.

  Il Franciacorta Nature 61 2015 di Guido Berlucchi ha la giusta struttura e complessità per un’intera cena a base di pesce: cominciate con dei crostini con il salmone affumicato, proseguite con un risotto ai frutti di mare e chiudete con una spigola al sale con verdure al forno.

Il Franciacorta Annamaria Clementi Rosé 2013 di  Ca’ del Bosco è un Pinot Nero di lungo affinamento, molto gastronomico: provatelo con il vitello tonnato o una zuppa di pesce.

Il Franciacorta Brut Satèn Magnificentia 2018 di Uberti è uno Chardonnnay in purezza dal sorso cremoso che sta molto bene con le tartare di pesce e i crostacei al vapore.

Torino: 9 negozi dove fare la spesa

La Cucina Italiana

Torino: inizia oggi Terra Madre Salone del Gusto 2022 , l’evento internazionale che raduna persone da tutto il mondo, il cui filo conduttore è il cibo. Ovviamente l’evento porterà produttori da ogni parte d’Italia e del mondo. Ma se volete affidarvi a botteghe classiche e produttori della zona, quali sono i negozi dove fare la spesa nella storica città?

Torinesi: 9 botteghe dove comprare prodotti tipici 

Pescheria Gallina

Nel cuore di una Porta Palazzo multietnica, ricca di colori e sapori, resta imbattuto un forte pilastro per quanto riguarda il pesce. Si tratta della Pescheria Gallina, oggi in versione negozio per comprare e ristorante dove sedersi e gustarsi il piatto del giorno. Tutto iniziò nel 1920 con Rosa Bosco e poche varietà di pesce fresco, quasi esclusivamente d’acqua dolce, in aggiunta a qualche pesce conservato sotto sale o essiccato, come lo stoccafisso. A seguire le diverse generazioni al femminile hanno sostituito la capostipite, passando attraverso momenti storici importanti e fondanti per la zona, quali la grande immigrazione. Si arriva così al 1984, data in cui, Giuseppe Benedetto, raccoglie l’oneroso compito di continuare la tradizione, fino ad allora di stampo decisamente matriarcale.
Piazza della Repubblica, 14b, 10122 Torino

Damarco 

Nel mese di novembre del 1959, Giovanni Battista Damarco e la moglie Michelina Brugnetta, con la figlia Marilena, acquistano l’antica drogheria Maffè dal 1890 già allora rinomata rivendita di vini e liquori da asporto, continuando e migliorando l’attività. Da qui inizia una storia di famiglia che si specializza sempre di più in vini, liquori, dolciumi e caffè. Oggi le attuali nove vetrine permettono un’esposizione al pubblico dei prodotti unica mantenendo il fascino della tradizionale di un tempo. Damarco è sicuramente un’istituzione per vini e liquori nazionali ed esteri, vantando oltre 4000 referenze con dolciumi, caffè e birre artigianali, servizio al minuto e ingrosso. 
Piazza della Repubblica, 4, 10122 Torino

Martino Patti Formaggio Cascina Badin

Lui si chiama Martino Patti e la sua azienda è Cascina Badin. Martino Patti è una persona incredibile, sincera, onesta, diretta e simpatica, che comunica passione e dedizione per il proprio lavoro. La sua storia è particolare: lascia il ruolo da redattore alla Treccani per tornare nella natura a fare il mestiere del nonno, l’allevatore, scegliendo le capre come suoi animali guida. Siamo a Castagneto Po, un località in mezzo ai boschi di castagne sulle colline di Chivasso. Martino Patti quando parla delle sue capre ne descrive abitudini, le chiama per nome e le tratta come vere e proprie persone. I suoi formaggi oggi sono venduti e consumati in rinomati ristoranti, come Piazza Duomo dello chef stelllato Enrico Crippa. Insomma con Martino si può rimanere le ore a parlare e ascoltarlo, ma forse le sue parole sono ancor più espresse nei suoi formaggi.
Strada San Sebastiano, 24 10090 Castagneto Po

Luiset

Si tratta di un negozio dove rifornirsi di salumi di qualsiasi genere. Nello specifico l’agrisalumeria Luiset è un’azienda agricola a filiera corta con allevamento suino e relativa salumeria che trasforma in carni e salumi, senza glutine, tipici del Piemonte, con budelli naturali. Tra le colline del Monferrato Astigiano, a Ferrere (AT), allevano i suini da cui ricavano la carne di maiale fresca e i tipici salumi piemontesi quali salame cotto con vendita diretta in negozio. Oltre a Torino c’è anche un punto vendita nelle Langhe, nel centro storico di Alba e un’altra Salumeria nel centro di Torino, nei pressi del museo egizio.
Via Principe Amedeo, 20, 10123 Torino

Pastificio Gran Madre

A Torino la pasta fresca è un must. Dai plin ai tajarin, la pasta all’uovo scorre nelle vene dei torinesi. È il 1968 e Lucia Accornero decide di aprire un negozietto di pasta artigianale, partendo senza neppure conoscere bene il lavoro. Il pastificio Gran Madre è diventato un indirizzo sicuro, nel quartiere omonimo, per la pasta artigianale: tagliatelle, gnocchi, trofie, ravioli del plin e di magro, tajarin e chi più ne ha più ne metta. 
Via Villa della Regina, 3, 10131 Torino

In questa macelleria ormai due generazioni si propongono e vendono le migliori carni piemontesi. Dal produttore al consumatore. Molte cose sono cambiate nel corso degli anni, ma è rimasta intatta quella passione per la qualità. Sono Maestri del Gusto dal 2002.
Piazza Nizza, 79/c, Torino

Pasticceria Ghigo 

Altro grande vanto della città sono le pasticcerie, note in particolare per i mini bignè tipici torinesi. In pieno centro a Torino sorge la pasticceria Ghigo che nasce nel 1870 e fino agli anni 50 è conosciuta come latteria. I “marghe” dell’epoca portavano il latte a domicilio, dentro una cisterna trainata dai cavalli, dove veniva versato nei classici bidoni bianchi. Le ricette dei prodotti di Ghigo sono state gelosamente tramandate per generazioni e ancora oggi vengono utilizzate per produrre croissant, torte, pasticcini e altri prodotti unici nel loro genere. 
Via Po, 52/B, 10123 Torino TO

Cioccolateria Peyrano

Peyrano è un’azienda di Torino fondata nel 1915. Nata come laboratorio di caramelle, poi si è trasformata in azienda produttrice di cioccolato dopo la Prima guerra mondiale da Antonio Peyrano. A partire dal 1920 cominciano le forniture regolari alla famiglia reale italiana. La tradizione continua ancora oggi con la produzione di oltre ottanta varietà di cioccolatini assortiti, ripieni, giandujotti e gelatine alla frutta.
Corso Moncalieri, 47, 10133 Torino

Borgiattino 

Un’istituzione torinese per rifornirsi di vino e formaggio. Infatti di questo patrimonio di sapori si fa portavoce dal 1927 il Borgiattino, storica bottega nel cuore di Torino. Qui si conduce il cliente alla scoperta del meraviglioso mondo del formaggio, insegnando a distinguerne le varie tipologie e presentandone le caratteristiche attraverso storie. Principi indiscussi di questa storica bottega sono i formaggi artigianali piemontesi, dal Bra alla Robiola, dal Gianduiotto di montagna al Raschera, dalla Toma al Castelmagno e molto altro. Ma il focus è anche su vini da pasto, da accompagnamento, da degustazione, da meditazione.
Corso Vinzaglio, 29, 10121 Torino

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