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Tradizione o innovazione ? La giusta scelta è nel Grana Padano DOP

Tradizione o innovazione ? La giusta scelta è nel Grana Padano DOP

In un unico prodotto trovi la storia e il gusto dell’Italia, insieme ad un impegno verso il benessere, il tuo, quello dell’ambiente, di oggi e di domani. E tu, che cosa scegli?

Fare la spesa è una grande responsabilità: salute o buona tavola? Tradizione o innovazione? Gesti antichi o tecnologie moderne? Non devi scegliere, perché il Grana Padano DOP con la sua storia millenaria arriva sino ad oggi nel segno della ricerca continua della qualità, a 360°: ottima materia prima, lavorazione attenta e rigorosa, un prodotto sano e genuino, sicurezza alimentare, contenuto nutrizionale e sapore delizioso. Grana Padano però è veramente buono anche perché viene prodotto all’insegna dell’impegno per la sostenibilità lungo tutta la filiera produttiva – e oltre.

Da mille anni, un’innovazione continua

La tradizione è solo un’innovazione ben riuscita e il Grana Padano DOP ne è l’esempio perfetto: da quasi mille anni fa parte della cultura del nostro Paese, precisamente da quando nel 1135 nell’Abbazia di Chiaravalle, a sud di Milano, i Monaci Cistercensi cominciarono a produrre il caseus vetus, “formaggio vecchio”. Nei secoli il “formai de grana” è diventato poi cibo raffinato per i nobili delle corti rinascimentali, e al tempo stesso alimento ricco di nutrienti per i contadini delle campagne. Oggi il Grana Padano è il formaggio DOP più consumato al mondo, il più conosciuto oltre confine, e la sua ricerca continua non si è mai fermata. La qualità è un obiettivo complesso che si ottiene investendo costantemente impegno e risorse in un metodo che valorizzi ogni aspetto delle fasi produttive, dal campo, dalla stalla al caseificio, fino alla stagionatura e al confezionamento. Oggi il Consorzio del Grana Padano punta anche ad un sistema condiviso per ridurre il proprio impatto ambientale e quello dell’intero settore.

Una scelta per il benessere animale

Tutto parte dal latte, l’ingrediente principe di Grana Padano DOP, e un latte che si ottiene esclusivamente da vacche ben alimentate, sane e ben tenute, proveniente da allevamenti con caratteristiche ben determinate, rigorosamente controllate, e frutto di non più di due mungiture al giorno. Il Consorzio Tutela Grana Padano, che non ha fini di lucro, e i suoi consorziati lavorano quotidianamente nel rispetto dell’ambiente e del benessere animale delle vacche da latte che vivono nelle oltre 4500 stalle che conferiscono il latte ai caseifici.

Una scelta per il nostro pianeta

Oggi la lotta al riscaldamento globale rappresenta una delle sfide più urgenti e difficili, che richiede l’impegno congiunto di singoli, istituzioni e imprese. Grana Padano DOP è parte attiva del progetto europeo LIFE TTGG – The Tough Get Going (letteralmente “i duri cominciano a giocare”) che nasce per migliorare l’efficienza dei sistemi produttivi dei formaggi DOP. Il Consorzio di Tutela promuove l’utilizzo da parte delle aziende di strumenti per misurare, comunicare e migliorare le prestazioni ambientali nel ciclo di vita dei loro prodotti, con l’obiettivo di valutare l’impronta ambientale e di incentivare la sua riduzione mettendo a punto tecniche e metodologie più sostenibili. Grazie a questo progetto sarà possibile estendere poi il modello anche ad altri consorzi europei di formaggi DOP e successivamente a tutte le produzioni DOP e IGP. Questa è la vera bontà di Grana Padano DOP, una bontà responsabile per tutti: oggi e nel futuro. Tu cosa scegli?

Noemi racconta la sua metamorfosi su Vanity Fair

Noemi racconta la sua metamorfosi su Vanity Fair

«Ho tagliato i ponti col passato, non è stato facile». A una settimana da Sanremo, Noemi racconta la sua metamorfosi sulla nuova cover di Vanity Fair: «Ogni donna deve avere il diritto di diventare chi vuole»

«Ognuno dev’essere libero di diventare il sogno che ha di sé, senza paura, senza nessun timore». È una Noemi trasformata quella a cui Vanity Fair dedica la copertina del numero in edicola dal 24 febbraio. In esclusiva e a una settimana dall’esibizione a​l Festival di​ Sanremo, Veronica Scopelliti, vero nome dell’artista, parla per la prima volta della metamorfosi che l’ha portata a perdere molto peso, a scoprire una voce inedita e a far punto e a capo col proprio passato.

«Nell’altro corpo non mi sentivo più io. Così ho difeso il sogno che avevo di me. Ho imparato a non avere paura dell’onestà di chiedermi “Chi sono?”. E mi sono avvicinata a quello che credo di volere». Oltre ​l’intervista esclusiva, Noemi si ​è ​raccontata anche in un monologo scritto a quattro mani con Vanity Fair, un video in cui la cantante narra le pressioni, i dubbi, gli attacchi e i giudizi che sempre circondano il corpo delle donne.

«Dopo la cover con Vanessa Incontrada, questo numero di Vanity Fair dedica un altro capitolo al corpo delle donne», dichiara il direttore di Vanity Fair, Simone Marchetti. «È un tema che ci è caro, una questione che tocca tutti, uomini e donne, soprattutto un fatto tornato prepotentemente di cronaca a causa dei recenti insulti che un docente ha riversato contro Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia. Abbiamo scelto di mettere in copertina la storia della cantante Noemi perché è la storia di una donna, di un’artista e di una persona che ha scelto di inseguire il proprio sogno. E il problema non è mai lei o il suo sogno. Ma noi: come scegliamo di rispettarlo o giudicarlo, che parole usiamo per descriverlo».

Il dibattito continua all’interno del giornale con un reportage sulle battaglie per il riconoscimento del diritto all’aborto in Sud America (lo scorso 30 dicembre l’Argentina ha reso legale l’interruzione volontaria di gravidanza), l’intervista a Male Musk, top model a 70 anni e madre di ​Elon Musk, un dialogo con ​Kitty Spencer​, nipote di Lady D, sul diritto di sognare, il racconto di Rosalìa​,​ la popstar spagnola più famosa al mondo​, sulla priorità di «​rappresentare le donne forti» e un confronto con «la signora Faceboost» Michela Taccola​ sul​la sua passione per la medicina estetica​ che non è «una guerra contro il tempo», ​ma desiderio di dare prima di tutto a se stessa la migliore immagine possibile.

In occasione di questo numero​ importante, Vanity Fair arriva​ anche​ su Clubhouse, il nuovo social che mette da parte l’immagine e lascia spazio alla voce, per parlare del corpo come strumento di protesta e di affermazione di se stessi. Il primo appuntamento è in programma giovedì 25 febbraio insieme a Carlotta Vagnoli, attivista e divulgatrice, ed​ ​a ​Ella Bottom Rouge, burlesquer e attivista. Il secondo​,​ che si terrà venerdì 26 febbraio​,​ vedrà come protagonista Marina Pierri, scrittrice e critica televisiva, per una lezione sull’evoluzione del corpo femminile nelle serie tv.​

» Biscotti salati al rosmarino

Misya.info

Unite in una ciotola uovo, formaggio e olio di semi e mescolate.
Incorporate quindi anche farina, lievito, sale, pepe e rosmarino tritato.

Una volta ottenuto un panetto, dividetelo in palline grandi come una noce, cercando di farle tutte più o meno della stessa dimensione, in modo da avere una cottura più uniforme.
Disponete le palline, ben distanziate tra loro, sulla placca divestita di carta forno, quindi cuocete per 15 minuti o fino a doratura a 180°C, in forno ventilato già caldo.

I biscotti salati al rosmarino sono pronti, lasciateli raffreddare prima di servirli.

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