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Un cocktail per Natale: ricetta d’autore per brindare insieme

La Cucina Italiana

Volete un cocktail per Natale che racchiuda in sé la magia della festa e il calore della famiglia? Ecco quello che ci ha proposto Agostino Perrone, più noto a tutti come «Ago Perrone», barman comasco, che dal 2008 dirige con maestria ed eleganza il Connaught Bar di Londra, mentre chiacchierava con noi.

Da Como a Londra, come è andata?
Per caso, o forse no… Ho iniziato a lavorare dietro al bancone come succede a molti, per pagarmi gli studi (di fotografia, il mio primo amore che non ho del tutto abbandonato). Poi, un poco alla volta, ho capito che preparare cocktail e far stare bene i clienti erano le mie vere passioni, e così sono partito per Londra, la capitale della miscelazione. Una volta arrivato non sono più tornato indietro. Certamente ho avuto la fortuna di lavorare con grandi colleghi e, quattordici anni fa, di partecipare in prima persona all’apertura del Connaught Bar, il cocktail bar all’interno del Connaught Hotel, una vera sfida. Oggi è più normale scegliere di andare a bere un drink nel bar di un hotel di lusso, per fare una pausa di puro relax. Qualche anno fa non era così. Si è lavorato molto in questa direzione, un po’ in tutti i Paesi, e la situazione è effettivamente cambiata. Provate a pensare a quanti hotel di lusso, anche a Milano, hanno fatto del loro cocktail bar un punto di forza e di apertura verso la città.

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Che cosa ti piace di più del mondo del bar?
L’internazionalità, il viaggio. L’atmosfera accogliente e confortevole che si percepisce appena si entra. E poi non è sempre necessario viaggiare davvero, quasi ogni giorno si viaggia e si scoprono culture nuove stando fermi dietro a un bancone. È quello che succede anche al Connaught Bar di Londra. Da quattordici anni, ogni giorno è una sorpresa, clienti da ogni parte del mondo che raccontano le loro storie e condividono cultura e tradizioni. 

Che cocktail ci consigli per Natale?
In linea generale non c’è il cocktail più o meno adatto. Il cocktail giusto per me è quello che raccoglie ed esalta gli aromi e i profumi che ciascuno preferisce. Oggi però vi vorrei presentare una variante del Martini cocktail, il Connaught Martini, il signature cocktail del Connaught Bar. Così celebre ormai che è diventato un rituale, un’esperienza che coinvolge il cliente. Immaginatevi un carrello, il “Martini Trolley”, adibito proprio alla preparazione di questo drink, con il quale si va dal cliente. Sopra c’è tutto quello che serve per realizzare il Martini secondo il gusto dell’ospite che può scegliere il distillato di base (vodka, o gin, o il Connaught Bar Gin, concepito e distillato da me e dal mio collega Giorgio Bargiani), bitter, vermouth e decorazione.

Insalata russa leggera? Sì, è possibile con 5 trucchi

Insalata russa leggera? Sì, è possibile con 5 trucchi

L’insalata russa è un piatto che fa sempre gola – da Natale in poi, facendo il giro del calendario. Ma è possibile avere un’insalata russa leggera

Infatti, la domanda sorge spontanea: questo piatto è anche sano ed equilibrato dal punto di vista nutrizionale? «L’insalata russa è un piatto composto da verdure in particolare da carote, piselli, legumi, fonte di proteine e patate, che sono ricche di carboidrati complessi», dice la nutrizionista Martina Donegani. «Vengono poi spesso aggiunti nel piatto cetriolini sottaceto e salse come la maionese, che aumentano il contenuto di calorie e di lipidi, oltre a uova sode tritate che apportano ulteriori grassi e proteine». «Dal punto di vista nutrizionale, per via della varietà degli ingredienti, l’insalata russa può essere considerato un piatto sicuramente completo, ma con la prevalenza di grassi su carboidrati e proteine», dice l’esperta, che qui suggerisce 5 trucchi per rendere l’insalata russa più sana.

Come rendere l’insalata russa leggera in 5 trucchi

1) Preparatela con gli ingredienti giusti

Se si prepara questo piatto a casa, la prima cosa da fare per tagliare grassi e calorie e renderlo più leggero è limitare l’aggiunta di maionese. «Per una versione light si può sostituire quest’ultima ad esempio con una salsa a base di yogurt, olio, limone, erba cipollina, pepe e un pizzico di sale», suggerisce la nutrizionista Martina Donegani. E infine essendoci già piselli e maionese non esagerare con le uova. «L’eccesso di proteine affatica i reni e l’intestino e aumenta il contenuto calorico, rendendo questo piatto meno alleato della linea e della salute».

2) Abbondate con la verdura

«Le verdure sono ricchissime di fibre che saziano e rallentano l’assimilazione di grassi e carboidrati. Per questo meglio aggiungerne in abbondanza. L’ideale però è cuocerle al vapore anziché lessarle», suggerisce l’esperta. In questo modo garantiscono un ottimo contenuto nutritivo in termini di vitamine. «Le verdure vanno poi cotte al dente e raffreddate, così mantengono la consistenza».

3) Sceglietela di qualità

«Quando si opta per l’insalata russa pronta, invece, bisogna evitare tutte quelle preparazioni dove non si distinguono bene gli ingredienti perché è indice che le verdure sono state cotte troppo o non sono state raffreddate e si sono rotte nel rimescolamento», dice la nutrizionista Martina Donegani. «Poi, occorre fare attenzione all’aspetto della maionese: se il colore è troppo giallo o brunastro e ha una consistenza liquida anziché cremosa vuol dire che non è molto fresca e il piatto è più a rischio di contaminazioni batteriche».

4) Mangiatela sempre con moderazione

Uno dei luoghi comuni più diffusi è considerare l’insalata russa un semplice contorno. «Dal punto di vista nutrizionale è molto più simile a un primo e per questo va consumata con moderazione. Le patate che sono presenti in questo piatto sono una fonte di amido come il riso, la pasta e in generale i cereali. La maionese inoltre la rende ancora più energetica dei classici mix di verdure condite con un filo d’olio, come le insalate», dice l’esperta.

5) Abbinatela correttamente

«L’apporto di grassi è predominante nell’insalata russa per la presenza della maionese e delle uova, quindi sarebbe meglio evitare l’abbinamento con altri cibi grassi», suggerisce la nutrizionista. Sì invece all’associazione, ad esempio, con una piccola bruschetta di pane integrale condita con pomodorini e ceci. «In questo modo si aumenta la quota di fibre e si rende più completo l’apporto di carboidrati complessi e proteine vegetali».

Insalata russa classica

Un sontuoso piatto della belle époque dedicato alla nobiltà russa che allora folleggiava a Parigi. Prepariamo insieme l’insalata russa classica seguendo tutti i passaggi illustrati

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From Scratch: una storia d’amore, perdita e tanta cucina italiana

La Cucina Italiana

Uno dei primi tentativi che fece Saro nel conquistare Tembi fu di invitarla a cenare nel ristorante in cui lavorava come cuoco, al contempo per farle scoprire una parte dell’immenso patrimonio gastronomico italiano. Il tentativo di Saro funzionò, poiché dopo poco divennero una coppia, e il resto è storia. 

Abbiamo chiesto a Tembi quale piatto rappresenta più di tutti l’amore e la vita condivisa con Saro: «Il risotto verde, uno dei primi piatti che mi fece. È stata una scoperta e rivelazione, verdeggiante e aromatica, come il suo amore. Quando scrissi di questo nel libro mi accorsi che è il piatto che mi manca di più e che non riesco mai a ricreare. Resterà per sempre il mio ricordo più forte legato al cibo e sarà per sempre il nostro piatto».

From Scratch e la Sicilia

Firenze svolge un ruolo fondamentale all’interno della trama, fornendo lo sfondo romantico perfetto allo sbocciare dell’amore tra i due personaggi. È però la Sicilia a ricoprire il ruolo chiave, sia sullo schermo che nella vita reale. La bella isola siciliana fu il luogo della loro luna di miele, con la speranza di potersi riconciliare con la famiglia di lui, che inizialmente non approvava le sue scelte professionali e personali – dal fare lo chef allo sposarsi con una donna americana. L’abbandono da parte della famiglia crea un vuoto enorme nei cuori della coppia, un vuoto che per fortuna viene poi colmato con la riconciliazione delle famiglie.

La Sicilia è anche il luogo in cui Tembi e la figlia avuta con Saro passano le loro estati a seguito della scomparsa del loro caro, come modo di sentirsi più vicini a lui e al suo luogo di nascita. Parlando della Sicilia, Tembi racconta che «rappresenta un luogo di poesia immensa, momenti di tregua, cibo squisito e il calore della famiglia. È un luogo in cui mi sento contemporaneamente sia a casa che un po’ un’estranea, una combinazione curiosa. Tutta l’Italia mi ricorda di vivere il momento ed essere aperta al cambiamento e alle avventure della vita. La Sicilia in particolare mi ricorda del passato e del presente, il dolce e l’amaro, l’amore e il dolore. Parto sempre con il desiderio di tornare in Sicilia e quando sono a Los Angeles la rimpiango moltissimo».

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