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i migliori tortellini e tortellacci dei colli bolognesi | La Cucina Italiana

i migliori tortellini e tortellacci dei colli bolognesi
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A 4 Ristoranti sanno «quanto è bello andare in giro per i colli bolognesi» gustando tortellini, tortellacci, tagliatelle con ragù alla bolognese, cotoletta alla bolognese e, infatti, Alessandro Borghese è arrivato fin qui con il suo van nero per un nuovo episodio del programma. Lo chef è andato alla ricerca del miglior ristorante per una fuga sui colli bolognesi, come viene definita la zona a sud di Bologna, tra Casalecchio di Reno e la Valsamoggia, fatta di vigne e castagneti, borghi e castelli, calanchi e antiche vie di mercanti e pellegrini.

Alessandro Borghese 4 Ristoranti: l’episodio sui colli bolognesi con il tortellone piatto special

L’episodio ha visto sfidarsi quattro proprietari di osterie, ristoranti e agriturismi, tra chi cerca di tenere alta la bandiera della cucina tradizionale emiliana e chi tenta di proporre anche ricette innovative. Piatto special, il tortellone: re della pasta fresca del bolognese, la tradizione lo vuole ripieno di ricotta e condito con burro e salvia, ma ogni ristorante ha la sua variante.

Il miglior ristorante dei colli bolognesi: la classifica

Ad aggiudicarsi il titolo di miglior ristorante dei colli bolognesi è stato l’Agriturismo Ca’ Lunati di Margherita, un casolare di famiglia immerso nel verde che propone cucina a km0 con ingredienti autoprodotti; secondo classificato, Tramvia di Antonio, un ristorante nel centro di Casalecchio di Reno con un menù tradizionale bolognese, ma anche con cucina di pesce; terza classificata, l’Antica Hostaria Rocca di Badolo di Alex, con vista panoramica sui colli e piatti fedeli alla tradizione locale; quarto in classifica, Cà Shin di Daniela, nel Parco Cavaioni, dove la proposta culinaria mixa tradizionale emiliana e lucana.

In attesa delle prossime puntate del programma che faranno tappa a Edimburgo, Napoli, Ortigia (Siracusa) e le Cinque Terre in Liguria, scoprite nella gallery tutti e 4 Ristoranti in gara sui colli bolognesi.

Un francobollo speciale tra cibo, arte e innovazione | La Cucina Italiana

Un francobollo speciale tra cibo, arte e innovazione
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Oggi è un giorno importante: il 6 dicembre è stato emesso il francobollo speciale che celebra i 145 anni di Barilla, riconoscendo il valore di eccellenza Made in Italy su scala nazionale. Bello da vedere, regala un soffio di leggerezza e di speranza per il futuro. Infatti, il soggetto è una mongolfiera e rielabora un manifesto d’autore del 1947, a ricordare il legame dell’azienda con l’arte e l’estetica del suo tempo, ma anche la sua capacità di “salire in alto” e guardare verso il futuro.

Francobolli, il ponte inaspettato

Non è certo la prima volta nella storia della filatelia italiana che un francobollo rappresenti il mondo del food. Proprio lo scorso marzo, le Poste Italiane hanno rilasciato una serie sul Made in Italy di 15 eccellenze del nostro territorio, dal pomodoro al pistacchio. Andando a scavare nella storia dei francobolli gastronomici in rete, scopriamo che in occasione della prima Giornata Mondiale dell’Alimentazione nel 1981 venne rilasciato un francobollo del valore di 150 lire rappresentante una classica merenda all’italiana: il fiasco di vino, la pagnotta, il pomodoro, un bicchiere pieno a metà e u tovagliolo bianco. Altra serie uscì nel 1994, Cibi italiani, con due francobolli dedicati al pane e alla pasta, raggiunti poi l’anno successivo da riso e olio. Insomma, “spedire” del cibo è sempre un bel messaggio!

145 anni: ieri, oggi, domani

Tutto inizia a Parma nel 1877, con una piccola bottega di pane e pasta. 145 anni dopo, Barilla è ancora un’azienda di famiglia, non quotata in Borsa, presieduta dai fratelli Guido, Luca e Paolo Barilla. Grazie a un percorso contraddistinto da passione, qualità e attenzione alle esigenze delle persone, quel negozio è diventato la “Barilla” che conosciamo oggi: un attore mondiale nel mercato della pasta, dei sughi pronti, dei prodotti da forno e dei pani croccanti, presente in oltre 100 Paesi, con le sue marche e con 30 siti produttivi, che ogni anno concorrono alla produzione di oltre 2 milioni di tonnellate di prodotti.

Il Francobollo per i 145 anni Barilla vuole idealmente tramandare verso il futuro questa visione positiva e ottimista di un’azienda sempre proiettata verso il domani. E si candida a oggetto del desiderio per appassionati e collezionisti, a ridosso del Natale, momento clou per regalarsi il cibo e scambiarsi (o spedirsi) lettere e cartoline d’auguri.

Come utilizzare gli scarti dei carciofi: 7 consigli

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Quante volte vi siete ritrovati a dire che del carciofo si butta troppo? Non succederà più perché ora vi diremo come utilizzare gli scarti dei carciofi.

Tutte quelle parti che finiscono nel cestino della spazzatura possono infatti trasformarsi in preziose componenti utili per fare brodi, decotti, gustosi snack ma anche rimedi di bellezza. Le foglie più esterne, il gambo, persino l’acqua di cottura: ecco tanti modi per utilizzare gli scarti e azzerare gli sprechi.

Come si puliscono i carciofi

Del carciofo, dicevamo, tendenzialmente si tiene solo il cuore, la parte più tenera. Ma come si puliscono i carciofi? Eccolo spiegato in 7 semplici passaggi:

  1. Recidete il gambo a una decina di centimetri dalla base ed eliminate le foglie rimaste attaccate.
  2. Eliminate le foglie esterne più dure.
  3. Decorticate il gambo, mettendone a nudo la polpa interna, tenera e dolce.
  4. Spuntate i carciofi, tagliando le brattee a metà altezza.
  5. Allargate i carciofi ruotandoli tra le mani, fino al cuore.
  6. Svuotateli della lanugine interna (pappo) con l’aiuto di uno scavino.
  7. Lavateli.

Che cosa fare, dunque, con le parti avanzate? Vediamolo insieme.

Come utilizzare gli scarti dei carciofi: 7 consigli

“Patatine” di scarti di carciofo

Pelate e tagliate a bastoncini il gambo del carciofo reciso. Prendete le foglie scartate e friggete tutto in olio bollente fino a doratura. Salate e servite.

Tisana di acqua di cottura dei carciofi

L’acqua di cottura dei carciofi si può bere! Ricca di sali minerali, ha funzione diuretica e detossinante. Inoltre, con un po’ di succo di limone, favorisce il buon funzionamento del fegato.

Brodo di acqua di carciofi

L’acqua di cottura può diventare un ottimo brodo per insaporire i vostri risotti. Per renderlo ancora più ricco e saporito, fate bollire anche gli scarti, poi filtratelo e utilizzatelo.

Crema di gambi e foglie di carciofo

Fate bollire i gambi le foglie esterne più dure dei carciofi fino a quando si saranno di molto ammorbidite, Poi passatele con il passa verdura per ottenere una sorta di crema. Potrete utilizzare i vostri scarti tal quali per fare una crema oppure potrete unirli a qualche patata lessata e frullata per insaporire una vellutata di patate.

Frittata di gambi di carciofi

Pelate, tagliate a tocchetti e fate saltare in padella i gambi del carciofo con uno spicchio di aglio. Salate e poi unite alle uova sbattute per fare una gustosa frittata.

Patè di foglie di carciofi per tartine

Fate bollire le foglie del carciofo. Scolatele e tritatele in un mixer insieme a un pezzetto di aglio, il sale e olio extravergine di oliva. Il vostro patè sarà buonissimo spalmato sulle tartine o, perché no, come condimento per la pasta!

Tonico astringente per il viso

Fate bollire le foglie dei carciofi per 5-10 minuti. Filtrate il liquido ottenuto, fatelo raffreddare. Bagnate un dischetto di cotone e tamponate la pelle del viso dopo la beauty routine serale. Grazie al suo potere astringente attenuerà i pori dilatati e renderà la grana della pelle più sottile.

Volete sapere come preparare un brodo con gli scarti davvero saporito? Sfogliate la gallery!

Brodo saporito di scarti di carciofo

Ricerche frequenti:

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