Tag: ricette x torte

Bignè craquelin: la ricetta e tre consigli

Bignè craquelin: la ricetta e tre consigli

Scopriamo insieme al pasticcere de La Scuola de La Cucina Italiana i bignè craquelin: una versione più croccante, colorata e saporita dei classici bignè!

Conoscete i bignè craquelin? Negli ultimi anni in pasticceria si è diffusa questa variante dei classici bignè: è caratterizzata da un impasto molto sottile di zucchero, burro e farina, che viene appoggiato sul composto prima della cottura; questo conferisce, oltre che un retrogusto particolare e una consistenza croccante, anche un aspetto estetico molto invitante.

Scopriamo insieme a Emanuele Frigerio, pasticcere della Scuola de La Cucina Italiana, qualche consiglio e la ricetta per preparare i bignè craquelin.

Bignè craquelin: perché scegliere questa tecnica?

Il prodotto, così pensato, tende a svilupparsi di più in dimensione rispetto al bignè tradizionale. La crosta craquelin contiene, infatti, molto grasso e crea una barriera isolante al vapore, così che si sviluppi all’interno della pasta choux. È, quindi, un’ottima scelta nel caso in cui si scelga di riempire i bignè con una crema.

Come colorare i bignè?

È possibile intervenire sulla colorazione del prodotto in modo semplice, così da ottenere bignè colorati e diversi dal solito. Si possono aggiungere dei coloranti alimentari direttamente nell’impasto della crosta oppure, in alternativa, si può sostituire parte della farina normale con della farina di frutta secca, come farina di pistacchio o farina di mandorle. La proporzione, che deve essere mantenuta, è di 90 grammi di farina normale per 10 grammi di farina di altro tipo.

Come farcire i bignè craquelin?

Per una ricetta alternativa, potete preparare una versione salata: bignè craquelin con burro di arachidi e crema al caffè. Stupirete i vostri ospiti con un piatto dal sapore sensazionale e innovativo! Se, invece, preferite la classica versione dolce, il consiglio è quello di riempire i bignè con una crema leggera, come ad esempio allo zabaione.
Vediamo insieme la ricetta del pasticciere Emanuele Frigerio.

La ricetta dei bignè craquelin al cacao con crema alla lavanda

Ingredienti

Per il composto a bignè
250 g Uova intere
130 g Farina di grano tenero tipo 00
125 ml Latte
125 ml Acqua
125 g Burro
10 g Cacao amaro
4 g Sale

Per la frolla speciale
225 g Farina di grano tenero tipo 00
150 g Burro
100 g Mandorle
60 g Albumi d’uova
50 g Fecola di patate
50 g Zucchero a velo
1 g Sale

Per la crema pasticcera alla lavanda
500 ml Latte
150 g Zucchero
100 g Tuorlo d’uovo
40 g Maizena
Lavanda

Procedimento

Per il composto a bignè, mettere a bollire in un tegame i primi quattro ingredienti indicati. Raggiunto il bollore, togliere dal fuoco e aggiungere farina e cacao, precedentemente setacciati. Rimettere, poi, il composto sul fuoco e mescolarlo per farlo asciugare, fino a quando non si stacca dalle pareti. Porre il composto nella bacinella della planetaria e farlo intepidire, utilizzando la foglia. Aggiungere le uova una a una, lavorando sempre l’impasto, fino ad ottenere un composto morbido e omogeneo. Mettere il composto in una sac a poche e lasciar riposare al fresco.

Per la frolla speciale, aggiungere al burro le mandorle, lo zucchero, il sale, l’albume e ¼ di farina. Amalgamare l’impasto; aggiungere la restante farina e la fecola. Lavorare tutto velocemente e, poi, lasciar riposare.

Per la crema pasticcera alla lavanda, in una basterdella, lavorare con una frusta i tuorli d’uovo, lo zucchero e la farina. A parte in una pentola, scaldare il latte e mettere in infusione la lavanda. Portare a ebollizione, eliminare la lavanda e versare i tuorli montanti; mescolare fino a quando non sono completamente stemperati con il latte. Rimettere sul fuoco, mescolando sempre con una frusta; completare la cottura, fino a quando non risulterà densa (82-85°C). Togliere dal fuoco e stendere la crema su una teglia; coprire con la pellicola a contatto e lasciar raffreddare.

Formare sulla carta da forno la classica forma con il composto a bignè; tirare con l’aiuto della sfogliatrice la frolla a uno spessore di 2 millimetro. Con un coppapasta rotondo ricavare dei dischetti della stessa grandezza degli choux. Adagiare delicatamente i dischetti di frolla sopra i bignè, precedente inumiditi con dell’acqua. Cuocere in forno a 210°C per circa 15 minuti. Lasciar raffreddare e farcire con la crema pasticcera alla lavanda. Spolverare con zucchero a velo e servire.

Siete curiosi di imparare altre tecniche di pasticceria? Venite ai corsi de La Scuola de La Cucina Italiana! Cliccate qui per scoprire le prossime date.

Testi di Caterina Limido

Alla scoperta dei dolci al cucchiaio tradizionali greci

Alla scoperta dei dolci al cucchiaio tradizionali greci

Alla scoperta dei tradizionali dolci al cucchiaio greci, tante varietà di frutta in barattolo caratterizzate e arricchite con ingredienti locali

Fin dall’antichità i greci sono esperti nella conservazione della frutta, sviluppando e via via affinando tecniche e ricette che costituiscono una parte essenziale della cucina tradizionale. I dolci al cucchiaio (glyko tou koutaliou), amatissimi e diffusi in tutto il paese, sono realizzati con un’ampia gamma di frutta che, oltre alla frutta stagionale e locale, durante la preparazione può essere arricchita e aromatizzata con altri ingredienti quali miele, fiori, spezie, erbe e frutta secca. Non mancano poi ricette speciali che le famiglie greche passano di generazione in generazione. Andiamo allora a scoprire caratteristiche e varietà dei dolci al cucchiaio tradizionali greci, incluse le ricette tipiche di alcune zone e di alcune isole della Grecia.

Preparazione, caratteristiche e varietà

I cosiddetti dolci al cucchiaio sono quindi preparazione in cui la frutta, lasciata intera o tagliata, viene bollita nello sciroppo di zucchero con una scorza o succo di limone e un’eventuale aggiunta di aromi, spezie o altri ingredienti, e poi versata in barattoli di vetro sterilizzati, come la marmellata. Un buon dolce al cucchiaio prevede che la frutta sia solida e succosa e lo sciroppo in cui è immersa chiaro, denso e molto aromatico.
La procedura differisce leggermente a seconda dell’ingrediente principale, poiché alcuni frutti possono richiedere quantità diverse di zucchero e di acqua nonché diversi tempi di cottura. La frutta fresca utilizzata può differire da stagione a stagione, ma in generale tra le più utilizzate ci sono le arance amare, l’uva, i fichi, le amarene, le ciliegie e le mele cotogne, mentre tra gli aromi utilizzati in fase di ebollizione e poi tolti abbiamo erbe quali menta e maggiorana, spezie varie tra cui cannella e chiodi di garofano, o anche fiori e piante che possono comprendere la rosa, il gelsomino, i fiori di limone e la vaniglia. Sempre durante l’ebollizione viene talvolta aggiunta una piccola quantità di frutta secca sbollentata e versata a scaglie o intera, in genere noci o mandorle, così da aggiungere sapore e croccantezza al prodotto finale.

Insomma, preparare i dolci al cucchiaio è un’arte e le varianti possono essere molte, come dimostrano le tante specialità tipiche sparse per il paese. Tra queste le più note sono quella fatta con i pistacchi non maturi dell’isola di Egina, quella con zucca e mandorle dell’isola di Milo, quella con noci intere non mature, miele e chiodi di garofano dell’isola di Andros, quella aromatizzata al basilico dell’isola di Naxos, quella fatta con amarene e noci sull’isola di Icaria e, infine, le conserve di agrumi acerbi del Peloponneso. Molto amata dai greci anche la specialità realizzata con petali di rosa (un ingrediente tradizionale spesso usato anche per i dolcetti loukoumi), di cui è particolarmente nota quella prodotta dal monastero di Taxiarchon in Lakonia nel Peloponneso.

Storia ed evoluzione di un dolce dalle origini antiche

I dolci al cucchiaio sono da sempre sinonimo di tradizione, di ospitalità e di accoglienza, tutti concetti storicamente radicati nella cultura della Grecia. Questi dolci affondano infatti le proprie radici nell’antichità, epoca in cui prendeva gradualmente forma un tipo di dieta sana e bilanciata, oggi nota come dieta mediterranea, caratterizzata tra le altre cose da un grande impiego di frutta e frutta secca, ma anche di erbe aromatiche, spezie e condimenti vari. Non a caso, si è scoperto che gli antichi greci inventarono varie forme di conservazione della frutta, tra cui appunto l’ebollizione seguita dalla conservazione in miele o melassa di uva e solo più avanti nello sciroppo di zucchero. Una delle ricette più antiche di dolci al cucchiaio era chiamata melimilon e consisteva in mele cotogne bollite nel vino e poi riposte in barattoli pieni di miele. Storicamente il periodo d’oro di questi dolci fu negli anni 50, epoca in cui il barattolo in cui era conservato era un vanto per le casalinghe e mangiare questi dolci fatti in casa, serviti agli ospiti su piattini di cristallo accompagnati da cucchiaini da tè e un bicchiere di acqua fredda, costituiva un rituale importante.
Se negli anni 60 grazie all’introduzione del frigorifero elettrico la loro fama subì un netto calo, tornarono poi gradualmente a essere riscoperti e apprezzati, insieme a molte altre preparazioni culinarie casalinghe decisamente più sane e meno caloriche di quelle che si erano andate diffondendo. Fu allora che le bisnonne e le nonne dei nostri tempi ripresero questa tradizione, sperimentando sempre di più e utilizzando frutta e verdura prodotte in luoghi diversi e in stagioni diverse, tra cui fichi, mele cotogne, angurie, ma anche zucchine, melanzane, pomodori.
Al giorno d’oggi questa pratica casalinga è meno diffusa di prima, ma comunque presente e tanti sono i dolci al cucchiaio prodotti in Grecia, con ogni tipo di ingrediente e caratteristiche.

Per assaggiare questa specialità, oltre ad acquistare quelli artigianali, è possibile trovare i dolci al cucchiaio nel menu di alcuni ristoranti e caffetterie, in genere serviti in estate come guarnizione di coppe di yogurt cremoso fresco o di gelato aromatizzato al mastice di Chios.

Foto: dolce al cucchiaio tipico greco_Veranet.jpg
Foto: dolce al cucchiaio greco alle ciliegie_Greekbreakfast.jpeg
Foto: dolce al cucchiaio grecia_giorgos tsoulis.jpg

Ricerche frequenti:

Torta di mele Renetta con amaretti e biscotti

Torta di mele Renetta con amaretti e biscotti

Ogni famiglia ha la propria ricetta. Trascritta su fogli sbiaditi, su vecchi libri di cucina o addirittura tramandata solo a voce.

È quella della regina dei dolci di casa, la torta di mele. Non ne esiste una uguale all’altra e ciascuna porta con sé una storia. Che a che fare con ingredienti e dosi, ma soprattutto con affetti e ricordi che hanno proprio quel profumo, il profumo della torta di mele appena sfornata.

Alta e soffice, ricoperta di zucchero a velo, oppure più bassa, quasi biscottata. Le ricette della torta di mele sono tante quante sono le case! E la prima differenza la fa proprio la qualità di mela scelta.

Il nostro consiglio? La mela Renetta Melinda, che sprigiona una dolcezza inconfondibile sia da cruda che da cotta, senza perdere quel tocco di acidità che la rende perfettamente equilibrata. Non solo: la mela Renetta è un vero e proprio concentrato di polifenoli, fondamentali per il benessere grazie alla loro funzione antiossidante.

Ecco perché consigliamo la mela Renetta per la torta di mele, con una variante golosissima: un impasto croccante fatto di amaretti e biscotti secchi. Per cominciare una nuova tradizione da tramandare.

Ingredienti

4 mele renette
125 g di biscotti secchio tipo Oro Saiwa
50/60 g di burro a temperatura ambiente
125 g di amaretti di Saranno
5 cucchiai di zucchero

Procedimento

Accendete il forno a 180 gradi. Prendete una teglia del diametro di 24 cm e foderatela con carta forno. Lavate le mele, togliete il torsolo e sbucciatele, poi tagliatele a fette di circa 1 centimetro di altezza.

Tritare i biscotti insieme agli amaretti e mettere il composto in una ciotola insieme allo zucchero, mescolando il tutto con cura.

Iniziate a comporre la torta coprendo la base della tortiera con le fette di mele, disposte una accanto all’altra.

Riempite i buchi al centro delle mele e gli spazi tra le fette di mele con il trito di biscotti e amaretti e cospargete la superficie con fiocchetti di burro.

Fate un altro strato di mele e proseguite con lo stesso procedimento di prima andando avanti con gli strati fino a esaurimento degli ingredienti (dovrebbero venirne tre). L’ultimo strato deve essere quello di biscotti/amaretti/zucchero, completato con fiocchetti di burro.

Cuocete in forno caldo per circa 1 ora e servite.

Proudly powered by WordPress