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Il giro del piatto in 80 vini

Il giro del piatto in 80 vini

Dalla pizza al roast-beef, dalle lasagne al bollito, abbiamo scelto i piatti italiani più amati abbinando a ciascuno dieci bottiglie. Qui in anteprima i nostri consigli

Ottobre, mese di vendemmia e di grandi eventi: Vinitaly Special Edition è in programma dal 17 al 19 e la Milano Wine Week dal 2 al 10. Per l’occasione, abbiamo scelto i piatti italiani più amati abbinando a ciascuno dieci bottiglie. Tra novità e grandi classici, in un crescendo di intensità e gusto, a voi la scelta dell’accostamento preferito. Qui vi diamo in anticipo i nostri consigli, per le etichette vi rimandiamo in edicola, dove trovate il numero di ottobre de La Cucina Italiana.

CON LA PIZZA
Dimenticate l’abbinamento con la birra. Con il vino, la pizza diventa più digeribile. Scegliete vini leggeri e con un’acidità contenuta, soprattutto se c’è il pomodoro. Vanno bene tutti, ma i rosati sono i più adatti, anche in versione bollicine.

CON LA CARBONARA
Irresistibile da mangiare, non semplice da fare (bene), difficile da abbinare, perché bisogna tenere conto di tanti gusti e consistenze: la dolcezza della pasta, la sapidità di guanciale e pecorino, l’untuosità dell’uovo, la nota speziata del pepe. I vini che funzionano meglio sono i bianchi un po’ strutturati e con un sapore deciso. Bene anche le bollicine, che alleggeriscono e rinfrescano, e i rosati delicati. Se preferite il rosso, sceglietene uno giovane e leggero.

CON IL FRITTO MISTO
Irrinunciabili le bollicine, in versione bianca o rosa, a seconda dei tipi di pesce; morbide o secche, a seconda del gusto dei commensali (e della quantità di crostacei). Ma vanno bene anche i bianchi fermi giovani, meglio se un poco aromatici, specie se ci sono verdure dolci come la zucca.

CON IL BOLLITO
La scelta tradizionale cade sui vini rossi, fermi e di buona struttura, o frizzanti della tradizione piemontese, lombarda ed emiliana. Ma vi proponiamo anche due grandi alternative per stupire gli ospiti con accostamenti meno scontati.

CON LE LASAGNE AL RAGÙ
Qui i bianchi non ce la fanno. Serve un vino di media struttura, con una buona tannicità. I rossi sono la scelta migliore, ma chi non li ama può stappare un rosato potente, come quelli del Sud, o provare l’abbinamento con il Lambrusco di Sorbara.

CON L’ORATA AL SALE
La scelta si limita a vini bianchi e bollicine. Per rispettare la delicatezza del piatto, stappateli leggeri, giovani e magari provenienti da territori capaci di donare sapidità e mineralità.

CON LA PASTA AL PESCE
Le vongole amano i vini bianchi, le cozze preferiscono quelli rosati, ai crostacei piacciono entrambi, purché siano delicati. Se tra gli ingredienti c’è il pomodoro, privilegiate i vini più morbidi che acidi. Scegliendone uno che nasce vicino al mare non si sbaglia.

CON IL ROAST-BEEF
A qualcuno piace caldo, anche se la tradizione lo vorrebbe servito freddo. Nel primo caso, vanno bene i rossi di buona struttura, che l’affinamento in legno rende capaci di tenere testa al sapore deciso della carne, nel secondo caso si può scegliere un rosso più leggero e perfino osare l’abbinamento con uno Champagne Rosé.

Il Molise e i suoi 3 vini imperdibili- La Cucina Italiana

Il Molise e i suoi 3 vini imperdibili- La Cucina Italiana

Il Molise, è una regione che vuole farsi conoscere e scoprire per le sue specialità: tra queste i vini che, oltre ai vitigni in comune con i territori confinanti, vantano di un’uva autoctona a bacca rossa chiamata tintila. Abbiamo scelto per voi 3 vini locali da assaggiare.

La piccola regione ha circa 5500 ettari vitati in zone collinari e di montagna. Le uve a bacca scura rappresentano i due terzi della produzione. Molti vitigni sono in comune con i territori confinanti dell’Abruzzo, della Puglia e della Campania, come il trebbiano, la falanghina, il montepulciano, il sangiovese e l’aglianico, ma c’è anche un’uva autoctona a bacca rossa, la tintilia, tutelata con un’apposita Doc, che si affianca a quelle di Biferno e Pentro, che comprendono bianchi, rosati e rossi. I rossi di queste due Doc sono sempre prodotti con una maggioranza di montepulciano, mentre i bianchi di Biferno hanno una predominanza di trebbiano, e quelli di Pentro vedono la falanghina protagonista. I rossi sono piuttosto rustici, adatti alla cucina dell’entroterra, mentre i bianchi sono leggeri, per l’aperitivo o su verdure e pesce. Ci sono anche piccole realtà artigianali che piantano vitigni internazionali come il riesling e il pinot nero, con risultati interessanti.

Tintilia del Molise Macchiarossa 2015 Claudio Cipressi

Il merito della riscoperta della tintilia va anche a Claudio Cipressi che ha recuperato le piante in tanti vigneti per creare una sortadi biblioteca ampelografica della varietà. Il Macchiarossa è uno dei migliori esempi per conoscere le caratteristiche del vitigno, che dà rossi avvolgenti e profumati di amarene, frutti di bosco e spezie. Con lasagne al forno. 20 euroclaudiocipressi.it

Biferno Bianco Gironia 2019 Borgo di Colloredo

È un trebbiano con aggiunta di malvasia, garganica e altre uve a bacca bianca che affina parte
in botte di legno e parte in acciaio. Ha profumi minerali e di frutta esotica e un gusto strutturato e sapido. Con spaghetti ai frutti di mare. 15 euroborgodicolloredo.com

Il Viandante 2018 Cantina San Zenone

Una cantina sociale che produce vini con un ottimo rapporto tra la qualità e il prezzo, come questo rosso da uve montepulciano in purezza che ha un gusto morbido e profumi fruttati, floreali ed erbacei. Con pollo in umido. 7 euro. cantinasanzenone.it

Ricerche frequenti:

Vini e vitigni autoctoni delle Marche

Vini e vitigni autoctoni delle Marche

La viticoltura nelle Marche risale all’epoca etrusca, un’origine celebrata negli anni Cinquanta dalla bottiglia a forma di anfora, disegnata dall’architetto Antonio Maiocchi per il Verdicchio della cantina Fazi Battaglia, che portò a questo vino una fama mondiale. Proprio questo vitigno è, ancora oggi, l’uva più importante della regione: si coltiva nella zona dei Castelli di Jesi
e di Matelica e dà grandi bianchi, in grado di invecchiare per molti anni. Altri vitigni a bacca bianca autoctoni sono il ribona (il nome significa «due volte buono»), da cui si producono vini fermi molto profumati e freschi, e spumanti Metodo Classico interessanti; il bianchello del Metauro, alla base di bianchi fruttati, leggeri e di facile approccio, il pecorino e la passerina, condivisi con il vicino Abruzzo. Tra le uve autoctone a bacca scura, la lacrima di Morro d’Alba dà un rosso morbido e aromatico, mentre la vernaccia nera o di Serrapetrona si vinifica secca, dolce e spumante, a dimostrazione della sua grande versatilità. Il Rosso Piceno, il Rosso Conero e l’Offida rosso, frutto di un mix di montepulciano e sangiovese, sono vini robusti e corposi adatti alle carni e ai primi con sughi saporiti. La zona da tenere d’occhio è quella dei Colli Pesaresi, dove stanno nascendo rossi di grande piacevolezza, da uve sangiovese e pinot nero.

Rosso Piceno Superiore Gotico 2016 Ciù Ciù

Uve montepulciano e sangiovese, coltivate con agricoltura biologica sulle colline di Ascoli Piceno, in questo rosso robusto e vellutato, con intensi profumi di frutti rossi. Con brasato alla marchigiana. 13,50 euro, ciuciuvini.it

Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Massaccio 2018 Fazi Battaglia

Dai vigneti di Cupramontana, è un bianco ampio e avvolgente, caratterizzato dai profumi di frutta matura, anice ed erbe mediterranee. Con orata al finocchietto e agrumi. 15 euro, fazibattaglia.com

Lacrima di Morro d’Alba Superiore 2018 Stefano Mancinelli

È un rosso che sa conquistare con i suoi intensi profumi floreali e il sapore speziato, morbido e persistente. Con i vincisgrassi, le succulente lasagne marchigiane al ragù di frattaglie.15 euro, mancinellivini.it

Verdicchio Spumante Brut Le Cuvée Rocca dei Forti

Il vitigno bianco simbolo della regione qui è vinificato in versione spumante, per un calice fragrante e fresco, ottimo con una frittura di pesce dell’Adriatico. 5 euro, roccadeifortilecuvee.it

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