Tag: zucca ricette

Le sette osterie di Perugia che (non) fanno solo Testo

Le sette osterie di Perugia che (non) fanno solo Testo

Il capoluogo umbro non è mai stato così apprezzato dagli stranieri come oggi. Ma non è solo bello: consente tante soste golose in osterie, spesso suggestive, dove godere dei piatti tipici. A partire dalla torta al testo, che non manca mai…

Sulla bellezza dell’Umbria mai avuto dubbi. Però quando iniziano a martellare i media stranieri, evidentemente ci era sfuggito qualcosa. “The Telegraph“, uno dei più antichi quotidiani al mondo, ha fatto recentemente un inno alla regione più verde d’Italia con una dichiarazione chiarissima: «Perché l’Umbria dovrebbe essere la prima meta italiana da visitare dopo i lockdown». Citiamo senza filtri:  «Venti anni fa gran parte dell’Umbria era sconosciuta a tutti, tranne ai più ardenti italofili. Una piccola regione senza sbocco sul mare, è stata oscurata dal suo vicino più grande, la Toscana. Ma l’Umbria ha sempre avuto gli ingredienti per essere popolare. Gli stessi meravigliosi paesaggi pastorali, alcune montagne spettacolari; una dozzina di città collinari piene di superba arte e architettura, innumerevoli villaggi assonnati e affascinanti. E poi cibo e vino straordinari».  Si chiude con un inno alle cittadine d’arte e a Perugia, «grande e affollata».

La Città del Cioccolato

Con tutto il rispetto per l’altro capoluogo Terni e la sfilza di posti che molti italiani conoscono con la gita primaverile delle scuole medie o del liceo (Assisi, Spoleto, Todi…), anche noi abbiamo un debole per Perugia: una di quelle piccole capitali, veramente glocal ben prima che nascesse il termine. Umbra sino al midollo e internazionale non solo grazie al turismo ma all’Università per stranieri, che sta per festeggiare il centenario dalla nascita. Artigiana nell’anima, ma con industrie di eccellenza, a partire da quella dolciaria. Non a caso, viene definita la Città del Cioccolato per il peso storico di Perugina e una manifestazione come Eurochocolate che quest’anno si dovrebbe tenere dal 16 al 25 ottobre. Ma, soprattutto, è un posto dall’armonioso aspetto medievale con un centro storico che è bello percorrere a lungo, senza fretta e fermandosi a guardare.

Gli stellati sono in provincia

Questa essenza antica, rispettosa del territorio senza essere chiusa, ma semmai coinvolgente, fa sì che Perugia non sia città da stellati. Del resto, in Umbria ce ne sono due: il celeberrimo Casa Vissani a Baschi (Terni) e Vespasia a Norcia, patria dei miglior salumi del Centro Italia e a 100 chilometri dal capolouogo. Perugia è borgo da osterie. A parte l’originale Il Vizio – che segue il territorio e al tempo stesso propone la sua idea di sushi – e un paio di validi bistrot (L’Officina e Società Anonima), la scena è tutta per la tipicità raccontata in posti spesso suggestivi come quelli della nostra personalissima selezione. Consigli sul menu: le paste in casa come gli umbricelli o gli stringozzi, le carni di ogni tipo (dai palombacci alla perugina all’agnello in mille ricette), i piatti con il tartufo nero o bianco a seconda della stagione. E poi un mare di torta al Testo, l’alternativa al pane: acqua, farina, bicarbonato e sale. Si cuoce su una piastra rotonda in ghisa detta testo, erede del testum degli antichi Romani, ovvero la tegola in laterizio dove si preparavano le focacce. Con i salumi (di Norcia, of course), i formaggi, le verdure e le carni è il massimo.

Borgomela

Una delle osterie più eleganti del Centro Italia, avvolta da una residenza d’epoca. Ma non aspettatevi esercizi di stile: qui si rielaborano con classe e tocco autoriale le ricette tradizionali come i taglierini al ragù bianco di agnello, la coratella di agnello con torta al testo, lo stracotto di vitello al radicchio e scalogno.

I Birbi Osteria

Nel centro storico, un luogo del gusto con muri a vista e volte che conquista immediatamente. La famiglia Ciabattini ama alleggerire i piatti umbri; e lo fa benissimo. Che siano i pici al tartufo nero o il baccalà cotto nella cenere. Buona selezione di dolci e cantina che invita a spendere bene.

Altromondo

Atmosfera conviviale e grande ospitalità in questo locale del centro che difende orgogliosamente la cucina del territorio. L’antipasto della casa con salumi, torta al testo e crostini è imperdibile. Poi tagliatelle alla perugina o al tartufo, carré di cinta e le proposte a base di agnello, spuma di zabaione.

Al Mangiar Bene

L’insegna rispecchia l’esperienza, favorita da un ambiente accogliente e ospitato in un palazzo del Trecento. Quasi tutte le materie prime sono umbre e biologiche, le porzioni sono abbondanti. Un buon percorso è composto dall’antipasto della casa, un assaggio di umbricelli e carne alla brace. Carta dei vini competitiva.

Luce Ristorante

Due giovani chef-patron con la mano giusta per interpretare la cucina umbra a 360°, senza prevenzioni, ma contando su grande materia prima. Si può assaggiare così un tortello di tinca affumicata come l’agnello fondente al passito di Sagrantino e agretti. Creatività assoluta nei dolci. Il locale è di gusto contemporaneo.

Stella

Non ha conquistato la Chiocciolina Slow Food per caso: si respira grande amore per i prodotti locali e si curano i piatti nel dettaglio, che siano i semplici latterini fritti del Trasimeno o il raffinato piccione al forno. E i primi conquistano. Ampia e ricercata la carta dei vini, con valide proposte anche al bicchiere

Civico 25

Piccola e accogliente, due sale e una cucina a vista, una grande quantità di bottiglie di (buon) vino. Piace soprattutto ai giovani questa moderna osteria che unisce ai classici della tradizione qualche proposta innovativa, ma sempre di stampo italiano vedi i fegatelli di maiale all’arancia o le polpette in varie ricette.

» Pasta con crema di ricotta e melanzane

Misya.info

Innanzitutto lavate e mondate le melanzane e tagliatele a listarelle corte.

Mettete a cuocere le melanzane in un’ampia padella antiaderente con un po’ di olio e sale, e nel frattempo preparate la crema di ricotta: mettete ricotta, panna, basilico, sale e olio in una ciotola e frullate con un minipimer (in alternativa, potete mettere tutto in un mixer e frullare così, oppure tritare il basilico al coltello e mescolare a mano).
Mettete la crema in frigo nell’attesa.

Cuocete le melanzane finché non saranno ben dorate, quindi spegnete e unite la crema di ricotta.
Nel frattempo, cuocete la pasta in una pentola di acqua salata bollente e allungate il condimento con 1 mestolo di acqua di cottura per renderlo più fluido.

Scolate la pasta al dente e fatela saltare nel condimento, aggiungendo un po’ di pecorino per mantecare.

La pasta con crema di ricotta e melanzane è pronta: aggiungete un po’ di basilico fresco e servitela calda, tiepida o anche fredda.

Salento goloso: dieci locali che meritano (sempre) una sosta

Salento goloso: dieci locali che meritano (sempre) una sosta
La suggestiva Trattoria Iolanda a Lucignano
I ricci di mare: ‘cult’ salentino da Sapori d’Arneo a Porto Cesareo
Il grande dehor della Masseria del Sale a Manduria
Battuto di gamberi, specialità del Cielo a Ostuni
Farmacia Balboa, locale di tendenza a Tricase
Cucina ‘supertipica’ alla Taverna del Porto di Tricase
Già sotto l’Arco a Carovigno: una tavola stellata Michelin
La zuppa di sgombro all’acqua pazza di Le Macàre ad Alezio
Dentro un hotel: I Fornelli di Teresa a Tricase
Bros: il talento di Floriano Pellegrino e Isabella Potì a Lecce

Tutti pazzi per il Salento: anche per la sua cucina. E se molti italiani la considerano genericamente pugliese, in realtà ha la capacità nell’esaltare al massimo il concetto di cucina povera, frutto di tradizioni centenarie e di prodotti, provenienti soprattutto dalle campagne. Ai piatti contribuiscono il pesce dell’Adriatico e un po’ di carne, preferibilmente di cavallo. È il regno della verdura coltivata o selvatica, anche per questo si spiega il dominio di osterie-trattorie-masserie con cucina sui ristoranti di vertice.

I consigli di Antonio Guida

Quattro per la cronaca le stelle Michelin: Già sotto l’arco a Carovigno, Il Fornello da Ricci a Ceglie Messapica (che in verità è sul confine con le Murge, con una cucina solo di terra e vegetale), Cielo a Ostuni e il celebrato Bros a Lecce, il locale dei giovanissimi fratelli Pellegrino, con la loro cucina di contaminazioni persino con l’Oriente. Il che è provocazione in una terra come questa, come spiega Antonio Guida, figlio del Salento cresciuto in Francia, diventato grande all’Argentario e consacrato a Milano, alla guida del Seta, gioiello bistellato all’interno del Mandarin Oriental. «La nostra è una cucina di ingredienti, più di altre. Cerchiamo abbinamenti semplici, intensi che si scoprono da bambini grazie a mamme e nonne ai fornelli», dice. «Da noi si è sempre cucinato tantissimo e lo si continua a fare».

I piatti imperdibili

Nel lungo elenco di specialità da assaggiare per i neofiti del Salento, lo chef consiglia la frisa (un biscotto di grano duro) con il pomodoro, lo sciuttidu che è la gustosa peperonata locale, cicureddhe cu le fave nette (cicorie selvatiche con purea di fave), paparina e paparotta («È una ricetta propria della mia cittadina, Tricase», sottolinea Guida): la prima è papavero fritto in foglie, la seconda è il recupero per eccellenza a base di pane avanzato, legumi e cime di rapa, tutto fritto in olio di oliva che è storico vanto dell’area. Un primo? Ciceri e tria: la caratteristica sta nella cottura della pasta di semola di grano duro che viene in parte fritta e in parte bollita. Poi si unisce ai ceci cotti con olio extravergine, aglio, cipolla e aromi: un piatto antichissimo, Orazio ne parlava già nelle sue Satire (35 a.C.). Quanto al secondo, Guida impone l’assaggio dei pezzetti di carne di cavallo, cotti in terracotta con aglio, sedano, cipolla, salsa di pomodoro e alloro. Piatto ideale per un bel calice di rosso, magari Negroamaro: simbolo enoico di Salento e di Puglia. Pronti al tour?

Trattoria Iolanda – Lucignano

Da quasi 50 anni qui si mangia bene, grazie all’impegno della stessa famiglia. Ci sono tutte le specialità salentine, dei primi molto buoni e una proposta curata alla griglia. Bisogna prenotare sempre.

Sapori d’Arneo – Porto Cesareo

Un locale che piace sempre perché oltre a essere una fornita enoteca, con una cucina semplice e diretta, promuove un sacco di iniziative per far conoscere i sapori e i vini del territorio.

Masseria del Sale – Manduria

Siamo nella capitale del Primitivo, grande vino del territorio: posto unico, ospitato in una masseria ristrutturata del Seicento. Si gustano buoni piatti di terra e di mare. Alla sera è spettacolare, anche per l’illuminazione.

Cielo – Ostuni

Location notevole, ospitata dal relais La Sommità: piccola corte interna o una bianca sala dal soffitto a botte. La cucina parte dalle eccellenze della regione, ma la mano di Andrea Cannalire vira verso una linea più creativa.

Farmacia Balboa – Tricase

Già l’insegna mette di buon umore: «Bevande spiritose e vini pregiati». E’ il locale più noto della cittadina, frequentato anche da Vip stranieri e che propone una mixology al top. Ideale per un aperitivo o un dopo cena.

Taverna del Porto – Tricase

La cucina salentina è in gran parte legata alla terra. Ma in questo locale, sul lungomare, si gustano eccellenti piatti a base di pesce: crudi del giorno, gran fritto di paranza, polpo, spiedini..

Già sotto l’Arco – Carovigno

Al primo piano di un palazzo barocco, con splendida vista sulla cittadina, c’è una delle certezze della cucina pugliese. La cuoca Teresa Galeone è brava nel rivisitare (con classe e leggerezza) la tradizione, partendo talvolta da piatti antichi.

Le Macàre – Alezio

Nel dialetto locale, l’insegna significa streghette ammaliatrici. E in effetti questo piccolo locale ha una certa magia, fatta di piatti salentini, curati e in chiave moderna. Da non perdere il ricco antipasto misto.

I Fornelli di Teresa – Tricase

È il ristorante interno dall’albergo Adriatico: deve il nome alla fondatrice che lo gestisce ancora, proponendo piatti made in Salento e una buona pizza, realizzata con farine selezionate.

Bros – Lecce

La meta gourmet della zona: Floriano Pellegrino e Isabella Potì sono giovani ma già molto bravi: “prima salentini, poi cittadini del mondo” (parole loro) esaltano i prodotti del territorio con una tecnica di alta scuola. Esperienza da gourmet.

Proudly powered by WordPress