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Delizie all’arancia – Ricetta di Misya

Delizie all’arancia - Ricetta di Misya

Preparate il pan di Spagna: montate le uova con zucchero e sale per almeno 10 minuti, quindi incorporate la farina setacciata poco per volta, mescolando delicatamente con una spatola con movimenti dal basso verso l’alto, per non far smontare le uova.

Trasferite il composto in una sac-à-poche con beccuccio grande e liscio e create delle cupolette direttamente sulla teglia rivestita di carta forno, ben distanziate tra loro.
Cuocete per 8-10 minuti a 200°C, in forno ventilato già caldo, quindi sfornate e lasciate raffreddare completamente.

Preparate la crema: sbattete i tuorli con lo zucchero, poi incorporate la maizena e poi anche il latte e succo e buccia di arancia.

Trasferite in un pentolino e cuocete, mescolando continuamente, fino ad ottenere una crema densa, quindi coprite con pellicola a contatto e lasciate raffreddare completamente.

Preparate la bagna portando a bollore l’acqua con zucchero e rum (volendo potete aggiungere anche buccia di arancia), poi filtrate e lasciate raffreddare.
Tagliate via le cupolette delle tortine e scavate leggermente le basi, quindi bagnate con la bagna, farcite con la crema (dopo aver eliminato la buccia) e richiudete con la cupoletta (dopo aver bagnato anch’essa).

Aggiungete alla crema rimasta il liquore e 50 ml di panna (presi dal totale) semi montata, mescolate e usate la glassa restante per ricoprire interamente le tortine.

Montate la panna restante e guarnite le tortine.

Le delizie all’arancia sono pronte, non vi resta che decorarle coi canditi e servirle.

Come cucinare lo sgombro: proviamoci oggi

La Cucina Italiana

Cucinare lo sgombro è un’ottima idea. Purtroppo è fra dei pesci meno valutati, e questo è davvero un peccato perché lo sgombro è una fonte incredibile di grassi buoni, i famosi omega 3, indispensabili per tenere lontane le malattie cardiovascolari. E poi ha carni sode e saporite e si cucina in tanti modi facili e veloci. Ecco allora come cucinare sgombro.

Lo sgombro, questo sconosciuto

Lo sgombro fa parte della famiglia del cosiddetto pesce azzurro ed è considerato, a torto, un pesce di poco pregio. Nel Mediterraneo ce ne sono di due specie: lo sgombro comune, detto anche lacerto, e il lanzardo, entrambi con la parte ventrale di un colore bianco argentato e il dorso azzurrognolo, macchiato di striature nere. Si tratta di pesci di piccole e medie dimensioni, che vivono in acque profonde. Il periodo migliore per gustarli è da novembre a marzo, ma si trovano in commercio tutto l’anno.

Come pulirlo

Gli sgombri si puliscono in poche mosse: per prima cosa procuratevi un coltello ben affilato e delle forbici da cucina. Praticate un taglio sull’addome, evisceratelo e lavatelo sotto l’acqua corrente. Con le forbici tagliate via le pinne sul fianco e poi sempre con il coltello staccate la lisca centrale, facendo attenzione che non rimanga attaccata alla polpa. Con le forbici tagliatene le estremità e poi con una pinzetta levate le eventuali lische più piccole rimaste nel pesce. Sciacquatelo e asciugatelo con un foglio di carta assorbente.

Lo sgombro in cucina

Fritto, sott’olio, farcito, alla brace, marinato e in umido: sono moltissimi i modi per portare in tavola lo sgombro ricco di nutrienti sani e gustosi. Le sue carni, sode e dal sapore intenso vanno cotte pochissimo, altrimenti assumono un gusto amarognolo. Essendo privo di squame si pulisce strofinandolo sotto l’acqua corrente. Lo sgombro sott’olio si utilizza come il tonno e si porta in tavola con cruditè, verdure grigliate e uova ripiene.

Come cucinare lo sgombro

Come cucinare lo sgombro

Non solo pesce, gli alimenti più ricchi di omega

Non solo pesce: gli alimenti più ricchi di omega 3

Giancarlo Perbellini rileva la storica insegna 12 Apostoli | La Cucina Italiana

Giancarlo Perbellini rileva la storica insegna 12 Apostoli
| La Cucina Italiana

Si apre un nuovo importantissimo capitolo per chef Giancarlo Perbellini. Da piazza San Zeno, chef Perbellini trasferirà la sua cucina e la sua squadra in vicolo Corticella San Marco, in quello che è stato uno dei templi della ristorazione italiana, dove nel 1984 lo chef scaligero iniziò a muovere i primi passi come cuoco: il ristorante 12 Apostoli. Un locale che ha fatto la storia, reso celebre da Giorgio Gioco, fondatore del premio giornalistico e letterario “12 Apostoli”.

L’annuncio: non chiude Casa Perbellini, trasloca

La notizia arriva dallo stesso patron di Casa Perbellini, che dà l’annuncio con la voce rotta dalla commozione: si chiude Casa Perbellini in piazza san Zeno per cambio location – e che location!

«Veronesi tutti matti si dice, ed evidentemente nel dna di ogni veronese come me c’è davvero un po’ pazzia. L’11 luglio dell’anno scorso ho deciso di dare la disdetta e chiudere Casa Perbellini. È un posto che ci ha dato tanto, ma con delle problematiche che non ci avrebbero più permesso di crescere. Per più di 9 mesi ci siamo guardati attorno alla ricerca di un posto dove andare, senza trovarlo. Una sera passo davanti a un locale che ho sempre desiderato e dico a mia moglie che era davvero un gran peccato che non eravamo mai riusciti a prenderlo. Era un sabato sera. Il martedì siamo in treno che torniamo da Milano. Ricevo una telefonata. “Avrei bisogno di parlarti”, mi dice la persona all’altro capo. Era Antonio Gioco, il proprietario del 12 Apostoli»

Riparte quindi dalla storica insegna la nuova storia di Giancarlo Perbellini: “È sempre stato il mio sogno”, dice lo chef.

Il ritorno “da maestro”

«Inizia un nuovo storico, progetto apostolico a fare da domani la grande storia della ristorazione italiana che tanti anni fa era già passata da qui. Sarà l’amico Giancarlo Perbellini ad aprire il nostro vecchio portone cigolante di memoria che lui soltanto può essere in grado di rappresentare», dice la famiglia Gioco. «Giancarlo iniziò giovanissimo nella nostra cucina e torna oggi da maestro rimettendosi in gioco con l’entusiasmo che soltanto le persone speciali sono capaci di conservare intatto lungo una carriera straordinaria. Ebbene sì, a Giancarlo Perbellini lasciamo il ristorante 12 Apostoli, un pezzo di noi. In Giancarlo riponiamo volentieri il nostro orgoglio convinti che proprio a lui toccherà scrivere il capitolo più importante di questa incredibile storia».

Il 12 Apostoli: un pezzo di storia

Il ristorante 12 Apostoli è tra i locali più antichi di Verona. Fu a lungo frequentato da scrittori, musicisti, pittori e rappresentanti delle istituzioni, ed è stato la culla del “Premio 12 Apostoli”, ideato da Giorgio Gioco, istrionico cuoco e poeta, tra i grandi protagonisti della storia della ristorazione italiana. È qui che nel 1984 – a soli 20 anni – Giancarlo Perbellini iniziava a muovere i primi passi in quella che all’epoca era considerata una delle cucine più prestigiose e innovative d’Italia. Il 12 Apostoli divenne un ristorante stellato già nel 1958 quando il riconoscimento venne assegnato per la prima volta in Italia.

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