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Settimana della Cucina Italiana nel Mondo 2023: al via con “I Racconti delle Radici”

La Cucina Italiana

Eccoci giunti all’8ª edizione della Settimana della Cucina Italiana nel Mondo (SCIM), che quest’anno si svolgerà dal 13 al 19 novembre. Si tratta di una settimana in cui nelle ambasciate, nei consolati, negli istituti italiani di cultura e negli uffici dell’Istituto Commercio Estero, di tutto il mondo, si celebra la cucina italiana e i prodotti del nostro territorio. 

Presentata oggi venerdì 10 novembre alla Farnesina, sede del Maeci (Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale), alla presenza dei ministri Antonio Tajani per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale, Francesco Lollobrigida per Agricoltura, sovranità alimentare e foreste, e Andrea Abodi per lo Sport, la manifestazione quest’anno prevede un ricco carnet di eventi e progetti, che arriva a contare oltre mille iniziative, fra seminari di approfondimento, incontri con operatori di settore, formazione e classi dimostrative, incontri con gli chef.

“Gli italiani che vivono all’estero sono 7 milioni, molti di più se contiamo quelli che hanno nel dna una componente di italianità”, ricorda il Ministro degli Esteri Antonio Tajani. “Il modo migliore per divulgare la cucina italiana per noi italiani è aprire le porte di casa nostra”, aggiunge, perché la condivisione della tavola è parte integrante della cucina stessa.

Lo stare a tavola per noi italiani è un modo per stare insieme e, nell’era in cui si parla sempre di meno a tu per tu, è un’occasione importante per condividere e per confrontarsi, per aprirsi per e aprire un dialogo anche con altri Paesi. 

Antonio Tajani

Il ministro degli esteri torna anche sulla candidatura Unesco, che definisce “un gioco di squadra con gli altri ministeri”. Il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, aggiunge come le iniziative previste nella Settimana Italiana della Cucina servano a fare da volano per la candidatura Unesco. 

All’interno di questo programma, “La Cucina Italiana”, su idea creativa del nostro direttore Maddalena Fossati Dondero, si distingue per il progetto I Racconti delle Radici, ovvero uno storytelling storico sull’immigrazione della fine ’800 attraverso i piatti del ricordo delle famiglie che hanno lasciato l’Italia verso nuove speranze. 

Il coinvolgimento di “La Cucina Italiana” alla SCIM 2023

La novità dell’edizione 2023 è che i principali divulgatori della cultura gastronomica italiana sono stati chiamati a dare il proprio contributo, oltre a “La Cucina Italiana” – aggiungendo così un’altra importante tappa al percorso di candidatura della cucina italiana come Patrimonio Immateriale UNESCO – come Casa Artusi con il progetto Italianismi nel mondo e l’Accademia Italiana della Cucina che ha presentato la sua Storia della cucina italiana a fumetti

Protagonista per la nostra testata, già primo promotore del progetto UNESCO, è l’iniziativa I Racconti delle Radici, che non si conclude nei giorni della SCIM 2023, ma si dipanerà lungo tutto il corso del 2024, come oggi presentata alla Farnesina dal direttore Maddalena Fossati Dondero. 

«Abbiamo studiato con che cosa sono partiti i nostri antenati, che cosa hanno messo in quella famosa valigia di cartone simbolicamente sempre evocata per indicare qualcuno che ha lasciato casa per trovare nuove opportunità. Sono piatti che parlano di nostalgia, certo, ma ancora di più del coraggio e della forza di chi è partito verso l’ignoto».

Maddalena Fossati Dondero

Cos’è I Racconti delle Radici

Lo storytelling di I Racconti delle Radici esplode in una web serie in 10 puntate, una mostra fotografica, un libro di ricette e due webinar che saranno diffusi nelle 300 ambasciate, consolati e uffici ICE dell’intero pianeta. Attraverso questi canali, anche social, si esprime questo progetto nato per andare alla ricerca dei ricordi degli italiani all’estero, sempre indissolubilmente legati alla cucina e al condividere la tavola.

Dalla fine dell’Ottocento agli anni Sessanta del Novecento, la grande migrazione degli italiani che volevano “trovare l’America” all’estero (non solo negli Usa, naturalmente) ha portato fuori dai nostri confini tonnellate di ricordi, ricette, prodotti alimentari nascosti nelle valigie, di cartone e non solo. Tutto questo ha creato un sincretismo culturale in cui le nostre radici si sono mescolate alla terra d’approdo, dando vita a nuovi piatti e ricettari inediti.

Al progetto I Racconti delle Radici, hanno partecipato nomi illustri come Simone Cinotto, professore di Storia Contemporanea all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, Massimo Montanari, professore emerito dell’Università di Bologna, Elisabetta Moro, professore Ordinario di Antropologia Culturale presso l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli, oltre alle testimonianze reali di persone e personaggi come Lidia Bastianich e Rodrigo D’Erasmo.

Un racconto per ricette e immagini

Sono questi esempi di integrazione che la squadra di “La Cucina Italiana” è andata a indagare, per costruire il racconto per ricette e immagini di I Racconti delle Radici, attraverso le testimonianze di chi l’ha vissuto, in prima persona o attraverso i racconti dei suoi avi. I lettori di “La Cucina Italiana” hanno potuto averne un assaggio nel numero di novembre del mensile, in cui il progetto è stato presentato con le prime sette ricette, dal Fernandito, il cocktail a base di Fernet e Coca, agli Spag Bol australiani, abbreviazione di Spaghetti alla Bolognese, passando per la Baña Cauda di Papa Francesco. Per “La Cucina Italiana”, in coro con la Farnesina, il racconto proseguirà sul 2024 in maniera multichannel a tutto tondo: rivista mensile in edicola, sito web e canali social.

Credits Video:

Grazie a Lidia Bastianich, Luca Cefis, Rodrigo D’Erasmo, Giorgio Fragiacomo @giorgio.fragiacomo per le loro testimonianze.
Grazie all’architetto Ruggero Barenghi per la sua splendida ospitalità nel Cstello di Cerano e per la partecipazione alle riprese.
Ricette Maria Donati
Styling Beatrice Prada 
Fotografia della valigia Davide Maestri
Agenzia di Produzione Black Ball
Music CAM Sugar

Verdure di stagione di novembre: quali sono e come cucinarle

La Cucina Italiana

Fa buio presto e il freddo inizia a farsi sentire: cosa c’è di meglio che coccolarsi con un piatto caldo? Le verdure di stagione di novembre sono fatte apposta: già il solo gesto di metterle a bollire in pentola o a cuocere nel forno è confortante perché la casa si riempie di vapore, calore, profumo!

Novembre: le verdure del mese

A novembre prosegue il periodo della zucca e arrivano tante altre verdure interessanti. Ecco l’elenco delle verdure del mese:

  • cavolo
  • cavoletto di Bruxelles
  • cavolfiore
  • broccoli
  • bietole
  • coste
  • cicoria
  • scarola
  • radicchio
  • carciofi
  • rapa
  • sedano rapa
  • topinambur
  • funghi, in particolare porcini e finferli.

Che la stagione delle crucifere abbia inizio!

A novembre gli ortaggi appartenenti alla famiglia delle crucifere conquistano sempre più spazio in cucina. Cavoli, cavolfiori, cavoletti di Bruxelles, broccoli che, con il loro basso apporto calorico e un buon contenuto di acqua, fibre, sali minerali e vitamine, ci tengono compagnia per tutta la stagione fredda.

Siete in cerca, per esempio, di consigli su come cucinare il cavolfiore? Noi vi diamo la ricetta più facile al mondo del cavolfiore intero al forno e qui un’idea (dalla Sicilia) per cucinare il cavolfiore in un piatto dolce.

Ricco di benefici è il cavolo nero, protagonista della ribollita, ma non solo: vi raccontiamo le sue proprietà e le tante ricette che si possono preparare con questo ingrediente.

In Lombardia si attendono con trepidazione le prime verze per preparare la cassoeula e i pizzoccheri, ma il cavolo verza è buono anche solo semplicemente cotto in padella.

Avete detto cavoletti di Bruxelles? Noi vi rispondiamo pasta, ma anche insalata!

E poi ci sono i broccoli e queste 30 ricette per amarli.

Le nostre ricette per valorizzare le verdure di novembre

Ecco come una pasta, un arrosto, un pesce, una pizza o un’insalata conquistano i sapori dell’autunno con le verdure di stagione di novembre. Sfogliate la gallery per scoprire quanti buoni piatti potete cucinare in questo periodo.

I migliori cocktail bar italiani nel mondo per il 2023 sono…

La Cucina Italiana

I migliori cocktail bar italiani? Sono moltissimi quelli che compaiono nella lista dei World’s 50 Best Bars 2023 che ogni anno incorona il gotha del bartending mondiale. Incluso il primo in assoluto, in fondo: si tratta del Sips di Barcellona aperto nel 2021 dallo spagnolo Marc Álvarez e dal comasco Simone Caporale, bartender pluripremiato, con un passato da icone della mixologist come l’Artesian di Londra che, nel suo locale della città catalana, ha portato tutta la sua eleganza e la sua creatività. E non è l’unico bartender italiano ad aver contribuito al successo di grandi bar all’estero. Altro esempio? Il leggendario Connaught Bar di Londra, al numero 5 della classifica di quest’anno (dopo il Double Chicken Please di New York, Handshake Speakeasy di Mexico City e Paradiso) è nelle mani di Agostino Perrone, Giorgio Bargiani e Maura Milia.

I migliori cocktail bar italiani della World’s 50 Best Bars

Stando al giudizio dei giudici esperti di tutto il mondo – scelti tra bartender, consulenti, giornalisti, cocktail specialist  – che votano in assoluto anonimato per compilare la World’s Best Bars, il primo cocktail bar completamente italiano è al posto 21 della classifica: si tratta del Drink Kong di Roma, bar concettuale con luci soffuse, atmosfera elegante con neon che raccontano il mondo dei manga giapponesi, cocktail minimalisti nell’aspetto quanto eclettici all’assaggio. Romano anche un altro indirizzo italiano in lista, Freni e Frizioni di Roma (posto 33): culto di Trastevere, più semplice nell’approccio e nell’atmosfera e altrettanto ricercato per la proposta di drink. Così come il 1930 di Milano (posto 42): speakeasy del gruppo Farmily Group di Flavio Angiolillo, che è un’altra presenza fissa nei World’s 50 Best Bars, da ben cinque anni. Secret bar ispirato all’era del proibizionismo, il 1930 è un ritrovo ricercato dove assaggiare cocktail d’avanguardia: la nuova una drink list si chiama “Europa” ed è ispirata alla nascita della stampa. 

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