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Ricetta Speck, crema tzatziki e piadina croccante

Ricetta Speck, crema tzatziki e piadina croccante

Step 1

Per la ricetta dello speck, crema tzatziki e piadina croccante, tagliate la piadina in otto spicchi, e tostateli in padella per un paio di minuti per lato rendendoli croccanti.

Step 2

Grattugiate lo spicchio di aglio, e tagliate l’erba cipollina in rondelle sottili.

Step 3

Mescolate in una ciotola lo yogurt, l’aglio, 1 cucchiaio di aceto di vino bianco, 2 cucchiai di olio, l’erba cipollina, sale e pepe.

Step 4

Tagliate lo speck a striscioline e adagliatelo sulla crema tzatziki. Servitela con la piadina.

Ricetta: Sara Foschini, Foto: Guido Barbagelata, Styling: Beatrice Prada

Quanto tempo si può restare seduti al bar? E al ristorante?

La Cucina Italiana

Quanto tempo si può restare seduti al bar? Le stesse regole valgono per i ristoranti? È consentito indugiare a tavola dopo aver fatto colazione o aver pranzato e cenato? Spesso è un rito, particolarmente piacevole quando si è in vacanza o nei weekend, ma ci sono delle regole da rispettare? Ce lo siamo chiesti e ne abbiamo parlato con un esperto: l’avvocato Alessandro Presicce, presidente provinciale della sezione di Lecce di Adoc (Associazione per la Difesa e l’Orientamento dei Consumatori).

Quanto tempo si può restare seduti al bar? E al ristorante?

«Sono molti i consumatori che si fanno domande di questo tipo – dice l’avvocato Presicce – ma non c’è una specifica risposta, perché non esiste una regola scritta sul tema. Il Testo Unico di Pubblica Sicurezza, che resta il riferimento per il regolamento del rapporto tra proprietari e clienti, non menziona affatto le tempistiche di permanenza». D’altronde, e non è un gioco di parole, quelli erano anche altri tempi: il Testo Unico di Pubblica Sicurezza risale al 1940, quando non esistevano problemi di folla nei locali pubblici, che erano appannaggio di pochi. Né, come sempre più spesso succede oggi, c’era la necessità di rimanere seduti per più tempo al bar anche solo per mandare una mail, o concludere una riunione di lavoro. Questo cambia qualcosa? 

Il tempo «congruo» a bar e al ristorante

«Non essendoci una regola specifica, è uno di quei casi in cui prevale il buon senso: la consumazione al tavolo deve essere effettuata in tempo congruo. Anche perché, per quanto offra un servizio al pubblico, il bar o il ristorante resta uno spazio privato», fa notare l’avvocato Presicce. Il punto allora è anche capire cosa si intenda per «congruo», perché in questo caso rientrano valutazioni culturali che hanno il loro peso. «Pensiamo alla pizza, per esempio: quando ha cominciato ad essere servita nelle pizzerie, e non più solo per strada, a portafogli, consumarla velocemente per fare in modo da ottimizzare la resa dei tavoli e non alzarne il prezzo è diventata subito una regola condivisa per quanto non scritta. Altro esempio: in Italia il caffè al bar si beve spesso in piedi e al volo, mentre all’estero si prende seduti, indugiando anche per molto tempo», fa notare l’avvocato.

Cosa fare se il cameriere ci chiede di alzarci

Appunto, cosa significa tempo congruo? Se, per esempio dopo una cena tra amici, si ha voglia di restare a tavola per chiacchierare,  ma il cameriere ci chiede di andare via, come dobbiamo comportarci? «Dipende dal buon senso anche questo, ma soprattutto dipende dal cameriere. Ovvio che se l’approccio è gentile, se la situazione è visibilmente caotica per cui ha bisogno del posto, ci si alza senza fare storie. Se poi il cameriere arriva a muso duro, dato che non esiste un’arma giuridica per opporsi, resta la libera scelta: si può decidere se tornare o meno in certi posti». 

Le regole, secondo i ristoranti

Capita anche che però certe regole siano chiare. Specie nelle grandi città, alcuni locali hanno dei cartelli in cui specificano le regole del posto: per esempio che è consentito prolungare la permanenza consumando il pranzo o altro. Si può fare? «Se la regola è scritta e ben visibile, nel momento in cui il cliente si siede la accetta tacitamente. Ma è anche giusto che sia così, a tutela del ristoratori», prosegue Alessandro Presicce. «È altrettanto vero che se si considera che il modo di vivere sta cambiando, e che il lavoro sta diventando sempre più agile, si moltiplicano i casi limite. Non mi sorprenderei se in questo senso si pensasse a un intervento legislativo che possa colmare lacune come questa», conclude l’esperto.

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La Cucina Italiana

Le torte salate sono perfette in estate: una soluzione semplice, nutriente e completa. Può essere preparata seguendo una specifica ricetta oppure utilizzata come svuota-frigo per consumare verdure e proteine insieme. Che si vada fuori a cena o ad una festa, è anche il piatto perfetto da portare a parenti o amici per fare una bella figura. Qualcuno ha detto Ferragosto?

Non ci sono regole per fare il ripieno di una torta salata: si può andare sul semplice con le classiche torte di zucchine o spinaci e ricotta, a quelle più elaborate e originali. Per l’impasto, invece, si possono usare la pasta sfoglia, pasta brisè o anche la pasta frolla, a seconda dei gusti: gli ingredienti base sono comunque farina, uova e burro. L’impasto richiede di solito tempi di preparazione lunghi, quindi munitevi di pazienza e tempo, altrimenti comprate quella pronta per l’uso.

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La loro versatilità nella possibilità di aggiungere ulteriori alimenti permette di creare innumerevoli varianti alle ricette originali. Andando ad esempio ad aggiungere ingredienti a base di carne, pesce o vegetali, possono divenire maggiormente complesse o facili e veloci. Sono sempre un ottimo ripiego per qualsiasi occasione. A volte viene anche utilizzato il classico impasto per la pizza.

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