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Ischia Safari 2023, un dolce per l’isola firmato Carmen Peluso

Ischia Safari 2023, un dolce per l'isola firmato Carmen Peluso

Ogni anno a Ischia Safari si radunano chef, pasticceri e pizzaioli da tutta Italia, chiamati a interpretare le prelibatezze dell’isola. Ischia Safari è una manifestazione voluta dai soci fondatori Nino Di Costanzo e Pasquale Palamaro, chef stellati rispettivamente di Danì Mason** e di Indaco*, ristorante dell’albergo più suggestivo di Ischia, il Regina Isabella. Ed è qui che si è svolta la cena di gala di beneficenza, per proseguire il giorno dopo al parco Negombo, in una sorta di street food event, che a raccontarlo non ci si crede. Centinaia di chef principalmente dal sud Italia, migliaia di persone che hanno assaggiato cibo di ogni genere: pasta, panificati, pesci, carni, formaggi e… dolci. Quest’anno infatti il format si è arricchito di un’ulteriore serata, dedicata ai giovani pasticcieri. A vincerlo è stata la 36enne Carmen Peluso pastry chef al Giardino Eden di Ischia. Il suo dolce, “Insula Maior”, è stato giudicato come la migliore interpretazione di un dolce ispirato all’isola del golfo partenopeo dai maestri pasticceri Loretta Fanella, Giuseppe Amato, Carmine Di Donna e Antonino Maresca, capitanati da Gianluca Fusto.

Solo materie prime dei contadini isolani

«Non sono isolana, arrivo da Carbonara di Nola, vicino Napoli, così ho pensato che se avessi raccolto testimonianze dalla gente del posto avrei potuto capire cosa mangiavano tempo fa, cosa si preparava di più», racconta Carmen. «Sono andata da un contadino in un posto vicino, e mi sono procurata le pesche, che ho sciroppato con sambuco, pepe bianco e piperna, attenendomi alla regola del contest, ovvero realizzare una torta alla portata di tutti, replicabile, fatto in casa con gli ingredienti del territorio, che potesse durare in una vetrina di pasticceria per almeno tre giorni». Il premio ricevuto è stato di 1.000 kg di farina, «che utilizzerò per la preparazione di dolci, biscotteria e tanto altro al ristorante, ma una metà ho voluto donarla all’istituto alberghiero di Ischia». Quest’anno è la prima tappa di cinque che decreteranno il Dolce per Ischia. Nelle prossime tappe si sceglieranno altri pasticceri tra i migliori interpreti dei sapori dell’isola, e «tra 4 anni mi sfiderò con i gli altri 4 vincitori». Intanto Carmen si gode la sua vittoria. Questa la sua ricetta.

Tempo di tartufi: e in Piemonte è già Capodanno

La Cucina Italiana

D’altra parte, la “cerca e la cava del tartufo” in Italia è una attività prestigiosa, riconosciuta dal 2021 dall’Unesco patrimonio immateriale dell’umanità. L’insieme di conoscenze e di pratiche tradizionali, trasmesse oralmente di generazione in generazione, riflettono l’identità culturale locale e creano un legame quasi segreto nella comunità dei cercatori. In questo contesto, il capodanno del tartufo non è solo un evento gastronomico, ma un momento di celebrazione della cultura, della tradizione e del rispetto per la terra e i suoi frutti, un invito a gustare con consapevolezza e gioia uno dei prodotti più autentici e pregiati del territorio piemontese. Un inno alla vita che, con l’arrivo dell’autunno, regala ancora una volta agli uomini il suo frutto più prezioso, in un ciclo eterno di rinnovamento e di festa. L’esperienza della “cerca” è un’attività che va ben oltre la semplice raccolta. Il trifolao si avventura nei boschi accompagnato da un cane dal fiuto finissimo, addestrato a riconoscere l’aroma inconfondibile del tartufo. Un’armonia quasi simbiotica lega i due, in una danza silenziosa e rispettosa con la natura. L’atto della raccolta è un rito che richiede delicatezza e sapienza: una volta individuato il tartufo, il trifolao utilizza uno zappino per estrarlo con cura dal terreno, per poi ricompattare la terra, garantendo così il rispetto dell’ecosistema e la possibilità di future raccolte.

Capodanno del Tartufo 2023: castello Monticello.Lavezzo Studios

Quanto costa fare la dieta? Le cifre realistiche di Federconsumatori

La Cucina Italiana

Arrivato settembre, finite le ferie, qualche sgarro di troppo, peso aumentato, e tutti a dieta – più una preoccupazione di salute che di estetica. Ma quanto costa fare la dieta? Molto, specie se ci si affida a prodotti che promettono di aiutare la perdita di peso. Un po’ ce ne eravamo resi conto andando in giro tra gli scaffali dei supermercati sempre più forniti di articoli di questo tipo, ma ora Federconsumatori ha fatto i conti, e fanno un certo effetto: secondo l’associazione dei consumatori preferendo, in particolare, prodotti light e proteici, si spende rispettivamente il 45% in più e il 164% in più rispetto agli stessi prodotti «normali».

Quanto costa fare la dieta?

Un calcolo che l’associazione ha fatto mettendo a confronto venti prodotti di largo consumo, e andando nel dettaglio le cifre sono ancora più impressionanti. Per esempio il pane proteico costa in media 10,37 euro al chilo contro i 4.60 di quello «normale»; la pasta 14,80 euro (contro i 3,19 di quella convenzionale). Eclatante, tra i tanti, il caso dei biscotti: dai 3,79 euro al chilo di quelli convenzionali si arriva ai 6 euro al chilo per quelli light e ai 12,96 euro al chilo per quelli proteici, cioè il 242% in più. Si arriva addirittura al 607% in più per la farina: quella proteica costa 4,95 euro al chilo contro gli 0,70 di quella 00.

Il motivo non è sempre una migliore materia prima. Più alta è la domanda di un prodotto, e di conseguenza più alta è l’offerta. Ma anche il prezzo, a cui probabilmente presi dalla convinzione di fare qualcosa di buono per noi stessi non facciamo nemmeno troppo caso. Federconsumatori infatti scrive che «Spesso questi prodotti sono confezionati in formati più piccoli, per rendere più accessibile l’acquisto e meno evidente il divario, ma rapportando i prezzi alle medesime quantità la differenza appare evidente».

Quanto costa andare da un nutrizionista o da un dietologo?

Non sono gli unici costi: se, come bisognerebbe fare se si ha bisogno di perdere chili e se si soffre di patologie, ci si affida a un esperto per dimagrire, il prezzo lievita. Federconsumatori stima che il prezzo medio di una prima visita da un nutrizionista (senza specificare se biologo o medico, però) è di 97 euro, e 155 per un dietologo,a cui vanno aggiunte le visite di controllo (rispettivamente, sempre secondo l’associazione, 50 e 65 euro).

Quanto costa fare la spesa

Ma se sul costo di un professionista non si può risparmiare, come fare invece per la spesa comprando i soliti prodotti? I tempi non sono dei migliori: l’inflazione resta alta, e secondo i dati Istat elaborati dall’Unione nazionale dei consumatori l’aumento medio rispetto a giugno dell’anno scorso è dell’11,2%. Peraltro i rincari più consistenti riguardano gli alimenti di largo consumo, molti dei quali alla base della Dieta Mediterranea. Dopo lo zucchero -che è il più caro in assoluto con un aumento del +46% e che di certo non è indicato per chi vuole perdere peso – al secondo posto della top ten c’è il riso (+32,4%), al terzo l’olio d’oliva (+26,6%). Anche i vegetali freschi sono aumentati (+18,8%),  così come quelli surgelati (+16,5%), gli alimenti per bambini (+16%), le uova (+13,5%), la frutta (+3%).

Perché mangiamo male

Quel che costa sempre poco, o comunque meno del cibo non processato, è il junk food, che non conosce crisi. Questo spiegherebbe anche perché i dati dell’obesità, specie infantile, nel nostro Paese sono in costante aumento. Del resto, si mette in tavola ciò che si può. O per essere ancora più incisivi «La qualità del cibo che mangiamo dipende da quanti soldi abbiamo», come ha detto una volta al Times in un’intervista che ha ha fatto storia, Jamie Oliver, il cuoco inglese che del cibo sano ha fatto una crociata. «Ci sono genitori che non pensano neanche a mettere 5 porzioni di frutta e verdura in tavola, perché si preoccupano di avere abbastanza cibo per la giornata. Se puoi comprare solo schifezze, puoi mangiare solo schifezze», ha detto lo chef nella stessa occasione. Ma questo forse è un altro discorso. Oppure no?

La via più semplice per vivere sani

Forse però esiste un modo semplice per non ingrassare, risparmiare, vivere sani: mangiare il giusto, cose semplici, in modo equilibrato. Sgarrare per le feste con gioia, ma poi rientrare nei ranghi senza esagerare con pane, pasta e dolci, ma nemmeno con i grassi della carne o dei formaggi. Sì, sempre la Dieta Mediterranea, quella vera.

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