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Come fare la crostata di Cesare Murzilli, che ha conquistato Milano | La Cucina Italiana

Come fare la crostata di Cesare Murzilli, che ha conquistato Milano
| La Cucina Italiana

Volete sapere qual è e come fare la crostata che sta facendo ingolosire tutti i milanesi? La ricetta, a base di pistacchi, amarene e caramello è fornita dal suo stesso ideatore, Cesare Murzilli, il pastry chef del casual dining 10_11 all’interno del progetto Portrait Milano. Per gli addetti ai lavori gli occhi su di lui sono stati puntati, con sempre maggiore interesse, quando, a settembre 2021, ha curato l’apertura dell’hotel W Roma, come responsabile di pasticceria, occupandosi della parte dolce, dalla colazione alla cena, in collaborazione con Fabrizio Fiorani.

E poi adesso, quando è approdato in qualità di pastry chef, accanto ad Alberto Quadrio, Executive Chef del 10_11 (con prossima apertura del ristorante gastronomico), il nuovo “place to be” dei milanesi, perché si trova all’interno del Quadrilatero della moda, e perché è un luogo che mette a disposizione degli ospiti un touch diverso di ecletticità in fatto di design e di offerta sul menù. Il nome stesso di questo ristorante è indicazione del punto di raccordo e incontro tra due anime della città, rappresentate dai due civici di Via Sant’Andrea 10 e di Corso Venezia 11. «Rispetto a Roma, qui c’è tanto passaggio, la clientela è internazionale e la media a che a fine pasto consuma il dolce è molto più alta. Il dessert quindi è molto apprezzato!», spiega Murzilli.

Da medicina… in cucina

E pensare che Cesare ha iniziato facendo tutt’altro: dopo gli studi universitari in medicina, ha deciso di cambiare carriera per dedicarsi completamente alla sua grande passione: la pasticceria. Dopo alcune esperienze nelle cucine di ristoranti che Osteria Arbustico a Paestum, il Metamorfosi a Roma, il Joia ristorante vegetariano stellato a Milano, collabora con maestri pasticceri tra cui Denis Dianin, dove affinerà l’arte pasticcera. La svolta arriva nel 2018, dall’incontro con il campione del mondo di pasticceria Emmanuele Forcone con cui instaura una collaborazione che lo porterà a girare il mondo per docenze e consulenze nazionali e internazionali. Con Forcone sviluppa anche Pastry Video Book, la piattaforma di formazione online completamente dedicata alla pasticceria. A lui abbiamo chiesto la ricetta di un dolce facile da replicare a casa, una crostata golosissima, a base di amarene, pistacchi e caramello.

L’idea della crostata

«Ho sempre preparato un dolce alla nocciola, sia come crostata sia come cremino, così ho pensato a qualcosa che potesse essere più colorato ma anche meno pensate, perché il dolce non deve mai essere stucchevole», spiega chef Murzilli. «Così, con il mio team, ho aggiustato la ricetta; prima mettevo solo il frangipane, poi ho aggiunto la frolla e il cremoso al caramello all’arancia, che dà un piccolo slancio ed è meno pesante». Questa crostata è proposta a colazione: «Qui predomina sempre lo zucchero a velo, così ho scelto di dare un tocco di colore alla tavola dei dolci del mattino, e questa crostata decisamente spicca tra tutti gli altri dolci».

Ricerche frequenti:

Dolci facili con i mandarini: idee e ricette golose

Dolci facili con i mandarini: idee e ricette golose

Dolci facili con i mandarini. Vi sembra strano? Non lo è per nulla. Questi agrumi tipici della stagione autunnale e invernale sono infatti ingredienti perfetti per torte gustose e profumate e anche leggere. Si tratta di dolci che si possono consumare per colazione e merenda, si possono inzuppare nel latte, portare a scuola, a lavoro, mangiare dopo pranzo o dopo cena come dessert. Sono versatili e semplici da preparare, anche per chi non ha molta dimestichezza con le ricette dolci.

Le 3 ricette di dolci facili con i mandarini da fare a casa

Torta soffice ai mandarini

Ingredienti

300 g di farina 00 
200 g di zucchero 
3 uova 
8 mandarini 
100 ml di olio di semi 
1 bustina di vanillina 
1 bustina di lievito vanigliato 
zucchero a velo

Procedimento

La ricetta di questo dolce con i mandarini è molto semplice. Iniziate sbucciando gli agrumi, eliminando con cura i filetti e le pellicine e, se sono presenti, i semi. Mettete gli spicchi in un mixer da cucina, lasciandone alcuni per la decorazione finale e riduceteli a succo. Lavorate le uova con lo zucchero con le fruste da cucina e aggiungete poi, a poco a poco, il succo dei mandarini e l’olio di semi, stando attenti a versarli molto lentamente per evitare di far montare le uova. Aggiungete la farina, la vanillina e il lievito setacciato e lavorate l’impasto della torta fino a renderlo denso e senza grumi.
Prendete una tortiera imburrata e infarinata e aggiungete il composto appena preparato. Aggiungete gli spicchi di mandarino che avete lasciato da parte e disponendoli sulla parte superiore della torta. Cuocete il dolce in forno preriscaldato a 170 °C per circa 45 minuti, fino a quando sarà ben dorato in superficie. Lasciate raffreddare e spolverate con lo zucchero a velo.

Torta con mandarini e farina di mandorle

Ingredienti

220 g di farina 00 
120 g di farina di mandorle 
2 uova 
2 mandarini 
150 ml di yogurt bianco 
100 ml di olio di semi 
1 bustina di lievito per dolci 
100 g di zucchero 
zucchero a velo

Procedimento

Tra i dolci con i mandarini questo con le mandorle e lo yogurt è tra i più soffici e gustosi. Per prepararlo a casa iniziate montando le uova con lo zucchero, utilizzando le fruste da cucina. Aggiungete al composto lo yogurt bianco e l’olio di semi e amalgamate delicatamente. Versate nel composto la farina di mandorle e la buccia grattugiata dei due mandarini. Riducete a succo gli agrumi e versatelo nell’impasto della torta, prestando attenzione ai semi. Unite la farina 00 e il lievito per dolci e mescolate tutti gli ingredienti fino a ottenere un composto omogeneo.
Versate l’impasto in una teglia da torta imburrata o foderata con la carta forno e fate cuocere il dolce con i mandarini e la farina di mandorle a 180 °C per circa 35 minuti, provando la cottura con lo stecchino. Fate raffreddare la torta e spolverate a piacere con lo zucchero a velo.

Cameriere, uomo, donna | La Cucina Italiana

La Cucina Italiana

Appena la cameriera si allontanò, partirono le scommesse. Io mi feci prendere dall’ottimismo. Sarà stata la sicurezza che mi infondevano le braccia di Gianfranco, così scure di sole che sembravano un’esplosione di forza nel contrasto cromatico con la polo bianca che indossava. Saranno state la pace, la serenità e la felicità che respiravo nell’aria ferma di quel tramonto magnifico. Oppure sarà che ero rimasta troppo tempo in spiaggia e mi ero presa un colpo di sole. Sta di fatto che scommisi con sicumera sull’abilità della cameriera di indovinare tutte le ordinazioni.
E sbagliai ogni pronostico: la birra piccola chiara e la vegetariana finirono dalla mia parte del tavolo. Senza se e senza ma.

Pensai che probabilmente avevo proprio preso un colpo di sole. Non era da me quella predisposizione alla fiducia verso il prossimo, mi conosco. E quindi, sì, ci restai male. Non per la scommessa in sé, figuriamoci, in palio ci sono le faccende di casa: chi perde dovrà stirare o stendere, oppure lucidare i pavimenti, preparare il pranzo e la cena. Tutto qui. È solo un gioco.
Eppure provavo una sensazione strana, amara, che però non riuscivo a comprendere. Non ne capivo l’origine né la destinazione. Mi sentivo ferita, ecco sì, mi sentivo ferita. Ma forse la parola giusta è: offesa. E provavo una sensazione di smarrimento. No, no, non era smarrimento. Tradimento, questo era: tradimento. Sì, io mi sentivo tradita, in qualche modo. E ci misi un po’ per mettere a fuoco quella sensazione. 
Perché lentamente cominciavo a capire. A capire che a infondermi quell’ottimismo che aveva indirizzato la mia scelta non era stata la sicurezza che emanavano le braccia di Gianfranco, per quanto possenti e capaci di trasmettere tutto l’amore che prova per me con una stretta contro il suo petto. E non c’entravano nulla il tramonto, la strada di luce sul mare, l’aria calda, la felicità che provavo in quel momento speciale. E nemmeno il colpo di sole che, tuttavia, avevo rischiato davvero dopo una giornata stesa sul lettino. 

Io mi sentivo tradita perché la mia scelta era stata condizionata dal fatto di trovarmi di fronte non un cameriere, ma una cameriera. Una giovane donna che, chissà per quale strano giro della mente, avevo immaginato bevesse birra scura e preferisse una pizza con salsiccia e salame piccante. 

Ma non era neppure questo, perché alla fine i gusti son gusti, e non hanno alcuna attinenza con il genere, e quindi quella ragazza avrebbe potuto benissimo bere una piccola chiara e preferire la vegetariana, e non perché è donna, ovviamente. È che forse avevo immaginato, in un battito di ciglia, mentre le guardavo quelle belle gambe abbronzate, le spalle dritte attraversate dalla coda di cavallo, il viso dai tratti decisi, lo sguardo intelligente, che chissà quante volte anche lei era stata vittima di questi banali stereotipi. A tavola o in qualsiasi altro ambito della vita. E quindi, mi ero detta, mi ero illusa, in un pensiero che m’aveva attraversato come un lampo, che quella giovane cameriera sarebbe stata più sensibile dei suoi colleghi maschi, più attenta. 

Perché, a pensarci bene, in questo mondo annoiato e folle, frenetico e pigro, distratto e furibondo, indifferente, conformista, sconclusionato, cialtrone, forse, basterebbe fare una domanda, ogni tanto, e non dare tutto per scontato. In questo mondo dove tutti guardano tutto e nessuno vede niente, forse, basterebbe stare un po’ più attenti.

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