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Il (triste) Natale di Milano senza gli Oh Bej! Oh Bej!

Il (triste) Natale di Milano senza gli Oh Bej! Oh Bej!

Gli storici mercatini del Natale di Milano, quest’anno, ovviamente, non ci saranno. E anche se non poteva essere altrimenti, si tratta di un momento assai triste per la città. Qui vi raccontiamo perché

Si chiamano ufficialmente Oh Bej! Oh Bej!, ma forse neanche i milanesi doc – ammesso ne esistano ancora – saprebbero come scrivere correttamente il loro nome («staccato o obejobej?»).

Comunque sia, parliamo dei mercatini storici del Natale di Milano, che si tengono ogni anno nei giorni del Santo Patrono Sant’Ambrogio (6-8 dicembre). Ogni anno tranne questo, naturalmente: la manifestazione è stata infatti annullata a causa dell’emergenza sanitaria in corso e non poteva essere altrimenti. Tuttavia, si tratta di un momento assai triste per la città, visto che gli Oh Bej! Oh Bej! sono da sempre un appuntamento molto amato, che richiama tantissime persone, e la cui origine risale addirittura al 1510.

Ma perché questi mercatini si chiamano così, Oh Bej! Oh Bej? Il nome si rifà a un episodio della storia di Milano, ossia all’arrivo in città di Giannetto Castiglione, inviato da papa Pio IV proprio nel 1510 per ingraziarsi l’affetto dei fedeli meneghini. Per compiere la sua missione, Castiglione utilizzò un metodo tanto antico quanto efficace, ossia distribuire alla popolazione più piccola di Milano pacchi pieni di dolci e giochi. Come reagirono i bambini alla vista di tutti quei ninnoli? Ma esclamando felici: «Che belli, che belli!», che in dialetto milanese suona proprio: «Oh Bej Oh Bej».

In origine, la festa che dal 2006 si svolge nella nuova area pedonale del Foro Bonaparte (intorno al Castello Sforzesco), si teneva nell’attuale piazza dei Mercanti, adiacente a piazza Duomo. Mentre nel 1886 fu spostata vicino alla Basilica di Sant’Ambrogio, dove è rimasta appunto fino al 2006.

Certo, un tempo la fiera che oggi si è votata alle (più) classiche bancarelle di souvenir, esponeva soprattutto prodotti tipici della gastronomia, come il castagnaccio, la mostarda e i tradizionali firon, sorta di trecce di castagne infilzate. Ma è rimasta comunque nel cuore di tanti milanesi e no. E anche se Milan l’è on gran Milan, come ha ripetuto persino la presidente della Commissione Ue Ursula Von Der Leyen, Milan l’è anche un po’ triste, specialmente quest’anno.

Torta di rose con zucca, noci e uvetta

Torta di rose con zucca, noci e uvetta

                                      

Avrei voluto iniziare chiedendo quale fosse il colore più bello dell’autunno (per me l’arancione della zucca) ma data la situazione di divisione a zone colori della nostra bellissima Italia, che ne dite se tralascio e passo subito alla descrizione della torta? 

Non è la solita torta di rose, questa ha un colore intenso, è sofficissima, ha un sapore goloso ed è ricca di croccante frutta secca. Provare per credere.

Ingredienti

per l’impasto

500 g di farina Manitoba

150 ml di latte a temperatura ambiente

80 g di burro a temperatura ambiente

80 g di zucchero

1 uovo

10 g di lievito di birra fresco

un cucchiaino di miele

per il ripieno

2 cucchiai colmi di uvetta 

q.b. di Marsala (o acqua) per ammollare l’uvetta

100 g circa di gherigli di noci

50 g di burro fuso

2 cucchiai colmi di zucchero

q.b. di cannella

per rifinire

1 tuorlo

1 cucchiaio di latte

Procedimento

Unire in una tazza metà del latte previsto in ricetta con il lievito e il miele

In una ciotola capiente o nella ciotola della planetaria, versare la farina e la polpa di zucca.

Iniziare ad impastare, aggiungere il latte con il lievito, lo zucchero, e l’uovo. 

Unire il burro e lasciarlo assorbire completamente.

Infine aggiungere il sale e poco a poco il resto del latte controllando che l’impasto non risulti troppo appiccicoso, nel caso così fosse, non aggiungerlo tutto. 

Trasferire l’impasto sulla spianatoia infarinata, lavorarlo leggermente con le mani, formare un panetto, fare un taglio leggero a croce sulla superficie e porlo a lievitare coperto in una ciotola capiente fino al raddoppio del volume.

Nel frattempo ammollare l’uvetta nel Marsala o nell’acqua se preferite.

A lievitazione avvenuta rovesciare l’impasto sulla spianatoia e con le mani tirare il lembi fino ad ottenere un rettangolo spesso circa 1 cm.

 

Spennellare tutta la superficie della pasta lievitata con il burro fuso; cospargere con l’uvetta precedentemente strizzata e tamponata con carta cucina, con le noci tritate grossolanamente, con lo zucchero e con la cannella a piacere.

Richiedere a rotolo l’impasto e tagliare a girelle spesse 4-5 cm.

Porre le girelle in una tortiera apribile da 24 cm di diametro, foderata con carta forno.

Rimettere a lievitare sempre coperta per una trentina di minuti.

Scaldare il forno a 180°.

In una coppetta sbattere leggermente il tuorlo d’uovo con il latte e spennellare la superficie della torta.

Infornare e cuocere per 40-50 minuti, controllando che non si dori troppo la superficie, in caso coprire con un foglio di alluminio.

Una volta cotta, togliere la torta di rose dal forno e metterla a raffreddare su una gratella.

Servire cosparsa di zucchero a velo.

Brownies al cioccolato fondente o bianco

Brownies al cioccolato fondente o bianco

Sono il dolce americano più amato di sempre insieme ai muffin. Ma per mangiarli non c’è bisogno di andare fino negli Stati Uniti, prepararli a casa è davvero semplice

I brownies sono un dolce tipico americano molto diffuso nel mondo anglosassone e ormai noto e apprezzato anche entro i nostri confini. Quadrati, cioccolatosi, con una sottile crosta fuori ma dal cuore tenero, ricordano quasi un biscotto. Se oggi possiamo gustarli, è merito della signora Bertha Palmer, una ricca donna di Chicago che, nel 1893, espresse al suo pasticcere il desiderio di avere dei “dolci per signora”, buoni come una torta, ma abbastanza comodi da essere messi in una scatola, proprio come dei biscotti.

Insieme ai muffin, dalla vetrinetta delle caffetterie i brownies ammiccano agli avventori golosi a qualsiasi ora del giorno. Oggi per goderne, non c’è bisogno di andare fino negli Stati Uniti. Basta entrare in un qualsiasi bar “american style” per farne una scorpacciata. Oppure si possono prepare a casa sia nella versione “marrone” (“brown”, da cui il nome) con il cioccolato fondente o, perché no, in quella bianca con il cioccolato al latte. Non occorre lievito e la preparazione è molto semplice.

Brownies al cioccolato, la ricetta originale

Gli ingredienti per la versione “brown” sono 100 grammi di burro, 200 grammi di cioccolato fondente, quattro uova, 250 grammi di zucchero, 120 grammi di farina, 30 grammi di cacao in polvere e un pizzico di sale. Volendo, per rendere i brownies ancora più gustosi, nell’impasto si possono aggiungere anche delle nocciole o delle noci. Per prima cosa preriscaldare il forno a 180°C. Poi tritare il cioccolato e metterlo a sciogliere a bagnomaria. Dopo qualche minuto aggiungere anche il burro e amalgamare i due ingredienti. Una volta che entrambi saranno completamente fusi, togliere dal fuoco e lasciare intiempidire. In un’altra ciotola sbattere con le fruste elettriche le uova con lo zucchero. Aggiungere il sale e, in modo graduale, il composto di burro e cioccolato, la farina setacciata, il cacao e, nel caso, la frutta secca tritata. Mescolare il tutto e versare il composto in una teglia foderata con la carta forno. Livellare l’impasto con una spatola e cuocere a 180°C per 25 minuti.

Brownies al cioccolato bianco

Una variante altrettanto golosa è quella senza cacao, con il cioccolato bianco e le mandorle al posto delle nocciole. Gli ingredienti e il procedimento sono gli stessi della versione classica. L’unica dose da aggiustare è quella dello zucchero, che conviene ridurre di 50-70 grammi perché il cioccolato bianco è già di per sé molto dolce. Un altro accorgimento, per evitare che la crosta si scurisca troppo, è quello di coprire la teglia con un foglio di carta stagnola prima di metterla in forno.

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