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Biscotti al cacao della Befana

Biscotti al cacao della Befana

Unite tutte le polveri (farina, cacao, zucchero, zenzero, cannella, noce moscata. chiodi di garofano, lievito e sale) in una ciotola e mescolate, quindi incorporate il burro a tocchetti leggermente ammorbidito.

Lavorate velocemente fino ad ottenere un panetto omogeneo, quindi coprite con pellicola per alimenti e lasciate riposare in frigo per 1 ora.

Riprendete il panetto e stendetelo con il matterello sul piano di lavoro leggermente infarinato, quindi ricavate i cappelli con lo stampino.

Disponete i cappelli sulla teglia rivestita di carta forno, un po’ distanti tra loro, e cuocete per circa 8-10 minuti in forno ventilato preriscaldato a 180°C, poi sfornate e lasciate raffreddare completamente.

Preparate la glassa: unite in una ciotola zucchero a velo, cacao e cannella, mescolate, quindi aggiungete l’acqua un po’ per volta: dovrete ottenere un composto liscio e cremoso, ma denso.

Decorate a piacere i cappelli con glassa e zuccherini.

I biscotti al cacao della Befana sono pronti, lasciateli asciugare completamente prima di servirli.

Salmone al forno con patate e zucca

Salmone al forno con patate e zucca

Innanzitutto pelate le patate, lavatele, tagliatele a tocchetti e sbollentatele per 10 minuti in acqua già bollente non salata, quindi scolatele e mettetele da parte.

Intanto mondate la zucca, tagliatela a dadini (circa delle stesse dimensioni delle patate) e unitela alle patate.

Condite patate e zucca con aglio, olio, rosmarino, sale e pepe, mescolate e trasferite nella teglia rivestita di carta forno.
Cuocete per circa 30 minuti in forno statico preriscaldato a 200°C.

Riprendete la teglia e fate spazio al centro per adagiarci il salmone.
Dopo averlo posizionato, conditelo con sale, olio e prezzemolo, poi cuocete ancora per 15-20 minuti, abbassando la cottura a 190°C.

Il salmone al forno con patate e zucca è pronto, eliminate l’aglio e servite.

La lepre in salmì della bisnonna Fanny: ricetta di famiglia

La lepre in salmì della bisnonna Fanny: ricetta di famiglia

Lepre in salmì, ma non solo. C’è una bella atmosfera quando si arriva a casa della signora Annapaola Zandomeneghi, vicino a Verona. «Ne ho imparate di ricette da voi». Da grande lettrice della nostra rivista, è così che ci accoglie e poi ci mostra la collezione con orgoglio (suo e, ve lo assicuro, anche nostro). Un giardino curato, un salotto immacolato, una bellissima tovaglia con tante firme: sono quelle delle persone che hanno mangiato a questo desco, che vengono poi ricamate, e fra poco ci sarà anche la mia. E poi c’è la lepre in salmì sul fuoco da una parte e la polenta dall’altra. La signora Annapaola non si scompone, anche perché con un passato di medico neurologo in ospedale ci vuole ben altro. La cucina è affollata, ci sono i figli Federico, che stappa una bottiglia di vino, ed Emanuela, che si dedica a sorvegliare il cibo, mentre sua figlia Adele, studentessa di medicina, sistema le torte appena tolte dal forno. Sono d’ispirazione dell’Alto Adige perché il padre Bruno è di Bolzano e le ha trasmesso l’arte della Linzer. Anche se oggi è la lepre la grande protagonista. «È una ricetta ricorrente in questa casa, che prepariamo quando siamo tra noi, non in giorni come Natale, per esempio, perché non è un piatto che si può mangiare in tante persone», spiega Emanuela, professoressa di psicologia in un’università milanese. «Mio padre Albino» continua, «aveva una nonna di nome Fanny che cucinava la lepre; lei ha trasmesso la ricetta a mia nonna Adele e poi a mia madre, che un giorno la darà a noi. Diciamo che sta scendendo lungo la genealogia delle donne della famiglia». Il profumo è ovunque in questa cucina. E la lepre richiede tanto lavoro, ma qui nessuno si spaventa. Ci stiamo per sedere a tavola, tutti insieme, come usa fare nel nostro bel Paese, giovani e meno giovani, con la ritualità che caratterizza il pasto all’italiana. La lepre è buonissima, con la giusta punta di acidità, la polenta morbida come si richiede a un piatto della tradizione che non cambierà mai. La signora Annapaola è felice di avere tutti riuniti intorno a sé. Grazie, signora, di avermi fatto sentire parte della famiglia.

Lepre della bisnonna Fanny, come si prepara

«Seziono una lepre perfettamente pulita in tocchetti da mezzo etto ciascuno. Li raccolgo in una capiente terrina, li copro a filo con acqua e un bicchiere di aceto e aggiungo una manciata di sale, qualche rametto di rosmarino e di salvia, grani di pepe e un po’ di cannella in stecca. Lascio marinare al fresco per dodici ore; alla fine sciacquo molto bene la lepre. Trito un etto di salame artigianale a grana grossa e un etto di lardo e li rosolo in un grande tegame di coccio con un filo di olio; quando il soffritto è pronto, unisco i tocchetti di lepre, li lascio insaporire e, non appena cominciano ad asciugarsi, aggiungo grani di pepe, pezzetti di cannella, qualche chiodo di garofano, noce moscata, una manciata di mandorle a pezzetti e una di uvetta. Bagno con un paio di bicchieri di brodo, copro con il coperchio e lascio cuocere dolcemente per un paio di ore, aggiungendo via via, se occorre, un po’ di brodo. Alla fine della cottura, quando la carne si staccherà facilmente dagli ossi, spolpo con molta cura la lepre, sfilaccio la carne e la rimetto nel tegame di coccio facendo attenzione che nel sugo rimasto non vi siano pezzettini di ossi; sfumo con un bicchiere di vino bianco; quando il vino è evaporato mescolo tutto con una spolverata di grana grattugiato. La lepre è pronta e la porto in tavola con la polenta gialla».

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