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Il celebre ristorante Noma potrebbe diventare vegetariano

Il celebre ristorante Noma potrebbe diventare vegetariano

La tecnica della fermentazione alla base della possibile svolta vegetariana e vegana del celebre ristorante stellato Noma

Il Noma di Copenaghen, ristorante stellato quattro volte eletto il migliore del mondo, da anni fa molto parlare di sé, attirando l’attenzione della stampa internazionale. Al centro dell’interesse mediatico la sua cucina nordica reinventata, le sue sperimentazioni d’autore, le liste d’attesa di mesi, ma anche i suoi continui cambiamenti, tra cui un periodo di chiusura nel 2016 e la rinascita nel 2018 in una nuova sede con il nome Noma 2.0 e un originale calendario culinario annuale distinto in tre stagioni.
Chi conosce il Noma, quindi, sa che le sorprese sono sempre dietro l’angolo.
In occasione del recente tour promozionale per il libro-ricettario Foundations of Flavor: The Noma Guide to Fermentation sull’arte della fermentazione, lo chef René Redzepi ha infatti dichiarato che, in virtù degli eccellenti risultati che ha ottenuto con piatti a base vegetale utilizzando questa tecnica, non esclude che un domani il ristorante possa diventare vegetariano.

Meno proteine animali, più verdure fermentate

Da oltre un anno al Noma si è assistito a una notevole riduzione delle proteine animali servite. A influire su questa scelta la volontà da parte dello chef di dare più spazio alle proposte vegetali, proponendo ad esempio un menu interamente vegetariano nella stagione che è andata da maggio a settembre 2018. L’altro fattore determinante è la crescente importanza che la tecnica della fermentazione sta assumendo nella cucina del ristorante, tanto che quasi ogni portata delle circa venti che compongono i menu stagionali, presenta qualcosa di fermentato. Recentemente Redzepi ha appunto dichiarato che questa preparazione è ora l’elemento più importante nella cucina di Noma e che gli chef amano visitare le foreste danesi in cerca di cibo selvatico e in particolare di funghi, bacche e verdure stagionali da fermentare nel loro laboratorio. Come ribadito dallo chef nella sua recente pubblicazione, generalmente si associa questo processo alla semplice produzione di sottaceti in salamoia o di yogurt, mentre andrebbe considerato come «una pentola di coccio della natura», che utilizza i batteri al posto del calore; un processo antico di conservazione che migliora le caratteristiche nutrizionali degli alimenti e che merita di essere conosciuto o riscoperto.

Un possibile futuro vegetariano per il Noma

Redzepi, nel corso di un’intervista per il “Washington Post”, ha raccontato che la sua migliore ricetta a base di verdure fermentate, un tempo presente nel menu del Noma, consisteva in una foglia di cavolo grigliata appena spalmata con una salsa a base di piselli gialli spezzati (miso) e condita con olio al prezzemolo; un piatto apparentemente semplice, ma dal gusto sorprendente. Secondo lo chef la fermentazione delle verdure può essere la chiave per conferire loro un sapore speciale, quella caratterizzazione e quel gusto “carnoso” che spesso manca alla cucina vegetariana.
Redzepi vede infine la fermentazione come una possibile strada verso un cambiamento climatico, verso un tipo di alimentazione più naturale e sostenibile che possa indurre le persone a mangiare più verdure e ridurre gli impatti ambientali del consumo di carne.

Non resta che vedere cosa riserverà il futuro del Noma e se davvero vedrà la luce questa prospettiva di far virare il famoso ristorante verso un menu esclusivamente vegetariano e vegano.

Piatto di verdure con salsa fermentata al Noma.

 

Foto: Piatto vegetariano (Noma Studio Sarah Lou)
Foto: Piatto di verdure con salsa fermentata al Noma (Lou Stejskal Flikr)

Ricetta Ganache al gianduia con cubi di panettone

Ricetta Ganache al gianduia con cubi di panettone
  • 340 g panna fresc
  • 230 g cioccolato gianduia
  • 30 g miele di acacia
  • 8 fette di panettone

Per la ricetta della ganache al gianduia con cubi di panettone, tritate il cioccolato e riunitelo in una capiente ciotola resistente al calore. Scaldate 120 g di panna con il miele, spegnete al levarsi del bollore e versatela sul cioccolato. Mescolate fino a che non avrete ottenuto una ganache liscia e lucida.

Lasciatela raffreddare, poi unitevi il resto della panna, fredda, e montate con le fruste elettriche rendendola gonfia e spumosa. Tagliate il panettone a cubi grossi e serviteli con la ganache al cioccolato gianduia.

Tortino di riso e zucca

A voi quante volte capita di aprire il frigorifero e trovare ciotole con dentro avanzi? A me spesso, anzi spessissimo.
Proprio l’altro giorno c’era una tazza piena di riso in bianco condito con un po’ di olio, una scatola con della zucca già cotta e fatta a cubetti e una mozzarella con ancora 2 giorni di vita. Avanzi che chiamavano un tortino di riso, quindi… detto e fatto, anzi pensato e fatto.
E’ un piatto del riciclo davvero irresistibile, con un cuore filante e un gusto delicato.

Ingredienti

150 g di riso bollito
250 g di polpa di zucca cotta
1 mozzarella
1 uovo intero
2 cucchiai di formaggio grattugiato + 1 cucchiaio abbondante
100 g di farina bianca
5 g di lievito istantaneo per salati
sale e e pepe

Per preparare la zucca, io l’ho tagliata a cubetti e l’ho cotta per 20 minuti circa in forno a 200°C, l’ho lasciata intiepidire e poi ne ho frullati 250 g, tenendo da parte qualche pezzo.

Preparazione

Scaldare il forno a 180°C e oliare leggermente una tortiera non troppo grande da forno ( più la tortiera è grande più basso sarà il tortino).
In una ciotola versare il riso, unire la polpa di zucca frullata, l’uovo, i due cucchiai di formaggio grattugiato, il sale e il pepe.
Mescolare ed infine aggiungere la farina e il lievito.
Amalgamare bene il tutto.
Versare metà dell’impasto nella teglia precedentemente oliata, livellare e cospargere con pezzetti di mozzarella.
Coprire con l’altra metà dell’impasto, della mozzarella e dei pezzi di zucca.
Spolverizzare con formaggio grattugiato e infornare fino a doratura.

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